Cina e Islam, una storia iniziata più di tredici secoli fa e che continua tuttora. Uno dei primi scontri ebbe luogo nel 751, nei pressi del fiume Talas.
Uno dei fatti d’arme più incredibili della storia ebbe come protagonisti Cina e Islam proprio mentre l’Europa e l’Impero d’Oriente erano stretti nella morsa delle armate dei successori di Maometto. Ora, sembra difficile crederlo, ma c’era una forza militare ancora più devastante di quella araba. A metà dell’VIII secolo, proveniente dalle lontane lande dell’est, un contingente dell’esercito cinese raggiunse l’Asia Centrale.
La dinastia Tang governava una popolazione di 50 milioni di persone ed era impegnata in una dura lotta con i tibetani. Attorno al 650 era morto il primo re del Tibet, Songtsan Gampo, e già venti anni dopo i tibetani avevano preso possesso di una regione fondamentale per i traffici commerciali con l’Asia centrale: il Tarim Basin. Nei decenni successivi, la Cina riuscì ad ottenere diversi successi militari, riprendendo definitivamente il territorio nel 692. Inoltre, strinse alleanze con tutti i regni vicini al Tibet, in modo da circondarlo di nemici. Così, a circa cento anni circa dalla morte di Songtsan Gampo, la situazione dell’Impero tibetano era diventata disastrosa. La dinastia Tang gli aveva strappato buona parte dei suoi territori e l’Impero sembrava destinato a crollare per mano del generale Gao Xianzhi.
Fu proprio lui, Gao Xianzhi, governatore militare di Anxi e supergenerale, a fronteggiare gli arabi. I suoi 30.000 uomini dovevano intervenire a favore degli amministratori del Ferghana, in conflitto da tempo con i vicini musulmani. Questa regione era fondamentale per raggiungere il Tarim Basin e, di conseguenza, per ottenere un controllo totale sulla porzione centroasiatica della Via della Seta. I buoni arabi però non rimasero con le mani in mano, tanto che decisero di chiamare in aiuto Ziyad bin Salih, il governatore di Samarcanda scelto dagli Umayadi. Questi giunse nei pressi della città di Atlakh con un esercito molto numeroso, forse composto da oltre 50.000 uomini. Risulta difficile indicare un numero preciso, anche perché le fonti dell’epoca parlano di 200.000 guerrieri arabi.
Grazie al Manuale di Guerra di Li Jing (che riporta dei precetti molto simili a quelli contenuti nello Strategikon di Maurizio), conosciamo abbastanza bene la composizione dell’esercito Tang. Secondo la traduzione del manuale fatta da uno studioso:
A typical Tang army consisted of 20,000 men, of which 14,000 were combat troops and the other 6,000 were logistics personnel protecting the supplies. The 14,000 combat troops were divided into 280 companies/platoons (dui 队) of 50 men. 80 of these companies (4,000 men) were cavalry, and 200 (10,000 men) were infantry.
The 20,000 troops were also divided into 7 regiments (jun) taking different positions in the formation:
A Centre (zhongjun 中军) of 4,000 men, of which 2,800 men (56 companies) are combat troops. 400 crossbowmen, 400 bowmen, 1,000 cavalry, 500 Tiaodang and 500 Qibing.
A Left Flank Scouts (zuo yuhou 左虞侯) regiment and Right Flank Scouts (you yuhou 右虞侯) regiment, each with 2,800 men of which 1,900 are combat troops (38 companies – the text mistakenly records this as 39). Each 300 crossbowmen, 300 bowmen, 500 cavalry, 400 Tiaodang and 400 Qibing.
Two Left Flank (zuo xiang 左厢) regiments and two Right Flank (you xiang 右厢) regiments, each with 2,600 men of which 1,850 are combat troops (37 companies). Each 250 crossbowmen, 300 bowmen, 500 cavalry, 400 Tiaodang and 400 Qibing.
