Tra le amputazioni più difficili c’è quella interscapolotoracica (Forequarter Amputation). Subirla, in modo traumatico, nella prima metà del Settecento, voleva dire morte certa. Tranne in un caso.
Un episodio bizzarro, quello che privò Samuel Wood del braccio e della scapola, che ho incontrato durante il lavoro di documentazione necessario a scrivere l’articolo Amputazioni e Protesi dall’Antichità all’Evo Moderno. All’inizio volevo inserirlo all’interno di quest’ultimo articolo, ma alla fine ho preferito dedicargli qualche riga in più.
Parliamo dunque del povero mugnaio inglese Samuel Wood.
Nato all’inizio del XVIII secolo, Samuel Wood lavorava ogni giorno al suo mulino. Un mestiere logorante, che però gli permetteva di sostenere la sua famiglia. Una mattina del 1737, forse per una distrazione, si ritrovò con l’avambraccio intrappolato in una corda attaccata agli ingranaggi del mulino.
Dente dopo dente, scatto dopo scatto, l’ingranaggio lo trascinava verso la morte.
In Anatomy of the Humane Body, di William Cheselden (1741), l’epilogo viene così descritto:
Il braccio e la scapola del paziente sono stati strappati dopo che l’avambraccio era rimasto impigliato in una corda attaccata agli ingranaggi del mulino. Le vene e le arterie sono state stirate e chiuse così da provocare un sanguinamento molto leggero. I nervi sono venuti via insieme al braccio in modo netto, strappandosi in modo altrettanto netto dalla base scapolare. Il chirurgo che ha fatto la prima visita ha legato i vasi sanguigni e ha fasciato la ferita. Il bendaggio è stato lasciato per diversi mesi e il paziente non ha accusato alcun sintomo grave.
Nel momento in cui una vena o un’arteria viene tirata, e quindi si allunga, oltre il suo limite di elasticità, tende a stringersi e chiudersi senza bisogno dell’intervento di un medico. Grazie alla chiusura dei vasi sanguigni, Samuel ebbe un decorso senza complicazioni e visse a lungo dopo lo scellerato episodio.
Dalla seconda metà del Settecento le ferite dovute a ingranaggi e, in generale, alle enormi forze espresse dall’avanzare della tecnologia del vapore, contribuirono al salto tecnologico fatto dalla medicina in quel periodo. Ecco, se dovessimo assegnare un premio al miglior promotore di scoperte mediche, il primo andrebbe alla Guerra e il secondo all’avanzamento tecnologico del XVIII secolo.
Secondo l’articolo Traumatic Forequarter Amputation: a report of two cases, pubblicato sul Journal of Trauma-Injury Infection & Critical Care (giugno 1965), nei 220 anni intercorsi fra 1737 e 1958 si sono verificati in tutto il mondo solo altri 67 casi di “forequarter amputation” (ovvero amputazione di braccio, scapola e clavicola o interscapolotoracica) traumatica.
Proprio partendo dal caso di Samuel Wood, alcuni chirurghi dell’epoca iniziarono a meditare sulla possibilità di tentare, in casi disperati, questo tipo di amputazione. Prima si pensava fosse impossibile praticarla in ragione della complessità anatomica della zona e alla quantità di vasi presenti (oltre al fatto che la si riteneva una menomazione troppo grave e dolorosa), ma Samuel si era rimesso completamente, quindi valeva la pena approfondire.
Il primo ad eseguire un’amputazione interscapolotoracica fu Ralph Cuming, chirurgo dell’ospedale navale di Antigua, nel 1808. Il paziente era un marinaio ventenne, probabilmente operato in seguito a una gravissima ferita di arma da fuoco. Forse Ralph Cuming non si era neanche reso conto di ciò che aveva fatto, poiché sappiamo di questa sua impresa solo de relato. Il marinaio si presentò infatti qualche tempo dopo al Greenwich Hospital, suscitando lo stupore dei baffuti medici londinesi.
Il caso di Samuel Wood ebbe vasta eco negli ambienti medici, specie in quello dei chirurghi di guerra. In Memoirs of Military Surgery, and Campaigns of the French Armies (1814), scritto dal capo chirurgo dell’esercito di Napoleone, Dominique-Jean Larrey, troviamo infatti una menzione del mugnaio inglese:
Il nome di Samuel Wood, assieme a quello di altri sopravvissuti all’amputazione interscapolotoracica, spunta anche nel secondo volume di New elements of operative surgery (1851), opera di un altro rinomato chirurgo francese, Alfred Armand Louis Marie Velpeau:
Spianata la via, nel 1836 ci fu la prima amputazione interscapolotoracica dovuta a un tumore, portata a termine da Dixie Crosby.
Più complessa e foriera di problemi è invece l’avulsione completa della gamba. In History of Limb Amputation, John R. Kirkup riporta il caso di un minatore 23enne cui, nel 1962, la gamba fu strappata di netto per un incidente analogo a quello occorso a Samuel Wood duecento anni prima. Assieme alla gamba, il ragazzo perse il gluteo, lo psoas ed ebbe danni all’uretra. Dopo alcuni mesi, fu comunque in grado di tornare a camminare con le stampelle.
