Inquisizione del Vescovo Fournier (1320): Una Confessione Sessuale

Ritengo che l’inquisizione in generale, e in particolare la storia dei tribunali ecclesiastici, l’evoluzione del diritto canonico e i verbali dei processi inquisitori siano argomenti molto interessanti e da studiare con più attenzione.

Purtroppo in queste materie si riesce a uscire solo di rado dalle nebbie della c.d. Leggenda Nera. 

Ripromettendomi di affrontare il tema in un prossimo articolo, vi lascio alla trascrizione di una famosa confessione francese medievale che ho tradotto ed ampliato con dei box di commento. Il testo è tratto da Montaillou, village occitan, scritto da Emmanuel Bernard Le Roy Ladurie nel  1975.

Un Vescovo Combattivo
Jaques Fournier, vescovo di Pamiers, lottò a lungo contro l‘eresia catara. Fra il 1318 e il 1325 il suo ufficio inquisitorio ebbe 370 giorni “lavorativi” durante i quali portò a termine 578 interrogatori. I condannati al rogo furono però “solo” 5, meno di uno l’anno. Quasi dieci anni dopo, nel 1334, Fournier divenne il terzo Papa, Benedetto XII, della c.d. “Cattività Avignonese“.

Anno del Signore 1320, il 19 agosto.

Grazida, vedova di Pierre Lizier di Montaillou, dopo aver giurato sui santi Vangeli di Dio di dire la verità su se stessa in qualità di accusata, e su altri in qualità di testimone, per quanto riguarda l’eresia di cui è fortemente sospettata e l’incesto e la dissolutezza commessi con lei da Pierre Clergue, parroco della chiesa di Montaillou, apparendo in giudizio, ha detto e ha affermato quanto segue:

Durante l’estate di 7 anni fa circa, il parroco è venuto a casa di mia madre e ha chiesto di me avendo intenzione di conoscermi carnalmente. Quanto a me, ho acconsentito (allora ero ancora vergine e avevo 14 o 15 anni, così mi sembra). Ha preso la mia verginità nella grangia dove è conservata la paglia. Non mi ha fatto alcuna violenza. Dopo allora ci siamo incontrati molto spesso fino al gennaio successivo e sempre a casa di mia madre, che ne era a conoscenza e aveva dato il suo consenso. Gli incontri avevano luogo sempre di giorno.

Due Parole sul Celibato
Che un prete cercasse soddisfazione sessuale per mano (o altro organo) delle giovani parrocchiane non doveva essere una pratica rara. D’altronde dobbiamo considerare che l’obbligo di celibato fu richiesto in modo stretto e rigoroso solo con il Concilio di Trento. Sebbene le richieste di castità religiosa fossero arrivate a partire da Papa Siricio (nel 385), buona parte del clero continuava a copulare e procreare senza troppi problemi (“Si non caste, tamen caute“).

Successivamente, nel mese di gennaio, il parroco mi ha dato in sposa a Pierre Lizier, il mio defunto marito, ma ho continuato ad avere frequenti rapporti carnali con il parroco con il consenso di mio marito durante tutti e quattro gli anni che è rimasto in vita. Quando mio marito mi ha chiesto se questo sacerdote avesse avuto rapporti sessuali con me, gli ho detto di sì, e mio marito ha risposto di guardarmi bene dagli altri uomini, con l’eccezione di questo sacerdote.

In ogni caso, il parroco non mi conosceva [carnalmente] quando mio marito era a casa, ma solo quando era assente.

inquisizione

—– Lo sapevi allora o ne sei venuta a conoscenza in seguito, che questo prete era o era noto per essere il cugino di primo grado di tua madre Fabrisse?

Non ho mai saputo, né sentito dire, che mia madre fosse imparentata a questo prete.

—– Se avessi saputo che tua madre era cugina di primo grado di questo prete, anche se in verità al di fuori del matrimonio,avresti tollerato di avere rapporti sessuali con lui?

No. Ma visto che questi rapporti erano graditi sia a me che al detto parroco, non pensavo di aver peccato con lui.

