La Claymore è uno dei tipi di arma bianca che più ha sofferto la mediocre cura storica di talune produzioni filmiche. Nell’immaginario collettivo, la claymore è la spada del leggendario William Wallace. Peccato sia un falso storico.
Detto questo, facciamo un passo indietro. Torniamo alla buia Scozia cinquecentesca, dove i clan si fronteggiavano senza tregua e i regnanti inglesi tentavano di riprendersi ciò che avevano perso dopo la battaglia di Bannockburn.
Nacque lì, la Claymore, come ultima evoluzione della Half-Lang, una ramificazione locale della longsword. Ho parlato di XVI secolo, ma la questione della datazione della Claymore ha dato molti problemi, soprattutto perché buona parte della storiografia si è fatta traviare da falsi miti e da grotteschi tentativi di far passare armi post-rinascimentali come spade da battaglia degli eroi scozzesi del XIII e XIV secolo.
La prima data certa di cui disponiamo è il 1539, anno in cui passò a miglior vita Murchard MacPhee, Capo dei Duffies. La sua stele infatti riporta l’incisione di una Claymore tradizionale, con le caratteristica terminazione tri-quadrilobata dei bracci, quasi sempre piegati ad angolo acuto sulla lama, e il pomolo a ruota con bottone ipertrofico.
Neanche a farlo apposta, la data del 1539 ci permette di racchiudere all’interno di 150 anni circa il periodo di utilizzo effettivo della Claymore in battaglia. Infatti, tutte le fonti concordano che l’ultimo utilizzo in battaglia della Claymore risalirebbe alla Battaglia di Killiecrankie (1689) .
La Questione Etimologica su wikipedia |
The term claymore is an anglicisation of the Gaelic claidheamh mòr “great sword”, first attested in 1772 (as Cly-more) with the gloss “great two-handed sword”. The sense “basket-hilted broadsword” is contemporaneous, attested in 1773 as “The broad-sword now used […] called the Glaymore, (i.e. the great sword).” OED observes that the latter usage is “inexact, but very common”. The 1911 Encyclopædia Britannica likewise judged that the term is “wrongly” applied to the basket-hilted sword. Authors arguing that the basket-hilted sword is “incorrectly” called claymore have been known to suggest that claybeg (from a purported Gaelic claidheamh beag “small sword”) should be used instead. |
Alcuni pensano che i termini Claymore e zweihander siano intercambiabili, ma sbagliano di grosso. Purtroppo, si tratta di un errore piuttosto diffuso. Nella bellissima saga videoludica The Elder Scrolls (Daggefall, Morrowind, Oblivion, Skyrim) troviamo ad esempio zweihander (con tanto di denti d’arresto) sotto il nome di Claymore.
Mentre sul continente sarebbe stata un’arma di poca utilità, la Claymore trovò la propria ragione d’esistere negli scontri fra clan, che spesso scendevano in battaglia con protezioni carenti.
Il discorso è analogo a quello fatto in relazione ai Gallowglass e alla loro ascia da guerra, che rimase in uso fino al XVII secolo (più o meno come la Claymore). Come opinione personale, credo che la Claymore raggiungesse la massima efficacia quando utilizzata contro gli arti del nemico, quasi sempre privi di protezione. La sua lama, a sezione lenticolare, ampia e a doppio taglio, era senza dubbio studiata per tagliare la carne.
Con una lunghezza media di 130-140 cm complessivi (quindi 20-30 in meno di una zweihander), la Highland Claymore permetteva a chi la impugnava di tenere a distanza il nemico e, cosa ovvia ma poco sottolineata, di ridurre lo svantaggio davanti ad un avversari armati di armi in asta (le più diffuse sui campi di battaglia). Il peso si aggirava sui 2-2.5 kg, quindi necessitava di un lungo addestramento e di una discreta forza fisica.
