La spada due mani – definita in modo generico spadone e declinabile in modo specifico come montante, zweihander, ecc. – ha sempre attirato l’interesse di appassionati e oplologi (anche se E. Oakeshott, maggior esperto di armi bianche del secolo scorso, la riteneva adatte, più che altro, a suscitare l’ammirazione dei bambini!)
Questo articolo, scritto dal Maestro Andrea Conti, della Scuola D’Arme Fiore dei Liberi, è incentrato sull’uso dello Spadone in contesti civili e bellici come esposto nel manoscritto “Memorial Da Prattica do Montante”, attualmente conservato nella Biblioteca da Ajuda di Lisbona, in Portogallo.
Scritto nel 1651 per volontà di Diogo Gomes de Figueyredo, rinomato generale e considerato oggigiorno come uno degli eroi nazionali della storia portoghese, il testo offre una delle più complete descrizioni attualmente giunte finora sull’uso del Montante, cioè della Spada a due mani di area iberica, prima della definitiva affermazione della Espada ropera, quindi della spada da portare al fianco, che può essere intesa in ottica italiana come la spada da lato in striscia, fino alla definitiva trasformazione della striscia con coccia (tra l’altro di ideazione proprio spagnola) avvenuta verso la metà del 1600.
La situazione geopolitica della penisola iberica per come oggi la conosciamo trae le sue radici dalla secolare azione bellica durata fino al 1492 contro i regni moreschi musulmani di al-Andalus che prende il nome di “Reconquista”. Non deve stupire, quindi, che l’arte del saper utilizzare le armi abbia sempre avuto un ruolo fondamentale nella formazione di coloro che appartennero a determinate classi sociali.
Per questa ragione sin dal periodo medievale è stata necessaria la codifica di un sistema accademico di addestramento e certificazione per il riconoscimento dei Maestri d’Arme, tant’è che a partire dall’anno 1478 i rinomati “Re Cattolici” Ferdinando II d’Aragona ed Isabella I di Castiglia istituirono il ruolo di “Maestro mayor y examinador” per supervisionare la conduzione di tali prove accademiche.
Prima dell’affermazione delle nuove teorie schermistiche ideate da Jeronimo de Carranza che daranno vita a “La Verdadera Destreza”, vi è da dire che nella penisola iberica è vissuta una secolare tradizione schermistica che comprendeva con grande risalto anche l’utilizzo della Spada a due mani. Visto che stiamo trattando di un periodo storico in cui le armi bianche le si usavano veramente, non deve sorprendere come numerosi documenti e cronache descrivano le sessioni di esame e le modalità richieste per divenire Maestri d’Arme tanto da confermare l’importanza di formare individui a tale ruolo. Infatti anche importanti ed influenti personaggi della società iberica sprovvisti di qualsiasi nozione sull’arte delle armi erano chiamati per svolgere spesso il ruolo di testimoni all’interno della giuria.
Per quanto riguarda la tradizione schermistica della penisola iberica, anche in queste terre avvenne (come nel resto di Europa con un margine di +/- 30 anni) ciò che può essere definita come una “frattura tradizionale” tra due periodi storici divisibili prima e dopo la pubblicazione nel 1582 del trattato “Filosofía de las Armas” per mano del già citato Jeronimo de Carranza, il quale elaborò un sistema di teorie geometriche e aristoteliche (se non una vera e propria “nuova scuola di pensiero”) che prese il nome di “La Verdadera Destreza” (La Vera Arte/Abilità).
Perciò, prima dell’avvento di questa nuova tradizione, per quanto riguarda la Spada a due mani in territorio iberico di epoca medievale abbiamo a disposizione solamente una collezione di frammenti scollegati tra loro che sono riconducibili direttamente al Carranza stesso o al suo allievo e successore Luis Pacheco de Narvaez provenienti dai famosi testi di Pedro de la Torre e Jaime Pons, datati entrambi anno 1474 purtroppo andati tutti perduti.
Proprio durante questo periodo col tempo “La Verdadera Destreza” prese il sopravvento sull’antica tradizione da questi Maestri definita in modo semplicistico come “Destreza Vulgar” oppure “Esgrima Común”.
Questo cambio radicale fece sì che successivamente non furono mai più pubblicati testi riguardo lo Spadone iberico nonostante nella tradizione antica (ora semplicisticamente ribattezzata “volgare” o meglio “popolare”) quest’arma avesse avuto un ruolo primario almeno fino alla metà del XVI° secolo, come è possibile attestare dalla presenza presso la corte del Regno di Navarra del “Maestro de jugar á la esgrima con espada de dos manos” a partire dal 1414.
