L’Assedio di Gerusalemme (614)

L’Assedio di Gerusalemme del 614 è uno degli eventi più interessanti del tardo-antico. Un atto molto significativo della lunga guerra fra Roma e Ctesifonte, portata avanti per secoli e conclusasi solo con la battaglia di Ninive.

Mentre l’Europa era nel pieno degli sconvolgimenti socio-istituzionali dovuti alla formazione dei c.d. regni romano-barbarici, in Oriente le istituzioni e la società romana continuavano ad esistere, così come i nemici storici delle province mediorientali: i Sasanidi. L’ultima stirpe persiana non rinunciò alle proprie mire espansionistiche fino all’ultimo istante di vita, costringendo Costantinopoli a un enorme sforzo bellico per buona parte del VI e l’inizio del VII secolo.

Alla fine di questa guerra, segnata da centinaia di migliaia di morti (ricordiamo anche le contemporanee epidemie di peste bubbonica), entrambe le potenze si trovarono  dissanguate dal punto di vista economico e militare e, sfortunatamente per loro, nello stesso periodo uscirono dalla penisola araba le armate che avrebbero sconvolto definitivamente l’assetto istituzionale del mondo antico.

L’ultima parte della guerra Romano-Sasanide durò quasi trent’anni (602-628), e fu caratterizzata da due fasi. Nella prima (fino al 621 circa), i Sasanidi riuscirono ad annettere quasi tutti i territori romani, mentre nella seconda iniziò la grande controffensiva di Bisanzio. L’assedio di Gerusalemme fu uno dei momenti più tragici della prima fase, sia in termini di vite umane che simbolici.

Sullo stesso argomento, leggi anche Il Governo Ebraico di Gerusalemme (614-619).

Il generale sasanide Shahrbaraz, giunto in vista delle mura alla testa di un enorme esercito, offrì alla cittadinanza una facile resa senza spargimenti di sangue, che però fu rispedita al mittente. I Persiani attaccarono il 15 Aprile, forse senza sapere che la forza militare posta a difesa della città era ridottissima. Stando ai resoconti del tempo, anche il contingente guidato dal monaco Abba Modestus se la diede a gambe non appena vide le dimensioni dell’esercito sasanide (lasciando il buon Modestus da solo), mentre gli uomini sulle mura andarono a nascondersi nei fossi, nelle cantine e nelle  cisterne. Naturalmente, la fonte cristiana (Antiochus Strategos, the Capture of Jerusalem by the Persians, in georgiano Antiokh Strateg, Playnenie Jerusalima Persami) ci rassicura sulla sorte del monaco, che era salito su una roccia circondata dai nemici:

Ma Dio, che salvò il profeta Eliseo e annientò gli assassini venuti per ucciderlo prima che potessero vederlo, oscurò gli occhi del nemico, e lasciò quindi indenne il Suo servo. Ed Eliseo scese tranquillamente a Jericho.

Per la cittadinanza invece, le cose andarono molto peggio. Al ventunesimo giorno di bombardamento (i sasanidi utilizzavano baliste e catapulte proprio come i romani), una sezione delle mura di Gerusalemme crollò, permettendo al nemico di irrompere in città.

Il testo che ho utilizzato per ricostruire la presa di Gerusalemme è tratto dal numero 25  di English Historical Review (anno 1910), scritto da F.C. Conybeare. Sua è la traduzione, dal georgiano all’inglese, dell’Antiokh Strateg, Playnenie Jerusalima Persami, il cui originale greco è andato perduto.  Il Prof. N. Marr, che pubblicò l’originale testo in georgiano, del X secolo circa, riteneva che questa trascrizione provenisse non dall’originale greco, ma da una traduzione araba del greco.

La gente cercò rifugio nelle chiese e negli edifici sacri, ma i Persiani massacrarono tutti. Non ci fu pietà per nessuno. I bambini vennero fatti a pezzi davanti ai genitori, le donne stuprate ed uccise (il resoconto ci tiene a precisare che non vennero risparmiate né le vergini, né le vedove), i sacerdoti sgozzati nelle chiese, gli uomini in armi trucidati con le loro stesse armi.

