israele 1946

Israele Attraverso le Pagine de l’Unità: il 1946

Per sfatare molti luoghi comuni sugli ebrei “messi lì dagli inglesi” o sulla loro tendenza imperialista, proverò a raccontare la genesi dello Stato di Israele attraverso alcuni ritagli storici del quotidiano comunista “L’Unità”.

  ALTERARE LA VERITA’ STORICA

Uno dei problemi più gravi della storiografia moderna è rappresentato dal disinteresse nei confronti delle fonti. Non si tratta di qualcosa che affligge tutti gli storici, ma è innegabile che tutti i libri divulgativi e alcune opere di ricerca non siano altro che beceri copia e incolla da libri scritti negli ultimi decenni. In questo modo gli errori vengono perpetuati, per ignoranza o malafede, fino a diventare parte del sapere comune: la bugia diventa verità

Tutte le bugie sulla nascita di Israele sono diventate verità.

Se oggi uno di voi fermasse la prima persona che gli capita a tiro e gli chiedesse cosa ne pensa di Israele, probabilmente tirerebbe fuori il solito pacchetto preconfezionato che descrive Israele come uno stato ladro di terre, creato ad hoc dal Regno Unito, assassino, massacratore dei palestinesi che vivevano lì da secoli, Rothschild, ecc.

Ho confutato una per una tutte queste tesi, e oggi non mi ripeterò.

A parlare per me saranno le pagine del quotidiano comunista l’Unità, che quasi 70 anni fa, nel momento genetico di Israele, aveva una posizione molto, molto diversa da quella attuale.

Partiamo dal 30 giugno 1946,

1946_30_giugno_repressione_ebrei_palestina

Ebrei rastrellati, tutte le sedi delle organizzazioni ebraiche occupate e perquisite, un paio di morti e un uso massiccio dell’esercito. Basterebbe questo articolo a dimostrare che il presunto favore dello UK nei confronti del nascituro Israele e degli ebrei è solo una costruzione posteriore, elaborata in alcuni ambienti per  mostrare come Israele sia sempre stata vicina ai paesi c.d. “imperialisti”.

1946_2_luglio_repressione_ebrei_palestina

Come potete vedere nell’articolo a sinistra, l’operazione di cui sopra porta all’arresto di ben 2.000 ebrei.

Molti di voi, specie i filopalestinesi, si chiederanno per quale motivo lo UK abbia agito in questo modo.

Ma come? E la dichiarazione Balfour del 1917, quella con cui il governo inglese faceva sapere a Lord Rothshild che avrebbe supportato la creazione di una “national home for Jewish people“?

Beh, molti non sono a conoscenza del fatto che la politica inglese mutò in modo progressivo fra l’inizio degli anni venti e la fine degli anni’30. Per farsi un’idea della situazione, consiglio la lettura per intero, o quantomeno di qualche estratto, dei Libri Bianchi.

1946_11_luglio_resistenza_ebrei_palestina

Il più importante è senza dubbio l’ultimo, elaborato in seguito alla Grande Rivolta Araba del 1939, il quale limitava l’immigrazione ebraica per i successivi 5 anni a sole 75.000 unità.

Gli inglesi erano quindi apertamente schierati in favore degli arabi, tanto da ostacolare in tutti i modi prima l’afflusso in Israele di coloro che volevano fuggire dalla furia nazista, e poi dei sopravvissuti alla Shoà.

Tornando al luglio del 1946, è interessante notare come la prima reazione degli ebrei palestinesi (ritaglio a destra) sia stata di tipo passivo: non avrebbero più collaborato con le autorità britanniche.

Non tutte le formazioni politiche o paramilitari ebraiche agirono però allo stesso modo. Il 22 luglio 1946 infatti avvenne il famoso attentato presso l’Hotel King David di Gerusalemme, centro operativo militare e istituzionale dei britannici.

A finalizzare l’attentato, che provocò 91 morti (fra cui 17 ebrei) , furono l’Irgun e la frangia estremista (scissa dall’Irgun a partire dal 1940) conosciuta come Banda Stern.

Resta da dire che le autorità ebraiche, come confermato qui sotto, presero immediatamente le distanze dal gesto. Una condanna del terrorismo che oggi non viene espressa quasi mai da istituzioni e autorità arabe di tutto il mondo.

1946_24_luglio_attentato_gerusalemme

Nei giorni successivi, lo UK continua la lotta senza quartiere all’immigrazione ebraica. Gli inglesi sperano in questo modo di mantenere buoni rapporti con gli amici arabi (specie dopo la fine del Mandato) e di poter avere nell’area il minor numero di ebrei possibile.

D’altro canto, gli ebrei europei, decimati dai nazisti, non si sentivano sicuri in Europa, e molti avevano parenti che li aspettavano in Palestina.