La particolarità dei bracci piegati verso la lama, mutuata dall’Half-Lang, ha portato alcuni esperti a ritenere che la guardia della Claymore fosse studiata per favorire la manovre di blocco e/o disarmo:
Blocco e Disarmo? |
Louie Pastore, maestro di armi e arti marziali tradizionali scozzesi, scrive: “La caratteristiche della guardia Scozzese, ossia la parte finale delle braccia piegata verso l’interno trovata nelle spade Half-lang e Claidheamh da làimh, ci suggeriscono che gli Scozzesi potrebbero aver preferito tecniche di blocco, utilizzando i terminali delle braccia per bloccare la lama dell’avversario.” |
Quanto all’acciaio utilizzato, specie nel XV-XVI secolo, gli armaioli più rinomati si trovavano in Germania e Italia. Per una questione di vicinanza geografica, gli scozzesi si rivolsero proprio ai tedeschi per farsi rifornire di lame pregiate.
Armi Italiane in Scozia |
Gli scozzesi non erano grandi armaioli. Fra ‘500 e ‘600, quasi tutte le lame delle spade scozzesi con elsa a cesto (le basket-hilted sword chiamate erroneamente “Claymore”) di alta qualità portavano il marchio “Andrea de Ferrara“, un armaiolo italiano forgiò migliaia di lame utilizzate nel periodo Giacomo V e nei decenni successivi. In realtà, l’effettiva esistenza del Ferrara è stata messa in dubbio più di una volta dagli storici del passato. Nel 1869, John Bernhard Smith ipotizzava addirittura che “Andrew Ferrara” fosse una corruzione anglosassone di un termine generico come “Faber Ferrarius”. Oggi invece abbiamo la certezza che la famigliadei Ferrara possedeva le fucine del Busighel nel Bellunese. Come riportato sulla pagina dell’Associazione culturale Spade delle Dolomiti. si è trovato “un contratto, risalente al dicembre 1578, che incaricava i fratelli Ferrara, mastri spadai del tempo, della produzione di 600 pezzi al mese per 10 anni, in totale 72 mila spade destinate all’Inghilterra.” |
Visto che ho introdotto l’argomento “lame tedesche”, tanto vale procedere in questo senso, e distinguere la Claymore della Highland (H. Claymore) da quella delle Lowland (L. Claymore).
Quest’ultima aveva forma e dimensioni più vicine a quella delle omologhe armi continentali. Possiamo immaginare senza problema gli operosi fabbri tedeschi intenti a forgiare qualche lama in più per venderla (immagino a caro prezzo) ai compari scozzesi. Oltre alle lame, è evidente che gli scozzesi apprezzarono anche i due anelli d’acciaio che spesso integravano la guardia delle zweihander. Divennero infatti una delle caratteristiche distintive della L. Claymore.
L’esemplare più strano di Claymore che mi sia mai capitato di rintracciare è quello conservato presso il Museo di Edimburgo. L’ho trovato leggendo un volume ottocentesco che consiglio a tutti, “Ten thousand wonderful things […]” (1894).
Oltre alle dimensioni, superiori a quelle di una Claymore media, l’arma in questione è dotata di 4 bracci (con la caratteristica terminazione a “quadrifoglio”) e di un’ impugnatura in corno di narvalo davvero molto storta. Anche qui, la leggenda inventata dai venditori di fumo ci narra che la spada fu brandita da Re Bruce a cavallo fra XIII e XIV secolo. Niente di più falso. Non ho visionato il reperto dal vivo, ma dalle immagini mi sembra difficile anche una sua datazione al XVI secolo. Maneggiare una lama del genere è fisicamente impossibile. Per me si tratta di un falso vittoriano, analogo al “Mazzamostro” citato nell’articolo sulle Mazze d’arme.
Per quanto possibile, la falsa spada di Wallace (che non merita un’apposita foto in questo articolo) è ancora peggio. La Narval-sword almeno testimonia il gusto per il weird vittoriano, mentre quella di Wallace è una brutta Lowland Claymore del XVI secolo, forse da parata, sbattuta in una teca con un’etichetta falsa. Non ha sguscio, cosa quasi impossibile per una spada con sezione lenticolare, i bracci della guardia sono corti, l’impugnatura è corta e tozza. Non parliamo poi degli anelli a protezione dell’impugnatura, che entrarono in voga in età rinascimentale.
Inoltre, 169 cm complessivi e 2.7 kg di peso non sono misure plausibili per una spada medievale.
