Pur dovendo sottostare alle esigenze di stringatezza del web, la serie su Israele Attraverso le Pagine dell’Unità (abbiamo trattato il 1946 e il 1947) ha ricevuto ampi consensi e feroci critiche, queste ultime piovute da chi non riesce ad accettare che l’Unità e tutti i comunisti italiani fossero schierati in modo compatto al fianco di Israele, almeno fino all’arrivo del diktat sovietico dovuto all’avvicinamento degli USA a Israele: Israele è amico dei capitalisti/imperialisti ed è esso stesso una potenza coloniale.
Nei precedenti articoli, penso di aver dimostrato come gli israeliani fossero tutt’altro che colonialisti. La loro battaglia, prima contro l’imperialismo inglese, che aveva tradito le promesse fatte, e poi contro le orde arabe provenienti dagli stati limitrofi, fu infatti supportata appieno (e soprattuto) dall’Unione Sovietica e da tutti gli stati liberi del mondo.
Il 1948, l’anno della Guerra d’Indipendenza, è molto complesso e la sua trattazione attraverso le pagine de l’Unità potrebbe essere difficoltosa, ma è un tentativo che va fatto nel nome di una verità storica troppo spesso taciuta.
Visto che ho scritto diversi documenti sulla questione, vogliate perdonarmi se troverete “ritagli” provenienti da altri articoli.
Proprio nelle prime, frenetiche settimane del 1948, il nascituro Israele si trovava nell’imminenza di dover affrontare le forze militari congiunte di quasi tutti i paesi confinanti. Si potrebbe parlare a lungo degli eventi prodromici alla Guerra del 1948 e delle varie fasi che l’hanno caratterizzata, quindi spero vorrete perdonarmi per il veloce inquadramento storico che propongo qui di seguito.
Siamo alla fine del Periodo Mandatario; il Regno Unito si prepara a lasciare la Palestina ben sapendo che gli Arabi autoctoni, supportati da quelli degli stati confinanti, attaccheranno immediatamente gli Ebrei con l’obiettivo dichiarato di sterminarli. In realtà, gli Inglesi non solo sanno, ma appoggiano fattivamente gli Arabi in diversi modi, non ultimo quello di permettere loro di tenere le armi mentre le confiscavano agli Ebrei.
Ovviamente, questi ultimi non hanno alcuna intenzione di recitare la parte della vittima sacrificale. Molti di loro sono scampati ai campi di concentramento, altri sono in Palestina da secoli, altri ancora hanno contribuito a renderla un territorio florido a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Gli Ebrei si difenderanno, combatteranno e attaccheranno come hanno sempre fatto, con alterne fortune, quasi tutti i popoli del mondo.
Dal Dicembre 1947 al Gennaio 1948 la campagna Araba si svolse sotto la forma di attività sporadiche di guerriglia analoghe a quelle degli scontri del 1936-1939. Ci furono attacchi lampo nei confronti di colonie e quartieri Ebraici isolati, e anche verso convogli Ebraici. Ci furono anche saccheggi ed incendi di proprietà Ebraiche, negozi e magazzini situati nei quartieri Arabi. Questa fase fu portata avanti esclusivamente dagli Arabi Palestinesi, sebbene parte delle risorse economiche e degli equipaggiamenti militari provenissero dai vicini paesi Arabi. Anche la popolazione Araba diede rifugio, armi e cibo ai combattenti. Gradualmente, lo scontro crebbe in termini di obbiettivi ed intensità.
Divenne pericoloso per qualsiasi Ebreo allontanarsi dalle aree Ebraiche. In tutto il paese gli attacchi ai trasporti Ebraici, ai villaggi e ai quartieri cittadini divennero all’ordine del giorno. La strada Gerusalemme-Tel Aviv, la zona di confine fra Jaffa e Tel Aviv, i settori Ebraici di Haifa e le colonie agricole nel Negev divennero gli obbiettivi principali. Il trasporto su strada Ebraico subì imboscate che provocarono gravi perdite in termini di vite umane.
