battaglia di saragarhi

La Battaglia di Saragarhi: Le Termopili dei Sikh (1897)

La battaglia di Saragarhi è un evento storico di grande rilevanza che ha avuto luogo il 12 settembre 1897, durante la campagna di Tirah nella regione della frontiera nord-occidentale dell’India britannica, ora parte del Pakistan. Questo episodio di eroismo e sacrificio è uno dei più grandi atti di coraggio nella storia militare indiana e rimane un’icona per i Sikh e le forze armate dell’India.

Contesto storico

Per comprendere il contesto storico di questa battaglia epica, è importante esaminare la situazione politica e sociale dell’India britannica alla fine del XIX secolo. A quel tempo, il Raj britannico governava gran parte dell’India attraverso un sistema di amministrazione indiretta, dove i principi locali avevano una certa autonomia ma erano sottoposti al controllo della Corona britannica. La frontiera nord-occidentale dell’India era un’area strategica per il controllo britannico dell’Asia meridionale, in particolare per proteggere la “Grande Strada” tra la valle dell’Indo e la pianura del Gange, che consentiva il movimento di truppe e merci.

In questo contesto geopolitico, le tribù Pashtun che vivevano nella regione della frontiera nord-occidentale erano in costante conflitto con le forze britanniche. Il controllo delle montagne e dei passi era cruciale per la sicurezza dei territori governati dai britannici, ma le tribù locali erano spesso in lotta per mantenere la loro autonomia e resistere all’invasione straniera. Questo portò a una serie di conflitti e insurrezioni, che culminarono nella campagna di Tirah del 1897.

La campagna di Tirah fu lanciata dalle forze britanniche in risposta all’aumento delle attività dei ribelli Pashtun, che si erano uniti sotto la guida del mullah Saidullah, noto anche come “Mad Mullah”, che predicava la jihad contro il dominio britannico. L’obiettivo della campagna era di pacificare la regione e stabilire un controllo più stretto sulla frontiera.

In questo contesto, il 36° Reggimento Sikh, sotto il comando del tenente colonnello John Haughton, si schierò lungo la frontiera per proteggere le comunicazioni e le linee di rifornimento tra le forze britanniche e i principati locali. Il 36° Reggimento Sikh era una delle unità dell’esercito britannico indiano composto principalmente da soldati Sikh, una comunità religiosa dell’India settentrionale conosciuta per il suo coraggio e le sue abilità marziali.

Il reggimento era responsabile della difesa di una serie di posti di blocco e fortini lungo la frontiera, tra cui il piccolo avamposto di Saragarhi, situato su una collina tra il forte Lockhart e il forte Gulistan. Questo avamposto, composto da una semplice costruzione in pietra e circondato da un muro di cinta, era fondamentale per mantenere le comunicazioni tra i due forti attraverso l’uso di segnali ottici. Il presidio di Saragarhi era composto da soli 21 soldati Sikh, comandati dall’havildar Ishar Singh.

La Battaglia

All’alba del 12 settembre 1897, le montagne che circondavano Saragarhi echeggiarono del fragore degli zoccoli e delle grida di guerra di un formidabile esercito di oltre 10.000 guerrieri Pashtun determinati a conquistare l’avamposto di Saragarhi. Non potevano immaginare che un pugno di valorosi soldati Sikh avrebbe dato loro battaglia per tutta la giornata.

Conscio del pericolo incombente, l’havildar Ishar Singh inviò un messaggio urgente a Fort Lockhart, implorando rinforzi. Ma il destino aveva stabilito che le sue richieste rimanessero senza risposta, poiché le circostanze rendevano impossibile l’invio di aiuti tempestivi. Con una calma stoica e una determinazione indomita, Ishar Singh e i suoi 20 fratelli d’arme si prepararono a difendere l’avamposto fino all’ultimo uomo.