C’è un’ultima questione. Immagino che molti di voi che si stiano chiedendo a cosa dobbiamo le armi del manga Claymore, ecco la risposta:
Sul nostro sito non troverai mai banner pubblicitari. Puoi supportare l’attività del Centro Studi Zhistorica acquistando le nostre pubblicazioni:
▶ spedizione gratuita con pacco tracciato e assicurato.
▶ copie firmate, con segnalibro e card HD in omaggio
Puoi acquistare dal nostro portale:
👉 bit.ly/ZhistoricaStore
o su Amazon:
👉 Zodd. Alba di Sangue
👉 I Padroni dell’Acciaio
👉 Gotz von Berlichingen
👉 Ascanio della Corgna
👉 Diario di Federmann
👉 Fiore dei Liberi
[ecwid widgets=”productbrowser” default_category_id=”0″]
Interessante articolo. Mi chiedo però: la spada del narvalo, tanto appariscente quanto inutile, non potrebbe essere un’arma da parata?
Un’arma del genere è pressoché impossibile anche da portare inguainata sia al fianco che sulla schiena. Questo perché i due bracci aggiuntivi sono perpendicolari alla lama e creerebbero non poco fastidio ad un cavaliere.
Potrebbe. L’unica cosa certa è che se Re Bruce l’avesse impugnata una sola volta in battaglia, sarebbe schiattato.
Basta impugnarla stando distante qualche centinaio di metri da qualsiasi pericolo 😀
Per il resto, ora leggo e studio
La battaglia di Killiecrankie fu quell’ilare episodio in cui i coraggiosissimi, barbuti, sozzi guerrieri dei clan caricarono da sconsiderata distanza all’arma bianca linee di moschettieri e, bang bang, indovina un pò come finì?… 😆
Quindi devo ringraziare quell’ incisione se il manga (che trovo piacevole per il resto) ha certi arnesi dentro… ergh…
Ottimo articolo, grazie 🙂
Un altro mito che mi è caduto, grazie Zwei :o:
Ti odio. :-[)
Ma allo stesso tempo ti ringrazio, perché è interessantissimo leggere articoli simili. Vien dunque da chiedersi: che arma usò Wallace nella realtà?
Vorrei chiederti/chiedervi alcune cose che non ho capito:
Primo) La Claymore è da considerarsi a due mani? Credo di sì, visto che c’è scritto che era comoda contro gli armati con armi ad asta (ed è lunga un metro e 40), però non si sa mai, magari ho capito male. Non vorrei metterla in mano a un personaggio che intanto tiene anche uno scudo :bloody:
Secondo) Per quale ragione, in Scozia, le protezioni sono rimaste simili a quelle medievali anziché evolversi come nel resto d’Europa? Questa cosa m’interessa parecchio, perché se voglio mettere armi simili in una storia devo sapere il perché quella determinata arma si sia evoluta.
Terzo) Sai che non ho capito la differenza fra una Lowland e una Highland? Cambiano solo di lunghezza?
Scusa per l’incomprensione
Uh, interessante. Appena ho tempo leggo tutti gli articoli sulle armi, sono ignorantissimo su questo campo.
La spada di narvalo è trashissima, potrebbe essere stata spacciata come lama con manico d’unicorno? Non so se ai tempi sapessero o no che i supposti corni d’unicorno fossero corni di narvalo, ma nel caso non ne fossero al corrente potrebbe essere stata spacciata come “spada dagli incredibili poteri blablabla” (situazione da fantatrash, insomma).
@ Giacomo:
Non dono un inteditore, ma:
1- Direi che la Claymore è chiaramente un’arma a due mani, dato che zwei parla di 2 chili e mezzo abbondanti, e che l’elsa e molto lunga…
2- Per la quastione delle amrature, come dice zwei nell’articolo gli scozzesi non erano affatto abili fabbri.
3- Nella questione Lowland/Highlad, nota che la guardia è completamente diversa: nella Lowland è simile a quella di una Zweihander.
Non sono esperto di armi, quindi dico la mia opinione da profano. Se ricordo bene, la claymore dovrebbe rientrare nella categoria “bastarde”, nel senso che potrebbe essere usata sia ad una che a due mani. Per quanto difficile, una spada di 2.5kg, nella foga della battaglia, potrebbe essere usata per colpi simili al rovescio al fine di allontanare un nemico (seppur questo significhi rimanere completamente scoperto). Andrebbe capito quanto bene era bilanciata l’arma.
