La Vergine di Norimberga o Vergine di Ferro ha suscitato le più sfrenate fantasie della cultura di massa, ed è presente in qualsiasi museo della tortura in Italia e all’Estero.
La Vergine di Norimberga, spacciata come uno strumento di tortura medievale, è in realtà un prodotto del XIX secolo, un’epoca in cui l’Europa era affascinata da una visione romantica e distorta del Medioevo. Questa riscoperta del Medioevo non era basata su una comprensione storica accurata, ma piuttosto su una visione teatrale e sensazionalistica. Gentiluomini e collezionisti europei commissionarono oggetti che riflettevano questo “finto medioevo gotico”, un’epoca immaginaria popolata da inquisitori incappucciati, streghe seducenti e scene di violenza e atrocità spettacolari.
Questo fascino per il Medioevo distorto non è nato dal nulla. La letteratura ha avuto un ruolo fondamentale nel plasmare queste percezioni. “Il castello di Otranto” di Horace Walpole, pubblicato nel 1764, è un esempio emblematico. Considerato il primo romanzo gotico, ha introdotto molti degli elementi che sarebbero diventati centrali nel genere: castelli in rovina, apparizioni spettrali, antiche maledizioni e, naturalmente, un senso pervasivo di terrore e mistero. Questo romanzo ha dato il via a una moda che ha visto una proliferazione di storie ambientate in un Medioevo immaginario, un trend che ha raggiunto il suo apice durante l’epoca vittoriana.
Durante l’epoca vittoriana, l’interesse per il gotico si fuse con altre correnti culturali, come il sensazionalismo e una fascinazione per il soprannaturale. Questo ha portato a una serie di opere letterarie che hanno esplorato temi di terrore, mistero e passato oscuro, contribuendo ulteriormente a plasmare l’immagine popolare del Medioevo come un’epoca di oscurità e terrore.
Tornando alla Vergine, il franchise “Museo della Tortura” la descrive così
La storia della tortura ricorda molti congegni che operavano col principio del sarcofago antropomorfo a due ante e con aculei all’interno che penetravano, con la chiusura delle ante, nel corpo della vittima. L’esempio più famoso è la cosiddetta “Vergine di Ferro” [die eiserne Jungfrau] del castello di Norimberga, distrutta dai bombardamenti del 1944.
In realtà, anche quella andata distrutta nel 1944 era una contraffazione ottocentesca, probabilmente del 1830-40. Ma andiamo con ordine.
La prima citazione della Vergine di Norimberga è datata 1793, ad opera dell’erudito tedesco Johann Philipp Siebenkees (1759-1796), che la menziona come utilizzata a Norimberga nel Cinquecento, ma, sebbene abbia ricercato a lungo nei suoi scritti, non ho trovato traccia del passo. Circa mezzo secolo dopo, nel 1840ca, la Vergine è esposta per la prima volta a Norimberga. L’involucro antropomorfo, interamente in metallo, è alto 210cm e largo 90, abbastanza grande, quindi, da contenere un uomo adulto. Gli spuntoni metallici creano il giusto “morso allo stomaco” dei visitatori, che li immaginano penetrare le membra di un essere umano.
Già molti visitatori ottocenteschi ne sottolineano la falsità e il magro interesse storico della Vergine. In Notes and Queries (Oxford University Press, 1893. Pag. 354), J. Ichenhauser definisce la Iron Maiden come “… di nessun interesse per storici e antiquari“. Questo 52 anni prima del bombardamento alleato che ci ha privati di questo pezzo di poco valore.
Non a caso, anche tutte le immagini e incisioni relative alla Vergine di Norimberga risalgono al XIX secolo inoltrato (dal 1860 in poi). Qui sotto, trovate una selezione di quelle più conosciute. La prima è del 1863 [Perlberg, Friedrich. A Man Is Forced to Kneel before an “Iron Maiden” in a Dungeon in Nuremberg. Lithograph by F. Perlberg, 1863. 1863. Lithograph;, image 22.5 x 24.5 cm], l’ultima del 1868 [Moriz, Bermann. Dunkle Geschichten aus Oesterreich,1868.].
Ma allora quale fu la vera origine della Vergine di Ferro? Uno dei più importanti archivisti tedeschi, Klaus Graf, in un lungo articolo del 2001, Mordgeschichten und Hexenerinnerungen – das boshafte Gedächtnis auf dem Dorf, definisce la Vergine di Norimberga come “una finzione del XIX secolo, perché solo nella prima metà del XIX secolo gli schandmantel, a volti chiamati “vergini”, vennero dotati di aculei interni; in seguito, questi oggetti furono adattati a morbose fantasie mitiche e letterarie.”
