Donne Guerriere

Visto il lungo OT (che non mi è affatto dispiaciuto) sulle donne guerriere nell’articolo sul Mazzafrusto, ho deciso di lasciare libero sfogo a teorie, fatti storici et similaria sull’argomento. Insomma, prendetelo come il topic di un forum e sparate a zero. Spero di riuscire a scrivere un articolo sull’argomento che prenda il posto di queste poche righe vergognose.

Intanto ecco alcuni dati presi da www.smartsport.it.

Le differenze anatomiche e fisiologiche tra i due sessi condizionano le rispettive prestazioni in attività motorie e sportive.

Mediamente la donna adulta, rispetto all’uomo:

· ha una statura inferiore di 7,5 – 10 cm;

· ha un peso corporeo minore di circa 11 – 13,5 kg;

· ha una diversa composizione corporea, con 4,5 – 7 kg in più di tessuto adiposo e una percentuale di grasso superiore del 10% (circa 25% contro 15%);

· ha una forza muscolare inferiore del 10 – 30% (in relazione alla sede del gruppo muscolare);

· ha un cuore più piccolo, con massimo consumo di ossigeno, indice della potenza aerobica, inferiore di circa il 20% ;

· ha un minor volume di sangue, meno globuli rossi (circa – 6%) e meno emoglobina (circa – 15%);

· ha torace e polmoni più piccoli, con inferiori parametri ventilatori.

I dati raccolti per oltre un trentennio dall’Istituto di medicina dello Sport di Torino, su alunni delle scuole medie, evidenziano nelle ragazze una minor forza muscolare del 10% a livello degli arti inferiori, del 15% agli arti superiori e del 20% al tronco. Il massimo consumo di ossigeno nelle femmine di 10 – 12 anni è di 35,85 ml/(kg x min), contro i 37,70 dei coetanei maschi. Le diversità appaiono anche osservando la forma del corpo. La donna ha il bacino più largo e gli arti più corti: ciò condiziona i rapporti di leva nelle articolazioni. Il suo baricentro, punto in cui si può immaginare si concentri il peso del corpo, si colloca a un livello più basso: ciò facilita il mantenimento dell’equilibrio ma rende più svantaggiose attività come i salti

72 pensieri riguardo “Donne Guerriere

  1. E come arma europea (con la katana c’è sempre il rischio che qualcuno venga a proporti una spada maGGica affettademoni) ??

    Io come arma proporrei qualcosa di leggero tipo:

    E sono anch’io dell’idea che l’armatura andrebbe di molto diminuita. Più che altro perchè con un arma corta o comunque dal peso contenuto come quelle che potrebbe maneggiare la donzella servirebbe un forte approccio all’attacco ravvicinato, e IMHO (ma potrei sbagliare) in questo contesto l’agilità sarebbe fondamentale.

  2. Propongo a Zweila un possibile spunto: ho letto la descrizione dell’orripilante tenuta da combattimento della stupenderrima Nihal. E volevo chiedere: posto che se le donne non hanno mai combattuto ci sarà un perchè, secondo te, volendo scrivere comunque di una donna spadaccino, in che modo questa dovrebbe essere armata, equipaggiata ed addestrata per avere qualche credibile speranza di reggere il confronto coi suoi avversari maschioni?

  3. Circa una settimana fa mi stavo rileggendo la demoliz… recensione di “Nihal della Terra del Vento” di Gamberetta ^^ che è sempre un esercizio utile et divertente, e fra i commenti ce n’era un paio in cui si parlava di donne guerriere (riporto qui i pezzi incriminati, sono il n° 170 e 176):