—– Hai mai creduto fosse peccato, avere rapporti con questo sacerdote, sia prima di essere sposata che durante il  matrimonio?

Visto che in quel momento piaceva sia a me che al parroco, io credevo e non mi sembrava che fosse un peccato. Ma ora, che questo non mi piace più, se dovessi avere rapporti con lui, mi sembrerebbe di commettere un peccato.

—– Per un certo periodo hai avuto una cattiva condotta con questo prete mentre avevi un marito. Credi o hai creduto che ti era  permesso di unirti carnalmente e senza peccato con tuo marito e con questo prete?

Mi sembrava più consentito di unirmi carnalmente con mio marito, però mi sembrava e credevo di peccare un po’ con questo sacerdote e un po’ con con mio marito quando ero conosciuta da entrambi.

—– Ti senti in colpa per esserti congiunta carnalmente con questo sacerdote o pensi che tali malefatte diano dispiacere a Dio?

Non credevo che questo potesse essere dispiacere per nessuno, che ho dormito con questo prete, perché era piacevole per noi, per lui e per me.

—– Se una tale unione fosse stata proibita da tuo marito, avresti creduto di peccare se poi ti si fossi unita a questo prete?

Supponendo che mio marito me lo avesse proibito, cosa che non ha fatto, io non avrei creduto che unirmi al prete nonostante la sua interdizione fosse un peccato, perché conoscerci carnalmente era gradito sia al sacerdote che a me.

Una Postilla giuridica
Da giurista (ogni tanto mi vergogno a dirlo), devo dire che sono affascinato dal livello di approfondimento delle confessioni inquisitorie. Il procuratore qui non indaga solo il fatto, ma anche la voluntas e gli strumenti che aveva a disposizione la ragazza per comprendere la gravità del suo comportamento. Non si cerca di salvare il prete, ma di capire se e quanto abbia pesato quest’ultimo nella formazione del pensiero della ragazza. Altra questione interessante è quella relativa all’atteggiamento da buona selvaggia, o provocatrice (a seconda del suo effettivo stato mentale) di Grazide, che rischia di far impazzire il “povero” inquisitore

—– Se un uomo si unisce carnalmente con una donna con cui non è imparentato, sia che lei sia vergine, deflorata, sposata o no, credi che se tali rapporti sarebbe un peccato nel caso fossero gradevoli per entrambi?

Anche se tutte le unioni carnali tra uomo e donna è dispiacciono a Dio, non credo che in questo modo le persone commettano un peccato, a patto che il rapporto sia gradito a entrambi.

—– Da credete, come hai detto, che ogni unione carnale tra uomo e donna, anche tra marito e moglie si dispiace a Dio, credi che l’unione dell’uomo e della moglie è più dispiace a Dio, di quella tra coloro che non sono sposati?

A Dio dispiace di più quando non sono sposati  rispetto a quando sono coniugi.

—– Credi che quanti conducono una vita buona e santa vanno in paradiso dopo la morte e che i peccatori vanno all’inferno e credi che ci sia un inferno ed un paradiso?

Non so. Ho sentito dire che c’è un paradiso, e io ci credo. Ho sentito dire che c’è un inferno, ma io non ci credo né posso negare la sua esistenza. Credo che ci sia un paradiso, perché questo è una buona cosa, da quello che ho sentito, ma non credo né nego l’esistenza l’inferno, perché è un qualcosa di malvagio.

(Interrogata nello stesso modo relativamente alla risurrezione, ha risposto che lei non crede né nega, ma che ha sentito spesso che risorgeremo.)

inquisizione sessuale

—– Credi ancora che, quando l’unione carnale è piacevole per entrambi, questa non sia peccato?

Non credo sia peccato.

—– Da quanti anni hai questa convinzione?

Da quando ho iniziato a vedermi con quel prete.

—– Chi ti ha insegnato questo errore?

Nessuno, solo me stessa.

—– Lo ha insegnato a qualcuno?

No. Nessuno lo ha chiesto.