L’accesso al Quartiere Ebraico della Città Vecchia di Gerusalemme, all’Università e all’Ospedale Hadassah sul Monte Scopus non erano più sicuri. Le sparatorie ai confini degli insediamenti Ebraici divennero continue e provocarono perdite pesanti. Ben presto lo scontro iniziò ad interessare anche la Valle di Jesreel ed i settori Ebraici di Galilea e nella Valle del Giordano. Nel giro di poche settimane tutto il paese di trovò in stato di guerra.
Le forze della guerriglia Araba mostrarono sin dall’inizio una crudeltà barbara e un completo disprezzo per le regole di guerra. Non prendevano prigionieri. Se un contingente Ebraico veniva circondato, la massacravano fino all’ultimo uomo. I feriti venivano fatti a pezzi e lasciati a morire sul campo di battaglia. I morti erano mutilati nei modi più ributtanti. Le fotografie dei corpi mutilati venivano stampate in appositi album e vendute per le strade di Gerusalemme.
In una intervista a Fawzi al-Qawuqji (comandante militare avversario del Gran Muftì ed ex-ufficiale dell’esercito nazista) del rappresentante del giornale parigino Le Monde, egli ammise chiaramente che gli Arabi non avevano nessuna considerazione per le regole di guerra:
Gli Ebrei non possono essere considerati una nazione come Americani o Cinesi; loro sono solo predoni cui non si applicano le regole di guerra.
(citato in “as-Sarih”, 16 Febbraio 1948).
Oltre ai due trafiletti de L’Unità riportati qui sopra, è importante leggere quanto scritto dallo stesso giornale dieci giorni dopo, il 24 febbraio (in prima pagina):
Il Governo Britannico… ha combattuto una guerra non dichiarata ma effettiva contro gli ebrei, col confiscare le loro armi mentre essi erano esposti agli attacchi arabi. Esso ha permesso che le truppe arabe, comandate dall’ex Mufti di Gerusalemme dal suo “esilio” in Egitto, assediassero la Città Vecchia di Gerusalemme, che istituissero blocchi sulle strade della Palestina e che assalissero i convogli di rifornimenti degli ebrei.
La seconda fase dell’attacco Arabo agli Ebrei iniziò nel Febbraio 1948, quando “l’Esercito Arabo di Liberazione” invase la Palestina da nord. Questa forza constava in buona parte di Arabi Palestinesi immigrati in Siria e Libano per ricevere l’addestramento militare. Inoltre, questo “Esercito di Liberazione” non avrebbe potuto operare nella vasta area fra il confine Libanese e Nablus, ove esercitava il controllo, senza la cooperazione attiva e il supporto della popolazione Araba. La guerriglia locale, comandata da ufficiali Siriani, attaccò costantemente gli insediamenti Ebraici in Galilea e nelle aree di Sharon e Gerusalemme, alcuni di questi attacchi assunsero la forma di vere e proprie operazioni militari in cui, per la prima volta, l’artiglieria venne usata contro gli Ebrei.
Dalla fine di Marzo all’inizio del Maggio 1948 – il 15 di questo mese fu proclamato lo Stato di Israele – si ebbe il momento più violento del combattimento su larga scala fra Arabi di Palestina ed Ebrei.
In questo sono inclusi lo scontro per l’autostrada di Gerusalemme (vedi anche “Battle for the Roads“), culminato nella conquista, da parte degli Ebrei, di Castel Hill (9 Aprile), le battaglie di Mishmar Haemek (7 Aprile) e Ramat Yohanan (12 Aprile), l’occupazione da parte delle forze Ebraiche di Tiberias (18 Aprile) e Haifa (22 Aprile).
Fu questa fase a segnare la fine dello sforzo bellico Arabo Palestinese ed a creare la situazione trovata dagli eserciti Arabi invasori. Entrando nel paese, queste forze non trovarono una cittadinanza Araba combattente, ma – con l’eccezione dei superstiti dell’“Esercito di Liberazione” – i resti sparpagliati di un gregge abbandonato. Il fatto che i leader civili e militari fossero stati i primi ad abbandonare la popolazione al suo destino giocò un ruolo fondamentale nella sconfitta Araba.