    “(…) Non credo che Licia si sarebbe rovinata gli occhioni belli qualora avesse preso un qualsiasi libro di storia medievale non scolastico, contenente saggi, storie dei vari popoli ecc, e avesse cercato uno straccetto di notizia sulle donne guerriere. Avrebbe scoperto che, durante l’alto medioevo, le donne guerriere erano di stirpe nordica, prevalentemente celtica, scandinava, irlandese, islandese, scozzese(particolarmente feroci, appartenevano agli Scoti e ai Piti ed erano abili con l’arco), anglosassone, normanna(seguivano i pirati di solito), longobarda e burgunda(anche se più raramente). Ovviamente ci sono anche i sottogruppi di tali popoli, come ad esempio tra i celti spiccavano le donne galliche, che usavano tingersi il corpo con una strana sostanza bluastra chiamata vitrum in latino(De bello gallico di Giulio Cesare). Le amazzoni mitiche pare fossero di tale stirpe celtica, ma affine ai Galati, celti stanziatisi nella zona dei Carpazi(anche se spesso i romani confondevano i celti in generale con i Galati). In questi libri non scolastici vi sono vari documenti dell’epoca, riportati con tanto di commento, di come vestivano le donne guerriere e quali armi usavano. Premesso che non erano di costituzione esile, eccetto per alcune nordiche insulane(irlandesi, piti, scoti), erano capaci di portare armi come spade ad una mano e mezza, archi gallesi(gittata di circa 400 metri), piccole asce e grandi asce(le prime per le nordiche insulane), pugnali ricurvi usati a mo di piccole spade spesso accoppiati(si, non se li è inventati Tolkien i pugnali elfici accoppiati. Erano di moda presso gli anglosassoni, e il loro nome era saex). Dai dipinti, dalle sculture e da saggi sulla moda dell’epoca invece si evince che il tipo di abbigliamento era comodo e spartano, nulla di pretenzioso. Avete presente Ginevra interpretata da Keira knightley in king Arthur?Ecco, quello di solito era l’abbigliamento usato dalle donne in battaglia, ma spesso portavano i pantaloni, soprattutto le celtiche non romanizzate. Gli elmi erano poco usati, anche dai maschi, mentre erano molto importanti spallacci di cuoio e protezioni alle gambe. Erano robuste e comunque anche se magre muscolose e scattanti, capaci di una resistenza davvero notevole, tanto che molti storici dell’epoca se ne meravigliavano.
    Le cose qui riportate si trovano anche su internet, basta cercare!
    ps.alcune donne combattevano anche con gonne lunghe ma abbastanza larche e non ingombranti, ma non nel corpo a corpo.”

    “(…) Ma la Troisi avrebbe dovuto tener presente, e anche a questo poteva arrivare da sola, che una donna difficilmente avrà la meglio in un corpo a corpo diretto. Se non ha una spada valida, o un bastone(molto usato dalle donne guerriere e che io ho dimenticato di citare), non riuscirà mai ad atterrare un uomo. Questo perchè, e lo sanno anche i muri, la muscolatura dell’uomo è più sviluppata di quella della donna, e lui risulta più forte fisicamente.
    La forza delle donne guerriere celtiche stava nella loro incrollabile forza di volontà. ferocia e resistenza(avendo meno muscolatura e scheletro più leggero rispetto agli uomini, di questi erano più agili)ma soprattutto nel loro indomabile spirito combattivo. Gli uomini le ammiravano perchè esse infondevano coraggio ai combattenti. Ma vi era anche di più dietro queste fiere guerriere. Non erano usate come carne da “spada” nelle battaglie. Essendo anche molto sagge(molte di esse erano druide)venivano messe a capo delle spedizioni come consigliere ed organizzatrici. I celti non amavano le strategie, si gettavano nel corpo a corpo, ma dopo aver incontrato i romani cominciarono a ricredersi. E furono le donne, secondo gli storici, ad organizzarli. Il loro primo compito era questo, poi in caso di necessità non disdegnavano di certo di scendere a combattere, ma per lo più facevano le strateghe e difendevano le mura usando gli archi.
    Segno che non erano selvagge e rozze come Nihal, ma forti di fisico e soprattutto di mente.”

    Ecco, ovviamente si parla di alto medioevo, ma i commenti mi sembravano combaciare abbastanza con le vaghe nozioni che ho io a riguardo e quindi… insomma… ambasciator non porta pena *scappa nelle tenebre lurkose*

    Terra Nova

  4. se la resistenza delle donne è superiore allora perchè le maratone maschili hanno come record 2h03’59 mentre le donne soltanto 2h15’25?

    Il sax o seax o scramasax veniva utilizzato poi IN SOSTITUZIONE della spada, i sax erano lunghi come vere e proprie spade e spesso oggi vedo rievocatori vichinghi usarli insieme alla lancia, quando il nemico arriva sotto misura gettano la lancia e puntualmente ti infilano lo scramasax da qualche parte (collo, spalle , dietro la nuca…. non pensate male!)

    I druidi erano MASCHI, le fantasie sulle nebbie di avalon e di sto piffero lasciamole alla zozzona di Marion Zimmer Bradley, si ha notizia di sacerdotesse druide certo, ma pare non aver influenzato la storia piu di tanto (appunto si vedano Vercingetorige, Arminio, Alboino e qualche altro migliaio di personaggi storici come dice il buon zwei)

  5. Premesso che non era mia intenzione scatenare il flame (ma se parte ben venga) credo che comunque l’argomento sia molto interessante, visto che la donna gueRera è uno dei grandi topos nella narrativa fantasy.

    Dunque, considerato nel medioevo addestrare un esercito di sole donne si sarebbe rivelato praticamente una pazzia dati i già citati limiti fisici, consideriamo invece di voler addestrare e armare una sola ragazza. Non col fine di farle sconfiggere il SignoreDelMaleTenebroso™, ma col semplice fine di garantirle in battaglia le stesse possibilità di sopravvivenza di un suo collega con lo spadone (e non mi riferisco a quello di ferro).
    Escludiamo le armi da lancio, e concentriamoci invece su quelle da mischia.

