L’Assedio di Rodi 1522: la Sconfitta dei Cavalieri

L’Assedio di Rodi 1522 rappresenta un momento fondamentale nella storia dell’Impero Ottomano e degli Ospitalieri. Questi ultimi, estromessi dal governo dell’isola, nel giro di un decennio ricostruiranno le loro fortune a Malta.

Solimano il Magnifico, 26enne Imperatore ottomano appena asceso al trono, decise che l’onta del 1480 andava lavata, possibilmente nel sangue. A chiederglielo era stato suo padre, Selim I, che aveva già preparato 300 navi per radere al suolo la fortezza degli Ospitalieri. Si dice che Selim avesse chiesto al figlioletto Solimano solo due cose: prendere Belgrado e Rodi.

Ma c’erano altre ragioni. I Cavalieri non erano proprio delle donnicciole casa e chiesa, e la loro occupazione primaria era contrastare le navi corsare ottomane e barbaresche con un modus operandi analogo al loro, e, perché no, effettuare sortite nelle città costiere musulmane. A Costantinopoli giungevano continue lamentele da parte degli abitanti di Mitilene, Negroponte, Acaja, ecc. Tutti chiedevano che i Cavalieri fossero estirpati dall’isola di Rodi.

Solimano non si lasciò scappare quest’opportunità, anche perché l’Europa era lacerata da una miriade di guerre intestine (Carlo V e Francesco I stavano mettendo a ferro e fuoco l’Italia, Lutero aveva dato inizio allo scisma protestante, ecc..).

Sapendo che Solimano non avrebbe esitato, l’altro protagonista di questa storia, il neoeletto Gran Maestro l’Isle-Adam, racimolò tutto il denaro possibile e salpò da Nizza alla volta di Rodi. Nel tragitto, ruscì anche ad evitare la flottiglia di Cortoglu (o Curtogoli), uno dei più grandi corsari di sempre, cui gli Ospitalieri avevano ucciso due fratelli ed imprigionato un terzo proprio a Rodi.

Giunto sull’isola, il Gran Maestro lavorò alacremente al miglioramento delle difese e a preparare le vettovaglie per resistere all’assedio: fu aumentata la profondità dei fossati, la resistenza delle mura e la produzione delle macine.

Assedio di Rodi 1522
Le conquiste dell’Impero Ottomano dal 1300 al 1683.

Mura e fossi non potevano bastare, quindi l’Isle Adam sguinzagliò diversi uomini alla ricerca di mercenari e munizioni. Antonio Bosio si recò a Creta e comprò una buona quantità di munizioni, ma il governatore dell’isola, onde evitare di attirarsi l’ira ottomana, pubblicò un pubblico bando con cui vietava l’assoldamento di mercenari sull’isola. Lavorando dietro le quinte, Bosio riuscì comunque ad ottenere 400 uomini (arcieri, dice il De Caro) e l’ingegnere veneto Gabriele Martinengo, esperto in fortificazioni ed artiglieria.

Anche a Rodi i preparativi erano frenetici. Per le strade si vedevano solo officine di fabbri, intenti a fabbricare corazze elmi e scudi, e immense fornaci ove si fondevano cannoni e colubrine. I campi d’addestramento provavano manovre e tattiche giorno e notte.

Sotto la guida del Martinengo, centinaia di uomini venivano istruiti sull’uso dell’artiglieria, si piazzavano mine per evitare che i turchi scavassero dei tunnel sotto le mura, si fortificavano i palazzi più importanti della città e si trinceravano le vie, in modo da tentare una resistenza casa per casa nel caso le mura avessero ceduto. Grosse catene e navigli affondati impedivano l’ingresso nel porto.

Assedio di rodi 1522
Un lungo bastione nel mezzo del fossato. Una delle misure prese dai Cavalieri dopo l’assedio del 1480. Era raggiungibile attraverso tunnel sotterranei che venivano fatti saltare quando il bastione cadeva in mano nemica.

Il Gran Maestro passò in rassegna le sue truppe: 5.000 uomini. I Cavalieri erano 600,  400 i mercenari cretesi guidati da Antonio Bosio. C’erano anche altri mercenari, galeotti, marinai, oltre ai rodiani più prestanti.

Senza stare ad enumerare la disposizione precisa delle truppe rodiane (che ci è giunta integralmente), bisogna ricordare che l’Isle Adam scelse di difendere il punto più debole delle mura: il quartiere di Santa Maria della Vittoria.

Prima dell’attacco, Solimano spedì una lettera al Gran Maestro, dove prometteva che avrebbe permesso a rodiani e Cavalieri di abbandonare l’isola con i loro averi (o rimanere senza alcun pregiudizio per l’esercizio della religione cristiana) se ci fosse stata una resa immediata, altrimenti “piglieremo voi schiavi e mala morte morirete“.

Il Gran Maestro non rispose, ma agì.  Fece terra bruciata intorno alle mura di Rodi e avvelenò i pozzi nei dintorni, incendiò i boschi e distrusse le fattorie.

fortificazioni di rodi nel 1480 e nel 1522
A destra: Rodi nel 1480; a sinistra: Rodi nel 1522 ricostruita su una mappa moderna. Rimane la stessa distribuzione della mura, ma si possono notare i bastioni nei fossati davanti al settore inglese e a quello spagnolo.

La guerra iniziò senza troppo clamore, con l’arrivo di trenta imbarcazioni presso l’isola di Lango, retta dal Cavaliere Prégeant (Pregianni o Pier Gianni) de Bidoux. Il Guglielmotti, ne La guerra dei pirati e la marina pontificia dal 1500 al 1560 (1876), ci informa che il nome di Pregianni appare spesso sia negli scontri con i corsari sia nelle razzie poste in essere dagli Ospitalieri. Era famoso per la statura colossale e la forza fisica, e si diceva che con il suo spadone, probabilmente un’adorata zweihander, fosse capace di tagliare a metà un uomo. Il De Caro riassume piuttosto bene il pensiero del capitano francese, dicendoci che “Amava la guerra, odiava i turchi.”

Il violento Pregianni fece sbarcare i turchi e li aggredì immediatamente con i suoi uomini, costringendoli alla ritirata. Non pago, ne massacrò diverse decine nell’inseguimento (come il famoso frate francescano nell’assedio del 1480).

Poco più di una scaramuccia, il peggio doveva arrivare. Anzi, arrivò presto. Il 26 Giugno 1522 una enorme flotta apparve a largo di Rodi. Se Maometto II, quarant’anni prima, aveva fatto sbarcare 100.000 uomini, Solimano non voleva essere da meno. Le sue 400 navi trasportarono 100.000 uomini e migliaia di schiavi danubiani sulle sponde dell’isola.

Il Gran Maestro L’Isle-Adam, per evitare il panico fra i cittadini, decise di tenere ugualmente la processione programmata, e poi celebrò la messa nella Chiesa di San Giovanni in Collacchio. Le vele turche riempivano il mare circostante, e tutta la cittadinanza ascoltava la messa, uno scenario decisamente surreale. Finita la messa, si chiusero i cancelli e si issarono gli stendardi sulle torri.

L’Isle-Adam, rinomato per lo zelo religiose e le doti di soldato (era anche dotato di una struttura fisica impressionante, “gigantic frame“, ci dice W. Porter), indossò l’armatura, la sua seconda pelle.

ritratto del gran maestro l'Isle Adam
Come d’Aubusson, anche l’Isle Adam toglieva l’armatura solo per andare a letto (non sempre).

L’Isle-Adam cercò di tenere a freno l’ardore dei suoi, che volevano addirittura impedire lo sbarco dei turchi. Infatti, la preoccupazione più grande del Gran Maestro durante tutto l’assedio fu quella di non perdere uomini inutilmente: i Turchi potevano sostituire i loro morti, i Cavalieri no.

Un fiorentino, Girolamo Bartolini, propose un progetto che prevedeva la distruzione della flotta nemica attraverso l’utilizzo di una qualche sostanza esplosiva (sarebbe interessante conoscere questo progetto nel dettaglio!), ma il Gran Maestro non lo considerò.

Il Turchi sbarcarono senza problemi tre miglia ad est della città, e per 13 giorni prepararono il campo e sbarcarono altre truppe. La mossa successiva dei turchi fu quella di scavare delle trincee, ma i manovali valacchi usati per il lavoro venivano continuamente massacrati dalle sortite dei Cavalieri. Anche le prime batterie di cannoni piazzate dai turchi furono distrutte dall’artiglieria di Rodi.

Intanto, giunse in porto Pregianni de Bidoux che, sfruttando il vento propizio con il suo brigantino, riuscì a passare fra le navi turche senza essere colpito.

In realtà, l’assedio era cominciato senza troppa convinzione. I Turchi, ricordando cos’era accaduto l’ultima volta, non avevano alcuna voglia di buttarsi sotto le cannonate degli Ospitalieri.  Sappiamo anche che un disertore si gettò in acqua con le navi ancora a sei miglia dalla costa e raggiunse la Torre di San Nicola, informando gli Ospitalieri del malcontento che serpeggiava fra le fila nemiche, in particolar modo fra i Giannizzeri, che nell’assedio precedente avevano subito delle perdite pesantissime.

torre di san nicola a Rodi
La Torre di San Nicola oggi. Anche dopo cinque secoli, chiamarla semplicemente “torre” appare piuttosto riduttivo.

