L’Impero del Ghana sopravvisse nel cuore dell’Africa centro-occidentale per quasi cinque secoli, dall’VIII al XII, e rappresentò una delle realtà politiche e istituzionali più interessanti nella storia del continente nero.
Per chi se lo stesse chiedendo, voglio anticipare che fra l’Impero del Ghana e lo stato attuale non c’è alcuna connessione (né geografica, né politica), eccezion fatta per il nome, scelto per onorare il vecchio Impero.
Secondo la leggenda, nell’VIII secolo, un uomo venuto dall’est, Majan Dyabe Cissè, riesce a unire diverse tribù Soninke e ad assicurarsi una supremazia completa sulle popolazioni locali. Mi rendo conto che parlare genericamente di “uomo dell’est” non possa soddisfare appieno la vostra fame di sapere, men che meno la mia. In effetti, le teorie più accreditate sostengono che la zona di provenienza dell’uomo possa collocarsi nei pressi dell’attuale Mali, ma ce ne sono alcune più affascinanti.
Nel 1912, Maurice Delafosse si dice convinto che l’origine dell’Impero vada ricercata in un gruppo di ebrei sfuggiti alla repressione romana in Cirenaica del 117 d.C.
Stando a Delafosse, la dinastia giudeo-siriana governa parte di quei territori fino all’arrivo di Cissè nell’VIII secolo.
La teoria delle origini “giudaico-siriane” di ciò che diventerà l’Impero del Ghana non si basa però su fonti scritte o ritrovamenti archeologici, ma esclusivamente sulle fonti orali Fulani (una etnia nomade locale) raccolte da Delafosse. Secondo quest’ultimo, i giudeo-siriani raggiungono l’area attorno al 150, guidati dal loro capo Kara, e sottomettono le tribù nere del posto, fondando l’Impero del Ghana, attorno al 300. Solo nel 790 circa, i neri si ribellano ai loro padroni di origine semita e, grazie all’intervento del re di Wagadu (un regno vicino), il nominato Cissè, prendono possesso l’Impero del Ghana.
A prescindere dalle considerazioni, contestabili e contestate, di Delafosse, bisogna notare che l’etnia Fulani, avendo caratteristiche fisiche differenti da quella delle altre tribù centroafricane, suscita grande curiosità negli Europei, che la considerano a volte la Tribù Perduta di Israele, a volte discendente da una legione romana scesa nel subsahara e a volte addirittura di stirpe egiziana antica.
In un estratto riportato in African Zion: Studies in Black Judaism, Edmund Dene Morel, giornalista socialista inglese morto nel 1924, racconta della buona conoscenza che hanno i Fulani delle leggende ebraiche e li descrive così:
[…] il naso dritto, i capelli lisci, le labbra abbastanza sottili, il fisico asciutto, color bronzo o rame, dell’uomo Fulani, con il cranio proporzionato e le estremità ben rifinite. […] La donna Fulani, con la sua pelle chiara e i seni rotondi [il seno floscio, tendente al ventre, è considerato una caratteristica delle subsahariane]
Insomma, visti come una “razza superiore” rispetto ai loro vicini dalle caratteristiche più marcatamente negroidi, i Fulani continuano per decenni ad essere favoriti da missionari, governanti e imprenditori europei.
I VIAGGIATORI ARABI |
Buona parte delle informazioni pervenuteci sull’Impero del Ghana le dobbiamo a storici e viaggiatori arabi. Il gusto per l’esagerazione e l’esotico di questi ultimi non era diverso da quello degli scrittori europei, tanto che già nell’articolo sul Sacco di Roma (846) avevo riportato una loro descrizione di Roma ai limiti del grottesco. |
L’Impero fondato da Cissè è situato in una posizione strategica, a cavallo fra il deserto del Sahara e le savane. Dobbiamo pensare che i traffici transahariani sono tuttora molto sviluppati. Il merito va anche ai Romani, che durante il loro dominio sull’africa settentrionale, trapiantano lì il dromedario, ove inizia ad essere utilizzato in pianta stabile dalle popolazioni locale e diventa il mezzo che permette di sviluppare al meglio i menzionati traffici commerciali.