Oltre alla massiccia presenza di arcieri e balestrieri, il dato più interessante riguarda sicuramente il rapporto di quasi 1:2 fra guerrieri e uomini del supporto logistico (questi ultimi vengono spesso dimenticati in libri e film). Nel caso della Battaglia del Talas però, dobbiamo contare che gli effettivi cinesi erano solo 10.000, mentre i mercenari Karluks raggiungevano le 20.000 unità.
Ciò non deve meravigliare. Come i Romani, anche i Cinesi utilizzarono sempre ausiliari e mercenari (in numero maggiore o minore a seconda dl periodo storico). In particolare, la dinastia Tang mise progressivamente da parte il Sistema Fubing, sostituendolo progressivamente con forze stanziali dislocate lungo i confini (metodo utilizzato dai romani sul limes reno-danubiano) di dimensioni sempre maggiori, tanto che, attorno al 750, i Tang pagavano un salario regolare a mezzo milione di soldati professionisti.
Com’era prevedibile, durante la Battaglia del Talas (che si protrasse per cinque giorni) i mercenari Karluks decisero di passare dalla parte degli arabi, attaccando i cinesi alle spalle. Fu una carneficina, ma il generale Gao Xhianzhi riuscì a portare in salvo circa 2000 uomini.
Sia gli Osprey che i volumi di storia militare cinese da me consultati non dicono nulla sull’armamento dei soldati schierati sul campo, ma si può desumere con buona approssimazione che le milizie cinesi purosangue fossero armate più o meno secondo le disposizioni contenute nel manuale sopra menzionato, mentre alleati (e traditori) turchi facessero degli arcieri a cavallo il loro punto di forza. Non mi sorprenderebbe neanche sapere che gli stessi effettivi arabi fossero in gran parte composti dalla classica cavalleria leggera dell’asia centrale.
L’unica descrizione della Battaglia del Talas che sono riuscito a reperire è quella fatta in un numero della rivista “Saudi Aramco World” del 1964:
Per cinque giorni si scontrarono sulle rive del Talas tra assalti, ritirate e contrattacchi. La grandine di frecce e giavellotti cinesi mise in ginocchio i grandi cavalli arabi; i cavalieri, rimasti a piedi, abbandonarono gli archi e passarono alle spade. Le due fanterie, così vicine da rendere impossibile anche l’uso delle balestre, si fronteggiarono all’arma bianca (spade, daghe e mazze). Nel mezzo della battaglia piombarono anche i soldati arabi sui cammelli – sbattendo grossi piatti di metallo che spaventavano la cavalleria cinese […]
LE CONSEGUENZE DELLO SCONTRO: DUE PARERI |
Quanto alle conseguenze della battaglia, il sinologo L. Carrington Goodrich parla di “one of the decisive battles of history” mentre Barthold, grande esperto di Russia orientale e Asia centrale musulmana sostiene che Talas “…determined the question which of the two civilizations, the Chinese or the Muslim, should predominate in the land (of Turkestan).” |
La Battaglia di Talas non pregiudicò neanche i rapporti diplomatici fra Cina e Islam, visto che proprio attorno al 750 la dinastia Abbaside soppiantò quella Umayade, e già nel 758 mandò una delegazione carica di doni per onorare l’imperatore Tang.
Lasciando da parte le conseguenze politiche, bisogna evidenziare che proprio grazie al contatto avvenuto a Talas fra Cina e Islam, iniziò a diffondersi nelle terre arabe la produzione di carta, i cui segreti furono svelati dai cinesi prigionieri.
Sempre sullo stesso numero della rivista rivista “Saudi Aramco World” si parla di un’altra conseguenza tra Cina e Islam:
La storia non finisce qui. Tra i prigionieri che Zayid riportata a Samarcanda ci sono diversi uomini abili in un’arte che in Cina viene praticata da sei secoli: la manifattura della carta. Samarcanda ha a disposizione una grande abbondanza d’acqua, lino e canapa, e non ci vuole molto prima che gli artigiani cinesi inizino a lavorare nella prima “fabbrica” di carta a ovest della Muraglia cinese. Da Samarcanda, la loro arte e i loro prodotti si diffondono a occidente, soppiantanto progressivamente il papiro e la pergamena. Nel 1389, una sessantina di anni prima dell’invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg, a Norimberga apre i battenti la prima cartiera di Germania.