Fir Mehemed pasha, uno dei generali di Solimano, si rese conto della situazione e decise di informare il Sultano, che giunse sull’isola il 28 Agosto (con altri 15.000 Giannizzeri) e riportò l’ordine fra le proprie fila.

Nel frattempo, i Cavalieri riuscirono a smascherare un complotto ordito da alcuni schiavi turchi, capeggiati da una donna, che avevano intenzione di appiccare il fuoco in diversi punti della città ed aprire le porte a Solimano nel caos che ne sarebbe seguito. Gli schiavi vennero cristianamente torturati ed uccisi.

Tuttavia i Cavalieri covavano in seno una serpe ben peggiore, il Cancelliere D’Amaral, che era stato battuto da l’Isle-Adam nell’elezione del nuovo Gran Maestro. Il D’Amaral mantenne i contatti con i Turchi per tutta la durata dell’assedio, ma alla fine fu scoperto anch’egli.

Di un altro episodio di tradimento fu incolpato un medico. Secondo le fonti, questi avrebbe comunicato (con l’SMS del XVI secolo, ovvero freccia con messaggio incorporato) al nemico di colpire il campanile dietro la chiesa di S.Giovanni, che veniva utilizzato dai Cavalieri come punto di osservazione privilegiato dell’esercito turco. Effettivamente, il campanile fu cannoneggiato e abbattuto, ma anche il buon medico fu scoperto solo un paio di mesi dopo, mentre tentava di comunicare che le risorse della città si stavano esaurendo. Il medico fu giustiziato seduta stante.

Le truppe di Solimano circondarono completamente Rodi. Da sud a nord erano schierati i soldati di Fir Mehmed Pasha (vicino ai bastioni di S. Giovanni), seguiti quelli di Cassim Pasha (divisioni dall’Anatolia), di Mustapha Pasha e di Achmet Pasha. Chiudevano il cerchio i Giannizzeri, guidati da Baly Aga.

L’impressionante parco d’artiglieria giunto al seguito dei Turchi era costituito 6 pezzi da 3 palmi, 15 da 5/6 palmi, 12 bombarde da 9/11 e 2 da 11 palmi, 12 basilischi da 8 palmi, 15 doppi cannoni , 12 mortai per il tiro verticale (7/8 palmi) .

colubrina dei cavalieri ospitalieri
Una colubrina con lo stemma di L’Isle-Adam. Bersagliò i turchi con palle di ferro da 22 libbre per diversi mesi.

Solo nella prima parte dell’assedio, le fonti ci dicono che arrivarono sulla città 1.713 pietre e 8 palle d’ottone incendiarie (fuoco greco?).

Successivamente, Solimano fece erigere dei terrapieni, uno di fronte alla Posta d’Italia e l’altro fra quella di Spagna e di Germania, in modo che la sua artiglieria potesse colpire la città da un livello dieci piedi superiore a quello delle mura di Rodi.

Un fuoco pesante si abbatté sulla Torre di San Nicola e sulla Posta d’Alvernia, su quella d’Italia e sui bastioni di Santa Maria. Per quasi un mese fu guerra d’artiglieria. I Turchi causavano danni enormi, ma i Cavalieri continuavano con le riparazioni e la costruzione di barricate sopra le rovine e dietro di esse.

Intanto, sotto le mura si combatteva un’altra battaglia. Da una parte c’erano i minatori turchi, che scavavano tunnel sotto le mura per farle saltare dalle fondamenta, dall’altra gli uomini dell’artigliere veneziano Gabriele Tadino di Martinengo, che aveva fatto piazzare diverse contro-mine prima dell’inizio dell’assedio. Dopo 32 tentativi a vuoto, il 4 Settembre gli Ottomani riuscirono ad aggirare le difese del Martinengo e causarono una grossa esplosione sotto il bastione inglese, facendone crollare buona parte.

Sentito il botto, drappelli di Turchi uscirono dalle trincee e raggiunsero la sommità delle mura crollate, piantando i loro vessilli. Dopo un momento di confusione, i Cavalieri si riorganizzarono e lo stesso Gran Maestro si precipitò alle mura con la sua guardia personale, brandendo un martello d’arme. I Turchi di Mustapha Pasha arretrarono, sorpresi dalla reazione dei difensori, ma fu lo stesso generale ad uccidere diversi soldati in ritirata e a guidare un nuovo attacco. Le fonti ci dicono che combatté con grandissimo coraggio, ma le mura crollate erano ora presidiate da parecchi uomini ed anche il secondo attacco fallì.

giannizzeri sotto le mura di rodi
Giannizzeri sotto le mura di Rodi.

Gli attacchi continuarono contro la Posta di Spagna, d’Inghilterra, di Provenza e d’Italia. Cannoni, archibugi, fuoco greco, spadoni, mazze, martelli d’arme, picche, alabarde, scimitarre, sparavano e si incrociavano sulla breccia. Si combatteva nel fumo spesso delle artiglierie.  I Cavalieri ed i soldati mercenari, quasi sicuramente in armatura a tre quarti e dotati di armi pesanti, riuscirono a resistere al fuoco e alle scimitarre. Oltre ai soldati, combattevano con ardore anche i frati, in particolar modo i francescani. I vecchi ed i bambini tiravano pietre, acqua e olio bollente e pece. Le donne facevano da infermiere, maneggiavano gli archibugi e i cannoni, alcune combattevano addirittura sugli spalti.

Il resoconto turco descrive un assalto:

I coraggiosi soldati dell’Islam caddero a centinaia, e gli angeli aprirono alle loro anime le porte del Paradiso, poiché dalla sommità della fortezza venivano scagliate un’infinità di pietre e metalli sulle scale gremite di soldati… A mezzogiorno il numero dei morti era divenuto talmente grande che fu necessario sospendere l’attacco, i corpi dei musulmani erano così tanti che venivano gettati nelle trincee senza neanche contarli…

E ancora:

Obbedendo agli ordini ricevuti, i vittoriosi dell’Islam corsero all’assalto pieni d’ardore. Il combattimento fu sanguinoso, i morti dell’armata musulmana cadevano come montoni destinati al sacrificio sotto il terribile fuoco delle armi nemiche. Il numero delle vittime fu indicibile, ma la fortezza riusci a resistere all’eroico sforzo contro gli infedeli. Esausti, i vittoriosi dell’Islam furono costretti a ritirarsi.

Un altro attacco:

Si gettarono nei fossati…combatterono come eroi, ma lo sforzo fu vano. Furono costretti a ritirarsi, lasciando il fossato pieno di morti e inondato dal loro sangue generoso.

I Turchi assaltarono in massa il 13, il 17 ed il 24 Settembre.  Il 17 fu ucciso in combattimento il Turcopiliere (capo della Lingua inglese) John Buck e molti altri cavalieri persero la vita, ma i Turchi non riuscirono mai a sfondare.

Solimano cercò di spronare i suoi promettendo loro il saccheggio della città e facendosi costruire una posizione sopraelevata, in modo da osservare la battaglia. Alla Posta di Spagna, i suoi Giannizzeri sembrarono avere la meglio per qualche tempo, ma poi i 20 Cavalieri e 300 soldati della Torre di San Nicola li aggredirono alle spalle.

Solimano fu quindi testimone di una lunga serie di ritirate. Furioso, condannò a morte i due pasha,  Mehmed e Mustapha (il De Caro parla solo di quest’ultimo), i quali gli avevano lasciato credere che contro una simile forza d’attacco Rodi avrebbe resistito per poche settimane. Fortunatamente per loro, Fir Pasha riuscì a far cambiare idea al sovrano, che si limitò a rispedirli sul continente. Anche l’ammiraglio-corsaro Curtoglu attirò le attenzioni di Solimano, che lo fece fustigare sulla poppa della galea che capitanava per poi esiliarlo.

I Turchi concentrarono gli sforzi verso il baluardo d’Inghilterra, affidando l’impresa ad i Mamelucchi, rivali dei Giannizzeri per coraggio e capacità guerresche e vogliosi di dimostrare il loro valore al nuovo sovrano (I Mamelucchi erano stati sconfitti nel 1517 dagli Ottomani, e le province di Siria ed Egitto erano state annesse da Costantinopoli).

Ma anche la sfortuna si accanì con i Turchi.  Fir Pasha riuscì a far piazzare una mina sotto il terrapieno d’Italia e a farla brillare il 4 Ottobre, ma l’esplosione sfiatò verso i Turchi pronti all’assalto, facendone strage.

La conta dei morti fra i turchi iniziava ad esser impietosa. Achmet Pasha optò per un nuovo cannoneggiamento, stavolta prendendo di mira il baluardo di Spagna con tutti i pezzi a sua disposizione (ne fece anche smontare diversi dalle navi). I suoi soldati riuscirono a penetrare, ma alla fine furono respinti.

Achmet si rivolse allora al baluardo d’Inghilterra. Il 12 Ottobre, i suoi soldati giunsero alle mura nel cuore della notte e poggiarono le scale, ma furono scoperti. In cima si trovarono la sagoma imponente di Pregianni de Bidoux, che riuscì a respingerli con i suoi uomini.

In Ottobre il Gran Maestro ebbe la definitiva conferma da Roma che il Papa non disponeva delle finanze per correre in soccorso dei Cavalieri. Il disastro protestante, le Guerre Italiane e le spese sostenute per rimpinguare Roma di meraviglie architettoniche ed artistiche aveva lasciato a secco l’erario.

La torre di spagna a rodi oggi
La Torre di Spagna.