È quindi il controllo dei traffici sahariani, oltre che locali, a trasformare i possedimenti di Cissè in un Impero. A quanto sembra, in quel periodo il commercio principe è rappresentato dagli scambi fra sale (proveniente dal Nord Africa) e oro (proveniente dal Ghana).
Ibn al-faqih al Hamadhani (912), con l’usuale tendenza al sense of wonder degli storici e narratori arabi dice che:
in Ghana l’oro cresce nella sabbia come le carote, e viene colto al calar del sole
Il mito delle piante auree del Ghana sopravvive per lungo tempo. Si parla di radici d’oro, fusti d’oro, e ancora nel XIV secolo il siriano al-Umari descrive due tipi di pianta con le radici d’oro.
Il sistema di scambio si basava su modalità molto particolari, anzi, anonime. Il passaggio qui sotto spiega bene la vicenda, e ricorda le modalità di scambio dei fenici con le popolazioni africane e quelli utilizzati dai portoghesi qualche secolo dopo. Parliamo del c.d. Silent Trade (commercio silenzioso):
I commercianti scambiavano l’oro con il sale e altri beni senza neanche incontrarsi faccia a faccia. I commercianti del nord impilavano il sale sulla sponda del fiume in modo che i commercianti di Wangara potessero ispezionarlo. Il suono dei tamburi sanciva l’inizio dello scambio, e i commercianti del nord si allontanavano anche di diverse miglia. I riservati commercianti di Wangara arrivavano in silenzio e controllavano il sale. Successivamente, piazzavano sacchi d’oro accanto a ciascuna pila di sale prima di andare via a loro volta. Più tardi, i commercianti del nord tornavano e, se reputavano accettabile il quantitativo d’oro proposto, lo prendevano (lasciando, ovviamente, il sale) e andavano via. Se le cose non andavano bene alla prima tornata, i commercianti potevano sempre continuare a fare “controproposte silenziose”, sempre senza vedersi e basandosi solo sui tamburi e sulla merce posta sulla riva del fiume.
Ovviamente, l’imposizione fiscale dei sovrani del Ghana è molto semplice, e si basa sul pagamento del diritto di transito in territorio ghanense. I mercanti pagano un dinar d’oro per accedere al paese e due per lasciarlo.
Yaqut al-Hamawi (1179–1229), geografo di origini greche, parla così della posizione del Ghana:
Merchants meet in Ghana and from there one enters the arid wastes towards the land of Gold.
Were it not for Ghana, this journey would be impossible, because the land of Gold is in a place isolated from the west in the land of the Sudan.
From Ghana the merchants take provisions [food and water] on the way to the land of Gold.”
La domanda è: come riuscono i Soninke ad ottenere un tale controllo sui traffici?
La risposta è semplice: con le armi.
I Soninke infatti, ed in particolare la tribù vassalla dei Mandinke (Mandingo), sono degli ottimi fabbri. Le armi di ferro, in un’area dove la fanno da padrone utensili di osso, legno e pietra, permettono loro di avere un grande vantaggio militare. Oltre al ferro, i Soninke dispongono anche di cavalli, che trasformano il grande vantaggio militare in una supremazia assoluta.
Nel 1067, l’arabo Al Bakri scrive che l’Imperatore del Ghana dispone di 200.000 fanti e 40.000 cavalieri ben addestrati, capaci di agire in formazione e di tenere testa (con vicende alterne) anche alle incursioni arabe. Con un esercito del genere, foraggiato dalle imposte sui mercanti, l’Imperatore riusce a governare un territorio di circa 800.000 kmq (più o meno l’estensione di Germania, Polonia e Repubblica Ceca messe assieme).
