La Georgia e la Battaglia di Didgori (1121)

La Georgia è uno di quei paesi la cui conoscenza, da parte di molti storici occidentali, è piuttosto fumosa. Lo stesso dicasi per l’evento particolare rappresentato dalla Battaglia di Didgori.

Dal Tardo Antico alla Battaglia di Didgori

Molto tempo fa vi avevo parlato della Battaglia di Avarayr, facendo un breve riassunto della situazione armena nel V secolo. Poco più a nord, nello stesso periodo, stava crescendo un’altra realtà politica, quella georgiana.

Semplificando la reale situazione, la Georgia di quel periodo era divisa fra i Regni di Lasica (la vecchia e ben più famosa Colchide) e di Iberia, entrambi pressati dall’Impero Romano e da quello Sasanide. Fu proprio un re d’Iberia, Vakhtang I, a tentare una prima unificazione della Georgia. Vakhtang, molto vicino a Roma, riuscì ad aumentare la zona di influenza dell’Iberia, ma dopo la sua morte e quella del figlio, l’Iberia tornò ad essere una provincia sasanide. Analogamente a quanto accadde per l’Armenia, anche la Georgia fu costretta a subire il traumatico passaggio dal mondo greco-romano-persiano a quello arabo.

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Una mappa della situazione geopolitica “georgiana” fra 600 e 150 a.C. (fonte: wikipedia)

L’Invasione Islamica

L’invasione di Marwan Ibn Muhammad, del 735, fu devastante. Gli arabi rasero al suolo villaggi e città e gran parte della popolazione cercò rifugio nelle fortezze montane. La resistenza georgiana fu strenua, le perdite del futuro califfo molto pesanti. La crudeltà di Marwan divenne leggendaria, anche a causa della tortura e condanna a morte di due principi Argveti che avevano rifiutato la conversione all’Islam.

Attorno al 750 venne fondato l’Emirato di Tbilisi, ma la resistenza georgiana continuò a prosperare, grazie soprattutto alla famiglia Bagration. Re Ashot il Grande riuscì a strappare dalla mano araba molte terre ed il Regno di Tao-Klarjeti divenne una importante enclave indipendente stretta fra Bisanzio e Islam.

Rimanevano anche altri stati indipendenti, come l’Imereti e l’Abkhazia, e fu proprio la famiglia Bagration ad unificarli, sotto Bagrat III (978), in un unico Regno di Georgia.

Come avrete notato, sono partito da fatti molto anteriori alla data citata nel titolo. Questo breve riassunto è stato però necessario a evidenziare i momenti più rilevanti che portarono allo scontro di Didgori.

L’Arrivo dei Turchi Selgiuchidi

Nonostante l’unificazione, in Georgia continuarono le guerre intestine fra Bagration e altre famiglie. Le cose precipitarono nella seconda metà dell’XI secolo, quando i Selgiuchidi di Alps Arslan attaccarono  la Georgia. Attorno al 1064, quasi tutta la Georgia orientale era in mano turca.

Le forze militari dei due avversari erano troppo differenti perchè i georgiani potessero respingere i Alps Arslan e, dopo la Battaglia di Manzikert (1071), i Turchi ebbero la strada spianata per l’ingresso in massa anche nella Georgia Occidentale (e in tutta la regione caucasica).

Battaglia di Didgori
L’evoluzione della situazione dall’inizio del IX all’inizio dell’XI secolo.

Chiunque abbia un poco di dimestichezza con gli studi storici, avrà notato che proprio in questi momenti di difficoltà estrema emergono spesso dei grandi leader. Le Georgia ne ebbe uno molto particolare, visto che salì al trono a 16 anni.

Davide IV successe al padre, Giorgio II, nel 1089, per delle ragioni non ancora appurate in maniera completa. Grazie alle sue buone doti di statista (e, immagino, grazie a dei consiglieri navigati) riuscì, nell’ultimo decennio dell’XI secolo, a rosicchiare buona parte del dominio turco nella Georgia orientale.

Fra il 1092 ed il 1103 eliminò la minaccia interna rappresentata dal ducato di Kldekari, che da oltre un secolo era in guerra con la casa dei Bagration (ed era giunto ad invocare l’aiuto dei Selgiuchidi).

Nello stesso periodo si rifiutò di pagare il tributo ai Turchi e non accettò un titolo onorifico concessogli da Bisanzio (che non aveva perso il vizio di seppellire i potenti locali sotto una montagna di sebastos, protosebastos, panhypersebastos, ecc.).