Gli inglesi ne fermarono a migliaia (alcuni tentavano la traversata del mediterraneo su imbarcazioni di fortuna) e li deportarono presso alcuni campi recintati costruiti a Cipro (se non ci fosse stato lo humor ebraico a far loro compagnia, probabilmente in molti avrebbero tentato il suicidio).

1946_18_agosto_condannaamorte_ebrei

Verso la fine del 1946 si cerca di trovare un soluzione alla questione palestinese per mezzo di una Conferenza cui avrebbero dovuto prendere parte inglesi, arabi ed ebrei. La conferenza ha luogo, ma gli ebrei e gli arabi palestinesi non vi prendono parte, poiché entrambi le fazioni pongono delle condizioni alla loro partecipazione.

Quelle degli ebrei sono:

1) creazione di uno stato ebraico in Palestina;

2) concessione del permesso di immigrare in Palestina per 100.000 ebrei europei

Quelle degli arabi sono invece:

1) che venga invitato alla Conferenza anche il Gran Mufti;

2) che alla Conferenza non prendano parte gli ebrei;

3) che lo UK denunci la dichiarazione di Balfour e si ritiri dalla Palestina (in modo che gli arabi possano regolare il problema rappresentato dagli ebrei in autonomia)

Per rimanere aderente alle fonti, vi ripropongo qui sotto l’articolo originale.

1946_15_settembre_conferenza_londra_ebrei_palestina

Anche l’antisionista (o l’antisemita mascherato da antisionista) più convinto non può negare quanto fossero differenti le condizioni poste da ebrei e musulmani di Palestina. Come confermato da questi articoli, l’idea degli Arabi, supportati dagli inglesi, era quella di spazzare via gli ebrei già alla fine del mandato (come già tentavano di fare da una ventina d’anni).

Non a caso, gli arabi palestinesi posero come condizione la partecipazione del Gran Muftì di Gerusalemme Amin al-Husseini, fautore del panarabismo e convinto sostenitore di una jihad senza sosta che eliminasse qualsiasi elemento non-musulmano. Al-Husseini fu anche un grande sostenitore di Hitler, che lo finanziò assieme a Mussolini per diversi anni (come testimoniato da Galeazzo Ciano). Su questo personaggio si potrebbe scrivere molto altro (fece assassinare decine di oppositori, rifiutò il piano di partizione della Palestina perché la presenza degli ebrei accanto ai musulmani lo disgustava, ecc.), ma questo breve quadro è sufficiente a farvi capire la sue intenzioni.

Mufti di gerusalemme SS
Il Mufti di Gerusalemme passa in rassegna e saluta a braccio teso le SS bosniache (di fede musulmana ovviamente)

Sebbene abbia trattato solo l’anno 1946, mi sembra di aver fornito moltissimi argomenti su cui discutere e diversi spunti per eventuali approfondimenti.

Quindi preparatevi, perché nella prossima puntata affronteremo l’anno successivo, il 1947.

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49 pensieri riguardo “Israele Attraverso le Pagine de l’Unità: il 1946

  1. Grazie per il lavoro che fai Zwei.

    C’è una cosa in particolare che mi fa, eufemisticamente, venire il voltastomaco e non capisco: questi articoli trattano avvenimenti del ’46. Un anno prima, non dieci, non venti, uno, caz*o, i soldati inglesi entravano a Bergen Belsen e ne uscivano vomitando.
    E un anno dopo davano la caccia e mettevano in campi di concentramento lo stesso popolo?!
    What-The-Actual-Fuck!?

    1. Ovviamente i campi di Cipro non avevano niente in comune con quelli nazisti. Il problema è che impedivano a persone appena uscite da un incubo di ricostruirsi una vita in Israele…

  2. Beh mettere sullo stesso piano le persone che vivevano in Palestina con persone arrivate dall’Europa è a dir poco in malafede. Io rimango dell’opinione che se gli arabi non volevano uno stato ebraico nella terra in cui vivevano, tale volontà andava rispettata. Ogni altro tentativo di evadere questo punto e arrampicarsi sugli specchi è semplicemente ridicolo.

      1. Questa tua risposta di primo acchito suona come un “Se gli Ebrei ce l’han fatta ad avere uno Stato in terre arabe, cazzi degli Arabi” the stronger rules XD
        Detto questo ottima iniziativa che seguirò con piacere 😉 anche se la mia opinione sulla questione israelo-palestinese è che se due Popoli semiti che si odiano e si pestano da sempre vogliono andare avanti a odiarsi e pestarsi per sempre non vedo che dovremmo farci noi.

        Ok, se domani fossimo tutti costretti a prendere una posizione nel conflitto starei con Israele ma non capisco proprio chi, senza esserne costretto, prende posizione con tanta foga in una questione che, davvero, fatico a vedere come più grave di una rissa di quartiere fra bande rivali.