Diversi prigionieri cinesi, catturati proprio nel corso della Battaglia del Talas, conoscevano quindi i processi necessari alla manifattura della carta, conosciuta in Cina da seicento anni. Fu proprio a Samarcanda che gli artigiani cinesi misero in piedi le prime manifatture al di fuori dei confini imperiali. Come recita la fonte qui sopra, la prima bottega della carta in terra tedesca data al 1389, in quel di Norimberga.
Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta il 28 Maggio 2011.
Bibliografia: |
- HOBERMAN B., The Battle of Talas, Saudi Aramco World, Sept/Oct(1982), 26-31;
- BIRAN M., Khitan Migrations in Inner Asia, Central Eurasian Studies, 3 (2012), 85-108;
- BLOOM J., Paper Before Print: The History and Impact of Paper in the Islamic World, Yale University Press, 2001;
- SINOR D., The Cambridge History of Early Inner Asia (Volume 1), Cambridge University Press, 1990;
- MILLWAR J.A., Eurasian Crossroads: A History of Xinjiang, Columbia University Press, 2007.
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Bell’articolo. Zwe, quindi anche l’impero cinese ha avuto dei nemici giurati come per Roma Parti e Germani? Se sì, quali (oltre ai mongoli)?
Bell’articolo. Mi potresti dire dove reperire gli scritti di Li Jing? Su Library.nu non sembrano averceli e su Amazon non ho trovato nulla di soddisfacente.
l’impero cinese era pieno di nemici! Oltretutto non è neppure sempre stato cinese. Fra le dinastie che hanno preceduto gli Yuan mongoli ce ne sono state di tibetane, manchu, ce n’è pure stata una il cui popolo d’origine è stato completamente spazzato via (Xi Xia), e non si contano i dissidi interni e le guerre civili. Capita, quando hai un impero così spropositato.
Quando arrivò Gengis Khan, la dinastia Jin (che governava tutta la Cina a nord del Fiume Giallo) erano già una dinastia mongolica.
Per quel copo che so della storia cinese, i cinesi hanno l’abitudine di perdere ignomignosamente le guerre, farsi mangiare da qualche straniero e CINESIZZARE lo straniero al punto che alla terza generazione sono indistinguibili dai loro predecessori. Per quel che ho letto finora, più la dinastia si cinesizza, più si indebolisce 😐
L’impression è che il peggior nemico dei cinesi fossero in primis i cinesi 😀 (ma fose questa è una caratteristica abbastanza diffusa nel mondo).
Tenger“Quando arrivò Gengis Khan, la dinastia Jin (che governava tutta la Cina a nord del Fiume Giallo) erano già una dinastia mongolica.”
i Jin credo fossero manciuriani, non è la stessa cosa.
non disprezzare i cinesi, Tenger my luv, il M° Ueshiba ha tradotto in giapponese il baguazhang (peggiorandolo) 🙂
Non li disprezzo affatto, ma a parer mio vanno presi a piccole dosi ^_^
I Jin mi pare fossero Jurceti (o come minchia si scrive), se non ricordo male, non molto diversi dai mongoli. Potrei sbagliare, su l’Asia continentale ho solo una pallida infarinatura, temo :aie:
LOL.
@Dunselly:
Beh, la dinastia Omayyade era prettamente araba, discendeva da un potente clan mercantile della Mecca. Per quanto ne so (non molto), nella prima metà dell’VIII secolo l’esercito era ancora prevalentemente arabo (l’organizzazione politica non aveva ancora perso del tutto il suo carattere tribale), anche se naturalmente vi affluivano anche contingenti delle popolazioni sottomesse (es. i berberi nel Nordafrica, che poi vennero anche massicciamente impiegati per l’invasione della Spagna).