L’Azione di Davide IV

In sostanza, Davide IV si liberò del giogo turco e, dall’altro lato, si pose di fronte a Bisanzio in condizioni di parità. Dopo l’appello di Urbano II, che portò alla prima Crociata, Davide (nel 1097) smise di pagare anche il tributo diretto al Sultano.

Grande sostenitore della Chiesa, Davide IV pose le più importanti cariche religiose sotto il controllo della corona. Le fece, tuttavia, partecipare in maniera concreta alle decisioni fondamentali per la vita del paese. Costruì chiese e monasteri, che divennero fondamentali per la rinascita culturale del paese (il Monastero di Gelati è il più famoso) assieme all’educazione dei giovani. Riguardo a questi ultimi, Davide ne selezionò un certo numero per mandarli a studiare a Costantinopoli, in modo da poter tornare in patria con un buon bagaglio di conoscenza storiche, scientifiche ed artistiche.

Nel frattempo (parliamo sempre dei primi due decenni dell’XI secolo), Davide riuscì ad arrestare tutti i contrattacchi dei Selgiuchidi e ad ampliare ulteriormente il suo dominio. Non ci furono scontri campali, ma battaglie minori e assalti alle numerose fortezze sparse per la Georgia (Samshvilde, Dzerna, Rustavi, Kaladzori, Lore,  Aragani, ecc.).

Battaglia di Didgori
Il monastero di Gelati

Uno dei problemi più importanti che Davide fu costretto ad affrontare fu quello militare. Il suo dominio non aveva una grande estensione e buona parte delle sue forze militari provenivano dai feudatari del regno. Come ben sappiamo, gli eserciti feudali erano soggetti a grandi difficoltà organizzative, e spesso il sovrano aveva una conoscenza solo sommaria dell’effettivo numero di soldati di cui poteva disporre.

Oltre a questo, parte della popolazione si era rifugiata nelle foreste o sulle montagne per sfuggire alle grinfie turche.

Un Nuovo Esercito

La questione fu risolta in modo brillante. Come dice Alexander Mikaberidze, della Louisiana State University:

La corona georgiana aveva una Monaspa (guardia reale) di circa 5.000 uomini, ma militarmente dipendeva dalle truppe fornite dai feudatari, che spesso non seguivano il re. Per risolvere il problema, Re Davide ideò una soluzione brillante. Sposò la figlia del capo dei potenti Cumani-Qipcaqs stanziati nel Caucaso settentrionale e, nel 1118, invitò l’intera tribù, sfiancata dalle lotte con i nascenti principati russi, a spostarsi definitivamente in Georgia.

Tra il 1118 e il 1119, Re Davide fece migrare 40.000 famiglie Qipcaq – in tutto, più di 200.000 persone – dalle steppe del Caucaso nel Kartli (Georgia Centrale) e, per accelerare la loro assimilazione da parte della popolazione georgiana, le sparpagliò sul territorio, pur permettendolo loro di mantenere la struttura dei clan. In cambio, i Cumani si impegnarono a fornire un soldato per ciascuna famiglia, permettendo a Re Davide di affiancare alla sua Monaspa un esercito di 40.000 uomini!

Un modo brillante, dicevo, ma rischioso. I Qipcaqs, o Kipchaks, conducevano una vita nomadica ed erano abituati a servire come mercenari presso diversi regni. Dar loro un gran numero di terre per convertirli al sedentarismo fu una mossa audace, che gli diede senza dubbio più vantaggi che svantaggi.

Trascinare nel proprio territorio un simile numero di uomini in età da guerra avrebbe potuto condurre all’autodistruzione della Georgia. Evidentemente, Davide IV era davvero un uomo fuori dall’ordinario, capace di gestire e conciliare le esigenze della popolazione, della chiesa e dei soldati.

I suoi continui successi militari portarono i turchi a considerare Davide la minaccia principale per il loro dominio, superiore quindi a quella rappresentata dai Crociati e da Bisanzio.

L’invasione di Ilghazi

Il Sultano Mahmud II decise che era finito il tempo delle scaramucce. Bisognava annientare la Georgia una volta per tutte.

battaglia di didgori
Attorno al 1120, Davide IV era pronto alla guerra

L’incarico di portare a termine l’impresa fu affidato al generale Ilghazi, il quale aveva annientato un esercito crociato solo due anni prima, nella famosa Battaglia dell’Ager Sanguinis. Ighazi raduna un esercito enorme, uno dei più imponenti nella storia militare del XII secolo (e non solo), ma le stime di alcuni cronisti (400.000-600.000 uomini) sono assolutamente esagerate. Diciamo che una cifra inferiore ai 60.000 (contando tutto il supporto logistico, le prostitute, ecc.) mi sembra più plausibile.