Quando i Pashtun scatenarono il loro assalto iniziale, cercando di scalare il muro di cinta di Saragarhi, i 21 soldati Sikh opposero una resistenza feroce e inesorabile. Come leoni che difendono il loro territorio, i guerrieri Sikh respinsero gli attacchi con una pioggia di fuoco costante e preciso, infliggendo perdite pesanti ai Pashtun. Ma la marea di nemici continuava a montare e, ad ogni ondata, i soldati Sikh vedevano diminuire il loro numero già esiguo.

Nonostante la loro situazione disperata, i valorosi difensori di Saragarhi non vacillarono. Erano guidati dalla loro fede e dalla loro immensa disciplina e la battaglia divenne quindi una lotta titanica tra la forza irresistibile dei Pashtun e l’indomito spirito dei Sikh, che combattevano per onorare i loro antenati e difendere il loro dovere.

Col passare delle ore, la situazione divenne ancora più drammatica. Ishar Singh, gravemente ferito ma rifiutandosi di cedere, ordinò ai suoi soldati di ritirarsi nella baracca delle comunicazioni, dove avrebbero potuto continuare a resistere e inviare messaggi a Fort Lockhart. Ogni respiro era un atto di resistenza, ogni colpo un grido di sfida all’inevitabile.

I Pashtun, a loro volta, continuarono ad attaccare con una ferocia senza pari, ma ad ogni tentativo venivano respinti dai Sikh. Infine, il coraggioso Ishar Singh cadde in battaglia, ma la sua morte non fiaccò lo spirito dei suoi compagni. Rinnovarono la loro determinazione e combatterono fino all’ultimo alito, vendicando il loro comandante caduto e onorando il loro giuramento di lealtà.

L’ultimo soldato Sikh rimasto in vita, consapevole della fine imminente, ma determinato a rimanere fedele al suo dovere, continuò a inviare segnali ottici a Fort Lockhart fino all’ultimo istante. Il nemico fu costretto a dare fuoco alla baracca. Mentre moriva soffocato dal fumo, continuava a urlare il grido di battaglia Sikh “Bole So NihalSat Sri Akal!” (“Benedetto per l’eternità chi dice che Dio è l’unica verità!”

Le Conseguenze

La Battaglia di Saragarhi è ricordata come un esempio straordinario di coraggio, sacrificio e resistenza. Nonostante la loro sconfitta e la morte di tutti i 21 soldati, la resistenza di Saragarhi ebbe un impatto significativo sull’andamento della campagna di Tirah. La ferocia e la determinazione dei soldati Sikh avevano inflitto perdite così gravi ai Pashtun – tra 180 e 600 uomini a seconda delle fonti – che questi furono costretti a ritardare i loro attacchi a Fort Lockhart e Fort Gulistan. Questo permise alle forze britanniche di riorganizzarsi e lanciare una controffensiva, alla fine pacificando la regione e stabilendo un controllo più solido sulla frontiera.

La Battaglia di Saragarhi ebbe anche un impatto duraturo sulla percezione dei Sikh e del loro contributo alle forze armate britanniche. I 21 soldati Sikh furono tutti premiati con la Indian Order of Merit, la più alta decorazione militare dell’India britannica. La storia della loro resistenza eroica si diffuse rapidamente e divenne una fonte di ispirazione per le truppe britanniche e indiane in tutto l’impero.

Nell’India indipendente, la battaglia di Saragarhi è celebrata ogni anno il 12 settembre come “Saragarhi Day”, un giorno di commemorazione per onorare il sacrificio dei soldati Sikh e riconoscere il loro contributo alla storia militare indiana. La battaglia è insegnata nelle scuole militari in India e all’estero come un esempio di coraggio, sacrificio e resistenza di fronte a circostanze avverse.

La Battaglia di Saragarhi è anche entrata nella cultura popolare attraverso film, libri e documentari che narrano la storia di questo episodio epico. Nel 2019, il film bollywoodiano “Kesari” racconta la storia della battaglia, mettendo in luce l’eroismo dei soldati Sikh e la loro determinazione a difendere il loro posto di fronte a un nemico schiacciante.

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