E’ solo sotto la dinastia Abbaside che l’etnia araba perde gradualmente la supremazia nell’Impero (grazie soprattutto alla politica imperiale, di indebolire le potenti tribù arabe con frotte di uomini nuovi), fino a che nel XI secolo il potere si accentra nelle mani dei Turchi.
Ah, questa è una boccata d’aria fresca. Nonchè uno scenario perfetto per un’ucronia con i contro c*zzi. Devo ammettere la mia ignoranza su questo tipo di scenario, c’è da lavorare parecchio.
Domanda: dal punto di vista logistico com’era gestito l’esercito cinese?
Strutture decentrate sparse per il territorio, centri che tenevano sotto controllo intere regioni o cosa?
Sul Manuale di Guerra ti illuminerà Zwei, per quanto riguarda il ‘Questions and Replies between Tang Taizong and Li Weigong’, altro scritto menzionato nel link biografico su Li Jing (ma la cui attribuzione a lui è oggi assai dubbia), essendo considerato uno dei sette principali trattati militari cinesi lo trovi incluso nella raccolta ‘The Seven Military Classics Of Ancient China ‘ a cura di Ralph D. Sawyer.
Su Amazon et similia è relativamente facile da trovare.
Grazie mille 🙂
Tapiro ” la dinastia Omayyade era prettamente araba”
ok, grazie. Non ho molta dimestichezza mondo arabo e mussulmano.
@tenger
del Manuale ho trovato online solo alcuni estratti e comparazioni con i manuali bizantini, quindi attendo insieme a te che qualcuno trovi la versione completa
@angelo
l’esercito cinese ha una storia millenaria che conosco in maniera solo superficiale (ma sto studicchiando). Nell’articolo ho accennato il passaggio dal sistema fu-bing a quello delle grandi formazioni permamenti e professionali, ma ce ne furono diversi altri. Forse dedicherò degli articoli ad alcune della armi cinesi, che sono davvero molto interessanti. Se ti interessa l’argomento, ti consiglio di cercare fra gli Osprey dedicati all’argomento (saranno 5 o 6), che puoi scaricare free da library.nu.
Magari la balestra a ripetizione?
http://it.wikipedia.org/wiki/Balestra_a_ripetizione
Tra l’altro, leggevo su wiki (che, lo so, non è sempre fonte attendibile) che essa sarebbe stata inventata addirittura nel IV sec ac. Se è così, mi chiedo, come mai non è mai riuscita ad arrivare in occidente? Cioè, ai romani non avrebbe forse fatto comodo?
Zwei “dedicherò degli articoli ad alcune della armi cinesi, che sono davvero molto interessanti”
benissimo, è una delle mie passioni. :8
Dagored “Se è così, mi chiedo, come mai non è mai riuscita ad arrivare in occidente?
perchè c’era mezzo mondo di distanza, agli sconosciuti si vende la seta non le armi potrebbero usarle contro di te (specialmente quella a ripetizione) 😀
“Cioè, ai romani non avrebbe forse fatto comodo?”
esistevano balestre portatili tra gli alessandrini, non ricordo il nome ma avevano un calcio a forma di U da appoggiare sulla pancia, ma forse vaneggio, prova wiki.
Certo che gli avrebbe fatto comodo la balestra medievale magari per gli ausiliari. Vabbè sarà per un altra linea temporale
Per quel che ne so la balestra a ripetizione (mi pare sia stata attribuita a Zhuge Liang in persona) è stata usata molto poco. Non me ne intendo, ma a occhio mi sa che la potenza di tiro non doveva essere un granché.