    Che tipo di ragazza arruolare?
    Che tipo di addestramento darle?
    Che tipo di arma?
    Che tipo (eventualmente) di corazza?

  6. PS: l’arma che ho postato effettivamente è filippina, non europea. Intendevo dire “come arma che non sia giapponese” ^^

  7. Premesso che la stazza e la statura variano da zona a popolo a epoca… Personalmente non ho mai trovato cenni a “eserciti” femminili ^_^ Le donne sono mediamente più piccole e delicate degli uomini, quindi meno atte al combattimento. Tuttavia numerosi esempi di donne guerriere ci sono. Di quelli che conosco, non si occupavano tanto di pestare in testa ai nemici (quoi que fanciulle così esistevano), quanto di strategia o logistica.
    C’è anche da prendere in considerazione che in altre epoche la maggior parte delle donne svolgevano un’attivita fisica giornaliera non indifferente (mai provato a impastare il pane per la giornata?) e la popolazione in generale era più selezionata (chi era debole di salute difficilmente viveva, ancor più difficilmente si riproduceva).
    Vorrei citare un esempio a me caro di donna guerriera: Tomoe Gozen ^_^ Combatteva a cavallo in armatura completa. Non usava l’arco (troppa grazia!), la sua arma principale era il naginata. Tra l’altro in uno dei monogatari del dodicesimo secolo (se non ricordo male) c’è un accenno al fatto che nelle province anche le donne potevano avere un addestramento militare (cosa considerata comunque molto disdicevole dalla gente di Corte, solo dei grezzoni come i samurai potevano arrivare a tanto ^_^).

  8. @ DagoRed:
    No, macchè flame ^^’ ho solo riportato un paio di interventi di terze persone in cui c’era:

    – Qualcosa che condividevo, vedi la minore forza fisica delle donne (lapalissiano, I know), o l’uso di un bastone da parte di una Nihal a caso per aver la speranza di atterrare un viril bestione

    – Qualcosa su cui non potevo esprimermi causa beata ignoranza (la presenza di spade a una mano e mezza durante l’alto medioevo)

    – Qualcosa che mi lasciava fortemente perplessa, vedi donne celtiche tirate su a strategia guerresca (quando io, a parte Boadicea, non ho mai sentito nominare altri leader femminili) e conoscenze arcane, che fa tanto di femminismo new age che esalta il mistico potere del mestruo, e più in generale l’idea di una presenza femminile negli eserciti molto diffusa (immagino che nelle campagne militari i colleghi maschi si trattenessero PERFETTAMENTE dall’assalirle proditoriamente nel cuore della notte, come diceva Zwei). O della simpatica striscetta di cuoio che, a meno di non aver un petto praticamente concavo, si rivela pressoché inutile persino per “coprire le vergogne”, dopo dieci secondi di passo spedito. Per non parlare della generica mancanza di fonti negli interventi riportati, a parte il De Bello.

    E mi sarebbe piaciuto conoscere il parere di gente più scafata di me… devo dire che il tutto ha un po’ travalicato le mie intenzioni, eheheh…
    Per il resto, sono una pivellina e conscia di esserlo, non so cosa mi darebbe l’arroganza di iniziare a pontificare su argomenti che conosco molto meno di tutti voi, a maggior ragione che sono appena arrivata e questo è il mio quarto intervento ^^ Miserere

    Terra Nova

  9. ^^ Volevo solo chiarire che non avevo intenzioni bellicose (anche perchè, nel caso, sarei stata mazzolata per bene).

    Io ODIO le ultrafemministe =_= e, senza risalire fino al Medioevo, è sufficiente pensare alle due Guerre Mondiali, particolarmente la seconda, con le donne a mandare avanti in larga parte la produzione industriale ordinaria, e in misura minore anche quella più propriamente bellica. Oltre a tutte quelle altre faccenduole domestiche e familiari.
    Odio pure le femministe tout-court, a pensarci bene.