È bene soffermarci per qualche istante sulla questione di Haifa, occupata dagli Ebrei il 22 Aprile. La retorica araba e pro-palestinese ha costruito intorno a questo evento una leggenda smentita dagli effettivi eventi storici e dalle fonti, quella degli Arabi cacciati dalla città per opera dell’Haganà. La menzogna è presto smontata utilizzando altri estratti de L’Unità.
Dopo la conquista ebraica, “Haifa è calma”. Agli abitanti arabi sono garantiti i diritti di ogni altro cittadino, mentre a quelli entrati in città solo per combattere viene intimato di consegnare le armi e allontanarsi. Gli unici cui viene richiesto di consegnarsi all’Haganà sono i nazisti (penso alle SS bosniache) finiti a combattere nelle file degli arabi.
Un articolo del giorno successivo rende ancora più chiara la vicenda:
Sia l’Haganà che gli abitanti arabi di Haifa, raggiunta la tregua, non avevano alcun interesse a continuare le ostilità. Tuttavia, per il Supremo Comitato Arabo era fondamentale che gli arabi di palestina abbandonassero le zone controllate dagli ebrei. Le ragioni erano di carattere etico e, soprattutto, militare. Da un lato, il comando arabo non voleva che gli arabi comprendessero il potenziale della pacifica convivenza e della ricchezza portata dagli ebrei, dall’altro volevano campo libero nelle imminenze dell’attacco generale da parte delle forze dei paesi confinanti.
Il 25 aprile, l’Unità, pur impegnata nel terzo anniversario della Liberazione, dedica ancora ampio spazio alla vicenda di Haifa in quello che reputo l’articolo più importante ed esplicativo della vicenda:
Le autorità militari ebraiche tentarono quindi in tutti i modi di evitare l’esodo, trovando anche l’appoggio della popolazione. Leggiamo infatti che “molti hanno fatto ritorno alle loro abitazioni” e “si sono visti oggi elementi dei due popoli conversare insieme tranquillamente“, ma lo sgombero della città “è una battaglia politica” portata avanti direttamente dai comandanti arabi per le ragioni indicate in precedenza.
Le motivazioni dell’esodo di Haifa sono riportate, in piena concordanza con quanto scritto sulle pagine de L’Unità, anche da l’Economist di Londra, il 2 ottobre 1948. In questo caso, le parole sono quelle di un testimone oculare inglese rimasto ad Haifa durante il periodo della conquista ebraica:
Durante i giorni successivi le autorità Ebraiche, che erano ormai in completo controllo di Haifa (salvo limitati distretti ancora amministrati dalle truppe britanniche), hanno esortato tutti gli Arabi a rimanere presso Haifa e hanno garantito la loro protezione e sicurezza. Per quanto ne so, la maggior parte dei i civili britannici lì residenti, interpellati da amici amici arabi per un consiglio, avevano risposto a questi ultimi che sarebbe saggio rimanere. Tuttavia, dei 62.000 arabi che già vivevano in Haifa, non ne rimasero più di 5.000 o 6.000. Diversi fattori hanno influenzato la loro decisione di cercare la sicurezza nella fuga. C’è poco dubbio che il più potente di questi fattori furono gli annunci radiofonici del Supremo Comitato Arabo con i quali si esortavano tutti gli Arabi di Haifa ad abbandonare la città. La motivazione data per questa richiesta era che, dopo il ritiro definitivo degli inglesi, gli eserciti congiunti degli stati Arabi avrebbero invaso la Palestina e “gettato gli Ebrei in mare”, ed era stato detto in modo chiaro che gli Arabi rimasti ad Haifa sotto la protezione Ebraica sarebbero stati considerati come rinnegati.
Una testimonianza particolarmente rilevante perché proveniente da una parte, quella inglese, certamente più vicina alla parte araba che non a quella ebraica.