Piuttosto io vorrei saperne di più sulle “lance di fuoco” e le “bombe” usate dai Jin e dai Song: pare che fossero le uniche capaci di far paura all’Orda.
se è arrivata la seta e la giada dici che in 7 secoli non gli arrivava uno straccio di arnese in legno?
grande zwei! approfondisci tu che io parassito come una zecca
comunque per le armi tra cina e india ci sono una caterva di armi bizzarre e figose, roba da spazzare via tutte quelle cagate demential fantasì
@Zwe: grazie dell’articolo. E’ molto interessante. Francamente sarà anche vero che non è un’arma particolarmente precisa (ne tantomeno è stata progettata per esserlo), però, miseriaccia, un colpo al secondo non è per nulla male come cadenza, considerato che il Carcano ne sparava (non vorrei dire una castroneria) uno ogni 4 secondi.
Sia chiaro, parlo solo di cadenza. Non voglio paragonare in toto quell’attrezzo con un moderno fucile.
Per quello che ho potuto studiare finora, gli europei facevano armi poco fantasiose ma molto efficaci (mentre gli orientali hanno una certa tendenza al complicare le cose semplici), quindi in genere le armi non sono una merce molto ricercata sulla Via della Seta. Erano già ben riforniti.
Dagored“se è arrivata la seta e la giada dici che in 7 secoli non gli arrivava uno straccio di arnese in legno?”
non è da escludere che sia accaduto in epoca alessandrina. I cinesi non avevano solo quella a ripetizione, usavano anche le normali balestre.
Gli occidentali preferivano balestre pesanti da assedio et similia, i cinesi le usavano portatili anche per contrastare l’arco composito.
probabilmente quello che ha reso la balestra a mano realmente determinante in occidente è stato l’acciaio. Argomento interessante, proviamo ad approfondirlo
Tanger “mi pare sia stata attribuita a Zhuge Liang in persona”
al massimo l’ha perfezionata un po’.
“Piuttosto io vorrei saperne di più sulle “lance di fuoco” e le “bombe” usate dai Jin e dai Song: pare che fossero le uniche capaci di far paura all’Orda”
da quando ho visto un documentario sui razzi indiani dotati di lama di sciabola che ricadendo a terra falciavano i poveri inglesi non mi stupisco più di niente. Solo i cinesi potevano inventarsi i lanciarazzi, come fai tu a preferire i giapponi ? 🙂 🙂 🙂
Gli ha funzionato benisssimo 🙂
Non li hanno fatti a pezzi abbastanza. Molto impressionante, la pioggia di spade, ma una tripla fila di moschettieri avrebbe fatto molta più ciccia.
Perché i giapponesi mica si sono fatti schiavizzare da una banda di pecorai neolitici 🙂 (vabbé che erano raccomandati. Come diceva un vecchio detto nautico: controvento si può andare, controculo no).
Le lance di fuoco comunque erano una specie di lanciafiamme. Mi sa che, da bravo trabiccolo cinese, faceva tanta scena e poco danno, ma era impressionante.
Per la balestra: la cadenza è cosa buona, ma devi anche susacchiare l’armatura del nemico, altrimenti invece di metterlo calmo lo fai incazzare ancora di più 😀
Tengermyluv“Gli ha funzionato benisssimo”
LOL, semplifichi qualche migliaio di anni di storia, come dire che le legioni romane non funzionavano perchè ad un certo punto i barbari le hanno sconfitte :o:
“Perché i giapponesi mica si sono fatti schiavizzare da una banda di pecorai neolitici”
questa davvero non l’ho capita :aie: forse intendi gli Ainu?
“la cadenza è cosa buona, ma devi anche susacchiare l’armatura del nemico, altrimenti invece di metterlo calmo lo fai incazzare ancora di più”
Se ti riferisci al Chu ko nu / Dokyu era quello il problema principale contro avversari ben protetti, meno male che i cavalli di solito non lo erano.
besos
No, facevo della facile ironia 😛
Comunque mi pare che l’arco composito sia una delle invenzioni migliori nel campo.
No, intendevo i mongoli (sempre facile ironia). Gli ainu erano cacciatori-raccoglitori.
Vero, ma di solito si cerca di tirare al cavaliere più che al cavallo.