Il 10 Agosto 1121, l’armata turca era accampata in una piana ai piedi del Monte Didgori, 40 km a ovest di Tbilisi. Ilghazi non aveva trovato alcuna resistenza, poiché Davide aveva fatto evacuare tutti gli abitanti sulla linea di marcia dei turchi.

L’esercito georgiano era composto da quasi 60.000 uomini, ma le fonti non concordano sul numero complessivo dei guerrieri Kipchaks (15.000-40.000) . Al grosso dell’armata si aggiunsero 500 Alani e 200 Crociati furiosi per le sconfitte subite in Terra Santa.

La strategia elaborata da Davide era semplice: creare un diversivo e attaccare il nemico di sorpresa.

Conoscendo l’importanza di quella che sarebbe stata ricordata come la Battaglia di Didgori, si dice che Davide abbia fatto ammassare tronchi d’albero sulla strada dietro l’esercito georgiano, in modo che nessuno potesse battere in ritirata. Secondo uno dei soldati franchi, prima della battaglia Davide pronunciò queste parole:

Soldati di Cristo! Se combattiamo con totale dedizione, difendendo la fede nel Nostro Signore, non solo annienteremo gli infiniti servi di Satana, ma Satana stesso. Aggiungerò solo una cosa che aumenterà il nostro onore e la nostra impresa: alziamo le mani al Cielo e giuriamo al Nostro Signore che in nome dell’amore che proviamo per Lui, moriremo sul campo di battaglia piuttosto che fuggire via.

Decise dunque di mandare 200 cavalieri pesanti come messi, che Ilghazi accettò di incontrare. I 200 cavalieri erano però il diversivo. Caricarono i comandanti turchi andati loro incontro e affondarono una carica nel campo nemico. Allo stesso tempo, un contingente dell’esercito di Davide (guidato dal figlio Demetrio) si era inerpicato sulle alture intorno alla valle.

Il grosso dell’esercito attaccò mentre i turchi tentavano di riorganizzarsi e i soldati di Demetrio giunsero dall’altro lato.

Purtroppo le descrizioni della battaglia non sono abbastanza particolareggiate, ma sappiamo che fu un massacro.

I georgiani inseguirono i turchi in fuga per 3 giorni, lasciandone in vita solo poche centinaia. La Battaglia di Didgori era stata vinta. A detta degli storici dell’epoca, fiumi e colline furono coperti dai cadaveri dei nemici, tanto che Davide venne definito “La Spada del Messia”.

La Vittoria Miracolosa

Per la differenza delle forze in campo nella Battaglia di Didgori e la presunta imbattibilità dei turchi, i georgiani definirono quella battaglia dzlevai sakvirveli, “una vittoria miracolosa”. In tempi recenti è stato eretto sul luogo della battaglia un monumento (enormi spade in pietra infisse nel terreno) in onore degli eroi che vi presero parte.

Negli anni successivi alla battaglia di Didgori, Davide cacciò definitivamente i turchi dalla Georgia. Tiblisi, capitale dell’omonimo emirato, cadde nel 1122, ma Davide fu capace di allargare la sua sfera d’influenza all’Armenia, dove inflisse altre sconfitte ai Selgiuchidi.

Le conquiste di Davide IV

Incredibile a dirsi, molti musulmani rimasero all’interno del Regno di Georgia. Sembra infatti che Davide attuasse una politica di grande tolleranza nei confronti di ebrei e musulmani. Oltre a questo (cosa da non sottovalutare) sembra che fosse riuscito a mitigare in maniera notevole la pressione fiscale sulla popolazione.

Un anno dopo la sconfitta nella Battaglia di Didgori, il generale Ilghazi, che aveva sempre avuto problemi di alcolismo, morì.

Bibliografia:

  • D. RAYFIELD, Edge of Empires : A History of Georgia (2012);
  • A. MIKABERIDZE, Historical Dictionary of Georgia (2015).
  • A. MIKABERIDZE, Conflict and Conquest in the Islamic World: A Historical Encyclopedia, (2011);

Questo articolo è online dal 27 Marzo 2012.