A tre settimane dalla presa di Haifa, Israele dichiara la sua indipendenza. E inizia una nuova fase della guerra.
Una domanda che spesso mi pongo, che probabilmente esula dal tema specifico dell’ articolo e questa: quanto ha contribuito la fretta con cui gli Stati Uniti, hanno voluto smantellare l’ ex Impero britannico e quello francese? Si veda L’ India, dove forse più che Ghandi o Ali jinnah, aveva ragione Churchill sull’ assetto futuro del subcontinente, oltre al medio oriente; oppure il Vietnam…
Ecco, non mi è mai capitato di trovare una sufficiente risposta a tutto ciò. ❓
Scusami Dino, penso di non aver ben capito: ti stai chiedendo quanto abbia influito l’intento USA di smantellare l’Impero Inglese sulla formazione di Israele?
Non sulla nascita di Israele, ma sul caos venuto dopo. io ritengo che la fine del mandato inglese, se fosse avvenuto nei tempi materialmente necessari, il futuro assetto, seppur problematico del medioriente e di israele stesso, sarebbe stato meno tumultuoso. Poi allargavo la considerazione, che si fa più generale e globale (anche la fretta con cui lord Mountbatten annunciò il ritiro dall’ India, incise, secondo me, sulla tragedia al confine India Pakistan. Non escludo comunque una separazione problematica anche nel caso, gli inglesi fossero andati via, per esempio, nel 50) sulla fretta americana di smantellare in men che non si dica gli imperi coloniali.
Essendo quello che propongo, un controfattuale, prendilo per quello che è: un controfattuale.
Sulla nascita di israele suppongo abbiano influito di più le armi cecoslovacche e la diplomazia sovietica, e sono d’ accordo sul senso dell’ articolo.
Solo tu e i tuoi accoliti potete davvero pensare che uno stato fondato da immigrati europei su terra abitata da arabi non sia uno stato coloniale. O meglio, tu sai benissimo che Israele è uno stato coloniale, ma devi fare la tua parte di hasbara. I tuoi accoliti invece, probabilmente ci credono davvero. D’altra parte stiamo parlando di ammiratori di Gordon e feccia simile…..quindi vale tutto 🙂
Peccato che gli Ebrei abbiamo una presenza continuativa nella zona che risale all’Età del Bronzo. Gli Arabi invece sono arrivati a devastare gli odierni Siria, Giordania, Libano e Israele solo nel 634 d.C., con le armate stile ISIS del Califfo ‘Omar.
Già. “Solo” 1400 anni fa. E’ ovvio che gli arabi in Palestina nel 1900 erano “invasori” e i polacchi gli indifeni 🙂
PErchè la gente se la prende con l’unica democrazia di tutta l’area?
Non ha senso O_o
Perchè trattasi di uno stato costruito a tavolino tramite accordi coloniali tra un banchiere e un ministro, espropriando la popolazione indigena delle proprie terre e destinato a ospitare cittadini europei estranei alla regione.
Anche se fosse, e non è, non vedo il problema, Israele è l’unica democrazia che garantisce diritti a tutti.
Gli arabi dove sono sono creano solo dittature oppressive.
Che a te non interessi non stento a crederlo. Interessa un po’ di più alle vittime dell’invasione degli europei e della pulizia etnica che li ha ridotti ad essere meno del 20% della popolazione, da essere la maggioranza. E interessa pure ai discendenti di queste vittime che ancora vivono sotto occupazione, nonchè a chi ha un briciolo di moralità.
Il tuo “argomento” è lo stesso che si usava per tutto il XIX e XX secolo per giustificare il colonialismo e qualsiasi porcheria degli europei contro i “popoli non civilizzati”. Non mi metterò certo a contestarlo visto che è già stato abbondantemente gettato nella pattumiera della storia da studiosi seri e storici veri.