    Terra Nova

  10. C’erano anche un sacco di donne nel servizio logistico.
    La storia delle islandesi guerriere è una fola: per quello che ho studiato dell’Islanda, mai ho letto di una donna guerriera.
    Per quel che so dei Pitti invece, le donne combattevano. Ma si sono fatti fare il mazzo dagli Scoti, quindi nel complesso la presenza femminile sul campo non era determinante.
    Vorrei citare Eleonora d’Aquitania (se non prendo cantonate, cito a memoria) che convinse il suo esercito dar battaglia dopo che il morale era precipitato sottoterra. Disse che se gli uomini non avevano il fegato di andare, le donne lo avrebbero fatto: lei e le sue dame si avviarono alla battaglia a torso nudo.
    Beniteso, si fermarono MOLTO prima della battaglia, ma il gesto aveva rimesso in modo la masnada ^_^

    Le neofemministe dimenticano anche che sì, una donna può essere una guerriera. E sì, puoi farle usare un arco. Invece NON PUOI farle fare tutte queste cose e descriverla come una fotomodella. Tomoe Gozen aveva fama di essere una donna molto bella… di viso! Una guerriera è una massa di muscoli e addominali scolpiti, non proprio il nostro canone di bellezza ^_^

    E la seconda cosa che le femministe non capiscono è che bisogna rivalutare la donna, non fare in modo che la donna diventi un uomo con le tette ^_^

  11. Si dice “duello giudiziario”, penso °_°
    Questione di rendere la cosa un po’ più egualitaria. In teoria 😀

    Per DagoRed, forse la foto è un tantino pompata, ma temo che le matrone dei Pitti tendessero più a qualcosa del genere che non alla flessuosità di Nihal ^_^ Specie se c’è da usare un arco, aggeggio davvero non banale a seconda l’arco.
    Molto sexy, eh?

  12. Scusa Zwei, che una donna un arco da guerra non lo riesca a usare posso capirlo, ma una balestra con carica push lever (così se non ce la fa a tendere la corda usando le braccia: può mettere la balestra a terra e usare le gambe)? E’ plausibile? Dovrebbe essere abbastanza leggera da poter essere maneggiata da una donna e inoltre non dovrebbe essere necessario mantenere la tensione sulla corda mentre si mira.

    Le uniche donne guerriere della storia che mi vengono in mente sono Nakano Takeko e la sua armata di femmine. Nakano e le sue amiche usavano delle Naginata. (In alcuni fumetti vedi anche un casino di donne, a cavallo o no, che usano lo Yumi e sparano delle sleppe a miglia di distanza, ma si sa che i giappi sono maragli :D)

    Al baricentro più basso non avevo pensato: si potrebbero dare alle donne un piccolo vantaggio facendole combattere sui ponti delle navi. Donne piratesse dei mari e dei cieli

  13. Salve a tutti. Inizio col fare i complimenti per il blog all’autore perchè è estremamente interessante, sono capitato qui per caso e credo che diventerò un lettore fisso.

    Andiamo in Argomento.

    Secondo diversi libri come “medioevo al femminile” di Laterza, “donne guerriere” di Melita Editori (e ora non mi vengono in mente gli altri ma ce ne sono), le donne guerriere nel medioevo erano più di quelle che ci si può aspettare e sicuramente più di quelle che ci sono state tramandate (ricordiamoci che la storia di quel tempo è “leggermente” di parte al sesso maschile …chi ha detto chiesa Cattolica?!?).
    Secondo diversi documenti storici sembra che in battaglia partecipassero anche le donne, nobili quasi sempre.
    Specialmente nella prima e seconda crociata sembra che abbiano partecipato così tante donne che il papa dovette emettere una bolla nel 1189 che proebiva loro di partecipare. Sembra che l’ordine fu in parte ignorato.

    in diversi disegni dell’epoca tra l’altro risultano personaggi femminili durante una battaglia, non solo come difensori in un assedio ma anche come assedianti.

    Per l’idea che mi sono fatto io, che esula dalla battaglia, facendo scherma antica e studiando insieme ad altri del gruppo che abbiamo creato, siamo giuti alla conclusione che non si scrive un intero capitolo dedicato alla scherma femminile se non serve, e nel manoscritto I.33 (primo manoscritto mai ritrovato dedicato alla scherma da duello) c’è un intero capitolo dedicato alle guardie femminili. Contando che il manoscritto è stato fatto sicuramente non per i contadini ma per ceti superiori e che, certo, la scherma da duello è ben diversa da quella da battaglia, le donne, dai ceti medi, dovessero avere almeno un infarinatura di come si combatte.

    1. Interessantissimo. E’ possibile rintracciare in rete tale manoscritto?
      E cosa riporta di preciso sulla scherma femminile?

  14. Spade Enormi & Maghi Smodatamente Maragli sono i marchi di fabbrica (ma per comodità chiamamiamoli B&B 😉 ).

    Già che siamo in argomento catapulta: che tu sappia è mai esistita in epoca alto medioevale/Rinascimentale una balestra a ripetizione portatile come quella di Lady Hawk? E’ sempre stato il mio sogno bagnato, fin da bambino

    Conoscevo il figherrimo Chu-ko-nu (Manciurian Repeating Crossbow), ma volevo sapere se c’era qualche altra arma più manegevole o precisa. A quanto so con un animale di questo genere si potevano sparare 12 colpi in 15 secondi anche se la gittata effettiva era di appena 80 yards (200 secondo i cinesi). Come arma da donna inferocita ce la vedrei bene, anche se non aveva lo charme dell’arma del capitano Navarre ;D

  15. Grazie per il benvenuto!

    No, non sono della Marozzo, a Cagliari, la mia città, non esistono scuole di scherma antica, ne abbiamo fondata una noi circa un anno fa proprio per quello. Non ci ritroviamo nei metodi della Marozzo e comunque loro fanno scherma rinascimentale mentre noi abbiamo deciso di fare solo medievale.