Quanto alla religione, la popolazione dell’Impero si converte gradualmente all’Islam. I primi sono proprio i Mandingo, i quali operano spesso come “mediatori commerciali” fra Arabi e i clan Wangara (che fanno parte dei Soninke), specializzati nel traffico d’oro.
Attraverso la costruzione di moschee e madrasse, i Soninke aumentano il livello di alfabetizzazione della popolazione, sebbene limitato quasi esclusivamente alla lettura del Corano.
Sempre Al Bakri ci informa che:
Il centro abitato del Ghana è costituito da due città situate in una pianura. Una di queste (Kumbi Saleh), abitata da musulmani, è grande e dotata di dodici moschee… Ci sono Iman e Muezzin pagati, e anche giuristi ed eruditi.
La questione relativa alla fine dell’Impero del Ghana è molto complessa. Per molti secoli si è pensato ad una conquista violenta da parte degli Almoravidi intorno al 1076, ma studi recenti sembrano dimostrare una situazione differente.
In occidente, il primo a mettere nero su bianco la storia africana è Leone l’Africano nel “Della descrittione dell’Africa et delle cose notabili che iui sono (1526)”. Di origini arabe, Leone ha una visione nord-africa-centrica del continente e pochissima considerazione delle popolazioni nere sub-sahariane. Secondo lui:
Le Terre dei Negri sono abitate da uomini che vivono come bruti, senza re, comandanti, stati, governi e tradizioni, e senza conoscenze in agricoltura… [queste terre] erano dominate da Re Yusuf (1061-1106), fondatore del Marocco.
È quest’ultima affermazione a rendere inattaccabile la tesi della conquista. Infatti, molti storici successivi non fanno altro che ripetere la storiella di Leone, che rimane l’autorità principale in materia fino al XIX secolo.
Anche il già nominato Delafosse supporta la storia della conquista violenta (senza citare le fonti che lo avevano portato a una simile conclusione), che viene messa in discussione nel 1982 con la pubblicazione di due articoli da parte di J. Fisher e C. Conrad.
I due sostengono la mancanza di evidenze archeologiche relative a un rapido cambiamento (compatibile con una conquista violenta) e di fonti storiche. In pratica, non c’è alcuna traccia materiale di quanto sostenuto da Leone.
Per diversi secoli, ci sono scontri armati fra arabi e subsahariani. Conquista di risorse e cattura di schiavi sono gli obiettivi dei primi, mentre i secondi sono quasi sempre sulla difensiva. Tuttavia è probabile che ci sia stato un processo di osmosi progressiva delle tradizioni arabe nelle popolazioni negroidi. Questo, unito alla progressiva desertificazione di alcune aree vicine al Sahara e all’emergere di nuovi centri di potere (vedi il nascente Impero Sosso), porta infine alla decadenza del Ghana e alla frammentazione del potere centrale.
Bibliografia: |
- L.AFRICANO, Della descrittione dell’Africa et delle cose notabili che iui sono,(1526);
- C.W. DESBOROUGH, The Negroland of the Arabs examined and explained; or, An inquiry into the early history and geography of Central Africa, (1841);
- M. DELAFOSSE, Haut-Sénégal-Niger: Le Pays, les Peuples, les Langues; l’Histoire; les Civilizations. 3 Vols (1912);
- K. SHILLINGTON, Enciclopedia of African History, 3 vols., (2004);
- T. PARFITT, Black Jews in Africa and the Americas, (2013).
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Bell’articolo. Curiosità Zwe: quindi l’impero Ghana si sgretolò prima di avere il tempo di avere screzi con gli europei? Also, le stime sull’esercito imperiale non ti suonano un po’ esagerate?
Niente screzi con gli europei, ma già commerciavano in schiavi con gli arabi. Sull’esercito, ho timore che le cifre siano state triplicate.
