La Scherma Storica sta ottenendo un successo crescente in Italia e in Europa e, tra l’altro, il tentativo di riportare in auge la marzialità medievale e rinascimentale sta stimolando anche la ricerca in ambito oplologico. Con questo terzo articolo, un vero e proprio saggio di quasi 5.000 parole, il Maestro Andrea Conti della Scuola d’Arme Fiore dei Liberi spiega in modo semplice (o, perlomeno, nel modo più semplice possibile) poste, volte, tagli, punte e molti altri dettagli contenuti nell’opera di Fiore dei Liberi. Un regalo di Natale per tutti voi che, forse, si trasformerà in un volume completo. Buona lettura.
Nei precedenti articoli, Introduzione e La Vita di Fiore dei Liberi, ho avuto l’opportunità di spiegare ai lettori in modo sintetico ma esaustivo la moderna disciplina della Scherma Storica, o sempre più diffusamente conosciuta con l’acronimo HEMA cioè Historical European Martial Arts, tradotto nella nostra lingua come Arti Marziali Storiche Europee.
Come già anticipatovi, l’esponenziale crescita nel numero di praticanti ha reso possibile losviluppo e la creazione di protezioni sempre più specifiche ed idonee per la nostra disciplina, rendendo inevitabile di pari passo anche una sorta di inquadramento nelle armi da utilizzare in ottica agonistica.
La Spada a due mani, nel bene e nel male, ha sempre meritato un discorso a parte. Praticare con uno strumento dal peso che si aggira intorno al chilo e mezzo, utilizzandolo con la forza di entrambe le braccia e con l’ausilio di tutto il corpo, rende necessario delle accortezze protettive di cui tuttora si discute.
Non deve stupire come solamente poco più di un lustro fa la pratica dell’arma oggetto di quest’articolo, almeno per quanto riguarda l’ambiente italiano, era per lo più una questione individuale. Eccetto per il combattimento in armatura definito “ad impatto pieno”, il cui spessore delle piastre ha permesso di competere con una relativa sicurezza, l’attività agonistica che oggi possiamo definire HEMA (cioè il tentativo di gareggiare sportivamente
simulando, per la maggiore, un duello senza protezioni) era per lo più assente per quanto riguarda la Spada a due mani.
Da allora molte cose sono cambiate, ed è incredibile l’evoluzione avvenuta in soli 5 anni. A ridosso del 2018 possiamo dire con assoluta certezza che è possibile “vivere” la Spada a due mani con la dovuta sicurezza ed in modo completo, sia come studio personale sia come strumento per gareggiare, adottando tutte le accortezze ormai disponibili. Facendo riferimento agli articoli precedenti, la finalità di quanto segue non potrà essere altro che discutere della “Spada a doy mani” del Magistro Fiore dei Liberi, cavaliere friulano vissuto a metà tra il 1300 secolo e le prime decadi del 1400. Se non avete la minima idea di chi sia la figura a cui mi sto riferendo, potete sempre rimediare leggendovi la sua biografia qui.
Per Spada a due mani si intende una specifica tipologia di spada europea caratterizzata dall’elza cruciforme, un’impugnatura sufficientemente lunga da permettere di essere brandita con entrambe le mani, ed infine una lunga lama dritta a doppio filo. Nonostante la forma rimanga a grandi linee invariata, le misure delle parti che la compongono possono mutare a seconda della sua finalità e dell’epoca trattata, per un arco temporale non specifico che può partire dall’anno 1350 fino al 1650.
Sebbene nata come arma da guerra, e soggetta all’evoluzione parallela alla crescente sofisticatezza delle armature di piastre o alle mutevoli necessità sorte sui campi di battaglia, i testi che trattano quest’arma la mostrano come uno strumento adibito a numerosi usi pari alle sue finalità. La Spada a due mani è solitamente tenuta per l’impugnatura con entrambe le mani in un combattimento con protezioni minime o del tutto sprovviste; oppure impugnata “in arme” o “manescamente” nelle azioni ravvicinate compiute senza protezioni o negli scontri in’armatura portando la mano sinistra sulla metà della lama in modo da usare l’estremità appuntita per repentini colpi di punta tra i varchi delle insuperabili piastre d’acciaio; altrimenti impugnata con entrambe le mani posizionate sulla lama per usare l’elsa (solitamente resa appositamente più spessa ed acuminata) simulando un poderoso martello da guerra.