La storia è meravigliosa, tutto è collegato. Chi l’avrebbe mai detto che potesse esserci un nesso, seppur minuscolo, fra la caduta di Rodi, le imprese di Giovanni delle Bande Nere e l’arte di Michelangelo?

Ormai c’erano diversi punti da cui i Turchi potevano fare irruzione, ma venivano presidiati dalle mura e dalle barricate erette in loro corrispondenza. La battaglia continuava anche sottoterra, da dove gli assedianti cercavano di distruggere ed aggirare le rimanenti fortificazioni.

In quel periodo, fu finalmente scoperto il complotto del Cancelliere d’Amaral, il rivale di L’Isle-Adam. Un suo servo fu scoperto sulle mura con arco e balestra (sembra più di una volta), quindi fu arrestato e condotto alle prigioni, dove confessò di essere il tramite fra d’Amaral e Solimano. In particolare, confessò di aver recapitato un messaggio a Solimano per non farlo desistere dall’attaco, poichè la città mancava di munizioni, soldati e cibo.

D’Amaral respinse le accuse anche sotto tortura, ma fu condannato a morte assieme al suo servo. Quest’ultimo fu impiccato, mentre il d’Amaral subì una veloce decapitazione davanti alla folla urlante, era il 4 Novembre. Il suo corpo fu squartato e diviso in quattro parti.

Nel campo ottomano, Solimano insisteva che si desse il via all’attacco finale. Le mura della città erano distrutte in più punti, alcuni baluardi occupati, rimanevano solo le barricate interne e alcuni tratti delle fortificazioni. Il generale Achmet invece temporeggiava.

Prevalse il sovrano. Il 29 Novembre i turchi tentarono di entrare in massa dalla posta di Spagna. Purtroppo per loro, parecchi cannoni erano puntati verso la breccia, e furono falcidiati. Giunse poi Pregianni, alla testa di 100 Cavalieri, per continuare lo scontro. Ferito più volte e con l’armatura in pezzi, continuò a combattere. Il suo spadone andò in frantumi, ma egli non smise di colpire con il pesante pomolo dell’arma, usandolo come un martello. Una ritirata disordinata ruppe le file nemiche, tanto che sul campo ne rimasero almeno un migliaio (3.000 per il De Caro).

3. La Resa

Ma la situazione di Rodi era disperata. Scarseggiavano polvere da sparo e generi alimentari, tanto che fu necessario razionarli ulteriormente. Le mura erano a terra, i difensori praticamente dimezzati, la popolazione in preda agli stenti, i feriti ammucchiati in tutte le case come cataste di legna.

Inoltre, la notizia che non sarebbero arrivati aiuti aveva gettato nel panico più completo i sopravvissuti, che ora vedevano chiaramente il loro futuro: nessuno ne sarebbe uscito vivo.

L’Isle-Adam aveva tutta l’intenzione di rendere Rodi un fortezza di martiri, ma la popolazione non era dello stesso avviso, tanto che gli mandò alcuni ambasciatori per fargli considerare la possibilità di scendere a trattative con i Turchi. In realtà, la memoria presentata dai cittadini aveva il sapore della minaccia, visto che si chiedeva al Gran Maestro di trattare oppure avrebbero provveduto i cittadini stessi alla salvezza della città.

Sulle prime, l’Isle-Adam si rifiutò di prendere in considerazione la proposta/minaccia, poi però volle sentire il parere dei suoi due uomini più importanti, Martiniego e Pregianni, il primo a capo delle fortificazioni (e appena ristabilitosi da un colpo d’archibugio che lo aveva reso cieco di un occhio), il secondo dell munizioni (con la gola fasciata per un colpo che lo aveva passato da parte a parte). Entrambi, pur essendo uniti dall’odio per il nemico, fecero capire al Gran Maestro che la città sarebbe capitolata. Non c’erano più uomini per le riparazioni, le mura avevano talmente tante brecce da non essere più difendibili ed era rimasta polvere da sparo sufficiente ad un solo assalto, forse neanche quello.

L’Isle Adam radunò il Consiglio dell’Ordine, dove prevalsero i favorevoli ad una trattativa. Martiniego e Pregianni andarono a prendere una lettera di Solimano. Le sue condizioni erano chiare: avrebbe permesso a tutti di abbandonare l’isola con i propri averi, rodiani compresi, e non avrebbe danneggiato o vessato coloro i quali fossero rimasti. Il Consiglio ordinario accettò le condizioni, ma L’Isle-Adam non si arrese e si rivolse al Consiglio Compito (ovvero il Consiglio Ordinario con l’aggiunta di 16 membri anziani, 2 per ognuna delle 8 Lingue), ma anche in quella sede prevalsero i “pacifisti”.

L’11 Dicembre 1522 furono inviati a Solimano due ambasciatori per chiudere le trattative. A sua volta, il monarca Ottomano spedì in città due ostaggi, confermando una tregua di tre giorni. Durante i colloqui, Achmet Pasha confessò a uno degli ambasciatori, il de Grolee, che nell’assedio erano morti 44.000 turchi e altri 40.000 erano rimasti feriti. La cifra appare esagerata, ma di certo è più verosimile dei 20.000 morti complessivi riportati dalle fonti moderne. Inoltre, spesso non vengono computate le migliaia di zappatori e minatori ungheresi che aprirono la strada scavando trincee e tunnel. Ecco, possiamo dire che, considerando l’esercito ottomano nella sua interezza, 35.000 morti sembrano una cifra plausibile.

La tregua fu interrotta dall’idiozia di un Cavaliere, de Fournon, che scaricò un cannone sui Turchi che stavano inermi nei pressi delle mura. Solimano rispose con l’ennesimo cannoneggiamento della città.

I cittadini corsero da L’Isle-Adam dicendogli che, fallite le trattative, avrebbero preferito morire con le armi in mano piuttosto che divenire schiavi dei Turchi. Il Gran Maestro colse la palla al balzo e posizionò tutti i soldati rimanenti ed i cittadini sulle mura, facendo impiccare chi si allontanava dalla guardia.

Il 17 Dicembre, i Turchi assaltarono il barbacane di Spagna e piantarono i loro stendardi sulle mura. A difenderle non c’era rimasto quasi nessuno, giusto qualche decina di soldati contro migliaia di ottomani.

Cavalieri e cittadini pressarono nuovamente L’Isle-Adam per fargli riallacciare le trattative. Il gran Maestro tentò di corrompere la volontà di Solimano con il denaro, ma il suo generale rispose all’ambasciatore che i forzieri del Sultano traboccavano d’oro.

Infine, una nuova ambasciata ottenne da Solimano il trattato favorevole che aveva concesso in precedenza. L’Isle-Adam spedì in ostaggio 25 Cavalieri e 25 Rodiani e Ahmet entrò in città con 300 Giannizzeri, piantando sulle mura la mezzaluna ottomana. Durante questa cerimonia, decine di navi comparvero all’orizzonte, e tutti pensavano che finalmente qualcuno avesse inviato aiuti ai Cavalieri. Si trattava invece di altri 15.0000 Giannizzeri di stanza sul confine ottomano-safavide, corsi in aiuto del sovrano.

Solimano agì con grande correttezza, e non sfruttò il nuovo contingente, lasciando invariati i termini dell’accordo.

Il rispetto di Solimano

Durante questa seconda tregua, Solimano chiese al Gran Maestro di fargli visita al campo. Una volta faccia a faccia, Solimano gli chiese di convertirsi all’Islam e divenire un suo generale. Una pessima idea, lo so. Il Gran Maestro però si limitò a rifiutare e venne licenziato dopo aver ricevuto una gran copia di doni (che fece dividere fra i Cavalieri).

Successivamente, fu Solimano a voler incontrare il Gran Maestro nel suo palazzo in Rodi. Fu un colloquio molto amichevole, durante il quale Solimano disse al Gran Maestro di sbrigare con comodo le faccende dell’Ordine, senza preoccuparsi del termine di 12 giorni, visto che lo avrebbe prolungato a piacimento dei Cavalieri. Lo appellò anche con il titolo di “padre” e ordinò che i suoi uomini consegnassero agli Ospitalieri tutte le vettovaglie necessarie per il viaggio. Inoltre, fece restaurare a proprie spese la caracca del Gran Maestro, lo rifornì di grosse somme di denaro e gli diede un salvacondotto nel caso fosse stato attaccato dai pirati turchi nel Mediterraneo.

Solimano mostrò quindi un rispetto commovente nei confronti dei vinti, di coloro che avevano causato delle perdite così terrificanti nel suo esercito invincibile. Rese loro l’onore delle armi.

Anche i più imperterriti cavalieri non frenaron le lacrime nel dare eterno addio alle sacre mura bagnate del loro sangue, le quali per duecento e più anni aveano resistito e offerto un’insormontabile barriera alle armi ottomane.

Il 1 Gennaio 1523, i Cavalieri sopravvissuti abbandonarono Rodi, per sempre. Al loro seguito, 4.000 rodiani. Tra i Cavalieri che sfilavano verso le navi c’era un coetaneo di Solimano, tal Jean Parisot de la Valette. I loro sguardi si incrociarono, forse per un istante, senza sapere che tra loro era appena iniziata una contesa che andrà avanti per quarantatre anni.