Mi pareva strano, che un esercito di bingobongo contasse fino a un terzo degli effettivi dell’Impero Romano 🙂
Qualche particolarità gustosa, riguardo al loro esercito e/o alle relative armi?
Di norma le cifre sugli eserciti riportate sono sempre esagerate, al punto da rendere difficile capire come l’economia del luogo potesse sostentarle. Il vizio dei numeri roboanti lo si trova spesso applicato anche al numero di abitanti delle città o alla dimensione delle flotte.
La cosa curiosa è che questo “arrotondare” compare nelle cronache storiche europee, arabe e asiatiche senza soluzione di continuità, si vede che faceva parte del sense of wonder del periodo.
Articolo interessante. Sarebbero reperibili dei libri sui rapporti commerciali con gli arabi, anche più in generale?
Io credo sia semplicemente una gara a chi ce l’ha più lungo tipicamente umana.
Lo fanno i pescatori: “Oggi ne ho preso uno così”.
Lo fanno i pischelli nelle risse: “I komunisti ce ne hanno date di santa ragione, ma erano 100 grossi, tutti armati di falce e martello”
Lo fanno i partiti per le manifestazioni: “Erano un milione in piazza, 500.000 per la questura”
Lo fanno gli scrittori: “Ho venduto millemilacopie e ho uno stuolo di fan che mi segue”
Lo fa DagoRed: “25 cm di riflessioni”.
Questo esula dal periodo e dall’estrazione sociale, è un classico caso di banfa.
Bell’articolo, ho sempre sofferto perché nella mia mappa mentale della storia del globo degli ultimi 2000 anni non sono mai riuscito (o non ho mai avuto il tempo) di provare a riempire quel grande vuoto che è il grosso dell’Africa.
Spero farai altri articoli sugli stati più o meno effimeri che sono sorti nel continente nero. Mi piacerebbe per esempio un articolo sulla storia (o su qualche momento della storia) d’Etiopia, una delle terre d’Africa che più mi affascina.
Domanda bonus sugli arabi. Ero incuriosito dal libro del Mulino “Gli Arabi e l’Europa nel Medioevo“, sui rapporti tra arabi e cristiani; mi chiedevo se l’avessi letto e nel caso potessi darmi un parere.
@tapiro
Spero di scrivere qualcos’altro sull’Africa, ma non padroneggio ancora l’argomento. Devo studiare ancora molto.
Il libro di Daniel’s è molto famoso, ma non l’ho mai letto.
Zwei, una domanda. All’incirca qual è il lasso di tempo/le zone in cui sei ferrato?
Ché un articoletto su Uruk sarebbe la manna dal cielo. :8
Su Uruk ho una preparazione mediocre. Amo molto l’evo antico, il medioevo e il rinascimento. Reggo fino all’inizio del 1600 e crollo pietosamente a partire dal 1650 circa. Purtroppo ho molte lacune anche nei miei periodi preferiti.
Allora mi ci proverò io ^-^
Peccato.
Il Seicento è uno dei miei secoli preferiti. La nascita della scienza moderna :8 E Versailles, e la Guerra dei Trent’Anni. E la Rivoluzione Inglese. E la grande età della pirateria.
pirates rulez
=(
(comunque sempre maggiore della mia :P)
Qualche libro da consigliarmi? Ne stavo prendendo uno di Pettinato sui Sumeri, poi mi hanno detto che è un cialtrone. 😐
Giusto per curiosità…hai intenzione di scrivere qualcosa in merito alla battaglia ti fine ti monto Islam VS India (quella con 200’000 combattenti e gran copia di cannoni ed elefanti) a cui avevi accennato in un passato articolo? ^_^
@Anacroma
Thanks.
Si trovano in italiano, sì?
Io la lingua d’Albione non andiamo proprio d’accordissimo, ancora non mi sento di leggere dei saggi. 8)
Ti prego, non girare il coltello nella piaga… =(
Vabbé, almeno nella biblioteca dell’università dovrebbero averceli.