Dal punto di vista dell’immaginario popolare, la Spada a due mani rappresenta sicuramente l’arma più iconica del periodo medievale ed accostata nel bene o nel male ai tratti più o meno veritieri che caratterizzarono questa fase storica: brutale ma nobile, possente ma grezza.
Tutt’altro.
La trattatistica dei Maestri antichi dimostra chiaramente come la Spada a due mani sia un’arma veloce, maneggevole e soprattutto estremamente tecnica; mentre le tradizioni che sono meglio riuscite ad esprimere la sua sofisticatezza marziale sembrano essere quella italiana e tedesca, senza dimenticare anche quella iberica, che meriterebbe un discorso del tutto a parte, e quella anglosassone personalmente ancora oggetto di studio al momento.
La Spada a due mani di Fiore dei Liberi
Migliore descrizione della complessità e della valenza morale della Spada a due mani non poteva che darla proprio il Magistro Fiore dei Liberi, il quale la descrive con le seguenti parole:
“Spada son contro ogni arma mortale, né lanza né azza né daga contra mi vale. Longa o curta me posso fare e me strengo e vegno allo zogho stretto, e vegno allo tor d’ spada e allo abrazare, mia arte si è rotare e ligadure so ben fare de coverte e ferire sempre in quelle voglio finire. Chi contra me farà ben lo farò languire. E son Reale e mantengo la justicia, la bontà acresco e destruzo la malizia. Chi me guarderà facendo in me crose, de fatto d’armizare gli farò fama e vose.”
– MS. Fior di Battaglia, anno 1410 circa.
Forse proprio perché vissuto nella seconda metà del 1300, il metodo di Fiore dei Liberi è sicuramente il più esemplare per quanto riguarda la Spada a due mani di epoca medievale, poiché è l’unico trattatista a porre l’attenzione, ed allo stesso tempo la distinzione, tra azioni che si possono utilizzare con delle protezioni e quali sono sconsigliate compiere senza di esse.
Inoltre, la forza fisica travolgente espressa nelle innumerevoli azioni corpo a corpo hanno la maggiore, facendo sì che la Spada a due mani sia principalmente uno strumento con cui andare a legare l’arma dell’avversario, saggiando così le sue intenzioni per poi controllarla, dominarla e neutralizzare fisicamente il nemico dopo essere riusciti a crearsi un varco nella sua difesa.
Un aspetto importante per gli studiosi del sistema di Spada a due mani del Magistro Fiore dei Liberi è capire se si possa realmente definire il suo un “sistema italiano”, oppure se al suo interno possano essere presenti delle influenze derivanti dal metodo tedesco. In merito alla questione su quanto in comune vi possa essere tra i due metodi, c’è da tener conto che la Spada a due mani comincerà ad essere popolare solamente verso la seconda metà del 1300, sostituendo l’abbinamento spada e scudo come forma di combattimento preferito dalla classe cavalleresca.
Ciò che potrebbe comportare una divergenza di “stile” tra il metodo italiano e tedesco, almeno per quanto riguarda la comparazione dei testi ad ora disponibili, seppur usando il medesimo “nuovo” strumento per il duello, è il contesto in cui venne utilizzata o l’ambiente in cui si è formata l’esperienza di vari Maestri d’arme tra cui quello che ha influenzato il Magistro Fiore dei Liberi.