    Ti ho fatto l’esempio dell’I.33 per un motivo. Tu giustamente dici che la scherma da duello è estremamente diversa dalla battaglia, giustissimo, ma chi conosce la scherma da duello (specialmente nel medioevo dove le armi da fuoco non avevano ancora stravolto il modo di fare la guerra) è avantaggiato non poco anche in battaglia.

    Ora, tenendo in conto che, se io fossi un nobile o una persona con una certa possibilità monetaria sicuramente avrei pagato un maestro di scherma o un ex soldato per istruire se non me, almeno i miei figli al combattimento, sapendo bene dei “duelli giudiziari” che sarebbero potuti capitare spesso in caso avessi avuto una figlia (gli insulti si pagavano caro), i miei figli sarebbero potuti andare in battaglia con un discreto vantaggio, se unito a un buon equipaggiamento e quindi con una buona probabilità di portare la pelle a casa.

    Quindi questo mi fa pensare a due cose.

    Duelli; se io ho solo figlie, chi le difende in un duello giudiziario (o giudiziale)? nessuno, visto che non posso contare sui fratelli, quindi, come indicato nel Talhoffer, meglio se si sanno difendere da sole.

    Guerra; andare in guerra, specialmente nelle Crociate è un onore oltre che un “dovere”, davvero io nobile o ricco rinuncio a mandare un mio figlio a combattere in una crociata? e se ho solo figlie femmine?
    si torna al discorso precedente.

    Spero di essermi spiegato, prendete il tutto ovviamente solo come un ipotesi, nata da diverse discussioni con altri membri della gruppo dove sto, ma crediamo possa essere plausibile.

  16. @Dago: Poi dovevi ricaricare 😀
    Comunque a quanto pare era un arma poco precisa, che usavano per difendere le mura. 12 colpi in 15 secondi è una stima che ho trovato in giro. Come capirai la velocità di fuoco dipende anche da quanto tempo ci metti a tirare la leva. Un documento su arco-iris.com dice:

    The chu-ko-nu was thus particularly effective as a fortress defense weapon against troops approaching and massing about its ramparts. As shown in an early photograph, a rectangular flanking tower of the battlemented walls of Peking is a stone structure some 100 feet high and 150 wide (2). Each corner of the fort has such a tower. The walls of its upper half are perforated with rectangular window-like openings which were designed for archers defending the city. There are 4 rows and 14 columns of these openings in each of the two outer-facing walls, making a total of 112 openings. If a chu-ko-nu, with a nominal rate of fire of one bolt/second, were being used at each opening, the total downpour on besieging troops would be a prodigious 6,720 bolts per minute!

    Un colpo al secondo è davvero esagerato.Io mi fiderei più di Ralph Payne-Gallwey, che nel suo libro crossbow, da una stima di 10 dardi in 15 secondi. Secondo Gallwey, dato lo scarso potere di penetrazione dei quadrelli usati con queste balestre, le punte venivano immerse nel veleno:

    In the recent war between China and Japan, 1894-95, the repeating crossbow was frequently seen among troops who came from the interior of the first-named country.
    The interesting and unique feature of this crossbow is its repeating action, which though so crudely simple acts perfectly and enables the crossbowman to discharge ten arrows in fifteen seconds.
    When bows, and crossbows which shot one bolt at a time, were the usual missive weapons of the Chinese, it is probable that the repeating crossbow was very effective for stopping the rush of an enemy in the open, or for defending fortified positions.
    For example, one hundred men with repeating crossbows could send a thousand arrows into their opponents’ ranks in a quarter of a minute.
    On the other hand, one hundred men with bows, or with ordinary crossbows that shot only one arrow at a discharge, would not be able to loose more than about two hundred arrows in fifteen seconds.
    The effect of a continuous stream of a thousand arrows flying into a crowd of assailants-in so short a space as fifteen seconds-would, of course, be infinitely greater than that of only two hundred in the same time, especially as the arrows of barbaric nations were often smeared with poison.
    The small and light arrow of the comparatively weak Chinese crossbow here described had little penetrative power. For this reason the head of the arrow was sometimes dipped in poison, in order that a slight wound might prove fatal.
    The impetus of the heavy bolt of the mediaeval European crossbow which had a thick steel bow, was sufficient to destroy life without the aid of such a cruel accessory as poison.