      2. Appunto. Quindi è stata una conquista armata. Da cui deriva che fanno benissimo i palestinesi a usare qualunque mezzo a loro disposizione per cacciare gli invasori. Grazie per avermi dato ragione! Devo dire che apprezzo la schiettezza e il non far ricorso ad argomentazioni ridicole tipo “la terra vuota” e amenità simili.

        1. E’ stata una conquista armata perché la risoluzione ONU che prevedeva i due stati fu rifiutata dagli arabi, che attaccarono Israele convinti di annientarlo. Oltre ad aver perso quella guerra, gli arabi sono usciti sconfitti altre due volte, e nonostante questo Israele ha riconsegnato quasi tutti i territori legittimamente conquistati in guerra.

          Comunque i rapporti dei viaggiatori europei del XVIII e XIX secolo parlano della Palestina come di un luogo deserto, spopolato e arido (tanto che già nel XVI secolo Giuseppe Nasi aveva provato a ricostruire, su permesso del Sultano, una comunità ebraica sul lago di Tiberiade), e infatti gli arabi tornarono a popolarlo solo perché gli ebrei stavano riuscendo a migliorarlo sotto tutti i punti di vista. In Palestina c’erano poi comunità ebraiche sopravvissute dall’evo antico, come quella di Hebron, che fu massacrata dagli arabi nel 1929.

        2. Difatti è un’amenità che gli ebrei vivessero lì da sempre? L’articolo è interessantissimo e attendo i prossimi anni, però sarebbe stato meglio cominciare da almeno un secolo prima. Varie comunità ebraiche erano sparse per l’impero ottomano da secoli, però i propal rifiutano di vedere questa realtà. Vi erano ebrei in ogni paese arabo, solo che prima non vi erano paesi arabi ma, appunto, un unico impero. A parte che, oltre gli ebrei, vi erano anche tante comunità di cristiani, yazidi, curdi, ecc. ecc. I confini, per come li conosciamo oggi, li hanno decisi i francesi e gli inglesi, dimenticandosi (per modo di dire, perché accontentarono gli arabi), appunto, queste comunità le quali oggi sono TUTTE perseguitate. E non approfondiamo sul genocidio armeno perché il post diventerebbe ancora più lungo di quanto sarà. Ancora prima del movimento sionista, vi erano stati e continuavano a esserci pogrom nei confronti degli ebrei e che si conclusero solo alla nascita di Israele. La terra rubata a questi ebrei dagli arabi si stima possa equivalere a oltre 100.000 kmq: quasi cinque volte l’intera dimensione di Israele pre-1967 (22.000 kmq). Oggi l’ISIS fa lo stesso con gli “infedeli” cristiani e yazidi, ruba ogni avere, case, terreni e conti in banca. Io non capisco come si possa essere tanto obnubilati da non vedere la realtà. Ora qualcuno di questi propal, può spiegarmi per quale motivo gli ebrei avrebbero rubato terra agli arabi se anche loro vivevano lì da sempre? Il movimento sionista che nasce a fine ‘800 cos’è in fondo se non un movimento per l’autodeterminazione di un popolo? E non è normale che un popolo voglia avere uno stato che lo tuteli, soprattutto considerando che questo popolo è perseguitato da millenni? Un popolo senza stato è ovviamente un popolo alla mercé degli altri popoli. Caso analogo, difatti, è quello dei Curdi. Un altro popolo perseguitato perché non ha uno stato che lo difendi. L’autodeterminazione era un cavallo di battaglia della sinistra, si sono persi il cavallo per strada a causa dell’antisemitismo che è legato all’antiamericanismo e all’antioccidentalismo, quindi all’anticapitalismo. Se l’autore di questo blog continuerà questo interessantissimo percorso storico, salterà agli occhi di tutti i lettori che il PCI da sionista divenne antisionista dal contrordine ricevuto da Mosca. La guerra fredda si svolse soprattutto in medio oriente e Israele amico degli USA andava abbattuto. E’ tutta una questione politica ideologica priva di raziocinio e infarcita di tanto pregiudizio antisemita.

        3. Grazie del commento Lisa. Condivido le tue parole, soprattutto quelle relative alla necessità di partire da un periodo ancora precedente. Ho a disposizione fonti del XII e del XV secolo che dettagliano il numero delle famiglie ebree presenti in Palestina in quei periodi, cui spero di dedicare altri articoli. Comunque nell’articolo “il governo ebraico di Gerusalemme 614-619” ho fornito una testimonianza interessante su un periodo poco conosciuto. A presto.

    1. Fenicio, visto che t ti ergi a paladino e nume tutelare dei popoli oppressi e scacciati delle loro dimore dal barbaro invasore… che mi dici dei tuoi compatrioti (perché presumo tu sia italiano) che i Kompagni titini interrarono nelle foibe? e quelli costretti a lasciarsi alle spalle ogni loro avere ed a trovarsi loro malgrado stranieri in casa propria, nel loro stesso paese?
      Presenza scomoda ed indesiderata, parenti poveri per cui nessuno hai mai manifestato solidarietà o sia mai sceso in strada a manifestare.
      Com’è? Due pesi e due misure? O gli esuli dell’Istria sono meno “politically correct” dei palestinesi?