Ad esempio, dove i manoscritti tedeschi esordiscono descrivendo i tratti morali del cavaliere e le armi tipiche della cavalleria (citando però “spada” e mai “spada a due mani” ad esser precisi, e curiosamente senza menzionare l’Azza, tanto da poter supporre che i versi siano ancora più antichi, cosa che gli stessi testi confermerebbero), il Magistro friulano può non mostrare con la Spada a due mani la stessa sofisticatezza del metodo tedesco, in quanto le sue idee possono essersi formate in contesti spesso non convenzionali.
“E lo ditto fiore si à imprese le ditte chose da molti magistri todeschi e di molti italiani in piùprovincie e in molte citadi cum grandissim fadiga e cum grandi spese, e per grazia di dio da tanti
magistri e scolari.”
– MS. Fior di Battaglia, anno 1410 circa.
In quanto mi ritengo un appassionato di scherma italiana e tedesca del XV° e XVI° secolo, personalmente apprezzo la Spada a due mani di Fiore dei Liberi perché la reputo (a torto o a ragione) una perfetta “cartina tornasole” di dove inizia il sistema italiano e finisce quello tedesco, così come viceversa. Sempre se, alla fine, si può parlare obbiettivamente in modo così settario.
Ovviamente bisogna essere consapevoli che lo studio dei suoi manoscritti deve essere completo e non diviso per “armi”, in quanto ci troviamo di fronte ad un sistema marziale unico che vede quest’arma essere nient’altro che uno dei tanti anelli di congiunzione del suo modo di approcciarsi al combattimento.
Il manoscritto Fior di Battaglia, comprensione del testo.
Quanto segue non vuole essere una completa descrizione punto per punto del sistema di Spada a due mani di Fiore dei Liberi, anche perché un articolo di sole dieci pagine di testo non sarebbe sufficiente. Piuttosto verrà affrontata una giusta sintesi con l’intento di esporre le proprie conclusioni, potendo così essere messe a confronto con chi già conosce Fiore oppure aiutare coloro che vogliono capirne qualcosa pur non praticando HEMA.
“Noy semo doi guardie una sì fatta che l’altra, e una è contraria de l’altra. E zaschuna altra guardia in l’arte una simile de l’altra si è contrario salvo le guardie che stano in punta zoé posta lunga e breve e meza porta di ferro che punta per punta la più lunga fa offesa inançi. E zò che pò fare una pò far l’altra. E zaschuna guardia pò fare volta stabile e meza volta. Volta stabile si è che stando fermo po’ zugar denunci e di dredo de una parte. Meza volta si è quando uno fa un passo inanzi o indredo e chossì po’ zugare de l’altra parte denanzi e di dredo. Tutta volta si è quando uno va intorno uno pe’ cum l’altro pe’ l’uno staga ferma e l’altro lo circondi. E perzò digo che la spada si ha tre movimenti zoé volta stabile, meza volta, e tutta volta. E queste guardie sono chiamate l’una e l’altra posta di donna. Anchora sono IV cose in l’arte zoé passare, tornare, acressere e discressere.”
– MS. Fior di Battaglia, anno 1410 circa.
Le parole di cui sopra compongono il prologo che da inizio alla sezione incentrata sulla Spada a due mani (folio 22r del manoscritto, per la precisione) e riassumono nozioni importanti del sistema di combattimento di Fiore dei Liberi in merito al posizionamento della spada e del corpo. È possibile suddividere le parole del Magistro friuliano di cui sopra in 5 punti, i quali spiegano che:
1. Una guardia può opporsi contro la medesima, oppure contro la guardia contraria. Perciò Posta di Donna destra può opporsi contro un’altra Posta di Donna destra oppure contro Tutta Porta di Ferro e viceversa, come verrà mostrato più avanti nella sezione che riguarda la contrapposizione tra guardie.
2. Tra le varie guardie che hanno l’arma sulla linea centrale, come Porta di Ferro Mezzana, Posta Breve e Posta Lunga, ha ragione quella che più distende la punta della lama innanzi, tant’è che scopriremo più avanti che queste guardie centrali hanno vantaggio sulle guardie laterali, ad esempio adottando una Posta Breve contro una Posta di Donna, cosa che verrà anch’essa mostrata nella successiva contrapposizione tra guardie.