  17. Un piccola nota: in principio le crociate non erano considerate spedizioni di conquista, ma pellegrinaggi forzati, nel senso che andavano a pellegrinare che ai sultani piacesse o meno (se all’occorrenza ti pappavi anche parte del territorio, benvenga): non era un esercito ad andarci, ma una massa enorme di gente di tutti i tipi e di tutte le estrazioni. Tra cui anche signori coi loro guerrieri, chiaro. Quindi sì, un sacco di donne, ma non per forza prendevano parte al combattimento.
    Nel complesso le donne possono combattere e possono anche raggiungere buoni livelli di efficacia. Le donne di un tempo di più dato che facevano più esercizio e quelle che arrivavano all’età adulte erano mediamente più robuste di noialtre. Quindi ci sono state numerose guerriere. Ma eserciti femminili non ne ho mai sentiti (tranne quello denna signora Nakano, ma non è durato molto…). Le donne IN GENERALE hanno diverse diverse punti deboli che gli uomini non anno (difficilmente un soldato va in congedo gravidanza…), cosa che ne rende poco indicato l’uso come guerrieri sul campo.
    Ovvio che individualmente è un’altra storia, e il duello o i posti di ufficiale sono un altro par di maniche 🙂
    Poi sul fatto che la Chiesa Cattolica abbia castrato il mondo con la sua tradizione sessuofoba… beh, è la sua attività principale ^_^
    Chiedo venia, sono affetta da mangiapretismo irreversibile 😀

  18. Adesso non vorrei dire una cazzata (e quindi la dirò lo stesso e verrò fustigato da te e dal duca), ma la polvere da sparo non è stata introdotta in Europa, per uso bellico, solo nel 1500?
    La balestra a ripetizione può essere un buon elemento da introdurre in battaglia in un fantasy medioevale. In Cina, era in circolazione dal 300 (quello senza il 1000 davanti, qualcuno dice anche 4 secolo avanti cristo). Che poi le truppe della Manciuria l’abbiano continuata ad usare fino al conflitto Cino-Giapponese di fine ‘800 è un’altra cosa: non per niente i mangiariso furono sconfitti ignominiosamente dall’ imperatore Meiji, nonostante fossero molti di più (erano male armati, si scazzavano fra loro, le truppe erano sottopagate e strafatte d’oppio, e non avevano un flotta degna di questo nome)

    Oltre alle balestre a ripetizione, sempre in Cina, usavano le meravigliose balliste d’assedio a 3 archi (http://www.grandhistorian.com/chinesesiegewarfare/siegeweapons-chuangzinu.html) che fanno sempre la loro porca figura. Si vede che sparare frecce a ripetizione per loro era un must

  19. “Ti consiglio di passare per i lidi del Duca, che in materia è fastidiosamente preparato.”

    Ed è per questo che lo amiamo 🙂

    OT: visto che ormai stai diventando il mio punto di riferimento sulle armi bianche esotiche e non (come ormai il duca è il riferimento sulle armi da fuoco), Posso fare una richiesta al pianista?
    L’ultimo articolo sulla spada a denti di squalo era veramente interessante. Posso chiederti qualche informazione sulle armi esotiche tipo (anzi, sopratutto) i kriss e i katar.? Mi consiglieresti qualche libro sulle armi da taglio/botta/lancio africane, medio orientali e/o asiatiche?
    Grazie comunque 😀

  20. Scusate… un bel ninfoesercito?

    Qualunque orda di normanni che da otto mesi sono lontano da casa e nelle pause prima delle battaglie violentano anche gli alberi e le rane pur di violentare qualcosa, verrebbe stesa subito.

    Durante l’assedio, tutte le donne della cittá (anche le vecchie e i cessi, tanto i barbari non ci vedono dalla foia) escono nude dalla porta principale e si mettono a correre via.

    I barbari si denudano alla bell’e meglio per raggiungerle e farci le porcherie, dopodiché dalla cittá il plotone di arcieri scelti ne fá strage visto che non hanno piú le armature.

    Alcune donne moriranno per la violenza dei barbari, o per qualche freccia dei loro soldati, ma sará un sacrificio per la patria.

    Eventualmente, fare in modo che ogni arciere abbia frecce diverse, con un drappo di colori diversi alla fine o similia: dopo l’assedio si scoprirá quante donne sono state uccise da ogni singolo arciere.

    Per ogni donna uccisa, un mese di astinenza sessuale. O, in alternativa, amputazione di un centimetro di spada (e non quella di metallo). Nel caso la spada sia finita, si proceda con l’amputazione delle dita dei piedi: basta che le mani siano intatte per poter usare l’arco di nuovo.