“Gli arabi sove sono sono creano…” . Ah scusa, non mi ero accorto di parlare con un letterato nonchè profondo conoscitore della storia mediorientale e delle sue dinamiche. My bad 🙂
Usare un refuso per attaccare il tuo interlocutore? Siamo già a corto di argomenti? Che pena.
Ma del resto, qui il tuo stile lo conosciamo bene e abbiamo già aspettative molto basse.
Giusto per rinfrescarti la memoria:
“Guarda, estinguiti. Fai un favore all’umanità. Negazionista di merda.“
Perchè parli di genocidio?
La popolazione palestinese è in crescita nell’area.
Inoltre sono abbastanza sicuro che se Israele volesse, sarebbe tranquillamente in grado di sterminare tutta la popolazione palestinese.
Eppure non lo fa.
Se gli arabi avessero tale potenza di fuoco invece si tratterrebbero?
Non credo.
Erano maggioranza e dopo pochi anni erano minoranza e cittadini europei che erano minoranza diventarono maggioranza. Tale inversione demografica si verificò in seguito a massacri e deportazioni avvenute nel contesto di quella carneficina che i sionisti chiamano pomposamente “guerra di indipendenza”. In italiano: pulizia etnica.
Se i sionisti potessero impunemente deportare i palestinesi della Cisgiordania e annettersi il territorio lo avrebbero già fatto. Viste le difficoltà che una tale condotta comporterebbe con gli alleati, si è optato per una colonizzazione graduale, con la costruzione di colonie in posizioni strategiche tali da dividere fisicamente il territorio palestinese con la creazione di batunstan palestinesi. D’altra parte il regime sionista era un grandissimo amico del Sudafrica dell’apartheid, quindi non si capisce perchè non dovrebbe apprezzarne e copiarne le politiche “di sicurezza”.
Bravo Isma, vuoi un applauso? Noto che il tuo post pullula di argomentazioni! 🙂
Se fossi corretto riporteresti anche la frase che aveva scatenato quella mia reazione inconsulta.
Ma, appunto, come risposero gli spartani al messaggio persiano “se entro in Sparta la rado al suolo”: SE….
A me sembra che la guerra l’abbiano dichiarata gli arabi e abbiano perso.
Direi che era diritto degli israeliani difendersi.
Inoltre il conflitto arabo palestinese è forse quello a più bassa intensità della storia, in 50 anni saranno morti alcuni migliaia di palestinesi e di israeliani.
La pulizia etnica è un’altra cosa, molto peggiore.
Il fatto che altri israeliani siano emigrati in Israele e tutta l’area ne abbia avuto benefici è indubbio.
Inoltre Israele garantisce libertà di espressione, religione e orientamento sessuale, tutte cose che i palestinesi non fanno.
Sinceramente non capisca davvero come ci si possa schierare a favore degli arabi in questa situazione.
La guerra la scatenarono gli inglesi prima e i sionisti poi contro i palestinesi, togliendo loro una parte consistente delle terre per darle ad europei stranieri che non ne avevano alcun diritto, se non i “diritti coloniali” garantiti da un ministro inglese (gli inglesi) e dichiarando l’indipendenza senza l’accordo dei palestinesi (i sionisti europei) . Ma non vedo perchè i palestinesi dovessero accettare patti presi senza il loro accordo.
A te Israele piace perchè è un Paese europeo, fondato da europei. Ed essendo la civiltà europea più libera, democratica e avanzata tecnologicamente, lo è anche Israele. Ma questo non fa di un Paese coloniale un Paese legittimo. Di fatto Israele rimane uno stato illegittimo finchè non verrà accettato dalle persone sulle cui ceneri è nato.
Israele è esistito come Stato indipendente 4 volte nella Storia dall’Età del Bronzo fino ad oggi.
1) Regno di Israele e Regno di Giuda (930 a.C. – 586 a.C.)
2) Regno di Giudea (175 a.C. – 6 d.C.)
3) Governo ebraico di Gerusalemme (614 – 619 [634 – 638])
4) Stato d’Israele (1948 – oggi)
In tutti e quattro i casi lingua e religione più diffuse erano quelle ebraiche.