I Cavalieri iniziarono un periodo di peregrinazioni lungo sette anni. Creta, Messina, Viterbo, Nizza, anni passati a contrattare l’acquisto o la concessione di un nuovo possedimento. Alla fine, nel 1530, Carlo V concesse loro la Porta d’Italia, ovvero l’Isola di Malta, in cambio di un tributo simbolico annuale al Vicerè di Sicilia, un falcone. Fu loro concessa anche Tripoli. Malta erano uno scoglio con un pugno d’abitanti, ma sotto i cavalieri divenne un’isola fortificata, ricca e popolata. L’Isle-Adam si spense proprio a Malta, nel 1534, ma il suo sogno di tornare a Rodi era ancora vivo.

mappa dell'Impero di Carlo V
L’Impero di Carlo V. Malta è quell’isoletta sotto la Sicilia. Inserire i Cavalieri nello scenario del mediterraneo centrale fu una scelta oculata da parte dell’Imperatore

Solimano continuò a conquistare territori in Asia ed Europa. Prese l’Ungheria, assediò Vienna, si alleò con Francesco I di Francia, ma, ormai settantenne, decise di chiudere i conti con i Cavalieri. Nel 1565, a quarant’anni dalla conquista di Rodi, la flotta turca fece rotta su Malta per giocare la partita decisiva. Ad attenderla, ancora una volta, c’erano solo 600 Cavalieri e poche migliaia di mercenari. A guidarli, Jean Parisot de La Vallette; il giovane sconfitto a Rodi che sarà l’artefice della più grande vittoria dell’Ordine durante l’Assedio di Malta del 1565.

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta il 31 Marzo 2010.

Bibliografia
  • Storia dei gran Maestri e cavalieri di Malta: volume II (1853), Luigi De Caro;
  • The History of the Knights of Malta (1728), Abate Vertot;
  • Knight Hospitaller (2) 1306-1565 (2001), D. Nicolle;
  • A History of the Knights of Malta (1858), W.Porter;
  • La guerra dei pirati e la marina pontificia dal 1500 al 1560 (1876), A. Guglielmotti

Note:

Amo le pubblicazioni Osprey, ma purtroppo ogni tanto cadono in alcuni strafalcioni clamorosi. Descrivendo l’assedio del 1522, D. Nicoll liquida l’avvenimento con “Solimano prese Rodi con relativa facilità” Oibò.

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33 pensieri riguardo “L’Assedio di Rodi 1522: la Sconfitta dei Cavalieri

  1. Primo!

    Bello, bello, bello.
    Onore al vincitore, che si comportò in maniera eccellente con gli sconfitti.

    Mi pare di aver notato un errorino, il paragrafo sopra la foto del cannone:

    Pir Mehemed pasha, uno dei generali di Solimano
    […]
    Le truppe di Solimano circondarono completamente Rodi. Da sud a nord erano schierati i soldati di Fir Mehmed pasha

    il nome è scritto in due modi diversi, in seguito compare sempre la seconda grafia 🙂

    1. According to Jacobi Fontani, even though the troops of Suleiman debarked near the gulf of Kallithea, they ships finally surrounded only the port of the city, no need to surround the whole island, as everyone was gathered inside the walls of the city and only few in other fortresses. The rest of the island was burned out by the knights so that the Turks find no food or shelters. If they took the city, the rest of the island would belong to them …

  2. so che romperò un po’ ma si poteva aggiungere come la fortezza di rodi divenne prototipo di quelli che diventeranno i bastioni dell’età moderna, come avevo detto nell’altro post. Inoltre trovo l’Isle Adam meno figo del cazzutissimo D’Aubusson che per me è rimasto l’autore di una delle lettere di soccorso più esemplari dei suoi tempi, però devo dire che entrambi sono stati veramente dei gran maestri a gestire i rispettivi assedi.
    Una cosa sugli ospitalieri non mi è chiara: ma i membri di varia nazionalità si mescolavano tra loro? O rimanevano in comparti ben definiti?
    Ora ho visto dalla mappa che le sezioni delle mura erano divise per nazionalità, ma la natura dell’ordine permetteva la mescolanza tra europei al di fuori di questo particolare?

  3. eccolo il particolare mancante: 60 anni e maneggiava ancora uno spadone, ora sta quasi arrivando al livello di D’Aubusson

  4. “[…]Ad attenderla, ancora una volta, c’erano solo 600 Cavalieri e poche migliaia di mercenari…”

    a questo passaggio del finale mi sono commosso

  5. Ora (guarda che ora, stupido gallo se non gli strozzo il collo poco ci manca) mi stava venendo in mente il fatto che il gruppo di rievocazione nella mia città fa scherma coreografata (bestemmie sulla spada sola di Fiore) e usano le parate col filo.Suddetta pratica , che io giudicherei balzana dato che così rovini in modo indicibile la spada , è ancora utilizzata da molte associazioni di rievocazioni, adesso non pretendo di dire a quest’ultime di anteporre il combattimento rispetto alla vestizione o altri particolari, ma di curare un ambito principale che colpisce gli spettatori cercando nel contempo di essere il piu fedeli possibile a quella che è in linea generale un duello basato sulle tecniche di Fiore e non far svolazzare la spada come gibboni.

    1. quì
      http://www.forumartimarziali.com/forum/index.php?topic=50874.0

      sene discute con VERI studiosi (marozzo e nova scrima, fisas non mi sembra che abbiano contribuito)

      emerge che moti manuali storici e di diverse epoche consiglino la parata di filo, anche se emerge pure che non vengono usate praticamente mai parate a blocco perpendicolare

      per la scherma nipponica posso dire per certo che la parata di filo viene evitata (ma non sempre è possibile)

  6. Eheh, vedo che la discussione è bella torrida, mi ci butto anche io, anche se solo su un paio di punti..

    Lo spunto da cui voglio partire sono le scuse dal caro Pontefice (arrrg, il corrotto padrone della Nuova Babilonia…dove ho messo il mio cappio?!? ^^) sulle crociate. Perchè si ritengono doverese tali scuse da parte della Chiesa Cattolica, mentre non ci si aspetta nulla dall’Islameria assortita? Per me la cosa è abbastanza semplice e verte fondamentalmente su due punti.
    Il primo è che il Cristianesimo ha come valori cardine la tolleranza e il rispetto verso il prossimo…questi valori però, per secoli, sono stati “piegati” alle esigenze del tempo e sostanzialmente ce ne si è sbattuti la minchia, usando quella che, in linea teorica, doveva essere una religione “pacifista” come pretesto per compiere le peggio nefandezze. Adesso, potendo beneficiare anche di un “punto di vista” decisamente più maturo, ci si è resi conto di quanto questo fosse sbagliato, in un’ottica di tipo ideale, ed è quindi naturale, se si vuole mantenere un minimo di coerenza e credibilità, ammettere i propri errori passati e chiedere scusa.
    Ovviamente ciò non vuol dire che gli uomini del tempo (a prescindere dalla fazione) sbagliarono ad agire come agirono. Si tratta di un epoca diversa, dove le persone avevano concezioni della vita e dei valori profondamente diverse da quelle attuali. Quello in cui realmente sbagliarono i crociati fu l’ammantare di “religiosità” (contaminando quindi gli ideali fondanti il Cristianesimo) quelle che furono delle semplici spedizioni militari, perfettamente in linea con quello che era il panorama umano del tempo. E’ questo quello per cui il Papa (arrrrgh…il mio cappioooo!!!!) ha chiesto scusa, non certo per le operazioni militari in quanto tali (sennò hai voglia, tutti dovrebbero chiedere scusa a tutti, visto che nel corso dei millenni noi Europei ce le siamo sempre date di santa ragione tra noi…per non parlare quando poi ci siam messi a prendere a calci in culo mezzo mondo ^^).
    Per l’Islam questo discorso vale invece molto meno. Benchè anche nel Corano siano presenti molti appelli alla tolleranza (uno su tutti “Se Dio avesse voluto fare di tutti gli uomini dei credenti lo avrebbe fatto. Chi sei tu per costringere un uomo a credere a suo dispetto?” Corano X, 99), questo concetto ha un ruolo marginale, se paragonato a quello che tale concetto occupa nel Cristianesimo, all’interno della fede Islamica. Le loro Jihad quindi cozzano molto meno con l’impianto teorico Islam di quanto facciano le Crociate con quello delle fede Cattolica.

    Il secondo punto è dovuto al fatto che noi ora abbiamo la fortuna di vivere in una società aperta e libera (più o meno ^^) dove la Chiesa Cattolica (arrrgh Rifooorma!) è un interlocutore con cui si può dialogare (anche in virtù del fatto che non detiene più il potere che aveva un tempo ;P)…gli Islamici attuali (intendo l’elitè religiosa che di fatto detiene il potere nei paesi islamici)…beh, diciamo che discutere con loro di certe questioni sarebbe come “insegnare a cantare ad un maiale”. Dopotutto stiamo parlando di gente che lapida ancora la gente in piazza…

    Ci tengo però a far presente che gli Islamici non sono sempre stati un’accozzaglia di beduini sanguinari. La loro civiltà ha anche avuto momenti di splendore e di grandezza…momenti nei quali si sono dimostrati essere più tolleranti e aperti mentalmente rispetto ai loro contemporanei cristiani (e la nostra cultura deve loro molto)…peccato che non siano riusciti a mantenere quello standard (son partiti accozzaglia di beduini e son tornati accozzaglia di beduini ^^), se così fosse stato credo che questo sarebbe un mondo migliore!

    Ok, grazie della pazienza, adesso potete pure cominciare a coprirmi di insulti ^^’

  7. PS: Chiedo scusa per gli errori grammaticali e le frasi un pò contorte, ma ho per sbaglio schiacciato “submit” prima di riuscire a dare una rilettura di quanto scritto.