Il massacro terminò dopo quasi tre giorni e 50-60.000 morti. Poco dopo, il comandante persiano si rese conto che parte della popolazione doveva essersi salvata, quindi mandò i suoi uomini per le strade ad annunciare che tutti i sopravvissuti sarebbero stati risparmiati:

Non abbiate paura. Poiché abbiamo messo da parte la spada ed io stesso vi garantisco la pace.

Gli abitanti uscirono dai loro nascondigli e si radunarono davanti a Shahrbaraz, che si dimostrò interessato a tutti coloro i quali avessero confidenza con “l’arte del costruire”. Prese quindi architetti e ingegneri, mentre fece gettare gli altri superstiti nella piscina di Mamilla, una riserva d’acqua fatta costruire da Ponzio Pilato a poca distanza dalla città. Accalcati gli uni sugli altri, molti cristiani morirono per soffocamento. Ma il peggio doveva ancora venire.

la Piscina di Mamilla all’inizio del secolo scorso

Infatti, a questo punto, nell’ Antiochus Strategos si parla del ruolo avuto dagli Ebrei nella vicenda. Si tratta di un brano poco conosciuto, che ha subito una vera damnatio memoriae. Gli Ebrei, visto il loro incontro-scontro secolare con i Romani e le reciproche incomprensioni, spesso sfociate nel sangue, con il Cristianesimo, ebbero un ruolo importante nella presa della città (all’esercito Sasanide si erano aggiunti circa 26.000 ebrei persiani e locali):

… gli Ebrei si avvicinarono al bordo della piscina e chiamarono i figli di Dio (Cristiani) mentre questi erano bloccati lì, e gli urlavano: “Se volete sfuggire alla morte, diventate Ebrei e negate Cristo, e dopo potrete uscire di lì e unirvi a noi. Vi riscatteremo con i nostri soldi e avrete benefici dallo stare con noi.

Insomma, gli Ebrei avrebbero pagato il riscatto dei cristiani se si fossero convertiti al giudaismo. Gli Ebrei sono avari e ricchi, disinteressati alla vera spiritualità e capaci di corrompere degli innocenti con il vil denaro: questo era il messaggio che voleva far passare l’autore. Difficile sapere se questo passo fosse già contenuto nell’originale greco, in quello mediano arabo o aggiunto dal narratore georgiano, ad ogni modo, come da copione, i cristiani rifiutarono. Morirono tutti di fame e di sete, oppure passati a fil di spada dai magnanimi soldati persiani.

Una versione ancora peggiore è quella riportata dal giornalista e negazionista dell’Olocausto Israel Shamir, che è stato uno dei pochi a parlare delle vicende gerosolimitane del 614. Purtroppo, la sua è una visione completamente ideologizzata, in cui non si tiene conto della situazione mediorientale del VII secolo. Egli tende, infatti, a creare una nefasta sovrapposizione fra arabi di palestina dei giorni nostri e cristiani del VII secolo, e fra ebrei persiani e israeliani.

L’impietoso conto dei corpi finale viene riportato sia nel testo georgiano, sia in un frammento arabo (i numeri fra parentesi, che spesso differiscono dal dato gerogiano).

Trovammo nel palazzo del governo 28 (18) persone. Nelle cisterne trovammo il massacro di 275 (250) persons. Di fronte ai cancelli di Sion (vicino all’attuale Zion Gate) 2270 persone. All’altare dei Nuovi Santi 600 (290). Nella chiesa di Santa Sofia 477 (369). Nelle chiese dei Santi Cosma e Damiano 2212 (2112). Nella libreria dei Nuovi Santi 70.