      E com’è che non ti si sente stracciare le vesti per i Kurdi (o i Cladei o gli Yazidi) uccisi dai macellai dell’Isis? Quelli non sono abbastanza “oppressi”?

      Zwei sarà di parte, non si discute, ma la retorica terzomodista della media dei tuoi commenti è francamente disarmante (per non dire imbarazzante).

      1. Quello operato da Tito fu un massacro, non vedo cosa ci sia da discutere. La vicenda dei palestinesi è un unicum tra tutte le storie di oppressione dei popoli perchè sono un popolo (checchè ne dicano fantasiose teorie negazioniste) la cui terra è stata scelta per essere assegnata ad un altro popolo che non aveva una patria. Fu un qualcosa di aberrante che fortunatamente oggi non sarebbe mai possibile, ma allora si era in pieno delirio colonialista e le teorie sugli occidentali superiori e civilizzatori si sprecavano. La prova provata che si trattò di colonialismo è che prima di “scegliere” la Palestina come “patria” furono proposte Uganda e Madasgar. E’ evidente la totale indifferenza, quando non lo spregio e il totale disprezzo, verso gli esseri umani che abitavano le regioni “scelte” come patria da cittadini francesi, tedeschi, americani e russi.

        1. La premessa non è esatta. Il popolo palestinese è venuto dopo, molto dopo la proclamazione dello stato ebraico.
          Prima c’erano comunità autoctone, la cui identità era linguisticamente araba e, in maggioranza religiosamente sunnite, che vivevano vicino a piccole comunità ebree in una porzione del territorio dominato dagli ottomani nel medio oriente non turco.
          Dati tali presupposti identitari erano indistinguibili – e quindi non considerabili separatamente- dagli arabi che vivevano e vivono nell’attuale Giordania, in Siria, in Iraq in Egitto e in Libano e giù giù fino alla penisola arabica.
          L’identità e la particolarità palestinese, che adesso è un dato di fatto incontestabile, è nata dopo, e progressivamente, per il combinato effetto della fuga, che credevano temporanea, dai territori assegnati dall’ONU a Israele e dalla mancata assimilazione e forzata segregazione da parte degli altri arabi, nelle entità statuali che erano state formate pochi anni prima, ritagliando la koinè arabo islamica dell’area.
          Da un lato Israele non può essere accusata di aver voluto sopravvivere in un momento, il 48, ove gli arabi volevano risolvere con la forza e radicalmente( sicuramente al modo mediorentale, veggasi i massacri di Smirne e dei greci dell’Asia minore negli anni 20, per eliminare ed espellere l’elemento etnico culturale avverso, gli esempi in Palestina stessa e le dichiarazioni dei leader arabi coevi), dall’altro, invece, fu attuato un calcolo cinico da parte degli altri paesi arabi, per sfruttare ed esacerbare il problema in modo da imporre l’unica soluzione possibile.
          Con le dovute differenze sarebbe come se alla fine della seconda guerra mondiale lo stato italiano, in un’ottica revanscista, non avesse assimilato le centinaia di migliaia di profughi istriani e dalmati di lingua e cultura italiana affluiti dalla rinata Jugoslavia ma li avesse tenuti separati, in campi profughi, ne avesse favorito la radicalizzazione, li avesse armati e avesse appoggiato il ritorno armato nelle città e nei paesi in massima parte italiani, in cui vivevano e vivono ancora elementi che si riconoscono italiani, al fine di rimettere le mani sui territori perduti.

        2. Grazie.
          Peccato averla scritta e postata di getto. Avrei limato il testo che contiene alcune imperfezioni. Non tali da ostacolare la comprensibilità ma che ne attutiscono l’effetto.

          Mi premeva fare delle considerazioni che possono riassumersi in un concetto di fondo: non è semplice comprendere il coacervo mediorientale soprattutto se all’esame critico dei fatti si preferisce una visione emotiva influenzata da semplificazioni logiche e ideologiche, non si tiene conto della prospettiva storica e si scambiano le conseguenze con le premesse.