Dopo questo, nel medesimo anno di cui sopra, il 21 agosto, detta Grazida apparve per essere interrogata nell’ufficio del palazzo del Vescovo di Pamiers davanti Sua Eminenza il Vescovo coadiuvato dal fratello Gaillard di Pomiès, sostituto del Monsignor Inquisitore di Carcassonne. Sospettata di eresia manichea, fu  interrogata da Sua Eminenza il Vescovo:

—– Credi che Dio abbia creato tutte le cose materiali che si possono vedere al mondo?

Quelle cose materiali che che sono buone e utili agli uomini le ha create Dio, come gli uomini, gli animali che si mangiano o che servono per il trasporto, le mucche, le capre, i cavalli, i muli, ed i frutti della terra e gli alberi, che si mangiano. Ma  non credo che Dio abbia creato lupi, zanzare, lucertole e altre cose pericolose per l’uomo. E non credo che Dio abbia creato il diavolo, perché è una cosa malvagia e Dio non ha mai fatto niente di male.

Successivamente, lo stesso anno, il 16 novembre, detta Grazida, lasciando la prigione del castello di Allemans, in cui è stata trattenuta per poco più di 7 settimane, perché lei non voleva, sembrava, testimoniare chiaramente, è comparsa nell’ufficio del palazzo del vescovo di Pamiers per il processo davanti a Sua Eminenza il Vescovo, assistito dal fratello Gaillard, e giurato e deposto quello che segue di sua spontanea volontà,liberamente e, come lei stessa ha detto, non spinta dalla paura o dalla minaccia della tortura.

“Tra il giorno in cui il parroco si è preso la mia verginità e quello in cui mi ha dato in sposa a mio marito, un giorno,  non ricordo quando, ero alla porta della Baille di Montaillou con mia madre Fabrissa. Il parroco stava camminando verso il castello ma si intrattenne un poco con noi e parlammo scherzosamente del peccato di lussuria. Egli disse che non è peccato per avere rapporti con una donna se sono piacevoli per lei. Disse anche che una donna valeva l’altra e che il peccato è lo stesso con una o con l’altra. Detto questo, si rimise subito in cammino verso il castello di Montaillou

—– Ha detto parole simili in altre circostanze? 

Non mi ricordo.

—– Ti ha detto che non c’è l’inferno?

No. 

—– Ti ha detto che il diavolo ha creato alcune delle cose presenti in questo mondo?

No.

—– Credevi che l’unione carnale di un uomo con una donna al di fuori del matrimonio non fosse peccato a causa delle affermazioni di quel sacerdote?

Sì, è per questo motivo che no credevo che fosse un peccato giacere con lui.

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—– Credevi fosse un peccato di pari gravità giacere con una donna (imparentata) o con qualunque altra, a causa delle affermazioni di quel sacerdote?

No, anzi ho sempre creduto che fosse più grave avere rapporti con parenti che con altre donne. A volte gli ho detto che mia madre Fabrissa era sua cugina di primo grado. Mi ha detto che nessuno sapeva nulla, perché Fabrissa era  la figlia di Guillaume Clergue,  fratello di Pons Clergue, che era il padre di questo sacerdote.

—– Perché non hai voluto confessare fin dall’inizio che ti erano stati  insegnate queste concezioni erronee sul peccato della carne?

Quando sono stata chiamata la prima volta,  sono venuta insieme ad Alazais Azema, che non poteva camminare bene né stare al passo con gli altri. Sulla strada, mi ha detto che il sacerdote di Montaillou aveva fatto molto bene per me, e che mi aveva trovato un marito, che non avrei dovuto parlare male di lui, anche se dovevo giurare di dire la verità, perché è una grande cosa sistemare una persona (il sacerdote l’ha data in sposa Pierre Lizier –  non l’ha lasciata diventare una concubina o una prostituta). Non era un peccato, dovevo rimanere fermo e irremovibile. Ho anche avuto paura che, se avessi detto la verità sul sacerdote e suo fratello, questi mi avrebbero ucciso o maltrattato.

—– Vuoi persistere nelle vostre deposizioni precedenti?

Sì.

—– Do si pentono degli errori che avete testimoniato di aver creduto?