    Inoltre faccio i complimenti a Zwei per l’articolo, molto interessante e ben strutturato 😉

  8. Eeeeh, mi sono dovuta rileggere l’articolo pensando che fra una frase e l’altra Zwei ci avesse infilato un ‘Allah merda’ che giustificasse questa guerra di religione 😆

    A me sembra che ci sia stato un fraintendimento di fondo: Zwei non ha mai lanciato giudizi morali su cristiani e musulmani, credo sia necessario, prima di partire lancia in resta, separare il succo dell’articolo dalle frasi politicamente scorrette che ogni tanto Zwei inserisce 😉 dopotutto, nessuno qui dentro crede davvero che Zwei si sbaciucchi il suo ferro di morte e abbia in odio gli ‘uominosessuali’ 😀 (sulle relazioni improprie che intrattiene col Duca non mi pronuncio 😎 )

    Terra Nova

  9. I fatti esposti sono interessanti, nel senso che alcuni di essi non li conoscevo. Non condivido invece nulla delle generalizzazioni tratte da questi fatti.

    L’affermazione (ribadita) che gli ebrei stessero meglio negli stati musulmani rispetto agli stati cristiani è assolutamente scorretta. In primo luogo, la maggioranza degli ebrei è di origine askenazita e russa, nonostante il genocidio che essi subirono alla metà del XX secolo. Nonostante il genocidio, ripeto, sono comunque più numerosi degli ebrei sefarditi e mizrachi. E aggiungo che non mi risultano migrazioni di ebrei askenaziti verso il medioriente a parte quella in Israele. Chissà come mai. Gli ebrei sono sempre stati peggio nelle terre musulmane che in quelle cristiane. E la situazione oggi non è cambiata.
    L’antisemitismo non è un’invenzione del cristianesimo. L’accusa di deicidio, al limite, è la versione cristiana dell’antisemitismo. Vogliamo ricordare gli ebrei romani che fecero corteo al funerale di Giulio Cesare, perché egli non li aveva discriminati come era abitudine? L’origine cristiana dell’antisemitismo è una falsità di proporzioni colossali.

    Non vorrei avere frainteso la tesi di fondo. Mi pare che Roby affermi che le crociate non furono guerre di riconquista, ma aggressioni della cristianità all’illuminato islam. Ma dove, ma quando? Storicamente, l’islam parte dall’Arabia e si propone di conquistare il mondo. E il piano ha avuto un certo successo, a parte l’infrangersi contro l’Europa. In fisica esiste il principio di azione e reazione; nella storia, l’azione (attacco) è venuta dall’islam, e la reazione (controattacco) dalla cristianità. E’ ora di finirla con le mistificazioni e i cristiani che si coprono il capo di cenere. A prescindere da qualsiasi altra considerazione, se anche i cristiani avessero conquistato qualche terra convertitasi spontaneamente all’islam, sarebbe comunque stata una reazione alla millenaria aggressione islamica.

    Ribadisco la questione: le crociate possono essere considerate guerre di riconquista? La risposta è sì, perché furono guerre di reazione alla pressione militare islamica sull’Europa. E non sono quattro monofisiti (circoscritti a una piccola parte delle conquiste arabe) a cambiare la sostanza. Il centro del Corano è convertire gli infedeli (o renderli schiavi, nel caso di cristiani ed ebrei), e gli islamici si sono sempre attenuti con grande diligenza a questo principio. Il centro del cristianesimo è ben altro ma, senza scomodare gli interessi politici della Chiesa, S. Francesco spiegò molto bene al Saladino che “porgi l’altra guancia” non significa che ogni musulmano può venire a romperci i coglioni e ad imporci il suo credo rozzo e grottesco. E la vicenda sta tutta qui: i musulmani sono dei grandi rompicoglioni fissati con la conquista dell’Europa; visto che in media le hanno prese per millecinquecento anni, piangono e strepitano che la loro è una religione di pace (la pace del cimitero) e che i cristiani sono cattivi e incoerenti perché (secondo i musulmani) il Vangelo ci impone di prenderle senza reagire. E invece abbiamo reagito, tra le altre cose con le crociate. Per fortuna.

  10. Quindi ci vuol cautela quando si dice che ogni messaggio possa essere piegato a un’interpretazione, perché ci sono interpretazioni sensate rispetto al testo e altre che sono prive di fondamento e incoerenti.
    Passando al secondo punto, io non voglio giustificare le crociate, perché non c’è nulla da giustificare, così come non c’è nulla da giustificare rispetto all’espansione islamica. il mio dente avvelenato è verso quella miserabile propaganda che riempie le teste degli ignoranti. Quante volte vi è capitato di sentire qualcuno che diceva che l’islam è più antico del cristianesimo, e che le crociate furono aggressioni ingiustificate alle terre che da sempre erano musulmane? A me è capitato spesso. Mi sembra il caso perciò di fare un po’ d’ordine. E ben vengano i contributi di tutti.

    I cazari. Cominciamo da essi. Roby, apprezzo molto la tua cultura. Quello che non apprezzo, come ho già scritto, sono le generalizzazioni sbagliate a partire da dati veri, e il passare per dati incontrovertibili dei fatti invece controversissimi. Non esiste solo Koestler: la teoria della tredicesima tribù, come esposta da lui, è debole già in partenza, visto che si basa su inferenze enormi tratte da dati piccini piccini. E mi sento di dire senza problemi che i cazari sono una realtà storica che, secondo lo stato dell’arte della disciplina, ha contribuito in piccola parte al numero e alle tradizioni delle popolazioni askenazite ucraine e russe (e poi est europee). L’idea di Koestler ed altri di askenaziti ariani e costituiti per la quasi totalità da cazari, invece, è considerata accademicamente un’estremismo che non è sorretto da alcun dato. Non conosco le tue fonti, ma è evidente che c’è qualcosa che non va. A PAlazzo Nuovo ci sono stato per parecchi anni, e so bene che ambiente politicizzato sia.
    Allo stesso modo contesto assolutamente le tue fonti sulla sotria cristiana. I Vangeli canonici sono uno dei principali documenti storici sulla vita di Gesù. Quando ho citato Dan Brown (che è il mongolo de Il Codice da Vinci) mi riferivo proprio all’esecrabile punto di vista secondo cui le fonti storiche cristiane cerchino di mistificare la realtà. Questo lo hai affermato anche tu e, scusa se sono brutale, se è questo il tuo livello di preparazione critica, è meglio che ricominci da zero. I Vangeli canonici sono stati selezionati secondo criteri precisi, e non oggi ma nel secondo secolo dopo Cristo. Tra questi criteri c’era anche l’aderenza storica ai fatti, perché la storiografia esisteva già allora. La figura di Giacomo è esistita; non c’è nulla che induca a pensare che fosse fratello di Gesù Cristo nel senso carnale, come ho già scritto, né che fosse stato designato come capo della cristianità prima di Pietro. A meno che non si voglia interpretare le fonti a senso unico, in maniera acritica, secondo la favoletta della Chiesa mistificatrice. E ti prego, Roby, non cercare di farmi fesso: hai sostenuto che Giacomofratellodigesùecapodellachiesa fosse una realtà storica accertata (ma davvero pensi di conoscerla solo tu, la storia?) e che la Chiesa lo volesse nascondere; ora viri sulla versione che il Vangelo non potesse essere letto dai laici. E chi se ne frega di chi lo poteva leggere? Qua stiamo parlando della Chiesa protocristiana e della tesi demenziale secondo cui si mosse in un certo modo perché progettava di governare l’Europa nei secoli successivi (mi chiedo come entrino nello schema le palle di Origene) e dell’attendibilità dei Vangeli come fonti storiche. Fonti storiche, lo ribadisco, di altissimo livello.

    (continua)