La Palestina ha preso vita come Stato semi-indipendente solo nel 1993, con gli accordi di Oslo. “Semi-indipendente” perché non ha né un’economia né l’ombra di un’organizzazione statale decente ed è governata non da due partiti politici diversi, ma da due fazioni armate che ogni tanto si fanno guerra tra loro.
Inutile fare paralleli con la “Pentapoli filistea” perché di filisteo i palestinesi attuali non hanno niente: diverso ceppo linguistico, diversa religione, culture non collegate.
Fenicio, fai gli stessi discorsi che fa l’ignorante destrorso medio, cambia solo la posizione. Invece di dire “gli arabi sono tutti terroristi incivili scopacammelli” dici “maledetti europei, sono il GanGro del BianeDa, invece i BoBoli indigeni sono tutti personcine encomiabili”. Fai un favore a te stesso, soffermati a ragionare sulla complessità di ogni situazione. L’atto di semplificare è la cosa che allontana in assoluto di più dalla verità dei fatti. Nessuno ti dice che devi baciare la bandiera d’Israele e buttare merda sui palestinesi, ci mancherebbe altro, ma i fatti sono fatti e vanno riconosciuti come tali. Non si scappa con stratagemmi dialettici puerili stile “Non c’è crisi perché i ristoranti sono pieni” [cit.]
Ma anch’io preferisco la cultura europea, ma ognuno a casa sua fa il cazzo che gli pare. Non dobbiamo proprio porci il problema dei popoli indigeni, se sono meglio o peggio di noi: sono a casa loro e tanto basta. E’ giusto attaccare gli europei perchè sono andati loro a casa d’altri a sterminare e rubare e non è una semplificazione, nè destrorsa e nè sinistrorsa, è la realtà pura e semplice. Il madhi è da preferire mille volte al criminale Gordon perchè lui non è andato in Inghilterra a sottomettere gli inglesi, ma è avvenuto il contrario. I palestinesi sono da difendere perchè sono stati invasi da stranieri con la complicità vergognosa della comunità internazionale. A loro non interessava nè interessa che 2000 anni fa ci sia stato un popolo abitane della Palestina che parlava la stessa lingua e praticavano la religione. E non interessava, nè interessa, la ceralacca sulla carta dell’Impero Britannico o dell’ambasciata di Londra che decreta l’indipendenza o meno della Palestina. I palestinesi vivevano a casa loro da secoli e quella era casa loro, che lo volesse o meno Londra; viceversa i sionisti venivano da fuori (a parte le poche migliaia di ebrei palestinesi) e questo ne faceva sranieri. E degli sranieri che voigliono prendersi casa tua in ialiano sono INVASORI, checchè ne dicano a Londra o New York. Questo dello “stato indipendente” è lo stesso argomento usato per giustificare i massacri degli americani. “Non sono veri sati” si diceva. E allora?
Ma è meraviglioso! Tutti i problemi di tutela dei diritti umani risolti in dieci secondi! Basta fregarsene perchè tanto sono a casa loro!
Nobel per la Pace subito!