        3. Si vabbè ciao…. mi sono fermato alla prima frase. Basta quella per scompisciarsi. Ma poi, se anche fosse vero che erano solo arabi senza identità cosa cambia? Erano arabi che volevano vivere per cazzi loro tra altri arabi. Qualunque cosa volessero, sappiamo di certo ciò che NON VOLEVANO: uno stato ebraico a casa loro. Procedere con l’istituzione di questo stato artificiale nonostante il parere contrario delle popolazioni che vivevano nella zona destinata a questa “operazione” è puro, semplice COLONIALISMO. Cmq la vogliate girare. Ma dimmi un po’ dell’Uganda e del Madagascar già che ci sei. Se non riuscite proprio a vedere l’atteggiamento razzista e di puro disprezzo per la gente “incivile” insito nell’idea stessa di creare dal nulla una patria per un popolo in regioni abitate da altre persone, sono fatti vostri e della vostra coscienza. Grandi estimatori di Cortez, delle giubbe rosse e dell’esercito federale degli usa, immagino….

        4. Si vabbè ciao…. mi sono fermato alla prima frase.

          Non crucciarti: stai migliorando a vista d’occhio. Nelle prossime settimane riuscirai a finire un intero paragrafo, vedrai.

          Erano arabi che volevano vivere per cazzi loro tra altri arabi. Qualunque cosa volessero, sappiamo di certo ciò che NON VOLEVANO: uno stato ebraico a casa loro.

          E immagino che anche la vendita dei latifondi agli ebrei fosse non voluta…Scene del tipo: “Ops ho messo la firma su questo atto di vendita del malvagio sionista. Che sbadato! Io sono molto contrariato di questa transazione. Ora fuori i soldi, giudeo” dovevano essere all’ordine del giorno. Si sa, pecunia non olet.
          Curioso che i membri del direttivo arabo-palestinese (i leader palestinesi che partecipavano alla riunioni con gli Inglesi per NON VOLERE lo stato ebraico) fossero i primi a vendere le loro proprietà. Ci voleva una notevole faccia di bronzo per piagnucolare con gli inglesi e poi fare affari con i coloni che tanto desideravi buttare sul fondo del Mediterraneo. Con nemici di questa levatura non mi stupisco delle vittorie d’Israele.
          In realtà viene il legittimo sospetto che l’elitè palestinese volesse semplicemente fare IL colpo della vita: incassare in un primo momento moneta sonante dai sionisti per poi cacciarli in un secondo tempo riappropriandosi così delle terre. Gli è andata male. Molto male.

          Ma dimmi un po’ dell’Uganda e del Madagascar già che ci sei.

          Volentieri.
          Innanzitutto è vero che il piano cita il nome dell’Uganda ma in realtà la zona interessata si trova nell’attuale Kenya. E’ lì che si trova la foresta Mau e il relativo altopiano dove gli ebrei si sarebbero dovuti insediare…sorpresa: non lo hanno fatto. Si parla di “piano” perché non è successo nulla, a parte inutili chiacchiere.
          Il fatto che tu citi il piano Uganda come mero piano colonialista dimostra che non conosci il contesto di fondo. L’idea non nasce per il trastullo di qualche lord poco virile incazzato con i poveri indigeni neri. Dovresti sapere che venne proposto da Chamberlain in reazione ai violenti Pogrom che le autorità zariste scatenarono sugli ebrei; il ministro offrì alla società sionista un luogo dove dar rifugio ai profughi ed eventualmente a tutti gli ebrei che avessero desiderato seguirli.
          E i profughi non erano certo pochi: dal 1881 allo scoppio della WWI si stima che almeno due milioni di ebrei fuggirono a gambe levate dalla Russia (l’80% del flusso migratorio verrà assorbito dagli USA).
          E dovresti sapere che Chamberlain non offrì agli ebrei tutta l’ “Uganda” ma solo 5000 mi quadrate (si e no il 4-5% del territorio) concentrate in un’area isolata, mal collegata e abitata solo da qualche tribù indigena.
          Per quanto riguarda il piano Madagascar era un’idea concepita dai nazisti volto alla creazione del più grande ghetto a cielo aperto del mondo. Ha poco a che fare con dinamiche di natura coloniale.

  3. Cmq Z. ne sa troppo di storia per non comprendere le ragioni dei palestinesi e il modo in cui furono trattati dalla comunità internazionale. Penso che in questo caso particolare “ci faccia”. Secondo me il suo pensiero è più o meno riassumibile in “sì è vero ma nun rompete i cojoni!”

  4. Sì sì certo, si comprarono tutto il territorio della Palestina cash. Come se io mi mettessi a comprare qualche terreno in Lombardia e dopo pretendessi uno stato personale nella provincia di Monza. Il ridicolo: questo sconosciuto! Cmq la mappa che indica l’estensione dei terreni acquistati dagli ebrei è disponibile in rete. Che faccio metto il link o te la vai a vedere da solo e poi ti vergogni in silenzio?

