Il massacro di Chio del 1822 è uno degli eventi più tragici e orrendi avvenuti nel corso della Guerra d’Indipendenza Greca dal dominio ottomano.
Introduzione
Prima della Guerra d’Indipendenza, la Grecia è rimasta sotto il dominio ottomano per circa 400 anni. Un dominio duro, molto diverso da quello esercitato dagli ottomani sulle provincie mediorientali e nordafricane dell’Impero. I greci, d’altronde, cercano di ribellarsi in centinaia di occasioni, ma finiscono sempre schiacciati dalle forze ottomane a causa della superiorità militare dei loro dominatori e alla mancanza di un adeguato appoggio da parte degli stati cristiani.
Nel 1821, un gruppo di ribelli greci, guidati da una elite di intellettuali e militari, inizia quella che conosciamo come la Guerra d’Indipendenza greca. La guerra viene combattuta principalmente nella penisola ellenica, ma anche su molte isole del Mar Egeo infuriano rivolte e combattimenti. Anche sull’isola di Chio, situata al largo delle coste dell’Asia Minore.
Gli eventi che portano al massacro di Chio iniziano a profilarsi l’11 aprile del 1822, quando 46 imbarcazioni della Sublime Porta riversano 7.000 soldati ottomani sull’isola per reprimere la ribellione greca. In quel momento, gli abitanti di Chios sono in piena rivolta da oltre un anno e le autorità ottomane sono assolutamente determinate a sedare la ribellione una volta per tutte. Le truppe ottomane, guidate da Kara Ali Pasha, ricevono il supporto di un gran numero di mercenari albanesi, noti per le loro tattiche brutali. Nel giro di pochi mesi, il numero dei soldati ottomani presenti sull’isola arriva a quasi 30.000.
Il Massacro
Appena arrivate sull’isola, le truppe ottomane iniziano a saccheggiare e depredare i villaggi greci. Uccidono chiunque opponga resistenza e fanno migliaia di prigionieri. I ribelli greci combattono coraggiosamente, ma sono in inferiorità numerica e di armi rispetto alle forze ottomane.
Il massacro raggiunge il suo culmine nelle settimane seguenti, quando Kara Ali Pasha ordina l’esecuzione dell’intera popolazione maschile della capitale dell’isola, Chio. I soldati ottomani radunano gli uomini greci e li portano nella piazza della città. Lì inizia un brutale rituale di decapitazione dei malcapitati davanti alle loro famiglie. Le donne e i bambini finiscono in catene sulle navi ottomane per essere portati nei mercati dell’Impero e venduti come schiavi. Gli ottomani distruggono quasi completamente l’isola, con interi villaggi e città vengono rasi al suolo.
Si stima che tra aprile e agosto 1822 i turchi abbiano ucciso circa 25.000 greci, il che rappresenta circa il 60% della popolazione totale dell’isola. Oltre agli uomini, vengono massacrati i bambini sotto i tre anni e le donne sopra i 40 anni, eccezion fatta per quelle che accettano di convertirsi all’islam. Inoltre, gli ottomani deportano circa 50.000 abitanti in Asia Minore.
La Vendetta Greca
I rinforzi greci riescono a raggiungere Chio solo un mese dopo l’arrivo dei turchi, ma non sono sufficienti a forzare il blocco navale del nemico. Così, per dare un segnale che il massacro di Chio non rimarrà impunito, due rivoluzionari greci, Konstantinos Kanaris e Andreas Pipinos, pianificano di far saltare in aria l’ammiraglia ottomana utilizzando due brulotti (navi/chiatte cariche di materiale esplosivo/infiammabile).
Il 18 giugno 1822, l’ammiraglia ottomana Mansur al-liwa è riccamente addobbata per celebrare l’Eid al-Fitr. Le sue luci risplendono nella notte mentre Kostantinos posiziona il brulotto in rotta di collisione. La Mansur prende fuoco immediatamente e, pochi minuti dopo, salta in aria quando il fuoco raggiunge il magazzino della polvere da sparo. L’esplosione illumina il cielo di Chio e polverizza quasi duemila ottomani. Kara Ali Pasha, il fautore del massacro di Chio, inizialmente riesce a sopravvivere all’esplosione, ma finisce schiacciato da un pennone e muore insieme ai suoi.
Conseguenze
Le conseguenze del massacro di Chio sono devastanti per la Grecia. La notizia del massacro si diffonde rapidamente in Europa e suscita l’indignazione dell’opinione pubblica. Molti europei si uniscono alla causa della Guerra d’Indipendenza Greca e inviano aiuti ai greci. Tuttavia, il massacro di Chio ha anche un impatto sui rapporti tra Grecia e Turchia. L’Impero Ottomano viene visto come una potenza brutale e oppressiva, con il quale è difficile pensare a un qualsiasi tipo di trattativa prima di aver ottenuto una vittoria militare completa. Nonostante ciò, la Guerra d’Indipendenza Greca continua fino al 1830, quando la Grecia finalmente ottiene la tanto agognata libertà. Ad oggi, il massacro di Chio rimane un evento tragico e importante, spesso commemorato con grande sentimento, nella storia della Grecia moderna e una testimonianza della brutalità dell’Impero Ottomano.
Fonti
Ci sono diverse fonti storiche che descrivono il massacro di Chio del 1822. Una delle fonti più importanti è il rapporto sul massacro di Chio redatto dal console britannico a Costantinopoli, Charles Lewis Noel, nel 1823. Il rapporto descrive dettagliatamente gli eventi del massacro e offre una testimonianza oculare degli orrori commessi dalle truppe ottomane.
Altre fonti importanti sono i diari e le lettere di alcuni testimoni oculari, come il console francese a Costantinopoli, Emmanuel de Rohan-Polduc, e il poeta inglese Lord Byron, che visita l’isola subito dopo il massacro. La notizia degli avvenimenti di Chio si sparge in tutta Europa suscitamdo una enorme indignazione. Non a caso, uno dei lavori più conosciuti del pittore francese Eugène Delacroix è proprio “Il Massacro di Scio“, un enorme dipinto di 417×354 cm.
Sul nostro sito non troverai mai banner pubblicitari. Puoi supportare l’attività del Centro Studi Zhistorica acquistando le nostre pubblicazioni:
▶ spedizione gratuita con pacco tracciato e assicurato.
▶ copie firmate, con segnalibro e card HD in omaggio
Puoi acquistare dal nostro portale:
👉 bit.ly/ZhistoricaStore
o su Amazon:
👉 Zodd. Alba di Sangue
👉 I Padroni dell’Acciaio
👉 Gotz von Berlichingen
👉 Ascanio della Corgna
👉 Diario di Federmann
👉 Fiore dei Liberi