@Ceci:
In italiano c’è, edito da Garzanti, e tradotto con “Storia del Mondo Antico”. L’ultima edizione (di cui abbia notizia) è del 1988.
Prova a cercare, e dovresti trovarlo, almeno in biblioteca dell’Uni.
In ogni caso, non farti inibire dalla tua scarsa dimestichezza con la lingua d’Albione. Per quanto ricordo, pur essendo una lettura specialistica, il livello di inglese si mantiene plain simple e, provare per credere, a leggere nelle lingue barbariche (mangiaranese, albionese etc.) si impara leggendo. Prova 😉
@ Null: sono quelli, sono quelli.
Mi fa strano che siano pubblicati da Mondadori, perché, a quanto ne sapevo, le collane della Cambridge University Press erano edite in Italia da Garzanti (fra cui anche i mitici volumoni color marrone della Storia del Mondo Medioevale alla mia cara biblioteca :love: ).
In ogni caso: buona lettura 😉
@Anacroma e Null
Grazie mille per le info :8
Andrò a procurarmi quello sull’evo antico allora.
Provato, è vero. Diciamo però che al momento mi rifugio nell’inglese se proprio non c’è altra alternativa (libri non tradotti, light novel).
Ancora meglio se si legge su un lettore di e-book e si usano i dizionari monolingue implementati.
@ Nurades
bah… Ti dirò, passando comunque la vita sul laptop (e connesso al web), alla fine preferisco ancora il caro vecchio schermo del PC e google translate (grasse risate di sottofondo); leggasi: i tablet, comunque li si chiami, non fanno proprio per me (ma solo per una questione di idiosincrasia mentale mia, intendiamoci 😉 )
@ Ceci:
figurati, è sempre un piacere aiutare una “damsel in distress” 😉
Sciocchino.
Gli e-reader non sono tablet. Sono molto più piccoli (il mio T1 è grande quanto un manga della Star Comics) e più facili da usare per la lettura rispetto a un tablet.
Inoltre gli e-reader della Sony sono molto facili da consultare quando vuoi tradurre una parola. Pigi sulla parola in inglese e si apre il dizionario con la traduzione. Tempo: 2 secondi.
Poi fai come vuoi, ma fidati 🙂
articolo molto interessante! ^^ adoro la storia, e trovare notizie su altre culture è sempre un piacere…
il blog mi era stato segnalato da un’amica per le (spassosissime anche se crude 😉 ) recensioni fentesi, ma pure il resto è interessante!
ti sei beccato una nuova tirapiedi! 8)
azzo… ma solo fanciulle qui…
secondo me non sono gli articoli di storia, e nemmeno il fantatrash… sono le foto di quei muscoli guizzanti…
(‘ndo ‘azzo sta la faccina invdiosa?)
:choler:
LOL, il mondo è sempre più piccolo 🙂
Io sto ancora aspettando che quegli schiaffoni della Bookeen si decidano a fare i dizionari per l’Orizon. Va bene, hanno avuto da lavorare tanto sull’Odissey, però anche il mio non è che l’abbia pagato bruscolini :choler:
E la batteria mi dura pochi giorni, maledizione 😐
ciao. benvenuta ^^
come da regolamento, prima di postare sei pregata di linkare foto in bikini (tue o della tua amica) ^^
sbagliato il quote. era per wikigiuli “^^
Wut?
Ho avuto la stessa infanzia nerd di tutti quanti u.u
Tra l’altro il primo manga della mia vita credo sia stato quella merda in carrozzina di Inuyasha.
@DagoRed
spiacente, non credo d’essere ancora pronta per la prova costume! XD
scherzi a parte, se devo fare qualcosa prima di postare altri commenti ditemelo per favore, con computer & co sono una frana!!!