Nel monastero di Santo Anastasio trovammo 212 corpi. Nella piazza del mercato 38. Di fronte al tempio dei Samaritani 919 (723). Nella strada di San Kiriakos 1449 (1409). Sul lato occidentale di Sion 196 (197). Al cancello Probatike 2107 morti. Al passaggio di S. Giacobbe 1308 (1700). Nella via dei macellai 921. Alla piscina di Siloam 2818 (2318).

Nella piscina di Mamilla trovammo 24,518 cadaveri. […] Sul Monte degli Olivi 1207. […] Di fronte al Sacro Golgota 80. Nei vari fossi, giardini e cisterne della città 6917 (6907). Alla Torre di Davide 2210. […] Nel punto in cui il nemico aveva fatto breccia 9809 (1800) morti. E a Gerusalemme trovammo tanti altre persone massacrate. Il numero totale è di 66.509.

Oltre a questo, il generale Shahrbaraz strappò la Vera Croce (alcuni parlano anche della lancia Santa) dal luogo in cui veniva custodita e la portò in trionfo a Ctesifonte.

Byzantine–Sasanian War of 602–628 - Wikiwand

E’ facile immaginare che, in quel momento, i Sasanidi fossero convinti di riuscire ad annientare per sempre Costantinopoli. Riuscirono addirittura ad annettere l’Egitto, seguito dall’intero medio Oriente. La sola Gerusalemme rimase in mano Sasanide per quindici anni. Eppure, proprio dopo la conquista di Gerusalemme, fu scritta una famosa sura del Corano davvero profetica:

Sono stati sconfitti i Romani, nel paese limitrofo; ma poi, dopo essere stati vinti, saranno vincitori, tra meno di dieci anni – appartiene ad Allah il destino del passato e del futuro – e in quel giorno i credenti si rallegreranno dell’aiuto di Allah: Egli aiuta chi vuole, Egli è l’Eccelso, il Misericordioso.” (Corano, 30:2-5)

Peccato che nella sura dopo non ci sia la previsione più ovvia, ovvero l’asso piglia tutto calato dai successori di Maometto, con buona pace di Romani e Persiani.

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18 pensieri riguardo “L’Assedio di Gerusalemme (614)

  1. Argh, mi ero dimenticato di un errore nella parte finale dove dici che “rimase in mano sasanide per quindi anni”.

    Scusa il doppio post

  2. Piccolo errore di copia-incolla. Nell’edizione critica pietroburghese del 1909 il testo di armeno era intitolato “Plenenie Jerusalima Persami”. Titolo russo, quindi, non armeno :choler:

  3. Bel massacro.
    Devo dire che non capisco perchè la città non si sia arresa subito, tanto più che Gerusalemme è, ad essere gentili, una città che cade facilmente.

    Non so se nel VI-VII secolo le mura fossero messe diversamente, ma ho presente come erano nella I e III crociata e… sant’iddio, i lati nord ed est sono orrendi (tant’è che i due assedi durarono una settimana).
    Me le immagino le catapulte sul monte degli olivi a bombardare in allegria dall’alto… perciò: perchè non evacuare la città o perlomeno arrendersi?

  4. Articolo molto interessante, avendo tempo non sarebbe male approfondire (quando la pila di libri da leggere diminuirà… ma da quando seguo questo e altri siti non fa che aumentare).

    Qualche refuso:

    • nell’ Antiochus
    • reservoir and
    • them :
    •“Gli ebrei riscattarono i cristiani dalle mani dei soldati persiani per pochi denari e furono uccisi alla Piscina di Mamilla, che si riempì di sangue“: qui un refuso e un dubbio; il refuso, le virgolette a chiusura sono aperte. Il dubbio: “Gli ebrei […] furono uccisi alla Piscina di Mamilla”; per come scritto, sono gli ebrei a essere stati uccisi. Errore di traduzione, svista, o cosa?
    • gerogiano
    • E’ facile (per fare facilmente “È” e caratteri insoliti, consiglio AllChars).

  5. Perdonatemi, ma con il nuovo lavoro sono venuti a mancare i tempi morti che avevo prima, quindi scrivere è diventato davvero difficile. Grazie delle correzioni, stasera aggiornerò l’articolo.