    1. Uno dei gruppi più curiosi e patetici fra gli antisemiti sionisti è rappresentato da quei pseudo- idealisti che, forti delle loro mal capite e carenti informazioni storiche, credono di vedere un parallelo fra la nascita e l’affermazione di Israele in medioriente e la fuga di parte degli arabi abitanti in quelle terre, nei paesi arabi circostanti, con l’affermazione degli Stati uniti d’America ai danni delle popolazioni di nativi americani.
      Vengono quindi, spesso inconsciamente, colte delle analogie inesistenti fra le due vicende, che, nelle menti suggestionabili di questi soggetti, diventano indistinguibili e, di conseguenza, intercambiabili.
      Pertanto alcuni giudizi che possono essere validi nel primo caso, vengono acriticamente traslati nel secondo e se all’ebreo ( coniugando in un colpo solo, implicitamente secolari pregiudizi, evidentemente così ben introiettati da non essere registrati consciamente ai danni di questo, con un tenace anti-americanismo di fondo) corrisponde il rapace europeo sterminatore, dedito a ingannare, derubare quello di razza diversa e a distruggere l’ambiente, all’arabo coincide il nobile pellerossa, scacciato, sterminato e imprigionato nelle riserve, privato – oltre che delle risorse della propria terra – che veniva ovviamente, secondo questa concezione romantica e irreale, sfruttata in modo eco-solidale- anche della propria semplice, ma genuina, cultura.
      Questo errore cognitivo li rende incapaci di osservare la situazione per quella che è, non vedendo o sminuendo le responsabilità dei propri beniamini, a cui si attribuiscono qualità non proprie, credendo di cogliere e ingigantendo le colpe degli altri, ai quali si accollano anche quelle dei pionieri dell’ 800.

      1. Tutta questa supercazzola filosofico-sociologica con spunti di psicologia da bigliettino dei Baci perugina, solo per non dover confrontare la mappa dei terreni comprati dagli ebrei ai latifondisti arabi con la mappa delle terre inopinatamente e illegalmente assegnate per fondarvi uno stato ebraico a uso e consumo di cittadini stranieri? Va bene non sapere a cosa attaccarsi, ma francamente mi sembra eccessivo!

    2. Sì sì certo, si comprarono tutto il territorio della Palestina cash.

      Citami il passaggio dove dico questo, se ne sei capace

      Come se io mi mettessi a comprare qualche terreno in Lombardia e dopo pretendessi uno stato personale nella provincia di Monza. Il ridicolo: questo sconosciuto! Cmq la mappa che indica l’estensione dei terreni acquistati dagli ebrei è disponibile in rete. Che faccio metto il link o te la vai a vedere da solo e poi ti vergogni in silenzio?

      Te la stai suonando e cantando da solo. Ti capita spesso?

      1. Beh veramente quello della Palestina acquistata cash dai “laboriosi pionieri” agli “avidi latifondisti” arabi è uno dei cavalli di battaglia della propaganda sionista. Certo, capisco benissimo: la situazione è critica, la causa indifendibile, le menzogne ampiamente sputtanate, ormai in Israele non possono neanche costruire un condominio in santa pace senza che scavando vengano fuori fosse comuni risalenti alle mattanze del “Piano Dalet”. Bisogna lavorare con quel che si ha a disposizione.

        1. La spiccata avversione a Israele e la correlata abnorme attenzione sulla questione palestinese si deve, senza dubbio, al fatto che essa permette la polarizzazione di opinioni e idee che, pur avendo premesse differenti, sfociano quasi tutte nell’ostilità nei confronti degli ebrei, poco efficacemente travestita da lotta al sionismo.
          Il variegato fronte di coloro che si autodefiniscono anti-sionisti va dall’estremo costituito dagli estremisti e simpatizzanti di destra, le cui motivazioni sono eminentemente – e trasparentemente – antisemite, sino all’opposto dell’anticapitalismo e antinazionalismo dei militanti di estrema sinistra che, dopo decenni di propaganda e indottrinamento collettivista e anti occidentale, faticano a scindere l’ebreo dal plutocrate demo giudaico.
          In mezzo a questi due estremi vi è tutto un confuso, ma ampio, gruppo di idealisti, ecologisti, terzomondisti -veri e di accatto-, poseur e di chi a loro si sente vicino o con cui si riconosce, che comprende anche cinici e opportunisti allineantisi all’opinione a seconda della convenienza e del tornaconto, pure quando in contrasto con le proprie idee.
          E’ la sommatoria di questi gruppi che spiega la maggiore attenzione suscitata rispetto a cause importanti, spesso meritevoli di coinvolgimento e indignazione più profondi rispetto a quanto normalmente stimolano.
          Purtroppo le altre questioni, mancando di altrettanti denominatori comuni, appaiono meno idonee a mobilitare, e coalizzare di fatto, questi gruppi diversificati, che in altre battaglie si schierano su fronti opposti e in ordine sparso, sovente non scendendo nemmeno in campo.