3. Le guardie possono essere “alterate” utilizzando le Volte Stabili e le Mezze Volte. Sebbene non venga specificato, credo che le Volte Stabili siano riferite alle guardie laterali, mentre le Mezze Volte alle guardie centrali, avendo l’arma al centro indipendentemente dal piede avanzato. Infine viene descritto anche come funzionano queste. Volte dei piedi:
– Volta Stabile quando si rimane sul posto e si profila il busto facendo una rotazione sui talloni di 90 gradi portando il peso del corpo sulla gamba posteriore.
– Mezza Volta quando ci si muove avanti ed indietro con un piede che supera l’altro e si alterna il profilo del busto roteando di 180 gradi.
– Tutta Volta quando si rimane sul posto ma un piede fa perno e l’altro rotea di 180 gradi portando il busto ad essere rivolto in direzione diametralmente opposta dal punto di partenza.
4. Il passeggio che consiste in passo ad accressere, passo a discressere, passare e tornare. Molto semplice: il passo ad accressere è quando si avanza portando in avanti il piede avanzato ed il piede posteriore segue, ricreando così la medesima distanza tra i piedi. Il passo a discressere è semplicemente il movimento inverso quando si intende arretrare. Infine passare e tornare sono le equivalenti delle Mezze Volte spiegate precedentemente avanzando oppure arretrando con uno dei piedi.
5. Le tre Volte dei piedi ci viene affermato, ma non spiegato, che esistono altrettante Volte di spada. Purtroppo Fiore dei Liberi appare lacunoso nella loro descrizione, oppure non si sofferma troppo perché traendo ispirazione dalle Volte dei piedi è già evidente come queste dovrebbero essere compiute. Ed in effetti io sono di questo parere. Che avvengono o meno da legamento con la spada dell’avversario, le Volte Stabili fanno roteare di 90 gradi la spada sul proprio asse facendo alternare il filo; le Mezze Volte fanno roteare di 180 gradi la spada non facendo mutare il filo ma piuttosto il lato rispetto all’arma dell’avversario; le Tutte Volte fanno roteare di 180 gradi la spada portando avanti il pomo e dietro la punta dell’arma.
Come è possibile vedere sono gli stessi movimenti circolari dei piedi e tali azioni sono riscontrabili nelle tecniche presenti nel Gioco Largo e Stretto. La Spada a due mani di Fiore dei Liberi, un sistema variegato Una volta conclusa l’analisi dei versi sopra esposti, prima di giungere ai Zoghi, cioè alle tecniche da compiere in combattimento, proprio come avviene con le altre armi anche qui vengono raffigurati una serie di Magistri incoronati accompagnati da un testo descrittivo per capire le “qualità” di ciò che essi rappresentano. Questi Magistri possono essere riuniti in tre gruppi:
Il primo gruppo è composto da 8 Magistri che hanno come finalità quello di riassumere il variegato utilizzo della Spada a due mani: in armatura e senza, impugnandola ad una mano o a due mani, oppure lanciandola a distanza.
Primo e Secondo Magistro/Settimo e Ottavo Magistro
La prima ed ultima coppia di Magistri raffigurano il variegato utilizzo della Posta di Donna. Prima di arrivare a trattare la Spada a due mani, il sistema di Fiore ha mostrato finora quasi unicamente posizioni basse e difensive. Ora impugnando un’arma lunga e possente vengono finalmente mostrate le prime guardie alte (dette soprane) ed anche col corpo profilato con l’ausilio delle Volte Stabili. Con la Spada a due mani è possibile sferrare attacchi difendendosi allo stesso tempo cosa che non era possibile fare con le armi corte finora esposte.
Terzo e Quarto Magistro
Il terzo Magistro espone il modo di lanciare a distanza una Spada a due mani ed è contrastato dal quarto Magistro che, posizionato come nella sezione di Spada ad una mano, si appresta a ribatterla probabilmente uscendo fuor de strada, come mostrato nell’apposita sezione.
