L’Impatto dei cambiamenti climatici in epoca preistorica suscita sempre maggiore interesse tra gli studiosi.

Un recente studio su larga scala condotto sui denti fossili di esseri umani dell’Europa dell’Era Glaciale rivela che i cambiamenti climatici hanno avuto un’influenza significativa sulla demografia delle popolazioni preistoriche. La ricerca, pubblicata il 16 agosto sulla rivista Science Advances, utilizza il più ampio set di dati fossili umani dell’Europa dell’Era Glaciale mai raccolto per comprendere come i cacciatori-raccoglitori preistorici abbiano affrontato le sfide climatiche tra 47.000 e 7.000 anni fa.

Secondo lo studio, durante i periodi più freddi dell’Era Glaciale, le dimensioni delle popolazioni sono diminuite drasticamente, tanto che in Europa occidentale gli esseri umani rischiarono addirittura l’estinzione. Questo fenomeno è stato analizzato da un team di ricerca internazionale guidato dal Dr. Hannes Rathmann del Senckenberg Center for Human Evolution and Palaeoenvironment presso l’Università di Tübingen, in Germania. Rathmann e i suoi colleghi delle università di Tübingen, Ferrara e New York hanno sviluppato un nuovo metodo di analisi dei fossili basato su un algoritmo di apprendimento automatico, che ha permesso loro di superare le limitazioni imposte dalla scarsità di DNA antico ben conservato.

I ricercatori hanno concentrato l’attenzione su tratti morfologici dei denti, come il numero e la forma delle cuspidi coronali, i modelli di creste e solchi sulla superficie masticatoria, o la presenza o assenza di denti del giudizio. Questi tratti, essendo ereditabili, hanno permesso di tracciare le relazioni genetiche tra gli esseri umani dell’Era Glaciale senza la necessità di DNA antico ben conservato. Questo metodo innovativo ha anche consentito di analizzare fotografie storiche di fossili, inclusi esemplari importanti andati perduti durante la Seconda Guerra Mondiale.

I risultati dello studio mostrano che, tra circa 47.000 e 28.000 anni fa, durante il Pleniglaciale medio, le popolazioni dell’Europa occidentale e orientale erano geneticamente ben connesse. Questo risultato è coerente con le conoscenze archeologiche precedenti, che hanno identificato somiglianze diffuse negli strumenti di pietra, nelle armi da caccia e nell’arte portatile delle diverse regioni. Tuttavia, durante il Pleniglaciale tardo, tra 28.000 e 14.700 anni fa, i ricercatori non hanno trovato connessioni genetiche tra le popolazioni occidentali e orientali, e entrambe le regioni hanno subito una significativa riduzione delle dimensioni della popolazione, con una conseguente perdita di diversità genetica.

Questa drastica riduzione demografica è probabilmente stata causata dai cambiamenti climatici estremi del periodo, quando le temperature scesero ai livelli più bassi di tutto il Paleolitico superiore, culminando nell’Ultimo Massimo Glaciale. Durante questo periodo, i ghiacciai raggiunsero la loro massima estensione, coprendo gran parte dell’Europa settentrionale e centrale e causando un cambiamento nella vegetazione da steppa a tundra, influenzando gli habitat degli animali preda e, di conseguenza, i cacciatori-raccoglitori che dipendevano da essi.

Un altro risultato notevole dello studio è la scoperta che le popolazioni dell’Europa occidentale si estinsero alla transizione dal Pleniglaciale medio al tardo, venendo successivamente sostituite da una nuova popolazione migrata dall’Europa orientale.

Detto questo, sottolineo che a impressionarmi di più è la qualità della dentatura dei cacciatori-raccoglitori. Ho visto centinaia di teschi, da quelli di bambini fino a individui cinquantenni, e quasi tutti hanno una dentatura robusta e completa.

FONTE:

• Hannes Rathmann et al. Human population dynamics in Upper Paleolithic Europe inferred from fossil dental phenotypes. Sci. Adv.10,eadn8129(2024). DOI:10.1126/sciadv.adn8129