  11. Ora vorrei focalizzarmi sulla questione ebraica. Premetto che preferisco non addentrarmi nella questione palestinese attuale né nei suoi precursori storici, dichiarazioni di Balfour, risoluzioni 393 eccetera. E’ un’argomento che conosco bene (per ora dovrete credermi sulla fiducia :D) e non può essere liquidato in breve. Mi concentrerò sull’antisemitismo storico.
    Mi hai frainteso, quando scrivi che secondo me l’antisemitismo nasce con l’islam. Non ho mai sostenuto nulla di simile: ripeto che l’antisemitismo nasce prima dell’islam e prima del cristianesimo. E né cristiani né musulmani sono mai stati teneri con gli ebrei. Non è sostenibile invece che gli europei siano stati più severi con gli ebrei di quanto fecero i musulmani. Gli ebrei sono un popolo di origine semita (a parte quel pugno di cazari già citati), eppure il centro del loro mondo divenne nel medioevo l’Europa. DI nuovo mi chiedo perché siano stati così masochisti.
    Ribadisco che la legge sulla proprietà ebraica è un’assurdità. In certi stati degli USA il pompino è un reato. Non mi risultano molte condanne per pompini. La domanda quindi è: le donne americane non ciucciano perché sarebbe contro la legge, oppure la legge non viene applicata? Dire che gli ebrei non abbiano avuto proprietà immobiliari e mobiliari per mille anni è falso, come ho già scritto. Nel medioevo il commercio ebraico esisteva. E si basava in parte su una rete transnazionale di insediamenti ebraici con case, stalle, animali eccetera. Rete che si estendeva sia in Europa sia nelle terra islamiche fino alla Persia e oltre (infatti, come correttamente rilevi, gli ebrei hanno sempre vissuto anche nei paesi islamici). Oppure mi stai dicendo che gli ebrei vivevano in affitto?
    Invece non so risponderti sulla questione dei massacri di ebrei e pogrom e su un loro eventuale equivalente musulmano. Non conosco l’argomento specifico. Rimane valida la mia obiezione, che mi pare tu abbia confutato solo citando una teoria controversa e alternativa sui cazari.
    Una cosa che mi ha fatto sorridere della tua analisi è la parte sui padri della Chiesa e l’accusa di deicidio. Si vede che questi padri della Chiesa, nell’ordire il loro complotto, furono machiavellici, come dimostra la storia di Giuliano l’apostata e le numerose persecuzioni romane dei cristiani da Nerone (la più insignificante) fino ad Arbogaste e alle sue statue di Zeus sui passi alpini. Ho scritto che la cosa mi fa sorridere, ma non è una presa per il culo. Mi riferisco al fatto che la tua osservazione è l’ennesima riprova del fatto che ti muovi all’interno di una storiografia palesemente anticristiana, che prende la neutralità, la butta nel cesso e tira l’acqua al grido di “maledetta Santa Romana Chiesa!” Quello che mi chiedo a questo punto è quanto tu ti renda conto della parzialità delle tue fonti, visto che mi sembri persona onesta e convinta di ciò che scrive. Non metto in dubbio la tua preparazione, ma ripeto che le tue conclusioni mi sembrano un’interpretazione a senso unico.
    Non solo una visione anticristiana, ma inscritta in una ben nota, triste cornice. Mussolini che grida al complotto giudaico-massonico? Stiamo parlando dello stesso Mussolini che, finché ne ebbe il potere, impedì a Hitler di nuocere agli ebrei cittadini italiani? Dello stesso Mussolini che nel promulgare le leggi razziali disse che gli ebrei andavano discriminati ma mai perseguitati? Oppure stiamo parlando del Mussolini mistificato dalla storiografia antifascista? C’è storia e storia, ma la storia che esalta solo una parte delle fonti per piegarne il senso al proprio credo non è vera storia.

  12. Sebbene il mio intervento fosse provocatorio, non mi aspettavo una risposta così feroce. Però apprezzo che tu abbia continuato ad argomentare. Il punto più interessante di questo tuo sfogo è l’uso dell’avverbio “purtroppo” in relazione a Giuliano l’apostata. Perché ti dispiace tanto che un imperatore anticristiano abbia tirato le cuoia? Perché le tue idee sono anticristiane.
    L’apostasia di Giuliano era un anacronismo grottesco. Il paganesimo era un cadavere putrefatto, nel senso che non veicolava più alcun valore, e crepò definitivamente di lì a poco con Arbogaste. Gli storici seri in effetti attribuiscono la caduta dell’Impero Romano proprio allo svuotamento di valori dei romani, compresa la loro vecchia religione di matrice indoeuropea e tribale. A differenza dell’anacronismo vivente Giuliano, Costantino riconobbe il potenziale sociale di una religione nuova e viva e dei suoi adepti e puntò tutto su di essa. Non credo per ragioni spirituali, ma appunto politiche. Fu il gesto di Costantino a gettare le basi della Chiesa medioevale; grazie a questo gesto, quando l’Impero Romano decadde c’era ormai un apparato amministrativo di matrice ecclesiastico che salvò l’Europa dalla barbarie. Giusto per capirsi ed eliminare un po’ di luoghi comuni, fu grazie alla Chiesa e agli amanuensi dei suoi monasteri che la cultura classica fu conservata, nonostante un certo tipo di pseudostoria attribuisca alla Chiesa la cancellazione degli autori classici. Qui replico anche alla domanda sui neoplatonici: il platonismo informa tutto il cristianesimo, che a un’analisi appena approfondita si rivela come una commistione di idee semite e filosofia greca platonica (la perfezione dell’Iperuranio, il mondo perfetto oltre la carne, la divisione tra psiche e corpo…), grazie all’opera di S. Paolo. Questa è storia: vedo che hai un’interesse enorme per essa, e se non ho capito male è addirittura il tuo campo di studi universitario. Ma allora perché non studi la storia cristiana, che è la storia dell’Europa? Mica fa male.
    Aggiungo una cosa sull’argomento. Non dare per scontato che i tuoi interlocutori non conoscano la Donazione di Costantino, gli ambasciatori di Pipino il breve al papa per esautorare i merovingi, il fatto che l’Iran sia abitato da genti caucasiche e che Iran e Arian abbiano la stessa radice, o che non conoscano il mitraismo. Eccetera. Ti ho già detto che alcune delle cose che hai scritto nei primi post non le conoscevo e ti ringrazio di averle scritte. In questi due ultimi post non mi hai detto nulla di nuovo, se non la teoria che ci sia la mano di Mussolini dietro i Protocolli dei Savi di Sion. Un’idea così delirante (evidentemente Mussolini non aveva un cazzo da fare e buttava via il suo tempo a infamare gli ebrei) che sembra partorita dal miglior Giacobbo. Qualcuno ha riconosciuto il suo modo di scrivere? Grandioso, una prova inoppugnabile, d’altronde si parla di una figura storica su cui non sono mai state dette falsità eh.
    Smettila per favore di attribuirmi pensieri che non ho mai scritto. Non bastava il pistolotto non richiesto su questioni etniche che conosco benissimo (dov’è che ho detto che gli iraniani non sono caucasici?). Non ho scritto nemmeno che gli askenaziti siano privi di sangue slavo. Cosa ho scritto, e lo trovi sopra? Che l’elemento cazaro è considerato dalla storiografia come una parte minoritaria degli ebrei askenaziti. Minoritaria. Koestler, di cui ti accennavo, è lo studioso che sostiene che l’antisemitismo sia un concetto sbagliato perché (secondo lui) gli askenaziti sono tutti di origine cazara (ipotesi non sostenuta da prove) e che per contro i semiti non sono tutti ebrei, ma anche arabi. Perciò l’antisemitismo su base etnica è, oltre che sbagliato moralmente, sbagliato storicamente. Le conclusioni di Koestler sarebbero corrette se non partissero dall’idea falsa ch gli askenaziti sono in maggioranza di origine cazara. Condivido in pieno, invese, il fatto che dire antisemitismo sia assurdo visto che moltissimi musulmani sono semiti quanto gli ebrei, ma è solo una questione semantica. Non è che rinominando l’antisemitismo “antiebraismo” il problema scompare.

    Ora torniamo al cristianesimo. Sì, i Vangeli sono una fonte storica. Così come è una fonte storica Plutarco. Non credo che quei lunghi discorsi che mette in bocca a gente vissuta due secoli prima di lui siano una ricostruzione puntuale. Non credo che quando scrive che, nell’apprendere di essere liberi, gli ateniesi mandarono un tale urlo che un branco di corvi cadde a terra morto, stia raccontando una cosa vera. Rimane comunque una fonte storica fondamentale.
    Cosa c’entra il 25 dicembre (che è una data simbolica e non viene dai Vangeli canonici)? Niente ovviamente. Prima di criticare il cristianesimo sarebbe il caso di conoscerlo, il cristianesimo, ma per una certa vulgata storica la cosa è diventata opzionale.
    I Vangeli sono una fonte storica. Di nuovo. Il creazionismo e Galileo sono boutade: visto che fede e scienza sono livelli epistemologici diversi, è inutile fare il mischiotto, così come è idiota sostenere posizioni creazioniste. Da uno storico mi aspetto che sappia distinguere il contenuto teologico dei Vangeli da quello storico. E sì, i Vangeli sono una miniera di informazioni storiche, ma la moltiplicazione dei pani e dei pesci non è una di esse. Così come non lo è la strage degli innocenti.

    Cos’altro dire? Ai tuoi post non manca nessuno dei luoghi comuni della storiografia anticristiana. Un tipo di storiografia così arrogante e radicato che i suoi sostenitori danno per scontato che l’interlocutore voglia “giustificare” i presunti misfatti della Chiesa. La Chiesa erede (nei fatti, e non certo in un pezzo di carta falso come la Donazione) dell’Impero Romano. La Chiesa che dà continuità tra Roma ed Europa moderna. La Chiesa che ha salvato la cultura classica dalla scomparsa, con buona pace dei filoislamici che si masturbano e si esaltano perché la summa della loro cultura è costituita da due mediocri epigoni di Aristotele. La Chiesa che ha gettato le basi per la rivoluzione industriale e la fondazione del metodo scientifico. Cosa dovrei giustificare? La storia? La storia non ha bisogno di giustificazioni. Lo avevo già scritto.

  13. Io sto qua a scrivere di storia mentre ho una tesi di psicoanalisi da completare =(

    Una precisazione per Roby: rileggendo il mio intervento mi rendo conto che sembra che io ti consideri un ignorantazzo e uno scemo col botto. Ovviamente non è così, ma ripeto che vedo delle lacune macroscopiche appena metti nel discorso la Chiesa.

  14. @Roby

    conoscevo solo alcune balzane teorie del 1800 che identificavano gli indiani d’Americxa come la perduta tribù di Israele, ma non vedo cosa c’entri in questo contesto, chiarisci.