    Prevedo stragi di barbari e donne illese 😀

  21. Oddio, trovami in Italia una donna che riesca a fare il culo a Mandia nello Shiai. Se parliamo di giapponesi ottavi dan hanshi, ok (anche se a quei livelli ho visto un rapporto donne/uomini molto inferiore all’unità). Ma fino al 5°/6° dan, nelle gare, la prestanza fisica ho visto che conta parecchio (certo, se non hai tecnica non ti danno il punto, ma non arrivi neppure oltre il 2° dan…)

    Tu in che palestra praticavi? Purtroppo sono un paio d’anni che non pratico più, anche se vorrei ricominciare

  22. io sono del cus Verona, tu di dove sei?

    e si punte come Mandia, Filippi, Soldati, Giannetto sono fuori portata

    ma è anche vero che punte femminili come Ricciuti, Papaccio, Livolsi, ti asfaltano ben più della metà dei maschietti in giro

    sulla superiorità fisica non si discute, e in generale anche sulla combattività (ma per una tara nella formazione personale più che per genere).

    Il discorso è se in combattimento una donna è o meno condannata a prescindere

    secondo me no

  23. Bologna. Ero al Musokan quando c’era Stefano Betti ad allenare. Di donne che mi potevano asfaltare ce n’erano a bizzeffe 😀
    Di donne forti e brave nel Kendo ce ne sono molte, ma quando il livello tecnico è simile io punterei su un uomo in linea di principio

    Considera che quando si parla di donne guerriero, si parla di donne addestrate contro uomini addestrati. Una donna capace di tirare bene dei pugni (Muai Tai o simili), se non c’è una disparità fisica eccessiva, avrà un bel vantaggio su un uomo che non sa picchiare. Quando però si parla di persone addestrate, penso che la differenza si veda: una donna dovrà essere molto più tecnica e in forma del suo rivale, per vincere in uno scontro diretto.
    Esiste anche il genio della battaglia, certo, ma è rarissimo: non siamo tutti Ender Wiggins.

    @ zwei: hai mai sentito parlare della battaglia dei sessi? E’ tennis e non combattimento, ma potrebbe essere interessante come spunto:
    Riggs – ex campione, ormai ultracinquantenne e ben oltre i primi 1000 tennisti del mondo- sfidò la Court, prima nella classifica femminile, e l’asfaltò 6-2 6-1. L’anno dopo sfidò la King e perse 6-3 6-3. La King aveva 26 anni in meno del suo avversario, giocava a livello agonistico contro le migliori del mondo tutti i giorni ed era al meglio della forma, mentre Riggs era ormai un pappone del tennis.
    Una terza battaglia dei sessi venne disputata fra Martina Navratilova e Jimmy Connors. Connors aveva più di 40 anni, contro i 36 della Navratilova. Le regole erano state cambiate per l’occasione: Connors aveva diritto a un solo servizio per ogni colpo e le palle della Navratilova erano considerate valide anche quando colpivano la zona del doppio.
    Connors vinse 7-5 6-2.

  24. Una piccola correzione: mi sbagliavo quando dicevo che la mia bastarda pesava poco più di un chilo e mezzo. Secondo il mio sempai, pesa poco più di un chilo. Ma tant’è.
    La storia “le donne non sono fatte per combattere” mi fa sempre girare le scatole. Non perché sostenga che le donne siano efficaci come gli uomini nella fanteria pesante (anche con numerosi eccezzioni, mediamente le donne non combattono come gli uomini E sono zavorrate da una serie di noie biologiche tipo mestruazioni ecc.), ma:
    -Forse le donne non andavano contro le picche armate di lanzichenecca, ma erano loro a mandare avanti baracca e burattini mentre gli uomini erano in guerra (divisione dei compiti che diamine: io ti faccio il bucato, ma tu abbi la carineria di portarmi qualche scalpo!)
    -Senza il lavoro delle donne, poche vittorie, pochi stati, poco tutto.
    Detesto ugualmente le ultrafemministe che trovano immorale dire che come doppio soldo le donne non sono efficaci. Ogni essere umano ha doti e punti deboli. L’arte della guerra sta nell’usare le giuste persone nel giusto posto al giusto momento, a prescindere. Una donna non è meno importante se invece di pestare con un mazzapicchio dirige il servizio logistico.

    Per l’esperienza che ho di arti marziali: nei due dojo che frequento (Association Tenchi e BudoXI), molte delle alte in grado in aikido e kendo sono donne. A scherma medievale (non è un’arte marziale, questa!), io sono molto più debole dei miei compagni uomini, ma resisto meglio a uno sforzo medio-basso prolungato.
    Questo, come diceva Zwei, può essere interessante per i duelli. La battaglia è un’altra cosa: contano peso dell’armatura, i giorni di viaggio precedenti, e (sempre dimenticato) il morale. La battaglia è un’operazione di gruppo, se il morale è alto o basso il singolo individuo può rendere in modi molto diversi.
    Eleonora d’Aquitania (sempre che fosse lei, non vorrei ricordare male) ha vinto una battaglia cavalcando a torso nudo, senza nemmeno incontrare in nemico sul campo: morale.