Grazie per la prima e la seconda. Scemo io a non averci pensato.
2) Sì, ma perché? :(( Possibile che non ci fosse nessuno ma proprio nessuno in tutta la Scozia a saper forgiare armature migliori? è che suona davvero strano…
Potrebbe dipendere anche dal costo di una singola armatura, i clan spesso erano poco più che famiglie allargate con scarse risorse, quindi prive della possibilità di accedere a armature, a quel punto anche per i clan piu numerosi e e sicuramente piu ricchi diventava una spesa inutile dotare i propri capiclan di armature, ragionamento non supportato da prove dato che faccio altro nella vita 😉
Non è certo il singolo armaiolo che permette la diffusione delle corazze: comunque io non sono affatto un esperto di quel contesto storico, quindi non so darti una risposta…
No beh, ovvio che non è il singolo armaiolo, però mi suona strano, ecco. Non capisco perché la tecnica non si sia diffusa.
O meglio, non è che non lo capisco, semplicemente non lo so, il perché. :((
@Giacomo
1) Ovviamente, la Claymore è una spada a due mani.
2) Gli scontri fra clan sono una storia a parte. D’altronde, combattere con una Claymore fino alla fine del XVII secolo sarebbe stata follia in qualsiasi campo di battaglia europeo. Anche in Europa però, almeno fino all’avvento delle truppe mercenarie sempre più specializzate, il grosso della fanteria non disponeva di protezioni complete. Ad esempio, dai resti archeologici della Battaglia di Wisby (Danimarca, 1361) è emerso che molti guerrieri avevano subito l’amputazione di un arto.
3)Come ho scritto, la L.Claymore è più vicina alla Zweihander come dimensioni (puoi vederlo anche dalle immagini) e forma dell’elsa.
Che armi usò Wallace? Probabilmente le stesse che usavano i suoi nemici. Ed ovviamente non portava neppure quel ridicolo pseudo-kilt del film, né si pitturava la faccia.
Articolo davvero molto interessante, come sempre.
Mi chiedo se ci delizierai con un analogo intervento proprio sull’altra arma, la spada lunga con l’esta a cesto 8assimilabili alle schiavone?).
A quanto ricordo, la differenza fra schiavona e finta claymore era il colore dell’imbottitura dell’elsa… ma potrei sbagliare.
Bravi, fatemi cadere altri miti. Mi esalto come una bestia quando vedo Wallace con la faccia dipinta caricare come un folle e voi volete privarmene eh? EH?
Carogne senza cuore! :bloody:
@Zwei: Causa costi o mancanza di materiale? Comunque ho capito, grazie.
ben fatto come sempre
ma sei stato un po’ stitico per i tuoi standard,arrivato all’incisione che ha ispirato le strunzate del manga claymore, FINE, ci sono rimasto male
potrebbe essere l’occasione per parlare della basket hilt broadsword, il che potrebbe essere lo spunto per parlare del nostro amato mad jack
Giacomo, infierisco
http://www.bloopers.it/?id_film=377
e se non bastasse
http://www.villaggiomedievale.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=1846
resta comunque un bel film, l’avrò visto decine di volte.
Ti odio lessà. Ti odio. Ma proprio tanto :bloody: :-[) 😐
Bello però quel sito, bloopers, credo che ci passerò diverso tempo… 😀
Typo da correggere: “davanti ad un avversari armati di armi in asta”
Ricordo che al liceo, in Letteratura (e storia) inglese, studiammo appunto la vicenda di William Wallace e nel libro c’era la foto della leggendaria spada, all’interno della teca.
Il fatto che il mito sia stato sfatato mi ringalluzzisce e ora ho voglia di tornare dalla prof, farle leggere l’articolo, dopodiché inviare via mail il link agli autori del libro di testo con oggetto: “Vergogna”. 🙂
Grazie di esistere, Zwei.