    Quelle balzane teoria si chiamano Religione Mormone ^^

  15. @Nurades

    Ehi, chi è questo Freu a cui rispondi invece di rispondere a me?!? ;P

    Scherzi a parte, non avevo certo la pretesa di tirare in ballo questioni filosofiche, il mio è puro e semplice pragmatismo. Onestamente, sarò sincero, non ho colto dove tu voglia andare a parare con il discorso sul Relativismo…e francamente poco me ne incoglie, dato che, da quel che mi par di capire i punti che tocchi con quel discorso c’entrano solo marginalmente con quello che volevo dire io. Ma ammetto che magari non mi sono espresso bene, provvedo quindi a ribadire, qual è il succo del “Frundsbergpensiero”.

    Ricollegandomi anche a quanto ho già espresso in precedenza, non è peculiare che una cultura fondata su dei libri decisamente meno guerrafondai alla fine si sia comportata come una fondata su un libro un po’ più cattivello? Ed entrambe si siano comportate come altre colture a cui i libri facevano magari ribrezzo? La cosa a mio avviso dovrebbe far riflettere. Alla fine culture e religioni diverse, nel corso delle varie epoche storiche hanno sempre tentato di espandersi a discapito dei loro vicini, quando risultavano essere più forti di loro. Perché Islam e Crociati dovrebbero essere valutati in maniera differente? Certo, loro han tirato in ballo la religione, ma non mi risulta che si siano comportati, nel quadro generale, in modo differente dalle altre popolazioni e culture. In definitiva l’unico elemento comune è l’uomo e la sua natura. Religione e cultura possono aggiungere o meno “folklore” alla cosa, aggiungendo sfaccettature interessanti, ma la sostanza resta quella.
    Personalmente, ripeto, ho parecchie difficoltà a credere che se le parti (o le religioni) si fossero invertite, nel caso preso in esame dall’articolo, le cose sarebbero andate diversamente…

    Ora passiamo ai commenti puntuali su alcune tue affermazioni che mi hanno colpito.

    Ribadisco che non c’è nessun dato oggettivo che possa dimostrare che l’opzione dell’amore sia superiore a quella dello sterminio;
    Vorrei ricordare che stiamo parlando di letteratura (di un genere molto suscettibile alle interpretazioni ), parlare di “dati oggettivi” mi sembra abbastanza fuorviante. A questo punto però sarei curioso di sapere quali sono, se ci sono, i “dati oggettivi” che dimostrano il contrario.

    il problema è quando si cerca di dimostrare che le incitazioni allo sterminio in realtà “vogliono dire un’altra cosa”. Il Corano parla massimamente di guerra; chi pensa il contrario, non ha mai letto il corano integralmente, ma solo commenti sparsi che cercano di mistificarne il messaggio.
    Non dubito che esso possa essere interpretato in vari modi, né che ci possano essere persone fantastiche (dal mio punto di vista) che ne considerano solo il messaggio di pace e amore e spiritualità. E d’altronde quella è l loro cultura, e se io fossi nato in Marocco, avrei imparato a essere islamico (nonostante con la maturità sia doveroso farsi domande ed essere disposti a mettere in discussione la propria cultura). Rimane il fatto che il Vangelo e il Corano non sono opere analoghe, e che la cultura che si basa sull’islam non è analoga a quella che si basa sul cristianesimo; né a quella che si basa sullo scintoismo o sul buddhismo. Il relativismo ha dei limiti, oltre quelli diventa propaganda.

    Comincio con il fare mea culpa, io il Corano l’ho letto solo in (buona) parte…ad ogni modo concordo con te sul fatto che sia di un “tenore” decisamente diverso rispetto a quello dei Vangeli (che ho letto). Ciononostante non me la sento di essere così drastico liquidando l’intero Islam come religione aggressiva e guerrafondaia (anche se purtroppo oggi questo aspetto va per la maggiore). Come ammetti anche tu esistono anche altre scuole di pensiero all’interno dell’Islam…e non è che questa gente si è svegliata la mattina dicendo “Toh, adesso vediamo se riusciamo a cavar fuori un messaggio positivo da ‘sta marea di deliri repressivo-aggressivi”; è gente che leggendo e studiando il Corano è arrivata alla convinzione che quello sia il vero messaggio che il libro vuole trasmettere…sarà anche una posizione in netta minoranza nel mondo islamico, ma trattandosi di interpretazioni io la considero più che legittima (e non un balordo tentativo di mistificazione)
    Aggiungo poi che, se si vuole essere drastici, bisognerebbe esserlo anche con il Cristianesimo e la Bibbia (che è la base fondativa di tutto l’impianto teologico Cristiano) in fatto di ultraviolenza non ha molto da invidiare al Corano.

    Quindi ci vuol cautela quando si dice che ogni messaggio possa essere piegato a un’interpretazione, perché ci sono interpretazioni sensate rispetto al testo e altre che sono prive di fondamento e incoerenti.
    Su questo mi spiace, ma non concordo…perlomeno per quanto riguarda le interpretazione dei testi religiosi. Limitiamoci alla Bibbia e ai Vangeli (quelli canonici). Cavolo, la base teologica per il Cristianesimo è quella…eppure di Chiese e movimenti Cristiani ce ne sono a iosa e nel corso dei secoli questa o quella scrittura sono state piegate per sostenere tutto o il contrario di tutto. E non si trattava di esercizi dialettici da Bar Sport, ma di gente che metteva la propria vita (rischiandola anche) al servizio di una causa piuttosto che un’altra e di interpretazioni in grado di convincere intere popolazioni della loro validità, con conseguenze molto serie. Le stesse parole, piegate a seconda della bisogna, sono servite come “paravento” ideologico per giustificare scismi, guerre, persecuzioni e massacri. I casi in cui è stato fatto sono davvero innumerevoli, quindi come pratica è stata fattibile, diffusa e pure proficua per chi l’ha messa in atto. E ribadisco che non si trattava di interpretazioni “campate per aria”, ma a modo loro avevano una solida base teorica.

    Quante volte vi è capitato di sentire qualcuno che diceva che l’islam è più antico del cristianesimo, e che le crociate furono aggressioni ingiustificate alle terre che da sempre erano musulmane? A me è capitato spesso. Mi sembra il caso perciò di fare un po’ d’ordine. E ben vengano i contributi di tutti.
    Fortunatamente quella dell’Islam più antico non l’ho ancora sentita ^^
    Idem con patate per il fatto che le terre invase dai Crociati furono mussulmane da sempre (bene o male anche i più ignoranti sanno che a Gerusalemme gli Islamici ci sono arrivati un botto dopo il nazareno). Sull’aggressione ingiustificata ho sentito qualcuno esprimersi al riguardo, ma è stato prontamente redarguito dal sottoscritto. Che poi molti capi crociati, specie quelli della prima ora, avessero effettivamente mire molto terrene è un altro discorso.

    attendibilità dei Vangeli come fonti storiche. Fonti storiche, lo ribadisco, di altissimo livello.
    No, vabbè dai, non esageriamo…che siano fonti storiche è fuor di dubbio, ma non sono certo di “altissimo livello”. Come utilità storica sono sullo stesso piano dei grandi poemi epici di Omero o dell’Epopea di Gilgamesh.

    ad Arbogaste e alle sue statue di Zeus sui passi alpini.
    Per questa devo davvero ringraziarti, proprio non la sapevo. Trovo enormemente interessante che pure i pagani abbiano adottato una simile “strategia” religiosa. Corro subito a documentarmi.

    Gli storici seri in effetti attribuiscono la caduta dell’Impero Romano proprio allo svuotamento di valori dei romani, compresa la loro vecchia religione di matrice indoeuropea e tribale.
    Sbaglio o l’Impero Romano è crollato quando di pagani non ce n’era più neanche l’ombra? Non confondiamo le cose…perlomeno per quanto riguarda gli autori che ho letto io si parlava solo di svuotamento dei valori, cambio dei costumi e consuetudini sociali e così via…non mi risulta che qualcuno abbia mai aggiunto tra le cause del declino pure il loro politeismo. Anche perché, nel periodo di maggior prosperità dell’Impero Romano il politeismo è bello forte…

    La Chiesa che ha gettato le basi per la rivoluzione industriale e la fondazione del metodo scientifico.
    Ennò, sul metodo scientifico la Chiesa proprio non può vantare alcunché…non esageriamo su.

    Il punto più interessante di questo tuo sfogo è l’uso dell’avverbio “purtroppo” in relazione a Giuliano l’apostata. Perché ti dispiace tanto che un imperatore anticristiano abbia tirato le cuoia? Perché le tue idee sono anticristiane.
    Anche se non è rivolto a me, rispondo su sta cosa perché ci tengo. Nel dibattito tra te e Roby mi sono mantenuto in una posizione marginale (e continuerò a restarci), ma ho apprezzato molto l’evolversi del discorso, molto interessante e ricco di spunti. E proprio perché l’ho apprezzato preferirei non deragliasse in una bagarre, sarebbe un peccato e a mio avviso un’occasione sprecata. Ora, accusare il proprio interlocutore di parzialità è una mossa decisamente poco elegante e, sotto un certo punto di vista, offensiva. In pratica è come insinuare che chi si ha di fronte è una persona che piega o ignora i fatti per farli collimare con le proprie idee preconcette piuttosto che una persona matura che cerca il confronto ed è disposta ad imparare da esso, mettendo alla prova le sue conoscenze e in discussione le sue idee.
    Questa è una tattica base dei dibattiti di stampo politico (dove si è soliti dare del comunista/fascista/ateo proprio per mettere in cattiva luce chi si ha di fronte e gettare l’ombra dell’ideologia su tutto ciò che sostiene), ma direi che è fuori luogo qui, tra persone civili che stanno pacatamente (o quasi ;P) discutendo di Storia.
    Anche perché l’accusa diametralmente opposta potrebbe essere rivolta anche a te, dato che hai postato frasi ben più “compromettenti” di un semplice “purtroppo” ;P

    Poi sono quasi certo che si sia trattato di una cosa inconsapevole e che non c’era la minima intenzione di screditare Roby (anche in virtù di quanto hai scritto qui sopra), quindi scusami se ritieni questa uscita un po’ troppo fuori luogo.