Le pochi fonti dirette e le molte indirette confermano la centralità del Montante nella pratica schermistica, come l’opera sfortunatamente anch’essa mai più ritrovata di Francisco Romàn del 1532 il quale definisce lo Spadone come “l’utilizzo più fondamentale ed elevato dell’arte”.
“/…aunque en esto fue tan inconstante como Francisco Roman, porque si este dixo en el mismo folio citado, que la espada, y rodela es la mejor arma de todas, y luego que el montante es la mas principal, y el aguila dellas.”
– Engaño y Desengaño de los errores q’ han q’rido introducir en la destreza de las armas, di Luis Pacheco de Narváez, anno 1635
Anche il testo di Pietro Monte (di cui tuttora si discute se la sua nazionalità fosse italiana o in realtà spagnola) dal nome di “Exercitiorum Atque Artis Militaris Collectanea” datato 1509 afferma come il gioco con le armi corte derivi dall’utilizzo della Spada a due mani.
In poche parole, se non si fosse ancora capito, la stragrande maggioranza dei documenti scritti dai Maestri d’Arme di area iberica che trattano il Montante prima dell’avvento de “La Verdadera Destreza” sono tuttora andati perduti e le uniche fonti che citano questi testi provengono da Maestri che non solo ormai praticavano ed insegnavano un metodo che aveva rotto qualunque legame col passato, ma da cui prendono con decisione anche le distanze.
In merito all’arma oggetto di questo articolo è possibile definire il Montante come una Spada a due mani di origine iberica, poco più piccola e leggera della più iconica e famosa Zweihänder di area germanica. La versione spagnola presenta dei rami di guardia dritti o leggermente ricurvi, degli anelli di protezione per la mano e/o una seconda minuta guardia acuminata per essere afferrata con la mano sinistra in modo da opporsi alle armi in asta.

In aggiunta, alcune fonti del XVII° secolo affermano come i Maestri d’Arme spagnoli indossassero un emblema a forma di Montante sui propri vestiti atto a simboleggiare il proprio status così come ad utilizzare questo distintivo per gestire i combattimenti svolti da altri individui. Non a caso tuttora si usa nella lingua spagnola il termine per lo più allegorico di “meter el montante”, cioè frapporsi tra le due parti per mettere fine ad una disputa.
Come confermato dagli esercizi descritti più avanti in questo articolo, da sempre il Montante è stato considerato come il migliore strumento per colui che è costretto a difendere la propria vita soprattutto se vi è la necessità di fronteggiare da solo più avversari. Ad esempio, possiamo prendere come punto di riferimento la figura storica di Diego Garcia de Paredes, ed il suo Montante presente nell’Armeria Reale di Madrid. Sul de Paredes è stato scritto molto, anche per le sue imprese avvenute in Italia, così come si narrano molte delle sue gesta; tant’è che lo stesso Cervantes racconta di lui in un fantomatico scontro che vede il Nostro essere impegnato a difesa di un ponte fronteggiando solo ed armato di un Montante ben 200 soldati francesi:
“Diego García de Paredes fue un valentísimo soldado y de tantas fuerzas naturales (…) que puesto con un montante en la entrada de un puente detuvo a todo un innumerable ejercito que no pasase por ella.”
– El Ingenioso Hidalgo don Quijote de la Mancha, di Miguel de Cervantes Saavedra, anno 1605
Il Montante custodito nel suddetto museo presenta una lama dalla lunghezza di 114 cm assieme ad un’elsa fino al pomo di 39 cm per una lunghezza complessiva di 153 cm. La larghezza della croce è di 28 cm mentre della seconda guardia acuminata di 8 cm. Il tutto per un peso di 2.250 grammi con un punto di bilanciamento situato a 13 cm dalla croce.
Biografia di Dom Diogo Gomes de Figueyredo
L’autore del manoscritto oggetto di questo articolo è stato un soldato, diplomatico e Maestro d’Arme del XVII° secolo. Come avviene spesso per i Maestri d’Arme del passato, è possibile documentare veramente poco della sua vita, se non che pare che abbia cominciato a studiare la scherma sin da giovane età. In merito a ciò, il Figueyredo afferma nel suo primo trattato “Oplosophia e Verdadeira Destreza das Armas” del 1628 di essere stato allievo di un certo Gonçalo Barbosa.