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26 pensieri riguardo “La Georgia e la Battaglia di Didgori (1121)

  1. Molto interessante. Bell’articolo!

    Curiosità mia: fino a quando durò la resistenza georgiana all’espansione mussulmana?

  2. @Dago: Se non ricordo male, nonostante la Georgia ne abbia subite di ogni (da invasioni a crisi interne a frammentazioni del regno), non fu mai conquistata dai musulmani (se non forse alcuni territori). Rimase grossomodo indipendente fino all’Ottocento, quando fu la Russia a conquistarli^^’
    Infatti i georgiani sono rimasti cristiani.

    La Georgia e l’Armenia mi stanno così simpatiche che spero di vederle entrare nell’Unione Europea prima di morire (il progetto è stato preso in considerazione dai vertici). Questo, naturalmente, se non dovesse realizzarsi prima la Serenissima Repubblica Mondiale Komunista ^-^

  3. La Georgia e l’Armenia mi stanno così simpatiche che spero di vederle entrare nell’Unione Europea


    Si, ma facciamoci entrare anche la Corea e il Cile a sto punto 😀

  4. Si, ma facciamoci entrare anche la Corea e il Cile a sto punto

    Giusto perché sei un rompipalle:

    The South Caucasus states of Armenia, Azerbaijan, and Georgia have been the site of much instability since the 1990s. Their EU membership would be conditional on the political assessment by the European Council about whether they are considered European. Nevertheless, all three states have been admitted as full members into the Council of Europe (like Cyprus) after a similar assessment process. Before the first official visit of external relations commissioner Benita Ferrero-Waldner to the three Caucasus states, it was stated that if she were asked about enlargement, she would not rule it out. It is unclear as to when they may move towards membership, even though they are part of the European Neighbourhood Policy and are often referred to as part of “a wider Europe”. Since their only land contact with European states is through Russia and Turkey, it is possible that they would only join after Turkey did so. However, on 12 January 2002, the European Parliament noted that Armenia and Georgia may enter the EU in the future regardless.

    Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Future_enlargement_of_the_European_Union#Eastern_Partnership_states
    Nota: Con “tempi lunghi” si intende 20-30 anni o anche più, ma conto di arrivare alla vecchiaia.

    Specificamente sulla Georgia:

    Georgia’s current President Mikheil Saakashvili has expressed a desire for Georgia to join the EU. This view has been explicitly expressed on several occasions as links to the United States, EU and NATO have been strengthened in an attempt to move away from the Russian sphere of influence. […]
    On 11 November 2010, Georgian Deputy Prime Minister Giorgi Baramidze announced that Georgia wants to cooperate with Ukraine in their attempt to join the European Union.

    Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Georgia%E2%80%93European_Union_relations

    Oh!

  5. Si, ma non mettevo in dubbio il fatto in sè, quanto l’opportunità dello stesso “^^
    Also, tempi lunghi o meno, bisognerà vedere come la prenderà Zio Vlad From Kremlin
    E cmq sei OT v.v

  6. Si, ma non mettevo in dubbio il fatto in sè, quanto l’opportunità dello stesso “^^

    Be’, è opportuno che entrino nell’UE perché sono nazioni simpaticissime. Di che altre motivazioni hai bisogno?
    Zi zi, dovrei candidarmi al parlamento europeo e allora gliela farei vedere 8)

    tempi lunghi o meno, bisognerà vedere come la prenderà Zio Vlad From Kremlin

    Nel kulo.
    No vabbé, lo Zar Truzzo può tenersi la Bielorussia se proprio ci tiene. E l’Azerbaijan, to’ (oggi son generoso).

  7. Meglio uccidere quel rompiballe di dittatore bielorussio e cedere Minsk ai Lituani come ai bei vecchi tempi. I Lituani sono rispettosi delle autonomie e sono figli di Santa Madre Chiesa.

    Interessantissimo articolo, Zwei! Questa Spada del Messia potrebbe essere uno di quelli che Hegel defiinirebbe “cocchi dello Spirito della Storia”! 🙂 🙂 🙂
    Mi chiedo solo come abbia fatto a gestire un’emigrazione di massa di 40’000 clan nomadi e la conquista di nuovi territori senza come minimo mantenere un sistema che scimmiottasse la jihzia musulmana per i non-convertiti. 😆
    Mi sai dare qualche indicazione a proposito? Anche qualche tomone virtuale andrebbe benissimo! :8

  8. Molto bello. Leggo il blog principalmente per questi articoli, e questo finora è il migliore, anche nel senso di comprensione delle dinamiche dello scontro.
    Piccolo appunto, c’è una frase che non mi torna;
    “Il grosso dell’esercito attaccò mentre i turchi che di riorganizzarsi, mentre i soldati di Demetrio giunsero dall’altro lato.” Forse intendevi ” mentre tentavano di riorganizzarsi” (?)