        2. LAa solita accoppiata benaltrismo-antisemitismo rivestita da un’altra supercazzola con funzione abbellente, che nel caso specifico risulta come qualche grammo di phard sul faccione di una vecchia babbiona obesa. Uffa che noia! Ma non vi stancate mai ad usare gli stessi argomenti di propaganda. Capisco e rispetto il dover ottenere il massimo profitto dal poco che si ha a disposizione, ma all’equazione antisionismo=antisemitismo non ci credono più neanche in Israele ormai, visto che dovrebbero annoverare nella categoria qualche decina di migliaia di ebrei. E’ vero che i vari Ughi Volli hanno appositamente creato la categoria degli “ebrei che odiano se stessi” per cercare di spiegare questo “paradosso”, ma non ti fa neanche un po’ ridere la cosa? Non pensavo fossi indottrinato a questo livello, a dir la verità.

  5. Quinsi cmq convieni che l’acquisto di qualche terreno sparso è del tutto ininfluente ai fini della determinazione della sovranità su una regione geografica? La sovranità dovrebbe appartenere a chi abita da secoli il territorio ed è in maggioranza, o a chi è arrivato l’altro ieri ed ha acquistato qua e là qualche podere? O diciamo il 60% a chi è arrivato l’altro ieri e il 40 scarso alla maggioranza?

    1. Il bello di queste perpetue disquisizioni sulla fondazione di Israele , oltre a riepilogare incessantemente le vere e le presunte prepotenze degli ebrei ( e dei loro fiancheggiatori) a danni degli arabi non arrivano mai a tirare le somme sulla conseguenza di queste elaborazioni.
      Ebbene, volendo dare per assodato quanto sostenuto, adesso quale sarebbe la soluzione del problema della Palestina?

      1. Restituire i territori occupati, riconoscere la nakba, concordare un risarcimento economico per i palestinesi, accettare un numero simbolico di profughi da far rientrare in Israele, senza stravolgere le attuali proporzioni demografiche, (anche se ovviamente avrebbero il sacrosanto diritto di rientrare tutti), risarcire economicamente gli altri.
        Cmq se da parte israeliana si evitasse di chiamare la Cisgiordania “territori ebraici occupati dagli arabi” e a dire che i palestinesi non esistono sarebbe già un buon inizio. Certo, i palestinesi avrebbero tutti i diritti di chiedere di più visto ciò che hanno subito, ma penso che alla fine accetterebbero. Bisognerebbe chiarire ufficialmente chi ha occupato chi, però, e chi ha occupato dovrebbe chiedere scusa però. Mi sembra il minimo.

        1. Sostanzialmente sono per la maggior parte le posizioni a suo tempo rigettate da Arafat, e che l’attuale dirigenza palestinese ( ma anche per una gran parte quella attuale israeliana) non si sogna nemmeno di prendere in considerazione.
          Adesso, come nel 48, da parte araba non vi è una reale volontà di arrivare a un accordo e si mira a una affermazione malgrado Israele.
          Solo la dialettica di alcuni estremisti ebrei parla di territori occupati dagli arabi e nega l’esistenza di una identità palestinese caratterizzata, mentre per quanto riguarda i cosiddetti territori “occupati” essi dovrebbero essere più correttamente definiti contesi in attesa di una sistemazione attraverso il negoziato, visto che Israele li ha conquistati alla Giordania.
          Non mi risulta che, da parte israeliana, si sia mai negata una “Nabka” a meno che i provvedimenti di ordine pubblico relativi alle limitazioni di manifestare in connessione all’anniversario siano un segno di rimozione; né che manchi la volontà di concordare attraverso un regolare negoziato risarcimenti e i numeri di un eventuale ingresso permanente di arabi nei territori israeliani.
          Riguardo al chiarimento su chi ha occupato cosa il problema non si pone, Israele a seguito di una serie di guerre di aggressione ha conquistato dei territori, al termine del conflitto e dei conseguenti negoziati le conquiste sono state restituite. Nel caso della Cisgiordania i negoziati non hanno portato a niente e non sono conclusi, pertanto mancano le condizioni per una restituzione.

        2. Finchè la restituzione dei territori occupati verrà considerato un punto d’arrivo, una “concessione”, invece che il punto di partenza e un atto dovuto, temo non si andrà da nessuna parte. Spero che chi parla di “territori ebraici occupati dagli arabi” sia davvero una minoranza, ma non credo proprio, viste le mie personali esperienze. Quanto ai palestinesi che non esistono: beh, il padrone di questo blog, peraltro ottimo fino a che non si mette a fare propaganda sionista spicciola, una volta mi ha risposto testualmente: “perchè, i palestinesi esistono?” manco avessi detto che la Lun è fatta di formaggio.

        3. Quindi cmq convieni che l’acquisto di qualche terreno sparso è del tutto ininfluente ai fini della determinazione della sovranità su una regione geografica?

          Sì.
          Qualora tu non lo avessi ancora capito, criticavo l’assoluta incompetenza della leadership palestinese che dal 1914 (e anche da molto prima) rappresenta il più grande nemico per i palestinesi. Altro che israeliani….