Quinto e Sesto Magistro
Il quinto Magistro espone il modo di sferrare lunghi colpi di punta ad una mano tenendo l’arma solamente per il pomo ed è contrastato dal sesto Magistro che, posizionato nella Posta di Croce Bastarda tipica del combattimento in armatura, si appresta facilmente a deviarla. Tra l’altro questa guardia ricorda la Mezzana Porta di Ferro Doppia di Daga a rondelle, che, in modo del tutto non casuale, apre alle difese mostrate con il 6° e 8° Magistro anch’essi inerenti al combattimento in armatura.
Tagli e punte nella Spada a due mani di Fiore dei Liberi
Il secondo gruppo è composto da 4 Magistri che hanno come finalità quello di esporre i modi di attaccare l’avversario, e di difenderci anche dai suoi attacchi. Essendo la Spada a due mani un’arma a doppio filo e con l’estremità acuminata, è lapalissiano affermare che sia possibile colpire di taglio e di punta.
Fendente
I fendenti sono tutti i tagli dall’alto di filo dritto ed hanno come naturale risultato le guardie terrene. Possono essere utilizzati anche per battere via l’arma dell’avversario se minaccia con la punta.
Sottano
I sottani sono tutti i tagli dal basso di filo falso ed hanno come naturale risultato le guardie soprane. Possono essere utilizzati anche per battere via l’arma dell’avversario se minaccia con la punta.
Mezzano
I mezzani sono tutti i tagli orizzontali. Fiore specifica che i mezzani da destra sono di filo dritto mentre da sinistra di filo falso.
Punta
Le punte sono sferrate con l’omonima estremità acuminata e sono 5: due punte sopramano, due punte sottomano ed una punta mezzana.
Le Guardie nella Spada a due mani di Fiore dei Liberi
Il terzo gruppo è composto da 12 Magistri che hanno come finalità quello di esporre le guardie di Spada a due mani. Sebbene tale esposizione non sia coerente tra i vari manoscritti di Fiore dei Liberi, anche perché appare un metodo in continua rifinitura ed aperto alle influenze ed ai principi delle altre armi che compongono il sistema “Armizare”, ad ogni modo quanto viene esposto in questo articolo segue perfettamente il manoscritto Fior di Battaglia. Abbiamo quindi 3 guardie soprane, cioè alte, 4 guardie frontali, cioè centrali, e 5 guardie terrene, cioè
basse.
Nel solo manoscritto Fior di Battaglia le guardie sono affiancate dalle diciture Stabile, Instabile, Pulsativa. Questo curioso tentativo di dare delle “qualità” alle guardie è presente unicamente nella Spada a due mani per poi non essere più esposta nel successivo Flos Duellatorum. Sebbene sia chiaro a cosa ognuna di queste tre “qualità” si riferisce, in realtà anche uno studio immediato delle suddette guardie permette di comprendere come queste
“etichette” non siano del tutto coerenti tra loro.
Per guardia Pulsativa si intende una postura che vede l’arma con la punta lontana dalla linea centrale, quindi propensa a battere via con forza gli attacchi dell’avversario. Peccato però che Coda Lunga nonostante soddisfi questo requisito e ci sia suggerito di utilizzarla per deviare i colpi dell’avversario venga definita Stabile in quanto guardia terrena con le braccia in basso rilassate.
Per guardia Stabile si intende una postura che è possibile tenere per lungo tempo per via del posizionamento che vede la spada tenuta bassa, permettendo di non affaticare in questo modo le braccia del combattente. Peccato però che Tutta Porta di Ferro nonostante abbia l’arma posizionata in basso e con le braccia rilassate venga definita Pulsativa in quanto guardia propensa a battere i colpi dell’avversario.