La sua carriera militare comincia nel 1626 ma raggiunge il suo culmine con la Guerra di Restaurazione Portoghese (1640-1665) ponendosi a comando di almeno tre delle cinque battaglie più importanti, tanto da ricevere i meriti per le vittorie conseguite a Montijo ed a Linhas de Elvas, così come per la difesa della città di Almeida. Forse proprio per questi meriti ottenne il prestigioso incarico di Maestro d’Arme presso la corte reale del Portogallo istruendo il giovane Principe Teodosio di Braganza. Nonostante le sue indiscutibili doti belliche, pare che il Figueyredo fosse anche un eccellente scrittore e poeta, tanto da essere lodato e menzionato da molti uomini di lettere del suo tempo.
[ecwid_product id=”159418267″ display=”picture title price options addtobag” center_align=1 version=2]Gli aspetti della sua vita successivi alla guerra sono del tutto ignoti. Si sa solamente che morì il 30 Settembre del 1685 per poi essere sepolto presso il convento di Trinidade in Portogallo.
Nel trattato in oggetto intitolato “Memorial Da Prattica do Montante”, il testo è suddiviso in due colonne esponendo le 16 “regras simplez” (cioè le movenze semplici) e le 16 “regras compostas” (cioè le movenze complesse) una affianco all’altra.
Per motivi di spazio, questo articolo esporrà inizialmente alcune Regole base per lo più incentrate sull’esercizio formativo dal punto di vista individuale per colui che si esercita con quest’arma in aggiunta a delle Regole per lo più incentrate sul variegato uso del Montante a seconda delle situazioni più particolari, abbinandole ad una traduzione in italiano moderno ed a vari video di accompagnamento per una migliore comprensione del testo da parte del lettore.
Introduzione alla pratica del Montante
Prima di introdurvi alla comprensione del testo, nel caso il vostro intento nella lettura di questo articolo si spinga oltre alla mera curiosità ma piuttosto alla pratica effettiva, è necessario fare la dovuta premessa che la pratica del Montante può risultare molto pericolosa. Stiamo parlando di uno strumento greve anche nel caso fosse sprovvisto di taglio e di punta, soprattutto se durante gli esercizi esposti più avanti foste intenzionati a coinvolgere altre persone nel ruolo di avversari.
In aggiunta alla questione della sicurezza in merito alla pratica del Montante, è giusto avvisare che si tratta anche di un’attività fisica molto impegnativa tanto da coinvolgere il corpo nella sua interezza, da una parte per il peso non indifferente dello strumento, mentre dall’altra per la necessità di saper compiere movimenti ampi e circolari non solo per far acquisire forza ai tagli ma anche per proteggersi nei tempi morti contro un nemico posizionato alle spalle, potendo solitamente attaccarne uno per volta.
Non a caso il Maestro d’Arme padovano Francesco Ferdinando Alfieri nel suo “Lo Spadone” del 1653 scrive quanto segue in merito all’utilizzo da compiere da soli brandendo quest’arma e mostrando non casualmente esercizi ed utilizzi in contesti molto simili al Figueyredo.

“E’ cosa certa, che trà tutti gli esercitij ed arti humanamente esercitate non è ne la più eccellente, ne la più illustre, ne la più utile dell’arte della Militia, poiche con questa si difendono i Regni, si dilatano le Religioni, si vendicano le ingiustitie, & si stabilisce la pace, e felicità de’ popoli. Le antiche, e famose Republiche, le quali ci serviranno sempre d’esempio, e di stimolo ad incaminarsi per la via, che ci conduce alla felicità civile, hebbero in tanto pregio la destrezza, e agilità, che reputavano beati quelli, che più forti, e più veloci de gli altri erano nelle loro solennità giudicati, facevano mostra di quei doni, che havevano ricevuti dalla Natura, e aggranditi con l’arte; questi esercitij sono stati communi ancora fin da’ primi secoli alla Italica Natione; l’esercitio dello Spadone sarà commendato, imperoche in esso il piede si fa pronto, si rende pieghevole la vita, la mano acquista forza, e si disciolgono le braccia…/”
“/…e chi ben sa valersi di quest’artifitios’arma dello Spadone, può andare contra ogni arma nemica, per esser esso assai avantaggioso, e in ogni luogo l’huomo si può difendere così in strada larga, e stretta, come nelle piazze, e in campagna, che si fosse assalito da nimici, davante e di dietro. Questo Nobile esercitio è molto frequentato nella mia scuola da Signori Italiani, Polachi, Francesi & Alemani e da altri riguardevoli soggetti di diverse Nationi e ciò lo fanno per acquistar la prestezza, e fortificarsi con il corpo, e far l’agilità, e svegliare l’ingegno addormentato per natura; però ogni studioso armigero nelle occorrenze si può valere dell’eccellenza dell’arte per difesa della vita, e dell’honore. Come mostriamo con i discorsi, e con le figure, che chiaramente insegnano.”