          La sovranità dovrebbe appartenere a chi abita da secoli il territorio ed è in maggioranza,

          E’ una palese scelleratezza guerrafondaia e priva di qualunque fondamento.

          Finchè la restituzione dei territori occupati verrà considerato un punto d’arrivo, una “concessione”, invece che il punto di partenza e un atto dovuto, temo non si andrà da nessuna parte. Spero che chi parla di “territori ebraici occupati dagli arabi” sia davvero una minoranza, ma non credo proprio, viste le mie personali esperienze.

          Capisco. Hai molto tempo da perdere se hai avuto possibilità di conoscere le opinioni di 8.000.000 di persone. Ma ne dubito. In caso contrario le tue personali esperienze si riducono (esagerando) a sì e no 200-300 persone…e considerando che non credo proprio che tu abbia MOLTI amici israeliani, restringiamo il campo a 20-25 persone. Siano 200 o 20, stiamo parlando di un campione statistico irrilevante e creare un’aspettativa basandoti su un dato del genere è come dire che la luna sia fata di formaggio solo perché ci sono i “buchi”.

          Quanto ai palestinesi che non esistono: beh, il padrone di questo blog, peraltro ottimo fino a che non si mette a fare propaganda sionista spicciola, una volta mi ha risposto testualmente: “perchè, i palestinesi esistono?” manco avessi detto che la Lun è fatta di formaggio.

          Come detto in altre circostanze dimostrare l’esistenza di un popolo palestinese prima del ‘48 è un’impresa ardua. Dato che sei così convinto, ti invito a mostrarmi delle prove. Riesci a produrre qualcosa che attesti che esistesse un popolo palestinese diverso per usi, costumi e storia, dai loro vicini giordani e siriani?

  6. Io rimango dell’opinione che se gli arabi non volevano uno stato ebraico nella terra in cui vivevano, tale volontà andava rispettata.

    Io rimango dell’opinione che se i bizantini non volevano un impero arabo al posto delle loro province, tale volontà andava rispettata.

    Così non si va da nessuna parte. Bisogna partire dal principio, se no salta sempre fuori uno a dire “c’ero prima io qui”, perciò vedo e rilancio in all in:
    Io rimango dell’opinione che se i Nenaderthal non volevano le tribù cro magnon in Europa, la loro volontà doveva essere rispettata.
    Tiè il banco vince sempre.

  7. Penso che tutta questa diatriba su chi a fatto cosa sia solo fuffa. L’unica cosa che si dovrebbe iniziare a ripetere come un mantra centinaia di volte al giorno è BASTA CON LE GUERRE!
    Basta, io personalmente non ne posso più!
    Sono nauseato dall’uomo odierno incapace di pensare ad una realtà altra.
    Aboliamo tutte le religioni TUTTE LE RELIGIONI, tutte le istituzioni religiose devono sparire. Le religioni sono il letame vomitato da un cancro chiamato potere. Non è più questione di essere visionari pacifisti nel pensare a un mondo senza guerre: è solo una naturale evoluzione a cui tendere. Decidere chi ha ucciso di più chi a massacrato per primo chi ha tirato la prima pietra è una strada senza sbocco, una via che ineluttabile ci conduce ad altra guerra. Voglio gridare a voi tutti BASTA! Perchè non occupate i vostri forbiti linguaggi nella ricerca di una coesistenza pacifica?
    Faccio l’infermiere ho lavorato in sala operatoria e vi posso garantire che il pancreas di un ebreo è uguale a quello di un nazista il sangue è dello stesso colore la merda che produce anche. Studiare la storia a persone come voi non serve a nulla perchè nulla imparate. Io leggo di stragi di uomini compiute da altri uomini e l’unico pensiero che affiora è l’orrore l’abominio. La rabbia di vivere insieme a degli dei che non riescono a vedere l’infinita bellezza che ci avvolge mi annichilisce.

  8. Ma quello che parla di indennizzo per la nakba intende anche la stessa cosa per la nakba ebraica? Un milione di persone, nate e vissute per secoli in paesi dai quali furono scacciati (quelli che ce la fecero a andarsene vivi): Iraq, Siria, Egitto, Libia, Yemen sono diventati judenfrei; i loro beni (ingenti) depredati. E’ stato calcolato che i beni rubati ai soli ebrei di Baghdad superano la cifra di quelli calcolati dagli “eredi” (eh si’, per loro e solo per loro, vale l’ereditarietà del titolo di profugo) dei palestinesi che lasciarono (in maggior parte volontariamente) Eretz Israel. Che facciamo? Vogliamo calcolare anche un indennizzo agli altri? O lo vogliamo considerare scambio di popolazione come ne avvengono (purtroppo) in ogni guerra? io sarei per la prima soluzione. Chi paga?

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