Per guardia Instabile si intende una postura che concede qualche beneficio ma che non è possibile tenere per lungo tempo a causa del posizionamento in alto delle mani che, oltre ad essere faticoso, comporta avere le braccia o il corpo scoperto. Peccato però che Posta Breve, nonostante sia considerata una guardia Stabile, nel testo che la descrive venga definita come “maliciosa guardia che non à stabilità” e consigliato il suo utilizzo in armatura.
“Qui cominzano le guardie di spada a doy mane sono XII guardie. La prima si è tutta porta di ferro che sta in grande fortezza…”
– MS. Fior di Battaglia, anno 1410 circa.
Tutta Porta di Ferro contro Posta di Donna Destraza
Fiore mostra come prima coppia di guardie contrapposte due posture posizionate a destra lontane tra loro. Nonostante siano le due uniche guardie pulsative, è evidente che la Tutta Porta di Ferro abbia un ruolo difensivo mentre la Posta di Donna Destraza un ruolo offensivo. La Tutta Porta di Ferro è utile per andare a gioco stretto, deviare i tagli, compiere lo Scambiar di Punta o il Romper di Punta. La Posta di Donna Destraza è utile per sferrare tutti i colpi, allo stesso tempo deviarli e rompere le guardie, compiere lo Scambiar di Punta o il Romper di Punta.
Posta di Finestra contro Posta di Donna la Senestra
Fiore mostra come seconda coppia di guardie contrapposte due posture che si affacciano rispettivamente sullo stesso lato, con la Posta di Finestra a chiudere la linea di offesa. La Posta di Finestra è utile per ingannare l’avversario, sferrare una potente punta, parare con la lama appesa, compiere lo Scambiar di Punta o il Romper di Punta. La Posta di Donna la Senestra compie le medesime azioni dell’omonima guardia a destra.
Posta Lunga contro Porta di Ferro Mezzana
Fiore mostra come terza coppia di guardie contrapposte due posture posizionate sulla linea centrale, una a contrastare l’altra. La Posta Lunga è utile per costringere l’avversario ad uscire dalla sua guardia laterale, in modo che se cercasse di deviare l’arma è possibile sottrarla e rispondere di punta. La Porta di Ferro Mezzana è utile per contrastare la posizione centrale e distesa della Posta Lunga oppure colpire di filo falso alle mani.
Posta Breve contro Dente di Cinghiale
Fiore mostra come quarta coppia di guardie contrapposte due posture che non sono nient’altro che la precedente coppia di guardia ma con le braccia raccolte al corpo. La Posta Breve è utile per sferrare insidiosissime punte mezzane all’avversario una volta trovata l’apertura giusta. La Dente di Cinghiale è utile per sferrare altrettanto insidiose punte sottomano roverse per via della loro angolazione.
Coda Lunga contro Posta di Bicorno
Fiore mostra come quinta coppia di guardie contrapposte due posture che compiono quanto già mostrato tra Posta di Donna e Posta di Finestra come intuibile dalla sezione sull’Azza. La Coda Lunga è utile per sferrare una punta mezzana oppure un potente fendente mandritto, andando in avanti per andare a gioco stretto, oppure arretrando in modo da deviare l’attacco dell’avversario. La Posta di Bicorno è utile per tenere sempre la linea centrale e chiudere prontamente tutte le linee di offesa dell’avversario per via del suo posizionamento centrale in quanto replica le proprietà di Posta di Finestra sinistra, Posta Lunga e Posta di Corona.
Posta di Corona contro Dente di Cinghiale Mezzano
Fiore mostra come sesta coppia di guardie contrapposte due posture posizionate verticalmente lontane tra loro, come avvenuto tra Posta di Bicorno contro Coda Lunga. La Posta di Corona è utile per andare a gioco stretto e chiudere con l’ausilio dell’elsa o della lama le linee di offesa delle punte. La Dente di Cinghiale Mezzano compie le medesime azioni dell’omonima guardia con il busto frontale, ma permette di uscire fuor de strada contro le armi lanciate, come intravisto nella apposita sezione.