@ Giacomo (con riferimento a questo):
a) allora, in Iscozia medioevale le cotte di maglia esistevano (così come in Irlanda, perlatro) ma, come ovunque in europa erano cose costose, che si potevano permettere i combattenti specializzati a cavallo (nel nostro caso, un’elite di franco-normanni insediatasi nelle Lowlands e nelle Marche a partire dall’epoca del buon MacBeth (e del suo infame successore Malcom III, che iniziò il processo di feudalizzazione della scozia, fra il resto introducendo un buon numero di furfanti normanni e l’uso del francese a corte).
b) da allora, l’armata scozzese, che prima si componeva essenzialmente di una gran massa di pedoni armati alla leggera, venne divisa in due: da un lato l’esercito scozzese (ovvero formato dalle leve di Scoti), dall’altro le leve feudali (scoto-normanne) e le truppe fornite dai burghs; ma anche qui, la protezione che potevano permettersi la massa delle trupe era al più una veste imbottita, o un farsetto di cuoio;
c) anche in seguito alle complicate e lunghe vicende della Scozia (che, ricordiamo, già all’epoca consisteva in una desolazione di brughiera, soprattutto nelle Highlandas, in conseguenze della piromania dei tuoi amati vichinghi) era una terra povera, e le cotte di maglia stesse (lente e difficili a prodursi) iniziavano a diventare obsolete e rimanevano affari costosi e lenti da produrre. Claymore (e protezioni corporee più o meno complete) restavano comunque armi d’elite, riservate ai capiclan. Come ai bei vecchi tempi andati dell’epoca La Tené, il fantaccino caricava protetto al massimo dal suo orgoglio tribale XD
Ottimo articolo!! Grazie!! 🙂
Ciao a tutti, ho trovato molto interessante questo articolo, son capitato su questa pagina in quanto mi sto interessando proprio a questo tipo di spada e son “inciampato” appunto sul disegno della claymore con il sottile ricasso! Mi pare di capire che questa lama è da voi ritenuta una “fantasia” ma non credo sia esatto, vi rimando ad un link:
http://www.myarmoury.com/talk/viewtopic.9398.html
Mi pare dunque che questa tipologia di lama sia veramente esistita!
La spada nell’incisione riportata da Zwei è proprio quella di Dunvengan Castle del tuo link: che la spada esista è fuor di dubbio, mentre la sua datazione mi sembra invece abbastanza incerta, anche nella discussione da te linkata; ad ogni modo, se usata in combattimento, non penso una lama con quella strozzatura potesse sopportare più di una manciata di colpi prima di spezzarsi direttamente sopra l’elsa.
Articolo interessante che prova ulteriormente come gran parte del medioevo venne inventato dall’ottocento romantico e come tali invenzioni siano giunte ancora a noi.
Esistono due W. Wallace, quello della creazione romantica e pervenutoci sino al film di Gibson (un personaggio che compendia in un certo senso tutta la “Scottishness”: facce pitturate col guado secondo l’uso dei pitti, claymore cinquecenteschi, kilt settecenteschi) e quello storico che ci rimandano le fonti dell’epoca. Eppure sia il primo – il prodotto culturale vittoriano – che il secondo – il personaggio storico – esistono e sono entrambi degni oggetti di studio. Dalla storia medievale si passa al medievalismo. Lo stesso discorso potrebbe farsi per l'”invezione” di Alfredo il Grande fatta dall’età vittoriana che istaurò (senza nessuna difficoltà!) un legame diretto tra il re del piccolo Wessex dell’età dell’eptarchia e la Regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda e Imperatrice d’India.
P.s: la battaglia del bang bang credo sia non Killiecrankie – dove i giacobiti caricarono prima che le file degli orangisti ebbero il tempo di inserire la baionetta) – ma Culloden (1746).
Come non concordare, caro king. La ricerca storiografica deve liberarsi da certe fonti ottocentesche che hanno distrutto la verità storica. E per farlo si potrebbe partire proprio dai tanti autori dello stesso periodo che non hanno ricevuto le stesse attenzioni a causa di posizioni non in linea con la politica dei governanti.
La “galea” raffigurata sulla stele di MacPhee è un Birlinn, tipica imbarcazione utilizzata in tutta la Scozia gaelica (Ebridi ed Highlands) durante il MedioEvo, la cui forma è una evoluzione delle imbarcazioni vichinghe, popolo molto attivo nelle isole britanniche durante quel periodo storico.