Considerazioni smaglianti. Gli ebrei europei che arrivarono in Palestina dalla metà dell’Ottocento i poi erano “colonialisti” (e qui ci sarebbe da aprire una lunga parentesi sul termine “colonialismo” relativamente al sionismo e a Israele. Le differenze tra l’insediamento sionista e casi definitivamente stabiliti di colonialismo sono di primaria importanza. Quella principale è che l’insediamento sionista in Palestina non è stato né emanato né attivato negli interessi di uno stato al di fuori della Palestina. I sionisti hanno praticato la colonizzazione ma non nel contesto del colonialismo. La loro prassi era più simile all’immigrazione fin-de-siècle degli ebrei dall’Europa dell’Est all’Argentina e ivi alla fondazione di colonie agricole con il supporto filantropico del barone de Hirsch. Anche sotto una prospettiva economica c’era una differenza sostanziale con il colonialismo: tipicamente il movimento sionista ha investito in Palestina invece di trarre profitto dalle sue risorse). Detto questo, invece gli arabi di cui fino al VII secolo in Medioriente non c’era nemmeno l’ombra non sarebbero colonialisti ma abitanti autoctoni. Giusto? Mettiamoci d’accordo. Dopo quanto tempo un popolo invasore che soggioga o stermina una popolazione autoctona sottoponendola la proprio completo dominio culturale, economico e militare cessa di essere “colonialista”? Mi dai dei buoni parametri per stabilirlo? Gli ebrei venuti dall’Europa caucasica sarebbero colonialisti mentre gli arabi venuti dall’Arabia nel VII secolo non lo erano più in virtù del lungo periodo di tempo intercorso? Allora facciamo una bella cosa. “Decolonizziamo” globalmente, cosa ne dici? Cominciamo dagli Stati Uniti, dal Brasile, dall’Argentina, dalla Nuova Zelanda perchè lì il processo di colonizzazione è stato relativamente recente. Quello che invece ha colonizzato l’Islam dal VII secolo in poi lo lasciamo intonso, magari basandoci sul criterio del colore della pelle. I bianchi colonizzatori sono cattivi, mentre i colonizzatori neri vanno bene.
Visti i tuoi conclamati complessi di inferiorità che stanno uscendo fuori nell’altra discussione, no. Meglio di no. Potrebbero solo aggravare il tuo già precario equilibrio mentale.
I tuoi vaneggiamenti non hanno bisogno di controargomentazioni. Hai solo bisogno di qualcuno che ti stringa forte e che ti dica “Va tutto bene, Fenicio. Prima o poi passerà”
Come al solito hai un talento naturale per le figuracce.
Ti accontento subito: https://zweilawyer.com/2015/05/18/risposta-al-volumetto-come-asfaltare-chi-difende-israele-parte-1/
Un mio solo commento, peraltro rivolto ad un altro utente, scatenala tua…oh…come l’hai definita? Ah già: “reazione inconsulta”.
Tu sì che sei un fine letterato. E’ bellissimo come cerchi di trasformare delle offese gratuite in “reazioni” ad un presunto torto. Povero cucciolo.
Come già detto, è il tuo stile. E’ parte di te: sempre alla ricerca di giustificazioni per te stesso o per i tuoi beniamini terroristi tra i quali hai recentemente aggiunto anche l’eminentissimo Mahdi.
Ti saluto con un abbraccio, Fenicio. Ne hai davvero bisogno.
Non ricordo se era il madhi che era andato in Inghilterra sterminando un po’ di gente e assumendone il controllo come colonia del Sudan, o se viceversa gli inglesi governavano abusivamente col pugno di ferro il Sudan lontano migliaia di km da casa loro…..devo andare un attimo a controllare. 🙂 🙂
Non ricordo di cosa stavamo parlando…ah già.
Stile.
Sei sempre il solito. Quando le tue asserzioni vengono smentite a stretto giro ecco che cominci a cambiare argomento. “Nulla di nuovo sul fronte occidentale” verrebbe da dire.
.
P.S: “sterminare un po’ di gente e assumere il controllo di un territorio” non è terrorismo. Ennesimo fail…LOL
… Zwei, che sta succedendo con i commenti? Ce ne sono diversi in questo articolo (e uno sotto ‘Il Cannibalismo dei Makkarika’, ho dato una scorsa ad altri articoli recenti ma sembrano tutti a posto) con dei video su Vimeo ad attinenza zero; sono comparsi in un secondo momento, sostituendo dei caratteri numerici – si vede ancora il ‘dopo X anni’ o ‘nel X secolo’ con la X sostituita appunto dal video -. È un bug? Un attacco intenzionale?