Sì.

Fu istruita in senso contrario [rispetto a quanto affermato dal prete] da parte di Sua Eminenza il Vescovo. Concluso l’insegnamento, lei ha detto e confessato che avrebbe creduto per tutti i giorni della sua vita che ogni coito, tranne quello fra un un uomo e la moglie legittima, è un peccato mortale.

Allo stesso modo lei ha detto che crede e crederà che l’unione carnale fra uomo e moglie legittima non è un peccato.

Ha detto che lei crede e crederà sempre nel futuro che c’è un inferno in cui uomini malvagi e demoni malvagi saranno puniti per sempre (e un cielo dove gli uomini e santi e gli angeli santi saranno perennemente glorificati).

Allo stesso modo mi ha detto che crede ora e in futuro, che tutti gli uomini saranno resuscitati nella stessa carne che hanno ora, nella quale ognuno riceverà in base alle sue azioni, sia buone che cattive.

Fatto questo, Grazida giurò e recitò la formula che segue:

“Io, Grazida, comparendo davanti a voi per un interrogatorio, reverendo padre in Cristo Mio Signore Jacques, per grazia di Dio vescovo di Pamiers, abiuro completamente ogni eresia contraria alla fede di nostro Signore Gesù Cristo e di Santa Romana Chiesa, e tutte le credenze degli eretici, di qualunque setta condannata dalla Chiesa Romana e soprattutto la setta che seguivo, e ogni complicità, aiuto, difesa e compagnia degli eretici, rischiando la pena  legittimamente dovuto in caso di ricaduta in un’eresia giudizialmente abiurata;

Allo stesso modo giuro e prometto di perseguire, per quanto mi è possibile,  gli eretici di qualunque setta condannata dalla Chiesa romana e soprattutto della setta che seguivo, e i credenti , truffatori, soccorritori e aiutanti di detti eretici, compresi quelli che conosco o credo siano in preda all’eresia.

E per ognuno di essi, di provvedere, per quanto possibile, al loro arrestato e deportazione a Sua Eminenza il Vescovo o agli Inquisitori della devianza eretica in ogni momento e in ogni luoghi in cui abbia conoscenza di quanto sopra detto o di uno qualsiasi di essi.

Allo stesso modo giuro e prometto di seguire, conservare e difendere la fede cattolica che Santa Romana Chiesa predica e osserva.

Allo stesso modo giuro e prometto di obbedire e di portare gli ordini della Chiesa, di Sua Eminenza il Vescovo e gli inquisitori, e di comparire nel giorno o nei giorni fissati da loro o da loro sostituti, in ogni momento e in qualunque luogo io riceva l’ordine o la richiesta da parte loro, sia attraverso un messaggero sia tramite lettera attraverso altri mezzi, di non fuggire né di assentarmi in modo volontario o per colpa e di ricevere e realizzare, per quanto in mio potere, la punizione e la penitenza che hanno giudicato opportuno impormi. E a questo fine, io impegno la mia persona e tutti i miei beni terreni.”

Al giuramento seguono le note finali del verbale, dove però non è specificata la pena inflitta a Grazida. Dati i numeri dell’inquisizione di Fournier (vedi primo box), possiamo immaginare che non fu nulla di troppo severo (preghiere e pellegrinaggi erano le pene più diffuse ).

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21 pensieri riguardo “Inquisizione del Vescovo Fournier (1320): Una Confessione Sessuale

  1. tutto questo spreco di tempo e risorse per na scopata.
    l’orrendo medioevo, inquisitori con la lingua di fuori che chiedono dettagli per farsi poi a mano o col novizio di turno.

  2. l’orrendo medioevo, inquisitori con la lingua di fuori che chiedono dettagli per farsi poi a mano o col novizio di turno.