  9. Grazie della segnalazione, ho corretto.

    Peccato non aver trovato altre notizie sulla battaglia, mi sarebbe piaciuto capire i ruoli della fanteria e della cavalleria (la chicca sarebbe stato il ruolo dei crociati).

    L’articolo è tagliato all’osso, visto che solo per la situazione politica della Georgia pre-Davide IV ci vorrebbero 500 pagine.

    L’aspetto più interessante della vicenda è sapere che, mentre in Europa si andava avanti a scaramucce, in medioriente si affrontavano delle armate mastodontiche.

  10. Davide IV successe al padre, Giorgio II, nel , per delle ragioni non ancora appurate in maniera completa. Grazie alle sue buone doti di statista (e, immagino, grazie a dei consiglieri navigati) riuscì, nell’ultimo decennio dell’XI secolo, a rosicchiare buona parte del dominio turco nella Georgia orientale.

    Qua non manca qualcosa?

  11. Ma era normale inviare centinaia di cavalieri pesanti, come messi? 😆

    :[ infatti me lo sono chiesto pure io :[

    mi chiedo anche come abbiano reagito i nobili locali vedendo arrivare dai colli qualche decina di migliaia di braccia e mani pronte a legnare su altrui comando. forse non troppo felici :aie:

  12. Probabilmente 200 cavalieri non sembravano poi tanti davanti a 100.000 soldati. Una rappresentanza diplomatica ben nutrita o poco più.
    C’è da aggiungere che la mossa di Davide IV è stata davvero una follia, una cosa imprevedibile.

  13. L’aspetto più interessante della vicenda è sapere che, mentre in Europa si andava avanti a scaramucce, in medioriente si affrontavano delle armate mastodontiche.

    La pagina di Wikipedia relativa al Re Sole menziona l’assedio di Vienna come un fatto en passant, il cui effetto importante fu quello di permettere a Luigi XIV annessioni territoriali al confine con la Germania.
    Pare che per molta storiografia tutto ciò che accadeva a sud e a ovest di Trieste, Vienna e Germania sia un piccolo contorno alle importantissime vicende dell’Europa occidentale.

  14. Grazie per questi articoli, in effetti per come viene insegnata e trattata la Storia da noi sembra che in certe zone del mondo non sia mai successo nulla…

    1. Vero… Io non sapevo niente (ma proprio niente) del “medioevo orientale” (perdonatemi il termine, ma non so come definirlo), ma lo sto adorando!

  15. Pare che per molta storiografia tutto ciò che accadeva a sud e a ovest di Trieste, Vienna e Germania sia un piccolo contorno alle importantissime vicende dell’Europa occidentale.

    per come viene insegnata e trattata la Storia da noi sembra che in certe zone del mondo non sia mai successo nulla…

    Ritengo che questo sia dovuto da un lato all’Eurocentrismo della maggior parte dei testi di storia (il Manzoni Occhipinti che avevamo adottato come testo di storia in IV liceo si intitolava significativamente “L’Europa al centro del mondo”).

    Il problema è che spesso i programmi ministeriali (ed i testi stessi) sono sovente datati, e riflettono tutti un’impostazione storiografica oramai superata (e che, poco o tanto, continua ad essere più o meno consciamente retaggio di concezioni del secolo scorso), vuoi per mancanza di fondi/voglia, vuoi per mancanza di significative direttive degli organi preposti.

    In ogni caso, il risultato non cambia, e si traduce nell’abituale ignoranza dell’italiano medio sulla storia in generale e su quanto è accaduto al di fuori dell’Europa Occidentale in particolare.

    Con riguardo al problema cui accennava Nurades, mio malgrado posso solo fare ipotesi, quindi prudenzialmente mi taccio.

  16. Salve e complimenti per l’articolo. Se i kipchachi di cui si parla nell’articolo sono i Cumani mi piacerebbe sapere quali sono stati i loro spostamenti successivi anche perché ricordi di aver letto che si rifugiarono in massa in Ungheria dopo le invasioni mongole per essere lì assimilati al ceppo magiaro. Se di altre tribu o confederazione tribali si parla (Peceneghi o Kazakistan) quanta influenza hanno avuto nella composizione dell identità etnica georgiana?

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