La Mano di Ferro di Gotz Von Berlichingen

Gotz Von Berlichingen e la sua mano di ferro hanno suscitato la curiosità di molti studiosi e artisti, ma chi era, veramente, Gotz?

Gotz Von Berlichingen nasce lo stesso anno che vide i natali un altro grande guerriero del passato, Pier Gerlofs Donia, ossia nel 1480, ma, a differenza del pirata frisone descritto ne I Padroni dell’Acciaio, ebbe una vita molto più lunga e ricca di eventi.

Per certi versi possiamo che dire che si tratta dell’ultimo articolo che tocca, anche se in modo incidentale, i legami tra i personaggi creati dal magaka giapponese Kentaro Miura in Berserk e alcuni guerrieri realmente esistiti nell’ Europa medievale e rinascimentale, come John Hawkwood e Pier Gerlofs Donia,

In realtà, per approfondire il rapporto Berserk-Realtà Storica bisognerebbe spulciare ogni singola pagina del fumetto e andare a ricercare l’archetipo utilizzato da Miura per la realizzazione di ciascuna tavola.

A proposito di questo, poco tempo fa un forum russo ha riportato decine di somiglianze fra edifici rinascimentali, statue, ecc. e opere riprodotte nel fumetto (fra cui S.Pietro, il Pantheon, un quadro di Dalì…) che confermano il grande studio su cui si poggia l’impianto di Berserk.

La cosa divertente è che nello stesso forum viene linkato il mio articolo su Donia, chissà che diavolo è uscito fuori con il traduttore di Google! Tornando all’oggetto del post, bisogna ammettere che il braccio d’acciaio di Gatsu è una delle trovate più azzeccate di Miura.

Quella sorta di antesignano delle moderne protesi, eppure più funzionale di queste ultime, contribuisce a rendere sempre meno umano (anche dal punto di vista fisico) il protagonista. Come Bruce Campbell in L’Armata delle Tenebre, anche Gatsu ha ereditato il suo braccio d’acciaio da Götz von Berlichingen, le cui vicende si intrecciano parzialmente con altri due Padroni dell’Acciaio: Enrico V di Brunswick (contro cui combatte nella rivolta dei contadini) e Alberto Alcibiades, margravio di Brandeburgo di cui è, formalmente, il servitore.

Götz von Berlichingen
il buon Gotz era anche un fine letterato? No.

Questi era mercenario tedesco il quale, subita un’amputazione da manuale (effettuata dalla sua stessa spada, colpita da una palla di cannone), continuò ad esercitare la sua professione per altri 40 anni grazie all’ausilio della protesi più geniale e futuristica mai realizzata.

Una breve biografia da Treccani.it
Götz (propr. Gottfried) von Berlichingen – Cavaliere tedesco (Jagsthausen 1480 circa – Hornberg 1562). Al servizio del margravio di Brandeburgo, prese parte col suo signore ad alcune campagne nella guerra di successione di Baviera (1504), e, perduta la mano destra, dové sostituirla con una specie di guanto di ferro che gli consentì di maneggiare la spada. Tipico rappresentante della piccola nobiltà tedesca senza beni di fortuna, turbolenta e dedita ai colpi di mano, e anche alle grassazioni contro pacifici mercanti. Molti suoi impieghi di guerra furono al soldo e per incarico di grandi signori. Ebbe spesso a fianco il suo fido amico Franz von Sickingen. Nel 1519, battendosi contro la Lega sveva, fu fatto prigioniero e stette tre anni a Heilbronn. Nella guerra dei contadini parteggiò per questi ultimi (contro, quindi, , e fu a capo delle truppe dell’Odenwald, ma se ne allontanò ben presto; la Lega sveva lo imprigionò di nuovo dal 1528 al ‘30, lasciandolo poi libero sulla parola, ma internato nel suo castello di Hornberg sino al 1540. Carlo V lo liberò per valersene contro i Turchi (1542) e contro i Francesi (1544). La sua autobiografia (edita nel 1731) servì di fonte a Goethe per il dramma Götz von Berlichingen (1773).

A quanto leggo online, Miura dice di aver saputo di Gotz (anche il nome è simile!) solo dopo aver scritto diversi volumi di Berserk, ma ho qualche difficoltà a credergli. D’altro canto, sbagliano quelli che vedono una coincidenza fra Gotz e Gatsu che vada oltre il nome, il mestiere e la protesi, poiché è molto più consistente quella fra Gotz e Donia (vedi articolo di cui sopra).