Bibliografia: |
- John R. Kirkup, History of Limb Amputation, 2007;
- Dominique-Jean Larrey, Memoirs of Military Surgery, and Campaigns of the French Armies, 1814;
- Traumatic Forequarter Amputation: a report of two cases, in Journal of Trauma-Injury Infection & Critical Care (giugno 1965);
- William Cheselden, Anatomy of the Humane Body, 1741.
Sul nostro sito non troverai mai banner pubblicitari. Puoi supportare l’attività del Centro Studi Zhistorica acquistando le nostre pubblicazioni:
▶ spedizione gratuita con pacco tracciato e assicurato.
▶ copie firmate, con segnalibro e card HD in omaggio
Puoi acquistare dal nostro portale:
👉 bit.ly/ZhistoricaStore
o su Amazon:
👉 Zodd. Alba di Sangue
👉 I Padroni dell’Acciaio
👉 Gotz von Berlichingen
👉 Ascanio della Corgna
👉 Diario di Federmann
👉 Fiore dei Liberi
Le protesi per questo tipo di amputazione sono relativamente recenti, mentre prima si doveva convivere, come hai intuito, con un forte disagio. In pratica vengono devastate sia la catena cinetica anteriore che quella posteriore del torso: niente braccio, niente deltoide, niente trapezio, muscolo pettorale compromesso…
Le amputazioni traumatiche hanno sempre il loro fascino. (Belli i post corti, quello precedente me lo sto leggendo a round)
Magari non frega a nessuno e non c’entra nulla, ma da quasi-psicologo e in relazione a perdite accidentali di parti del colpo da cui i malcapitati escono senza troppo danno mi preme segnalarvi il famosissimo caso – studiato in Neurologia/Psicologia – di Phineas Gage. Si tratta di una specie di operaio dinamitardo americano del XIX secolo che lavorava se non ricordo male nella costruzione delle vie su cui si stendevano i binari, e durante il lavoro una carica gli esplode in maniera accidentale facendogli schizzare una barra di metallo dentro la testa, passa dallo zigomo e gli trapassa il lobo frontale, per uscire poi dalla calotta.
In pratica Phineas con la barra di ferro ad attraversargli il cranio non riporta dolore alcuno (l’encefalo non ha nocicettori, quindi non si può sentire dolore se si danneggia il cervello in sé, semmai tutto ciò che sta attorno, ossa/muscoli/ecc.).
A parte la perdita di un occhio, l’unico danno importante che riporta Phineas Gage è a livello comportamentale (diventa stronzo e smadonna), e grazie a questo caso la Neurologia e la Psicologia hanno appreso le funzioni dei lobi frontali e le conseguenze delle relative lesioni.
(Per maggiori informazioni, sicuramente più corrette delle mie, si prega di googlare o consultare Wikipedia)
Forse un pelo “politicamente scorretto” nell’esposizione ma chiaro e interessante.
Bello. Speravo che scrivessi presto l’articolo, per avere i dettagli.
Lo sto immaginando. A uno si alza un baffo. Un altro per il tremolio della mano versa nel piattino qualche goccia di tè. “Per Giove, che curiosa vicenda! Non lo è?”
Ovviamente. La guerra porta al bisogno di alzare il culo e progredire, progredire porta a un eccesso di energia, avere più energia riduce la quota di lavoro duro necessaria e permette di pensare a stronzate come “libertà, eguaglianza, istruzione” e si innesca un circolo di liberazione tramite surplus energetico.
Termina con masse di coglioni con troppo tempo libero su internet, e tante proposte basate su fumose nozioni acquisite leggendo cose che non possono comprendere nelle loro conseguenze e interazioni col resto del sistema, senza avere lauree in ingegneria nucleare o scienze affini ai campi decisionali di cui vorrebbero discutere, che fanno collassare il sistema politico ed economico in un mondo in cui il benessere ha permesso la sopravvivenza e la riproduzione di, usando gli standard di 100 anni fa, mentecatti che la selezione naturale avrebbe spazzato via.
Guerra nucleare globale come ciliegina.
Nuovo ciclo evolutivo fino al collasso per mentecattaggine (di nuovo). Poi ancora. E ancora.
Promuoverò una petizione perché questa frase sia appesa sopra le lavagne di tutte le scuole elementari e medie.
Vabbe dai…pescatore o mugnaio il concetto era quello e l’argomento interessante.
Fa parte delle doti di un buon narratore andare a braccio quando serve 🙂
Gran bell’articolo! Era questo uno dei due articoli “in cantiere” a cui avevi accenato? Alla fine non abbiamo dovuto attendere molto 😉
OT: Il caso riportato da “Taotor” mi ha fatto venire in mente un caso simile (anche se senza danni cerebrali), quello del cavalier Gregor Baci, di cui agevolo
una fotoun dipinto, attualmente custodito a castel Ambras insieme ad altri ritratti di personaggi alquanto peculiari..http://24.media.tumblr.com/tumblr_m4xu75NUiL1qza7mbo1_400.jpg
In pratica sto povero cristo si è fatto strappare un braccio da un mulino?