Le distanze nella Spada a due mani di Fiore dei Liberi
Fiore dei Liberi sintetizza la distanza che intercorre tra i due combattenti abbinandola alle due fasi di combattimento di Gioco Largo e Gioco Stretto le quali all’interno sono suddivise in tre modalità per quanto riguarda la Spada a due mani: in Punta di Spada, a Mezza Spada, a Tutta Spada.
Il Gioco Largo misura quella distanza dove è possibile colpire l’avversario con entrambe le mani sull’impugnatura e con la sola distensione delle braccia rimanendo sul posto, oppure accompagnando con un passo per compiere un’azione semplice che non elude parata o con due passi per compiere un’azione composta che include una finta per eludere una parata. A questa distanza necessito di adottare una guardia, studiare l’avversario, attaccare o
eventualmente parare. All’interno del Gioco Largo avvengono le seguenti azioni:
– In Punta di Spada è il risultato di quando si è andati a cercare volontariamente la lama avversaria per andarla a legare, quindi senza che nessuno dei due combattenti abbia sferrato alcun attacco. Quando le spade si vanno ad incrociare a questa distanza, queste si toccano sul medio-debole della lama.
Legando in Punta di Spada percepisco il “sentimento del ferro”: se sono forte mi faccio spazio sferrando una punta al volto dell’avversario; se sono debole, cedo alla sua forza e sferro un fendente roverso alla testa per l’altro lato.
– A Mezza Spada è il risultato di quando uno dei due contendenti ha avanzato per sferrare un attacco e l’altro è rimasto sul posto a parare. Quando le spade si vanno ad incrociare a questa distanza, queste si toccano sul medio della lama.
Contro un fendente sferrato dall’avversario è possibile tentare di ribattere il suo attacco per rispondere di taglio, oppure se l’azione non è riuscita è necessario afferrargli la lama, il gomito oppure avanzando per colpirlo all’inguine con un calcio. Se l’avversario sferra un fendente potente e scoordinato, è possibile parare cedendo in direzione del suo attacco, mentre se il fendente è diretto alla gamba avanzata è possibile sottrarla colpendolo allo stesso tempo alla testa. Altrimenti se attacca con una punta, è possibile chiudere la linea con una punta in tempo oppure con un fendente per battergli l’arma a terra calpestandogliela se necessario. Infine se decide di non attaccare, è possibile compiere una finta di mezzano mandritto per colpire di mezzano roverso però impugnando l’arma per metà della lama.
Il Gioco Stretto riguarda unicamente quelle azioni che nascono da legamento e che sono influenzate dalla strettissima distanza che intercorre tra i due combattenti. All’interno del Gioco Stretto avvengono le seguenti azioni:
– A Tutta Spada è il risultato di quando entrambi i contendenti sono avanzati allo stesso tempo per sferrare un attacco, oppure quando uno dei due da Mezza Spada, essendo rimasto sul posto per parare, sceglie di avvicinarsi ancora di più all’avversario. Quando le spade si vanno ad incrociare a questa distanza, queste si toccano sul forte della lama, ed è necessario usare il corpo a corpo o le altre parti della spada che non sia la lama per sovrastare
l’avversario. Che sia avvenuto contro un fendente mandritto o roverso è possibile tentare di bloccarlo per
l’impugnatura, il pomo o la lama; oppure colpirlo di pomo al volto, attorcigliare il proprio braccio attorno alla sua lama, altrimenti scaraventarlo a terra oppure disarmarlo.
La Spadona Bresciana
“Anchora yo Fiore diseva a’ miei scolari che debean combatter in sbarra che lo combatter in sbarra è asay di menore periculo che a combatter cum spade di taglio e di punta in zuparello d’armare po’ che chului che zuoga a spade taglienti una sola coverta che falla in quello colpo gli dà la morte.”