    Ah, altra cosa…qua “maledetta Santa Romana Chiesa!” posso dirlo solo io chiaro? ;P

    Ehi, abbiamo cominciato a parlare degli islamici del ‘500 e siamo finiti col tirare in ballo il pelatone. Lo chiedo come favore, possiamo tentare di tornare a discorsi su argomenti un po’ più datati? Anche per restare in topic 😉

  16. Crepi il lupo 😉
    Ti risponderò a puntate per ragioni di tempo.

    Mussolini, “discriminare e non perseguitare”, ovvero la filosofia antisemita dell’Italia fascista. Quindi antisemitismo sì, ma non certo quello di stampo nazista che si cerca di estendere al fascismo. Prima della RSI, che era comunque una creatura della Germania Nazista e che fu creata da Mussolini per salvare l’Italia dal trattamento che altrimenti la Germania avrebbe riservato (giustamente) a un paese traditore, a nessun ebreo fu torto un capello. Per carità, bastonate e olio di ricino non fanno piacere a nessuno, ma finiamola con la frottola antisemitismo italiano = morte e campi di concentramento, grazie.

    Giorgio Israel e Pietro Nastasi (1998) Scienza e razza nell’Italia fascista, Il Mulino, Bologna. (studiosi ebrei)
    Anne Grynberg (1995) Shoah, Electa, Torino.
    Francesco Maria Feltri (1995) Il nazionalsocialismo e lo sterminio degli ebrei, La Giuntina, Firenze.

    Nota: è vero, non hai scritto che i Protocolli dei Savi di Sion furono scritti da Mussolini. Errore mio.

    Cazari. Da dove verranno mai, allora, tutti questi ebrei askenaziti. Mah, sul mio sussidiario era citata la diaspora, ma forse è un’invenzione dei sionisti.
    E’ inutile continuarne a discutere. Sulla tesi degli askenaziti in maggioranza cazari i due autori più famosi sono Koestler (la tredicesima tribù) e Shlomo Sand (the invention of jewish people ), a cui aggiungo Gershom Sholem (grazie Fra per la segnalazione :D). Sulla teoria opposta, il genetista Harry Ostrer (genetica, che prova debole…) in Abraham’s Children in the Genome Era: Major Jewish Diaspora Populations Comprise Distinct Genetic Clusters with Shared Middle Eastern Ancestry – in American Journal of Human Genetics; Michael Terry; Gumilev, From Ancient Russia To Imperial Russia; Peter B. Golden (1992) An Introduction to the History of the Turkic Peoples, Otto Harassowitz, Wiesbaden.
    Aggiungo una nota di Silvano Lorenzoni: “gli ebrei askenaziti, presenti fino all’Ottocento essenzialmente nei territori polacco-lituani e non russo-ucraini, discendono nella quasi totalità dagli ebrei migrati ad oriente dopo le innumeri espulsioni medioevali-cinquecentesche dall’Europa centro-occidentale e, parzialmente, dagli ebrei giunti sulle coste nordiche del Mar Nero nel corso del primo millennio d.C.”

    Leggi, se credi, questa roba. Ti renderai conto che la teoria della totalità o maggioranza cazara non è una teoria, ma solo un’ipotesi basata su dati debolissimi. Le teorie che identificano invece una piccola parte di sangue cazaro all’interno degli askenaziti sono fortemente fondate. Non ho intenzione di discutere ulteriormente la questione, o di cercare di spiegare ancora la differenza tra scienza e volo pindarico.

    (continua)

  17. @roby:

    Comodo far finta di non vedere i nostri torti!

    Buhahahaha, non ricordo di aver partecipato ad alcuno dei torti da te elencati. Dopotutto sarebbe materialmente impossibile oppure credi nella reicarnazione?
    Quindi no, non si tratta di torti né miei e tantomeno nostri. Si tratta di avvenimenti storici, parlarne come di torti e un chiaro segnale della faziosità farlocca di chi scrive (sia ben chiaro a essere farlocca è la faziosità e basta, non è assolutamente riferita alla tua competenza storica o intelligenza).

    Certo, ormai il politeismo romano si era esaurito, ma se si fosse rimasti tutti politeisti, probabilmente ci saremmo evitati le decine di guerre di religione che abbiamo avuto nei secoli.

    E quante volte, nei secoli, principi o re furono condannati per non aver voluto partecipare a guerre che riguardavano solo gli Stati della chiesa.

    Secondo te rimanendo politeisti si sarebbero evitate un sacco di guerre religiose, però dopo dici che quando la guerra era veramente solo religiosa e basta (senza interessi materiali dietro o che non portava vantaggi a chi ci partecipava) tutti se ne fregavano. Coerenza portami via! ^_^

    Infine, sarò anche anticristiano, anticlericale, ecc ma sono FELICE di non essere vissuto in uno dei secoli di dominio della chiesa: sarei sicuramente finito al rogo.

    Già, adesso si manda al rogo morale chiunque osi dire qualunque cosa che possa (anche indirettamente) gettere una fioca luce positiva sulla Chiesa.

  18. Stoppiamola qua ragazzi. L’articolo è sull’Assedio di Rodi, direi che siamo finiti OT. Se volete, potete continuare nella bacheca storica.

    Ringrazio Nurades per l’impegno profuso nel rispondere al minestrone di domande e informazioni gettato nel calderone da roby.

  19. @Zwei…scusa tanto, è che le risposte le scrivo su un foglio Word separato e quando ho postato questa non ho fatto caso al tuo ultimatum ^^’

    Ad ogni modo la finisco qui, se Nurades vuole possiamo proseguire il discorso nella sede indicataci, altrimenti per me la cosa può anche finire qui (con giovamento per lo studio di entrambi direi ^^ )

  20. A questo proposito va considerato che i giannizzeri dei primi anni, macchine da guerra fanatiche e integraliste, erano ben diversi da ciò che diventarono poi nei secoli. All’inizio erano schiavi catturati da bambini, sottoposti a lavaggio del cervello, senza nulla da perdere. Alla fine della loro parabola, invece, c’erano giannizzeri con mogli, harem, ricchezze da nababbi e figli instradati a loro volta nella carriera di giannizzero.

  21. Esatto ed è uno dei motivi per i quali vennero finalmente aboliti: tramavano a palazzo senza avere più quel ruolo determinante in battaglia.

    Ad ogni modo, l’usanza di usare soldati-schiavi rastrellati tramite il devshirme, fino al XV secolo, è stata una grande intuizione, anche se i Sultani Ottomani non furono i primi ad arrivarci.

  22. Complimentissimi a Zwei per l’articolo,chiaro e di facile consultazione. Grazie a te conosco Prégeant de Bidaux,o Piergianni,che subito mi ha affascinato e rientra nella mia personalissima lista di” Badass” dopo una lunga ricerca sulla sua figura;già aveva la veneranda età di 54 anni se non ero durante l’assedio di Rodi del 1522 e ancora impugnava il suo spadone…. E durante la sua gioventù divenne presto un’incubo per le navi turche.

  23. Pregianni de Bidaux è una delle figure storiche più affascinanti e meno conosciute del periodo a cavallo fra XV e XVI secolo. Proprio per questo, dopo uno studio matto e disperatissimo, sto scrivendo un articolo a lui dedicato. Posso anticiparvi che è incredibile il numero di eventi che ha vissuto in prima persona e di personaggi storici che ha incontrato sul suo cammino (da Ettore Fieramosca a Cesare Borgia fino a Carlo VIII). Penso che verrà fuori uno degli articoli più interessanti degli ultimi tempi.

  24. Penso che la discussione, indubbiamente dotta e sentita, abbia però preso caratteri da diatriba ottocentesca. Sicchè penso che buona parte dei lettori che apprezzano e seguono questa pagina abbiano confronti e riferimenti accademici, mi sembra palese che il muro contro muro su risposte assolute sia assolutamente sterile, la discussione diventa ideologica e le posizioni incapaci di non essere che assertive verso se stesse.
    L’Islam è un valore universalistico, di carattere religioso e strutturale di un impianto politico. E’ semplicemente ovvio che una tale cosa di queste dimensioni e questa importanza sia immune da caratteri estremamente violenti che si accompagnano alla Storia umana. Alla stessa identica maniera del cristianesimo o di qualsiasi altro sistema di potere concepito dall’umanità, nessuno di essi è estraneo alla violenza, al sopruso e alla sopraffazione. Quindi va da se che la riflessione storiografica non debba mai partire da un giudizio di merito su “questo è meglio di quello” perchè incorrerebbe nella madra degli errori e qualsiasi dato o fonte non diventa altro che strumento. E noi da un tentativo di fare storia finiremmo per essere soggetti di interesse sociologico.
    L’imparzialità non esiste, ma sapere quanta violenza c’è alla base di ogni fatto umano è doveroso e deve mettere in guardia da un metodo confrontativo che diventa incapace di negare se stesso. E quindi metodologicamente inesatto

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