crimea 1783

Crimea: La Conquista Russa (1783)

Parlare di Crimea, Tauride, ma anche di Donbass e mire russe, senza avere presente gli ultimi secoli di storia di quei territori, può essere oltremodo difficoltoso.

Questo vuole essere un articolo breve ed esplicativo ma, come dicono i giuristi, non esaustivo, quindi partiamo dalla fine del Settecento. Da oltre tre secoli, la Crimea (per lungo tempo conosciuta con il nome greco Tauride) rappresenta il cuore del Khanato di Crimea. Sebbene sia formalmente sottomesso all’Impero Ottomano, il Khan dei tatari riceve un trattamento da vero e proprio alleato.

Il Khanato ha un’economia basata in gran parte sul commercio di schiavi bianchi. In circa trecento anni, oltre 3 milioni di Russi, Ucraini, Bielorussi, Circassi e Polacchi raggiungono i mercati di schiavi di Costantinopoli e del Medio Oriente. Fino al 1636, d’altronde, Mosca paga un tributo annuo proprio per il riscatto dei sudditi fatti schiavi.

Non a caso, l’avvicinamento del confine russo alla Crimea si consolida con una serie di linee difensive. La Linea Difensiva Ucraina, costruita tra 1731 e 1733 elimina del tutto le scorrerie tatare e prepara le offensive della seconda metà del XVIII secolo.

La Linea Difensiva, il rafforzamento degli stati europei orientali, le migliorie nell’organizzazione degli eserciti e dei pattugliamenti di confine e il progressivo indebolimento dell’Impero Ottomano rendono le scorrerie dei tatari praticamente impossibili.

La Russia, inoltre, spinge per espandersi sempre più a sud e ottenere un controllo completo sul Mar Nero a spese degli Ottomani. Nel pieno della quinta Guerra russo-turca (1768-1774), Mosca decide di abbandonare la Linea Difensiva Ucraina e costruirne una nuova più a sud: la Linea del Dnieper (1770).

Nella mappa qui sotto, redatta nel 1750, ho inserito la posizione della Linea Ucraina e della successiva Linea del Dnieper (che sarà costruita venti anni dopo la pubblicazione della mappa):

La vittoria russa nella quinta Guerra russo-turca si chiude con il trattato di Küçük Kaynarca, che prevede formalmente la completa indipendenza del Khanato. De facto, però, sancisce l’ingresso di quest’ultimo nell’area di influenza russa. Il Divano deve inoltre cedere gli importanti porti di Azov e Kerch, e lasciare che l’Eyalet di Kefe (Caffa) venga annesso al Khanato indipendente.

Ovviamente, i Russi puntano ad avere un controllo completo della Crimea. Non passa molto, infatti, appena otto anni, prima che Caterina la Grande decida di annettere la Crimea alla Russia in modo definitivo.

Nel 1783, dunque, la storia della penisola sul Mar Nero è legata a doppio filo con quella della Russia zarista. La prima entità amministrativa dei nuovi territori presi dai russi è quella dell’Oblast (provincia) di Tauride. L’Oblast è a sua volta suddiviso in 7 distretti (uyezds): Simferopol, Levkop, Yevpatoria, Perekop, Dnieper, Melitopol e Phanagoria.

Come scrive François Baron de Tott (un ufficiale francese al servizio dell’Impero Ottomano, impegnato nell’ammodernamento dell’esercito del Sultano) nel 1787:

Le disposizioni fatte dalla Russia in proposito delle sue nuove conquiste hanno per oggetto tre punti principali:

1) cambiare la costituzione interiore, e l’amministrazione di questo paese per dargliene una nuova più analoga al sistema europeo;

2) metterla in uno stato di difesa sufficiente per sempre e di assicurarla dalle invasioni che vi si potrebbero fare dalla parte dell’Impero Ottomano;

3) eseguire i grandi progetti di commercio e di navigazione di già immaginati nell’acquisto di queste regioni, e trarre un reale profitto dal trattato di commercio conchiuso nel 1783 con la Porta.

Il processo di estensione delle istituzioni russe all’oblast è inizialmente difficoltoso, ma già alla fine 1787 ci sono molte magistrature, amministrazioni e forze di polizia funzionanti. A rendere più semplice il passaggio c’è senza dubbio la massiccia emigrazione dei tatari di Crimea. Almeno 250.000 di loro decidono di abbandonare i territori nei quali hanno vissuto per tre secoli per cercare riparo soprattutto nell’Impero Ottomano, con i cui abitanti condividono il credo islamico. Quella dei tatari si aggiunge all’emigrazione di buona parte dei greci cristiani, avvenuta nel 1779 verso il Governatorato di Azov istituito dai russi.

Per quanto riguarda i tatari rimasti, è fondamentale la decisione russa (febbraio 1787) di equiparare la nobiltà tatara a quella russa. Questo consente a una parte dei tatari di Crimea di avere un’influenza rilevante sulla vita del paese e, al tempo stesso, trarre vantaggio da una macchina amministrativa più simile a quella dei paesi europei che a quella dell’Impero Ottomano.

In pratica, prima del 1790 tutti i tribunali e le forze di polizia della Crimea hanno rappresentanti della nobiltà tatara e religiosi islamici. Tuttavia, anche questi ultimi devono ben presto agire in base alla legge russa, visto che i tribunali islamici vengono aboliti.

La mappa di Jean-Claude Dezauche (1780-1838), del 1788, mostra con maggior accuratezza i confini del governatorato di Tauride/Crimea. A ovest lambisce Odessa, a nord segue il Dniper fino a pochi chilometri a sud di Aleksandrovsk (oggi Zaporizhzhia, dove sorge la famosa centrale nucleare) e scende a sud-ovest verso l’attuale Berdyans’k (circa 75 km a ovest di Mariupol).

In breve, buona parte del confine ricalca la Linea del Dnieper che, dopo l’annessione della Crimea, perde importanza militare ma ne acquisisce di economica e commerciale.

Nel diario di viaggio del diplomatico tedesco Johann Christian von Struve, al servizio dell’Impero Russo, questi sottolinea un atteggiamento di grande rispetto verso i tatari rimasti. Una cortesia fondamentale per per controllare la popolazione locale:

“I Tatari hanno alcune difficoltà ad abituarsi alle maniere europee e ai nuovi dominatori russi, che però si mostrano pieni di attenzioni e gentilezza nei loro confronti, nel tentativo di rendere accettabile la dominazione e indurli ad apprezzarla. Ho cenato più volte al tavolo del governatore con diversi notabili tatari e sono stato testimone della particolare considerazione e della deferenza con cui li ha trattati.”

Ad ogni modo, le nuove acquisizioni territoriali dell’Impero Russo e la necessità di dar loro il giusto inquadramento porta a un buon numero di modifiche dell’assetto amministrativo nel corso di pochi anni.

L’Oblast di Tauride, ad esempio, cessa di esistere nel 1796, poco dopo l’ascesa al trono di Paolo I di Russia. Confluisce nel Governatorato di Novorossiya, che era già stato istituito tra 1764 e 1783 a ridosso della Crimea in preparazione della guerra contro gli Ottomani.

Nel 1783, i due governatorati di Novorossiya e Azov confluiscono nel Vicereame di Ekaterinoslav. A sua volta, quest’ultimo e la Tauride, come anticipato, diventano parte del ricostituito Governatorato di Novorossiya.

Anche la seconda vita del Governatorato di Novorossiya è, comunque, piuttosto breve, visto che viene sciolta nel 1802 per fare spazio a nuove realtà amministrativa. Ne parleremo nel prossimo articolo.

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