– Lo Spadone, di Francesco Ferdinando Alfieri, anno 1653
Eventualmente, per risolvere tutte le questioni logistiche legate allo strumento così come praticare l’arte del Montante spendendo pochi soldi, è possibile utilizzare al suo posto un semplice bastone sufficientemente resistente di 170/180 cm. C’è da affermare che l’idea non è per nulla casuale o bizzarra in quanto la tradizione portoghese del Montante pare essere sopravvissuta oggigiorno in terra lusitana con il Jogo do Pau.
Per fare un esempio, sia l’antico Maestro Figueyredo sia il più contemporaneo Maestro Nuno Russo dell’attuale “Federazione Portoghese del Jogo do Pau” trattano come affrontare più avversari in uno spazio ristretto.
“Questa Regola serve per combattere in una strada stretta. Tu lo farai sferrando un talho dal basso verso l’alto portando il piede destro avanti, ed allora lasciando cadere il Montante allo stesso lato destro tu sferrerai su quel lato un altibaxo, giungendo per preparare una estocada col pomolo del Montante sulla spalla destra, la quale tu sferrerai portando in avanti il piede destro, e tu comincerai la Regola nuovamente, rivolgendoti verso l’altra direzione, con gli stessi colpi finché non diventa necessario girare.”
– Memorial Da Prattica do Montante, di Diogo Gomes de Figueyredo, anno 1651
“Tecnica dello spazio ristretto:
1. Entrare avanzando con la gamba sinistra con un mezzo passo verso l’avversario spazzando da dietro con un colpo da sinistra insieme ad un colpo dall’alto verso il basso quando si finisce il passo.
Se necessario, spazzare con un colpo da destra avanzando con un passo intero e continuare attaccando dall’alto verso il basso.
2. Compiere la precedente esecuzione per l’avversario posizionato dietro.”
– Programa técnico de Esgrima Lusitana – Varapau, di Nuno Russo, anno 2012
Più importante della similitudine della sequenza di attacchi utilizzati (nonostante i 400 anni di differenza) è la tattica di come viene gestito lo spazio, premendo da un lato con gli attacchi in modo da spostarsi verso una determinata direzione, mentre ci si allontana dall’avversario posizionato al lato opposto. Per poi passare dall’altra parte per creare la stessa situazione, cercando sempre ove possibile di allontanare gli avversari.
Concludo immediatamente la divagazione incentrata sulla comparazione “bastone/spadone” facendo giusto notare come anche in Italia è avvenuto un parallelismo simile tra il bastone a due mani di Giuseppe Cerri e lo spadone del già citato Francesco Alfieri, in particolar modo con l’esercizio schermistico delle Croci e dei Quadrati, con i relativi segni e diagrammi di passeggio. Per uno studio approfondito, rimando all’edizione critica sul Cerri per mano di Gianluca Zanini edito dalla casa editrice “il Cerchio”.
Fatte tutte le dovute premesse, ritornando sulla critica del trattato del Figueyredo è da notare come nel testo molti cambi di direzione non siano stati descritti dall’autore. Perciò, se un esercizio non funziona correttamente è probabile che sia necessario volgere il proprio corpo verso una nuova direzione.
Infine, il Maestro Figueyredo anche se in questo testo sta trattando un’arma non legata a “La Verdadera Destreza” egli non è comunque a digiuno sui principi del nuovo metodo. Perciò se il Montante è tenuto nell’angolo retto, vuol dire che è posizionato orizzontalmente verso l’avversario. Se è tenuto nell’angolo ottuso la punta del Montante è rivolta al di sopra di questa linea, mentre se è tenuto con l’angolo acuto la punta del Montante è rivolta al di sotto di questa linea.
Per quanto riguarda i termini, per “talho” si intende un taglio diagonale da destra verso sinistra; per “revez” si intende un taglio diagonale da sinistra verso destra; per “altibaxo” un taglio verticale dall’alto verso il basso; per “estocada” un colpo di punta distendendo le braccia; ed infine per “Montante negro” nient’altro che un simulacro da allenamento sprovvisto di taglio e di punta.