La menzione dello Schandmantel (o Schandtonne) traducibile come “Mantello/Barile della Vergogna”, ci aiuta a fare chiarezza. Questo era infatti una sorta di barile che le autorità civili facevano indossare, in alcuni casi, a prostitute e altri soggetti, con lo scopo di impartire loro una pubblica umiliazione. Morbose fantasie, come dice bene il Graf, e fantasie molto più semplici relative all’orrore e al sacrilego (non di per sé negative, altrimenti non avremmo avuto autori come Lovecraft, Poe, ecc.), hanno preso lo shandmantel come base di partenza per creare qualcos’altro.
Non solo non è arrivata fino a noi una Vergine di Ferro costruita prima della fine del XIX secolo, ma anche in tutte le cronache cittadine, i manuali inquisitori, le procedure dei processi gestiti dal potere secolare, non si trova neanche un accenno al dispositivo. Anche nel diario del più famoso boia del Cinque-Seicento, Franz Schmidt (vedi “A Hangman’s Diary: The Journal of Master Franz Schmidt, Public Executioner” e “I Padroni dell’Acciaio“) non si trova nulla, sebbene egli abbia descritto in modo puntuale ogni punizione ed esecuzione portata a termine (senza mai tralasciare i particolari più raccapiccianti) nei suoi 40 anni di carriera (1578-1617).
La nascita e la diffusione della leggenda della Vergine di Norimberga possono essere collegate al contesto culturale e storico del XIX secolo. Durante questo periodo, vi fu un rinnovato interesse per il Medioevo, spesso idealizzato come un’epoca di cavalleria e romanticismo, ma anche demonizzato come un periodo di barbarie e superstizione. Questa visione dualistica del Medioevo fu alimentata da diversi fattori:
- Rinascimento Gotico: Il XIX secolo vide un rinnovato interesse per l’arte e l’architettura gotica. Questo movimento, noto anche come Rinascimento Gotico, portò a una riscoperta e a una rivalutazione degli stili medievali. Ad esempio, in Inghilterra, architetti come Augustus Pugin progettarono edifici che si ispiravano direttamente all’architettura gotica medievale, come il Palazzo di Westminster a Londra. Anche la letteratura dell’epoca, come i romanzi di Walter Scott, spesso ambientava le sue storie in un contesto medievale, celebrando la cultura e l’architettura dell’epoca.
- Sensazionalismo: La stampa e la letteratura dell’epoca erano affascinate dal macabro e dal sensazionale. Storie di torture medievali, vere o inventate, erano particolarmente popolari e vendevano bene. Un esempio di ciò può essere trovato nei penny dreadful, pubblicazioni economiche che presentavano storie sensazionalistiche di crimini, avventure e soprannaturale. “Varney il vampiro” o “La maledizione del sangue” è un esempio di penny dreadful che ha sfruttato il gusto del pubblico per il macabro.
- Critica alla Chiesa e all’Inquisizione: Durante il XIX secolo, la critica alla Chiesa cattolica e all’Inquisizione divenne più comune, specialmente in contesti protestanti o secolari. La rappresentazione di strumenti di tortura come la Vergine di Norimberga serviva a sottolineare la presunta brutalità dell’Inquisizione e della Chiesa in generale. Ad esempio, opere come “Il calice avvelenato” di Elizabeth Gaskell presentavano storie di persecuzione religiosa e criticavano implicitamente le pratiche della Chiesa cattolica. Anche in ambito accademico, storici come Leopold von Ranke iniziarono a scrivere storie critiche sull’Inquisizione e sulle sue pratiche.
In sintesi, la Vergine di Norimberga è un esempio di come la storia possa essere distorta o inventata per soddisfare le esigenze culturali, politiche o commerciali di un’epoca. La sua leggenda si è radicata nella cultura popolare, ma è importante ricordare che la sua esistenza storica è, al meglio, dubbia.
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“Durante il XIX secolo, la critica alla Chiesa cattolica e all’Inquisizione divenne più comune, specialmente in contesti protestanti o secolari.”
Potrebbe essere l’aument di queste critiche a spingere Pio X a togliere la parola “inquisizione” dal nome della congregazione pontificia, lasciando solo “sant’uffizio”? Alcuni vedono nella riforma del 1908 già una limitazione delle funzioni da una sorta di polizia (ormai anacronistica) a solo tribunale.
Preciso: io sono protestante.
Uno spunto per un nuovo articolo: potreste scrivere qualcosa sull’episodio del Sonderbund svizzero?
Signor Zwei , dopo questo pezzo sulla Vergine, è necessario un articolo sulla cosidetta culla di Giuda. Analizzando magari come prima cosa le fonti riportate su Wikipedia : https://it.m.wikipedia.org/wiki/Tormento_della_Veglia