Mi chiedo come abbia fatto a sopravvivere fino a che i chirurghi l’hanno ricucito.
Chicca molto interessante comunque!
Come si legge nel report in inglese, Samuel Wood ha sanguinato pochissimo. I vasi sanguigni devono essersi allungati e schiacciati in ragione dello strappo (o arricciati tipo nastro da regalo?), riducendo drasticamente il deflusso del prezioso liquido sulla preziosa farina del mugnaio.
Hai ragione, a questo punto mi chiedo come si possa restare in piedi dopo un dolore simile, ma si vede che nel passato erano dei duri.
Il tizio che ho citato poco sopra ha vissuto per più di un anno con una lancia in faccia (prima di crepare regolarmente per un infezione)…fai un pò te ^_^
@Frundsberg Mi chiedo come dormisse. Sempre di lato?
Mi piace però la mentalità dell’epoca, non tanto diversa da quella attuale. “Ho una lancia nel cranio ma non mi dà fastidio, perché mai toglierla? Ho un idea: fatemi una
fotorappresentazione da esporresu facebook instagramai posteri, che ammirino quanto sono thug!”Si…credo che dormisse di lato ^_^
E credo che tracannasse anche come un dannato, dato che la cosa doveva essere decisamente poco piacevole.
Per quanto riguarda l’esibizionismo però voglio spezzare una lancia (ghghgh 🙂 🙂 🙂 ) in favore del povero Gregor. Dopotutto, ridottosi in quelle condizioni, tirarsela un pò era il minimo che potesse fare ^^
Dal quadro si ridebbe che sia rimasto cieco. Non c’è una pagina italiana che ne parla?
Credo anche io, si vede che ha lesionato anche il nervo ottico delll’occhio sinistro, schizzato fuori come un simpatico ovetto kinder.
Beh, anche il sor Federico da Montefeltro non è che scherzasse… veniva sempre ritratto da un lato ed aveva quel naso dalla forma strana perché in un torneo gli era partito un occhio. Poi si era fatto resecare il naso per poter vedere anche alla propria destra con l’occhio rimasto. Utile, per uno come lui, sempre a mazzolare a destra e manca o a complottare contro amici e nemici.
Dì, Tolman, ma così non ha respirato male per il resto della sua vita?
Pare che Gregor non fosse cieco (che io sappia non ci sono menzioni a riguardo)…l’occhio sinistro, anche se parzialmente compromesso e parzialmente compresso fuori dall’orbita, poteva comunque conservare la sua funzionalità.
Per quanto riguarda il buon Federico da Montefeltro, effettivamente la modifica al “profilo” può aver compromesso la resprazione, ma in maniera del tutto marginale. Gli è stata asportata la parte alta del setto, quindi il problema era forse la comunicazione con i seni nasali frontali, ma l’aria probabilmente faceva il suo percorso normalmente 😉
P.S. (Temo che il mio commento precedente “waiting for moderation” possa essere finito nello spam a causa dei millemila link xD)
La lancia non attraversa la fossa cranica posteriore, passa sotto a fianco delle vertebre cervicali.
Comunque con quell’occhio fuori dall’orbita e la lancia nell’altro doveva essere un ottimo argomento di discussione durante i banchetti.
E un ottimo modo per attaccar bottone con qualche gentil dama…
“Avete visto la trave che ho nell’occhio? Vi assicuro che non è nulla a confronto a quella che ho nelle brache” 🙂
Fatemi capi’: il trave gliel’han lasciato nell’occhio? ò_O
Ovvio…si sono limitati a segare via la punta posteriore e a sistemargli la parte anteriore, ma nessun medico si è azzardato a levargliela da li. Il buon Gregor è campato circa un anno dopo l’incidente, prima di schiattare (chi l’avrebbe mai detto) per infezione. Nel corso di tutto questo tempo ha gironzolato con il troncone della lancia infisso nella capa.
Doveva essere l’anima della festa 🙂
Che anno di merda! >_<
I absolutely love your blog and find nearly all of your post’s to be just what I’m
looking for. Would you offer guest writers
to write content for you personally? I wouldn’t mind composing a post or elaborating on a few of the subjects you write related to here. Again, awesome blog!
hello there and thank you for your info – I have definitely picked up anything new from right here.
I did however expertise several technical points using this web site, since I experienced to reload the web site many times previous
to I could get it to load properly. I had been wondering if your hosting
is OK? Not that I’m complaining, but slow loading instances times will often affect your placement in google and could damage your high quality score if ads and marketing with Adwords. Well I’m adding
this RSS to my email and can look out for a lot more of your respective intriguing
content. Ensure that you update this again very soon.