Come già anticipato, per motivi di spazio non verranno esposte tutte le 16 Regras del trattato del Figueyredo, ma quanto segue è una breve lista dei contesti che questo testo unicamente incentrato sul Montante va a toccare:
Regras 1-5: Esercizi propedeutici da compiere da soli.
Regras 6: Contro un avversario armato anch’egli con un Montante.
Regras 7: Sbarrare l’ingresso di una strada a più avversari.
Regras 8: Contro un avversario armato di spada e rotella.
Regras 9: Contro più avversari in una strada stretta.
Regras 10: Proteggere una nobildonna contro più avversari.
Regras 11: Contro più avversari sulla passerella di una galea.
Regras 12: Contro più avversari posizionati avanti e dietro.
Regras 13: Proteggere un alleato ferito a terra contro più avversari.
Regras 14: Contro un avversario armato di arma da lancio oppure di arma in asta.
Regras 15: Farsi spazio tra due gruppi di combattenti separandoli tra loro.
Regras 16: Contro più avversari in una strada ampia.
Il Montante di Regenyei Armory
Il Montante da me utilizzato nella pratica personale così come nei video in allegato alle Regras scelte per quest’articolo è il Montante di Peter Regenyei, precisamente il modello n° 6 con tre sgusci sulla lama.

Queste le sue specifiche:
Lunghezza lama: 106,5 cm con punta arrotondata.
Larghezza della lama a partire dalla croce di guarda: 42 mm.
Sguscio centrale: 68 cm.
Sgusci laterali: 41 cm.
Lunghezza della croce di guardia: 38 cm.
Lunghezza impugnatura comprensiva di pomo: 45 cm
Punto di bilanciamento: intorno i 7,5 cm a partire dalla croce.
Lunghezza complessiva: 151,5 cm
Peso: 2,2 kg
Ritengo che questo modello sia un ottimo strumento, oltre che esteticamente accattivante anche ben bilanciato e di grande manualità. La presenza di un solo anello a protezione per la mano lo rende un perfetto strumento ibrido anche per praticare la Spada a due mani secondo gli insegnamenti del Maestro bolognese Achille Marozzo. Il prezzo dovrebbe aggirarsi intorno le 500€, sebbene ammetto di aver avuto la fortuna di comprarlo a molto meno durante un evento.
Memoriale sulla Pratica del Montante
la quale include sedici semplici regole,
e sedici composte date in Alcantara
al più sereno Principe Dom Thodozio (possa Dio proteggerlo)
per mano del Maresciallo di Campo
Diogo Gomes de Figueyredo,
suo Maestro nella Scienza d’Armi.
10 Maggio 1651
Ia Regola Semplice
La prima Regola è quella che più di tutte rivela l’eleganza del Montante, e chiunque sappia compierla per bene allora sarà capace di compiere tutte le altre. Tu posizionerai il tuo corpo eretto con il piede sinistro avanti, impugnando il Montante per la croce con la mano destra e il pollice all’ingiù con la punta al suolo. Ti gli darai un colpetto in avanti con il piede destro, girando il Montante in modo da metterlo in posizione. Allora tu sferrerai un talho da dietro, dal basso verso l’alto, muovendo il piede destro in avanti allo stesso tempo, e fermando il montante in angulo recto di fronte alla faccia. Da lì tu muoverai nuovamente il montante per sferrare un revez tagliando da dietro con l’altro filo del Montante, anch’esso dal basso verso l’alto, muovendo allo stesso tempo il piede sinistro in avanti, e fermando il Montante di nuovo di fronte al viso. Tu concluderai la Regola portando all’indietro il piede sinistro con un talho uguale al primo, e il piede destro con un revez, e fai attenzione che il corpo debba essere sempre girato in direzione di dove taglia il Montante. Al termine della Regola, rimanendo immobile, tu sferrerai un talho alla spalla sinistra ritornando col Montante posizionato di nuovo con la punta al suolo come all’inizio, e tutte le regole compiute con il Montante negro avranno questa conclusione.