@mikeas
ehiehi, a noi donne piace acculturarci! mica ci attirano solo i… muscoli guizzanti…
pardon, vado a rileggermi l’articolo in modo più approfondito!! :love:
@ Zweilawyver
rileggendo l’articolo per -a-ehm- puro interesse scientifico (vedi sopra), ho notato uno svarione nella primissima frase: oltre al fatto che l’Africa è la culla dell’umanità, dimentichi gli Antichi Egizi, uno dei popoli più grandiosi e potenti della storia! 8)
scusa se faccio la rompi ^^”
@ wikigiuli
non badare alle sciocchezze che scrive Dago. è un piacevole buontempone, ma solo il 30% di quello che scrive quel simpatico burlone ha rilevanza, circa (il resto è amoroso tubare e corrispondenza di amorosi sensi con la povera Tenghy xD) 😉
(però, se posti qualcosina, il pubblico mascolino te ne sarà per certo imperituramente grato)
ahem… il padrone di casa ha una certa percezione selettiva nei confronti dei popoli che abitano nella sponda Sud del mediterraneo. Se è per questo, si è dimenticato anche le chiese di Lalibela, o i monoliti di Axum, fra l’altro. Ma noi ci vogliamo bbene lo stesso, allo Zwei 😉 , che ci regala comunque gli articoli più meglio, interessanti ed approfonditi dell’internetto 😉 xD
@Wikigiuli: penso che il buon Zwei con “Africa” intendesse solo la parte subsaharaiana del continente 😉
Sempre più LOL, è stato anche il mio primo. E pensa che l’ho pure finito. 😀
Comunque il LOL precedente non era tanto per il manga ma per la CE, ne ho un fracco della Star.
@Anacroma
Le mappe africane di Zwei riportano solo “qui ci sono i negri”. E ciò gli basta xD
30%?? così tanto??
Beh, c’è altro?
I leoni.
Che si mangiano i negri. O viceversa. Siam lì.
Le scimmie. No, aspetta…
Segnalerei questo blog ai mongolredattori radical chic del Fatto Quotidiano, se non avessi già fatto abbastanza casini per oggi 🙂
Un caldo benvenuto alla nuova arrivata.
Gli egizi non erano negri, tanto che la stirpe dei faraoni nigga viene ricordata in modo specifico.
Axum ci può stare.
grazie del benvenuto a tutti! ^^
@ Zweilawyver
onorata di essere salutata dal capo in persona! 8)
apprezzo il fatto che nonostante le tue posizioni estremiste tu abbia voluto approfondire una cultura diversa… spero in nuovi articoli del genere!
(ecco, la novellina già a far pretese… 😐 )
Suvvia, non sono estremista. Ogni tanto faccio delle oneste considerazioni 🙂
jtjjjtjt
Zwe, quando si apre la stagione di caccia in Alabama? 🙂
I dromedari li avevano introdotti i romani nel Sahara?
Ciao Fed, nella ressa dei fatti francesi mi sono perso la tua domanda. In effetti i dromedari iniziarono ad essere utilizzati (in Egitto) con una certa frequenza solo nel periodo romano. Visto che ti interessa l’argomento, il miglior testo free sull’argomento è stato scritto da un italiano, Jacopo De Grossi Mazzorin, ed è disponibile QUI.
Non ti preoccupare, ti capisco perfettamente. Grazie per la segnalazione, era convinto che a farlo fossero stati gli arabi.
Ciao Zwei, mi è interessato molto una “nota a margine” dell’ articolo. Dove posso trovare qualcosa sulla’ introduzione del dromedario in nord Africa da parte dei romani?
I romani lo portarono un po’ ovunque, ma al momento non ho le fonto sottomano.
Vorrei consigliare a chi è interessato ad approfondire il libro di John Iliffe, Popoli dell’Africa – Storia di un continente, che prova a ricostruire la lunga preistoria africana e le fasi storiche.