Penso sia accaduto quello che hai detto. Appena posso sistemo.
in effetti, dicci quanto ti pagano, Zwei… così vedo se mi pagano di più per seminare scikimiki e morgellons…
Come se Stallone comprasse il Colosseo per farci un Planet Hollywood…
Leggo ora questo scritto. Molto interessante. Tutti gli intervenuti pero, mi sembra (non ho letto tutti gli interventi) che non abbiano menzionato un fatto che e’ stato sottotaciuto dalla propaganda antisionista per un secolo o piu’. La Palestina e’ stata per secoli un deserto semidisabitato e semi-spopolato. Un censimento dell’impero turco ottomano stimava il totale della popolazione in 175.000 arabi e 25.000 ebrei nel 1882. Cento anni dopo gli arabi cosiddetti “palestinesi” dicevano di essere circa 10 milioni. L’ italia ha triplicato la propria popolazione nei cento anni dal 1880 al 1980. Il rapporto tra 0.17 milioni e 10 milioni e’ di 1:60 circa, cioe’ i numeri direbbero che la popolazione araba “palestinese” sarebbe aumentata 60 volte tanto. E’ ovvio che un tale aumento non e’ dato da una popolazione “autoctona” MA DALLA MASSICCIA IMMIGRAZIONE ARABA IN PALESTINA NEGLI ANNI 1880-1948 AVVENUTA A CAUSA DELL’ IMMIGRAZIONE EBRAICA DALL’ AFRICA, ASIA, EUROPA ED AMERICA. GLI EBREI NON SONO EMIGRATI IN PALESTINA SOLO DALLA POLONIA. TUTT’ALTRO ! DEI 3 MILIONI DI EBREI POLACCHI NEL 1939 NE SONO RIMASTI VIVI NEL 1945 POCHISSIMI.
GLI ARABI SONO IMMIGRATI IN MASSA IN PALESTINA NEGLI ANNI 1880-1948 PERCHE’ GLI EBREI HANNO CREATO LI’ UN’ ECONOMIA FIORENTE CON INFRASTRUTTURE MODERNE ! QUINDI STA BALLA DEI COSIDDETTI PALESTINESI “AUTOCTONI” ANDREBBE CORRETTA !! LA STESSA COSA ACCADE OGGI IN ITALIA E FRANCIA – ISLAMICI IN CERCA DI LAVORO IMMIGRANO IN EUROPA E FRA CIRCA UN SECOLO DIRANNO CHE E’ TERRA ISLAMICA E CHE I FRANCESI OKKUPANO ILLEGALMENTE LA FRANCIA E L’ ITALIA CHE SAREBBE TERRA LORO, ANZI, TERRA “PALESTINESE”, E CHE PARIGI DOVRA’ ESSERE LA CAPITALE DELLO STATO ISLAMICO FRANCESE….
Ho letto con molto interesse gli articoli e anche la discussione che ne è seguita. Devo dire che mi fa pormi tante domande. Devo dire che da sempre mi sono considerato pro Palestina, più che altro perché da al meno 20 anni leggo su come Israele prevarica su una popolazione civile che chieder di avere un proprio stato. Gli articoli presentati mi hanno dato una nuova luce soprattutto sulla nascita dello stato di Israele, e l’andamento iniziale del conflitto. Mi sembra di vedere un’analogia con il presente. Migliaia se non milioni di profughi hanno bisogno di essere protetti in qualche modo. Oggi come ieri navi di profughi finite in fondo al mare, porti chiusi e confinamento. Andava senz’altro trovata una soluzione per loro che gli mettesse al sicuro. Io mi chiedo se però la creazione dello stato di Israele sia stata la cosa migliore, creare uno stato su un territorio di una nazione che non lo vuole può essere una buona idea? Cosa succederebbe se oggi si proponesse qualcosa di simile per i rifugiati siriani e africani che arrivano in Europa? Non chiedo in modo provocativo, ma perché gli Arabi palestinesi dovevano accettare questa decisione? Gli obbligava il diritto internazionale? Se si proponesse qualcosa di analogo oggi che ne so, alla Grecia, dovrebbe accettarlo?
Ishamel grandissimo lo hai asfaltato ma non demorde!!! ahhhahaha a