Nel Mastio Visconteo del Castello di Brescia si trova il Museo delle Armi “Luigi Marzoli”, inaugurato nel 1988 su allestimento di Carlo Scarpa nell’intento di ospitare una delle più ricche raccolte europee di armature e armi antiche. Armi bianche, armi da fuoco e armature che da un lato raccontano la lunghissima tradizione bresciana nella produzione armiera, e dall’altro ricostruiscono in un percorso espositivo di ben 580 pezzi (parte dei complessivi 1090 pezzi del lascito disposto dall’industriale Luigi Marzoli) la storia che è insieme bellica e artistica racchiusa negli oggetti d’armeria, in particolare di area milanese e bresciana.
Tra le innumerevoli armi bianche ed armature complete o parziali, è esposta nella teca della vetrina 7 una rinomata spada identificata come “da una mano e mezza” la cui datazione si aggira intorno gli inizi del XV secolo.
Questa spada a livello costruttivo presenta alcune peculiarità, quali il lupo di Passau a marchiare la lama e una sezione a losanga lievemente lenticolare, sgusciata nel primo terzo della lama capace di infierire mortali colpi di punta. Sulla sezione di questa lama ci sono parecchie controversie, essendo stata possibilmente rimaneggiata, ripulita, riaffilata e così via.
Nonostante ciò il reperto museale presenta variegate micro fenditure presenti tra il forte e il medio della lama, alcune tra l’altro anche sull’elsa, confermando quindi il medesimo utilizzo strategico mostrato nel manoscritto di Fiore dei Liberi. Chi ha avuto la fortuna di impugnarla la descrive di una solidità e maneggevolezza eccezionali quanto basta in mani esperte, come quelle di un uomo d’armi vissuto ai tempi di Fiore dei Liberi, per amputare di netto un braccio con un deciso colpo di taglio.
Quelle che seguono sono le statistiche di misure e di peso della spada originale presente nel Museo delle Armi “Luigi Marzoli” di Brescia:
Lunghezza totale: 1153 mm.
Lunghezza della lama: 897 mm.
Larghezza della lama (alla base): 5608 mm.
Bilanciamento: 790 mm dalla guardia.
Peso complessivo: 1456 gr.
L’amico bresciano Moreno dei Ricci, anch’egli autore di articoli per Zhistorica, mi informa in modo del tutto ufficioso come nelle vecchie ricerche oplologiche il punzone sulla lama raffigurante il lupo stilizzato sia stato finora associato agli armaioli di Passau (cioè l’attuale Passavia, Baviera) ma che in realtà potrebbe essere di area bellunese. Attendiamo con ansia la conclusione di queste ricerche che potrebbero gettare luce sulla vera origine di questa spada.
Con questo terzo ed ultimo saggio si conclude il ciclo di articoli introduttivi sulla Scherma Storica. Il mio intento è stato sin dagli inizi quello di avvicinare tutti coloro che pur non praticando le HEMA sono in qualche modo appassionati ad argomenti vicini alla nostra disciplina, il che ha reso Zhistorica il perfetto canale divulgativo per tale scopo. Non devo di certo dirlo io come le HEMA crescono anno dopo anno ad un ritmo esponenziale.
Credo fortemente in questa disciplina come credo fortemente nei principi formativi dello sport, i cui valori positivi possono essere un faro in tempi burrascosi. Avrei potuto parlare di tante altre armi, e mi scuso per questo se ho disatteso gli interessi di molti, ma non ho potuto fare a meno di trattare la Spada a due mani in quanto la considero l’arma che – meglio di tutte – incarna i valori più elevati dell’animo umano.
Un sentito ringraziamento Eleonora Rebecchi, Gianluca Zanini, Moreno dei Ricci e Graziano Galvani per le preziose informazioni sulla Spadona Bresciana.
Caro Conti!
innanzitutto un grande ringraziamento per la citazione, non vi era bisogno, ma ne sono lieto.
poi, complimenti per l’articolo, bello, preciso, appassionante seppur “breve” per le tonnellate di notizie ed informazioni che avresti potuto e voluto scrivere!
spero in altri come questo e magari con qualche collaborazione!
grazie!
Certo amico mio