Lo stampo del Diavolo di Lisbona rappresenta una eccezionale testimonianza dei riti e delle superstizioni del quartiere musulmano della capitale portoghese nel XIV secolo.
Nel 2012, un team di archeologi ha effettuato degli scavi presso la storica “Casa da Severa”. La dimora apparteneva a Maria Severa Onofriana, una delle figure più emblematiche e celebrate del fado portoghese del XIX secolo. La sua voce e la sua arte hanno avuto un impatto significativo sulla cultura musicale portoghese, rendendo questo luogo di particolare interesse storico e culturale.
Durante questi scavi, gli archeologi hanno fatto una scoperta sorprendente: un enigmatico stampino che probabilmente risale alla fine del XIV secolo. Questo oggetto ha suscitato curiosità e speculazioni sulla sua origine e sul suo utilizzo. La casa, situata nel cuore di Mouraria, ha ulteriori significati storici. Questo quartiere di Lisbona, con le sue stradine labirintiche e le sue case antiche, era il quartiere islamico medievale della città, ed è testimone di secoli di storia, di convivenza (e guerra) tra culture e di mutamenti sociali. La presenza dello stampino in un luogo così ricco di storia solleva molte domande sulle tradizioni e le credenze dell’epoca.
Nonostante le informazioni limitate disponibili su questo particolare oggetto, sono emerse alcune ipotesi e teorie basate sul contesto storico e culturale del periodo. La forma e il design dello stampino suggeriscono un possibile legame con una tradizione locale di creazione di figurine che raffigurano entità diaboliche o supernaturali. Questa tradizione potrebbe avere radici profonde nella storia portoghese.
Nel lontano 1385, il Portogallo attraversò una turbolenta crisi dinastica. Un periodo di tensioni e conflitti interni che culminò in uno scontro epico: la Battaglia di Aljubarrota, dove le truppe portoghesi affrontarono le forze di Castiglia. In quel contesto di guerra e incertezza, le credenze e le superstizioni popolari giocarono un ruolo importante nella vita quotidiana delle persone. Le autorità municipali dell’epoca, in collaborazione con il futuro re, ritenevano che bandire certe pratiche pagane potesse portare fortuna e protezione alla loro causa. Tra le pratiche proibite, come attestano le cronache dell’epoca, c’erano “superstizioni, incantesimi, invocazioni di demoni e divinazioni”. Questo divieto rifletteva la preoccupazione e la paura di influenze oscure e maligne, e mette in luce l’importanza che avevano le credenze spirituali nella società medievale portoghese.
Analizzando più da vicino le caratteristiche dello stampino e le possibili figure che ne derivano, si può supporre che queste statuette avessero un ruolo chiave in certi rituali dell’epoca. La presenza di attributi sessuali, in particolare, apre una serie di interessanti ipotesi sul suo utilizzo. Una possibile interpretazione potrebbe collegare lo stampino a rituali d’amore o di fedeltà. Si racconta che, durante il Medioevo, alcune donne, nella speranza di garantire la fedeltà dei loro mariti o di riconquistare un amore perduto, ponevano piccoli idoli di cera sotto il letto dei loro consorzi, credendo che tali amuleti potessero influenzare le azioni e i sentimenti degli uomini.
D’altra parte, la figura potrebbe avere avuto un significato più oscuro e sinistro. Le forme falliche dello stampino potrebbero rappresentare una supplica o un invito al diavolo affinché prendesse possesso del corpo o dell’anima di un individuo. Questa teoria trova riscontro nella vasta iconografia medievale, dove rappresentazioni falliche del diavolo erano piuttosto diffuse. Queste immagini erano frequentemente associate a racconti di stregoneria e a storie inquietanti di unioni sessuali tra donne e entità demoniache. Tali credenze erano radicate nella mentalità popolare e spesso venivano utilizzate per spiegare eventi inspiegabili o per giustificare persecuzioni contro individui ritenuti eretici o devianti.
Nella pubblicazione “Um poder do outro mundo”: o demónio da Casa da Severa” (fonte di questo articolo) leggiamo:
Parallelamente alle stregonerie, se avanziamo di alcuni anni, i processi inquisitori sono più diretti per quanto riguarda il demonio. Nell’Inquisizione di Coimbra, nel processo di “Bárbara Dias del luogo di Teixeira, donna nubile che era imprigionata nell’Aljube (…) perché era stata denunciata come strega e fattucchiera (…) disse di avere trent’anni e che due o tre anni prima era stata ingannata dal demonio (…) e aveva dormito con lui carnalmente e da quel momento in poi la veniva a visitare ogni notte e dormiva con lei e inseriva nel suo corpo qualcosa simile alla natura di un uomo e lei ne era contenta, trovava solo che la sua natura fosse fredda…
Un’ipotesi alternativa riguardante lo stampino e le statuette che ne derivano suggerisce che potrebbero essere state figure apotropaiche, cioè amuleti utilizzati per proteggere e allontanare forze maligne e negative, in accordo con la religione ufficiale dell’epoca.
Il XIV secolo fu un periodo particolarmente tumultuoso per il Portogallo, caratterizzato da una serie di eventi catastrofici e sfide significative. Nel 1348, il Paese fu colpito dalla Peste Nera, una pandemia che decimò la popolazione e causò una grave crisi economica e sociale. La peste portò alla perdita di una gran parte della forza lavoro, causando disordini, carestie e un generale declino economico.
Nel campo geologico, anche se il registro storico non riporta terremoti devastanti specifici in Portogallo durante il XIV secolo, la regione è nota per la sua attività sismica. Terremoti di minore entità potrebbero aver suscitato timore e superstizione tra la popolazione.
Dal punto di vista militare, il XIV secolo vide il Portogallo coinvolto in diverse guerre, in particolare contro il regno di Castiglia. Queste guerre ebbero il loro apice nella già citata Battaglia di Aljubarrota nel 1385, dove il Portogallo, contro ogni previsione, sconfisse un esercito castigliano molto più numeroso, consolidando l’indipendenza del regno.
Con questo quadro di instabilità economica, paure di catastrofi naturali e conflitti armati, è comprensibile che la popolazione cercasse conforto e protezione attraverso pratiche e oggetti superstiziosi. Gli amuleti e le figure apotropaiche avrebbero potuto rappresentare un mezzo per trovare un senso di sicurezza in un’epoca di grande incertezza.
Fonte
CASIMIRO, Tânia; MARQUES, António — “Um poder do outro mundo”: o demónio da Casa da Severa, Lisboa». In Espaços e poderes na Europa urbana medieval, eds.: Amélia Aguiar Andrade; Catarina Tente; Gonçalo Melo da Silva; Sara Prata, pp. 571-586. Lisbon: IEM-UNL- Instituto de Estudos Medievais, 2018. [link: https://run.unl.pt/bitstream/10362/64172/1/JornadasCV2_RUN_1_571_582.pdf]
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