  6. E’ una parte di Storia che non ho molto sudiato, quindi è stato interessante leggere l’articolo. Solo una domanda: se la città non aveva soldati e le difese facevano pena, perché non essersi arresi subito?

    Poi si trae un importante insegnamento: se ti sei salvato, nascosto in cantina, mentre un pazzoide armato di scimitarra fa strage nella tua città, se quello stesso pazzoide se ne esce con: “Hey, all right, abbiamo finito la festa, vieni fuori e non ti farò male”, resta in cantina!

  7. E non lamentarti dell’insuccesso dei post, che non è vero =p

    Però non credo di aver capito bene. Secondo quelle fonti, gli ebrei avrebbero riscattato i cristiani che si convertivano… per poi mandarli a morte comunque?

    Poi si trae un importante insegnamento: se ti sei salvato, nascosto in cantina, mentre un pazzoide armato di scimitarra fa strage nella tua città, se quello stesso pazzoide se ne esce con: “Hey, all right, abbiamo finito la festa, vieni fuori e non ti farò male”, resta in cantina!

    Essì, direi anch’io.

  8. il passaggio perpetrato su chi la pensa diversamente (in questo caso ebrei vs cristiani) dopo qualche decennio musulmani vs ebrei-cristiani-parsi mi ricorda per l’ennesima volta perchè do ragione a B.Russel…

    8) cmq complimenti per l’articolo!
    P.S. in generale a Storia questa parte viene 😆 trattata così: “… nel frattempo Bizantini e Persiani si combattevano, poi sono arrivati gli Arabi e hanno conquistato tutto..”

  9. In realtà è un conflitto che parte molto prima del 602 , parte da Teodosio 2 che entro’ in guerra con i sassanidi per motivi religiosi dal 450 al 530 mi pare, quando Giustiniano si compra la pace che Crosoe rompe nel 541 , poi la guerra continua fino a Maurizio che aiuta l’imperatore persiano nella guerra civile sassanide. Quando Maurizio viene ucciso da Foca , approfittando dell’insurrezione di Eraclio l’impero sassanide invade la Siria bizantina .
    ( per i lettori di fantasy da qui parte il ciclo della serie fatta dalla fanucci di Turdledove , l’ultima quadrilogia di Videssos).
    Interessante fu che i bizantini avevano grane in italia con i longobardi , grane religiose dove Eraclio si invento una formula per cercare di colmare il divario tra monofisiti e ortodossi , mettendosi a dare noia agli ebrei ( conversioni forzate). :8

  10. Infatti ho parlato dell’ultima parte del conflitto. Fra Parti e Sasanidi i Romani non sono mai stati tranquilli sul fronte orientale.

  11. Questo frammento di storia viene comunque trattato meno peggio dell’arrivo dei Mongoli e la caduta del Califfato Abbaside. A ogni grado di insegnamento la storia è più o meno così
    -I romani bla bla contro i persiani. Cadono i Romani. I Bizantini bla bla contro i persiani. Cadono i persiani. I Bizantini bla bla contro gli arabi.-
    Vacanze, passa un quadrimestre.
    -I Bizantini bla bla contro i turchi.-
    -Signora Maestra, ma gli arabi?-
    -Fatti i cazzi tuoi, eresiarca. Dicevamo i malvagi turchi…-

  12. Purtroppo la storia, che dovrebbe essere la pietra angolare del concetto di cultura, è stata messa ai margini anche dall’insultante cattedra liceale di “storia e filosofia”, che vedeva la prima come un mero intermezzo rispetto alla seconda.

  13. Articolo fichissimo, Zwei, che ho riscoperto stamani per caso (dopo un immeritato oblio) grazie ai suggerimenti in calce al tuo ultimo articolo.

    Che dire… una piacevolissima lettura che mi ha accompagnato durante il viaggio di rientro sul sempre amato “Trenitalia”

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