    Purtroppo in queste materie non si riesce a uscire dalla dicotomia Chiesa Infame – Leggenda Nera, che porta studiosi [e altri] di parte ad arroccarsi

    Dicevi, Zwe? 8)

    Trollaggio a parte, un altro articolo interessante, grazie mille

  3. la cattorisposta della cecilia è la ciliegina sulla torta, risparmiaci la tirata sulla clemenza degli inquisitori che non sempre mandavano al rogo ma perdonavano. è un testo interessante perchè segue il modus operandi di qualsiasi processo farsa di qualsiasi totalitarsimo religioso o politico con il classico autodafè finale. fa venire i brividi come il video del “processo” a roberto peci

    1. ahhhhh ma allora sei analfabeta, ora è chiaro 🙂 ok cucciolino, lo vuoi il biscotto adesso?Eh? lo vuoi il biscotto?

  4. Zwei ammetto che stavo leggendo con interesse tutta la tirata e i tuoi approfondimenti quando… UN ALBERO DI CAZZI?!

    Devo saperne di più!
    Che era sto albero di cazzi?

  5. In realtà, Jovyear, i processi portati avanti dalle istituzioni religiose si sono distinti in tante tali forme (dal punto di vista geografico e cronologico), da rendere difficile un’analisi generica. Ad ogni modo, il lavoro dei giuristi laici e religiosi sulla struttura del processo ci ha consegnato gli attuali strumenti di giudizio.

  6. Ciao Zwei,
    la battuta finale che mi è venuta in mente è stata: “eh… ‘sti cazzi!”
    Come ben sappiamo, l’uomo (anche di chiesa) non è fatto di legno e sarebbe opportuno che la chiesa desse il consenso anche a loro di amare una donna quando si verifica una cosa del genere… vabbè questo è un caso a parte.
    Da notare che, nella maggior parte dei casi, è sempre la donna ad andarci di mezzo. Sempre e comunque.
    Probabilmente, a qualche donnina ammogliata sarà anche andata bene la decisione del marito di “prestarla” al proprio uomo di chiesa di fiducia. Ma non credo che tutte abbiano avuto la possibilità di dire di NO.
    Questa è solo la mia opinione…

    1. dallo scritto emerge chiaramente come, qualora esistesse il bisogno, bastasse rivolgersi all’autorità per porre fine ad ogni trattativa di “prestito”. Ergo la possibilità di dire di NO l’avevano eccome.
      … Poi vabbè se dobbiamo anche ricadere nelle leggende nere fingendo di volerne uscire ditelo, che uno si adegua 🙂

  7. scusa zil, sei sicuro che si tratti di tribunale dell’inquisizione e non di magistratura ecclesiastica ? questo sembra un caso tipico di giudizio ecclesiastico sui crimini di un prete… (oppure all’epoca erano la stessa cosa?)

  8. Il presunto crimine di manicheismo in questa deposizione è veramente risibile 😀 Ma si vede che anche l’inquisitore la vede come un pro forma, dato che ci dedica pochissimo tempo concentrandosi piuttosto sulla relazione col prete.
    In questa Grazida vedo soltanto del sano buonsenso paesano. Dio è buono e fa cose buone, quindi le cose cattive non possono venire da lui, e quindi devono venire da qualcun altro (es. il diavolo). Ma dato che nella vita normale le sottigliezze teologiche servono a ben poco, crederà volentieri quello che vogliono che lei creda.

    Articolo molto bello, mi piacciono i casi concreti ^_^
    Bravo Zwe!

  9. @Maurizio
    Il verbale è diretto a valutare la colpevolezza della ragazza. L’eresia catara infatti, nonostante la repressione del secolo precedente, era ancora presente nella zona. Ovviamente era interesse del Vescovo comprendere quali e quante fossero le colpe del sacerdote. Immagino ci sia stato un processo ad hoc anche per lui.

  10. L’albero dei cazzi è il grande mistero di questo articolo.
    Internet è parca di risposte, pare sia un’illustrazione tratta dal Romanzo delle Rose, ma non ho scoperto altro.

  11. Prima regola dell’Albero dei Cazzi: non parlate mai dell’Albero dei Cazzi. Il suo segreto si tramanda di generazione in generazione in una ristretta cerchia di storici illuminati. Conoscere la verità che si cela dietro quella selva di fragoloni penzolanti potrebbe distruggere chiunque.

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