Götz von berlichingen
la complessità di questa protesi è impressionante

Le giunture della mano metallica permettevano a Gotz di combattere, cavalcare, prendere un bicchiere e addirittura scrivere con la piuma d’oca. Non sono un grandissimo esperto di congegni, ma il solo fatto di prendere una decisione del genere, ovvero farsi costruire una mano d’acciaio, denota un amore smodato per la battaglia, un qualcosa che va oltre la semplice volontà di continuare ad esercitare la propria professione. Nella sua autobiografia, Gotz sottolinea addirittura come la sua protesi gli sia stata più utile di quella, vera, perduta in battaglia.

In The Era Of The Protestant Revolution (1915), Frederic Seebohm definisce Gotz come un fautore del faust-recht, ossia della legge del più forte (anche se la traduzione letterale sarebbe “legge/diritto del pugno”), e che “era conosciuto per il suo coraggio e il rude senso della giustizia“. Lui e il suo compare più fidato, Franz von Sickingen, vengono spesso paragonati a Robin Hood e alla sua banda, ma le razzie di villaggi e città spesso travalicano il concetto di “rubare ai ricchi per dare ai poveri”. In effetti, la sua adesione alla Guerra dei Contadini del 1524-1526 è dovuta alla semplice volontà di fare fronte comune nelle crescenti ostilità tra città e contado, spesso mascherate da conflitti religiosi tra cattolici e protestanti.

11 pensieri riguardo “La Mano di Ferro di Gotz Von Berlichingen

  1. Questa… cosa… è… BELLISSIMA!
    Aspetterò il post con ansia!
    (Ansia è un giovane ragazza elfica dedita a svariate pratiche buone solo per le elfe).

  2. Ash, reparto ferramenta!

    la protesi di gatsu arriva a livelli demenziali permettendogli di fare qualsiasi cosa in autonomia, afferrare, lanciare, fare gesti…

    Bisogna dire che Miura ha fatto un lavoro interessante, la documentazione su arte e artigianato rinascimentale-tardo medioevale è quello che rende l’opera gustosa e originale, ma onestamente sulle architetture fa cagare a spruzzo.

    per non parlare delle derive high fantasy, dove gli sfinteri esplodono come granate alla diarrea

  3. Non so quanto tempo ci vorrà, ma l’idea è quella di buttare giù un articolo più strutturato che possa ricostruire l’evoluzione delle tecniche mediche nella suddetta materia.

    Plis, fallo *_*
    Le conoscenze tecniche degli uomini medievali e rinascimentali sono una delle cose che mi affascina di più, e l’ingegneria applicata alla medicina poi :Q_____

    Faccio il tifo per il nuovo articolo.

  4. Bell’articoletto… non mi sarei mai aspettato un articolo su uno dei miei personaggi storici “secondari” preferiti; Götz “mano di ferro” von Berlichingen (o perlomeno su una parte di lui…la meno originale 😀 ). Peccato che a parte qualche Osprey dove si accenna a lui di sfuggita, su di lui non sia disponibile granchè non in crucco 🙁

    Sempre a proposito di protesi, sai qualcosa in merito al braccio d’argento che si era fatto fare Aruj Barbarossa (il fratellone di Khair ed Din)? Che tu sappia, si trattava di una protesi funzionale più o meno come quella del buon Götz, oppure un qualcosa di più semplice/ornamentale? 🙂

  5. In effetti l’immagine che mostra i dettagli del congegno è impressionante. Peccato che il buon Gotz dovesse muovere, posizionare e “bloccare” (immagino) l’arto e le dita artificiali con l’altra mano. Mi domando quanto fosse funzionale, ovvero quanto tempo impiegasse il nostro a compiere le diverse operazioni. Ovvero se impiegasse 2-3 secondi per “prepararsi” a impugnare un boccale di birra, oppure se gliene occorressero 20 o 30…

  6. Francesco, temo proprio che il povero Gotz ci mettesse almeno una decina di secondi per “impostare” la mano (magari qualcosa in meno se doveva solo mostrare il dito medio).

  7. Sì, una decina di secondi mi pare verosimile per far impugnare un boccale alla mano artificiale. Forse qualcosina meno, con l’abitudine e gli automatismi. Per il dito medio ne bastano 3 o 4. 🙂

  8. In tedesco “Götz von Berlichingen” è sinomimo di “leccami per il cuolo”. Frase che pronunciata dal nobile rivolta al Re… resa celebre dall’opera di Goethe.
    “Vor Ihro Kayserliche Majestät, hab ich, wie immer schuldigen Respect. Er aber, sags ihm, er kann mich im Arsch lecken.” – Johann Wolfgang von Goethe, Götz von Berlichingen, 1773

    Ps. la famiglia Berlichingen esiste ancora oggi (anche se nell’immaginario di molti Götz von Berlichingen è solo un nome di fantasia) … e tutti i primi figli maschi si chiamano Götz.

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