(Non vorrei dire cazzate, ma mi pare che sia i cinesi che i mongoli mettessero ai cavalli delle protezioni, almeno di cuoio. Ma, come ho detto, non ho ancora approfondito a dovere la storia continentale: potrei sbagliare).
Crepa.
Questa è a dir poco magistrale! Da antologia ^^
Marò quanto mi ha fatto ridere 🙂
Detto questo, fottesega dei cinonippokoreani…io voglio quialcosa sulla megabattagliozza (1565 se non ricordo male) tra gli islamici e gli indiani, quella con cannoni, elefanti e una marea di soldataglia! ^^
Si chiamavano gastraphetes, proprio in virtù del loro caricamento 😉
@Frundberg
Talikota…http://en.wikipedia.org/wiki/Battle_of_Talikota
Comunque ottimo articolo, mi piacciono queste battaglie poco conosciute, specie tra popoli che non si è soliti immaginare come avversari…
Sarà il mio recondito spirito Wargamer che esulta…
La battaglia di Talikota è un vecchio progetto, ma prima dovrò scrivere l’ultimo capitolo della guerra Ospitalieri vs Islam, sempre del 1565.
Zwei
che tu sappia si trova in pdf lo Strategikon?
Grazie alla mia rinomata
ignoranzadiversa conoscenza della zona, del periodo, ecc., non posso dire molto; quindi, bell’articolo, un pezzo di Storia ignorata che guadagna un po’ di visibilità.Refusi:
• cinese taggiunse.
• la China riuscí.
• leggera dell’asia centrale (“asia” minuscolo).
EWWIWA!!! :love: :8 :love:
Terra Nova
Domanda da cretino:
mi sono sempre chiesto come funzionasse l’approvvigionamento dell’esercito.
Come è possibile riuscire a mantenere 20 o 50 mila soldati durante una campagna militare? Cosa mangiano? Dove la trovano la roba?
Ho visto anche che molti generali romani, ad esempio, ad un certo punto pagavano una parte dell’esercito di tasca propria. Quanto poteva costare mantenere un esercito, in rapporto a oggi?
Beh, i soldati spesso e volentieri si procuravano il cibo saccheggiando le campagne…
Non era nemmeno raro che delle città, per evitarsi il saccheggio (se niemiche), o semplicemente per regio decreto (se amiche) svuotassero i propri magazzini per rifornire questa o quella armata di passaggio…
Infattii il passaggio di un’armata, sia amica che nemica, era quasi sempre considerata una sciagura dai contadini che la subivano.
“Hence a wise general makes a point of foraging
on the enemy. One cartload of the enemy’s provisions
is equivalent to twenty of one’s own, and likewise
a single picul of his provender is equivalent to twenty
from one’s own store” Sunzi
@dunseny:
Ti rispondo io, lo puoi trovare qui in italiano con tanto di prefazione.
era ora che si facesse qualche articolo di militaria dopo tutta la diarrea a spruzzo sul fantatrash, sinceramente mi stava colando via il cervello dagli orifizi, anche quelli più in basso.
@Null
Bel colpo, me l’ero perso. 😀
Null “Ti rispondo io”
ma…pure in italiano!!!! :love:
graziegraziegraziegraziegraziegraziegraziegraziegraziegraziegraziegraziegraziegraziegraziegraziegraziegraziegraziegraziegraziegrazie
Zwei
le parti che hai citato sulla composizione dell’esercito T’ang menzionano truppe Tiaodang e Qibing, ma manca una spiegazione sulle loro caratteristiche. :((
non ne sono ultrasicuro ma dovrebbero essere :
Tiaodang: fanteria d’assalto, ingaggiavano per primi il nemico. L’elite.
Qibing: cavalleria d’elite, svolgevano missioni speciali.
sono TOTALMENTE ignorante su questo argomento… qualcuno può consigliarmi del materiale da spulciare? (ita o eng è indifferente)
ottimo articolo Zwei 🙂
Mi ero praticamente scordato di aver scritto questo post. Sto invecchiando malissimo.
Zwei attiri bot da molto lontano…
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