Ia Regola Complessa
Tutte le regole composte sono il contrappunto alle regole semplici, e queste le basi alle regole composte. Perciò, posizionati col corpo eretto e con il piede sinistro avanti, tu sferrerai un talho dal basso verso l’alto, accompagnato in avanti dal piede destro, fermando il Montante di fronte al viso. Allora tu lascerai cadere il Montante a destra per sferrare un altibaxo insieme al piede sinistro, e da dove si è fermato il Montante tu sferrerai un talho dal basso verso l’alto accompagnato dal piede destro che sposterai in avanti, fermandoti con il Montante dinnanzi alla faccia. Ed allora tu sferrerai un revez dal basso verso l’alto accompagnato dal piede sinistro che sposterai in avanti fermandoti con il Montante dinnanzi alla faccia. Allora tu lascerai cadere il Montante alla sinistra incrociando il braccio destro sopra il sinistro, e sferrerai un altibaxo revez spostando il piede destro avanti, e da dove il Montante si è fermato, tu sferrerai un revez dal basso verso l’alto accompagnato dal piede sinistro che sposterai in avanti, fermandoti con il Montante dinnanzi alla faccia. Ora, tu concluderai questa Regola con gli stessi colpi, le stesse azioni ed i medesimi passi, indietreggiando finché tu non posizioni il tuo corpo come cominciasti la Regola.
IIa Regola Semplice
Tu ti posizionerai con il corpo mettendo il piede sinistro avanti, ed una volta mosso il piede destro tu sferrerai un talho, in modo che il Montante termini in alto con la punta innanzi e le mani alte dinnanzi gli occhi. Allora col primo movimento del piede sinistro tu sferrerai un revez, poi spostando all’indietro lo stesso piede sinistro tu sferrerai un talho, fermando ancora il Montante in alto, e muovendo anche il piede destro tu sferrerai un revez, ed un talho alla spalla, e riposiziona il Montante.
IVa Regola Composta
Questa Regola serve per combattere contro persone che stanno davanti e di dietro; fallo sferrando un talho da dietro con il piede opposto che è il sinistro, ed un altro talho con passo avanti del piede destro, preparando una estocada sopra il braccio destro che sferrerai dietro di te, facendo nuovamente un passo con il piede destro. Allora il piede sinistro andrà con un revez, girando il corpo in direzione di dove hai colpito di punta. Ora tu sferrerai un talho in avanti con lo stesso piede opposto, ed un altro talho con passo del piede destro avanti preparando la medesima estocada, che sferrerai con il piede destro all’indietro, e successivamente un revez entrando con il piede sinistro avanti, e due talhos iniziando nuovamente con il piede opposto, tutto a seconda dell’opposizione che ti ritrovi contro.
VIIIa Regola Composta (contro avversario protetto da una Rotella)
Tu sferrerai un talho davanti portando in avanti il piede sinistro, ed un altro talho portando in avanti il piede destro, e roteando, sferra allora un revez portando in avanti il piede destro ed un altro revez con lo stesso piede anch’esso roteando. Poi sferra un talho portando in avanti il piede sinistro, ed un altro talho portando in avanti il piede destro e roteando, allora sferra un revez portando in avanti il piede destro ed un altro revez portando in avanti il piede sinistro e roteando. Allora sferra un talho portando in avanti il piede sinistro, ed un altro talho portando in avanti il piede destro, e successivamente un altro talho portando in avanti lo stesso piede destro per girare intorno quando tu vuoi ritornare all’altra direzione, iniziando nuovamente la Regola, con passi ampi e rapidi.
Xa Regola Semplice
Questa Regola è chiamata Proteggere una Dama, poiché si presume che lei si nasconda dietro le tue spalle e tu desideri difenderla. Tu posizionerai il corpo eretto con il compasso dei piedi un poco distante, e sferrerai un talho muovendo il piede sinistro un palmo più avanti, guardando dove si dirige il Montante, e fermandolo dinnanzi la faccia; e tu sferrerai un revez spostando il piede destro nello stesso modo, ed un talho spostando il piede sinistro, ed allora un revez spostando il piede destro in accordo alla stessa teoria. Allora tu sferrerai un talho mentre rimani immobile ed un revez spostando all’indietro il piede destro, ed un talho spostando all’indietro il piede sinistro, ed un altro revez spostando all’indietro il piede destro. A questo punto si possono aggiungere due talhos e due revezes che sono sferrati mentre rimani immobile e con il braccio sinistro tenuto saldamente attaccato al corpo, il quale è comunemente chiamato lo Schiacciamosche ed appartiene alla 13esima Regola composta.
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Un pensiero riguardo “Il Montante di Figuyredo (1651): lo Spadone Iberico”