  25. Allora, ho preso i record mondiali dei 100, 200, 400m e della maratona (da Uicchipedia, l’enciclopedia complottista) e ho fatto un paio di conti:

    – ai 100 metri, le donne risultano il 9.5% più lente delle controparti maschili; allora ho preso per sicurezza anche i record dei 200m, aspettandomi, in virtù della maggiore esplosività degli uomini, che il distacco aumentasse

    – infatti ai 200m il ritardo è cresciuto all’11.2%; su distanze più lunghe dovrebbe subentrare il fattore resistenza e quindi

    – ai 400m il ritardo si riduce già di circa un punto, diventando il 10.24% del record maschile; in teoria l’andamento dovrebbe mantenersi all’aumentare della distanza percorsa, e infatti, per finire

    – la maratona vede un ritardo di “solo” il 9.22%, il risultato migliore; quindi, sebbene le donne siano costantemente svantaggiate rispetto agli uomini, lo sono meno all’aumentare della durata dello sforzo.

    Possibili obiezioni: non ho tenuto conto della velocità del vento, che spesso non è stata nemmeno riportata su Wiki, e specie sui 100m questo potrebbe alterare significativamente i calcoli.
    Secondo e più importante: molti record femminili sono antecedenti il 1990, periodo in cui sono stati rafforzati i controlli antidoping; sospetto fortemente, e sono in ottima compagnia, che i record ancora imbattuti degli anni ’80 siano dovuti a dosi cavalline di intrugli dopanti o scherzetti cromosomici che rendevano altamente sgradevole una “intima” conoscenza di alcune delle atlete del periodo ^^’
    Infine, questi atleti sono allenati specificatamente per le brevi/lunghe percorrenze, probabilmente i distacchi sarebbero diversi se si fossero presi individui in salute e allenati, sì, ma in maniera più “generica”.
    My two cents.

    Terra Nova

    P.S. Sto avendo un po’ di problemi a postare questo commento, se dovessero comparire duplicati, Zwei, sorry ^^’

  26. Ecco, la mia solita fortuna! =_= Vabbe’, ora sto scrivendo a sgamo dall’università, spero almeno questo passi.

    Il tuo discorso non fa una grinza, solo che i record maschili dopati sono comunque stati migliorati nel ventennio successivo, mentre quelli femminili, almeno alcuni, sono a parer mio più di quanto una donna oggi possa sperare di fare… qui partirebbe poi una luuunga discussione sui limiti teorici dell’organismo umano e quando tali limiti verranno raggiunti ^^ Forse alcuni di quei record femminili non saranno ritoccati nemmeno fra venti anni!

    Terra Nova

  27. Riguardo alle prestazioni fisiche sarebbe interessante confrontare quelle degli atleti di Decathlon e Eptathlon, essendo prove abbastanza diversificate che comprendono sia potenza che resistenza.
    Purtroppo non ho né le conoscenze né le competenze per controllare di persona.

    ps: nell’interfaccia dei commenti c’è un “tuò”, accentato :p

  28. Ricorrezione. A mia discolpa: ho postato il commento precedente di ritorno da un week-end divertente ma masacrante fuori città=_=
    Spada una mano: un chilo o poco più;
    Bastarda: due chili o poco più
    Spada due mani: più di tre chili.
    Gomen =_= Qui a Parigi si cuoce e io abito in una mansarda. E’ molto bohemienne, ma non aiuta la concentrazione…

  29. @ Terra: c’è il trucco. Le donne hanno un record superiore nel lancio del disco (76 e passa metri, contro i 74 e rotta degli uomini), ma sono due pesi diversi. Quello dell’uomo pesa circa il doppio di quello delle donne.

    da Wiki:
    Per le donne il disco pesa 1 kg con un diametro tra i 180 e i 182 mm e uno spessore tra 37 e 39 mm, mentre per gli uomini il peso è di 2 kg, il diametro tra i 219 e i 221 mm e lo spessore tra 44 e 46 mm

  30. giunti a questo punto direi che si può dire che è amissibile una donna eccezionalmente forte e talentuosa che domina su degli uomini di medio livello in combattimento individuale o in piccoli gruppi

    è improbabile vederla battere uomini al di sopra della media

    come è improbabile vedersela bardata alla testa di una formazione di fanteria

    non impossibile, abbiamo visto che casi storici ci sono, ma…

  31. @ iome: io più che sulla battaglia vera e propria punterei sull’intelligenza della donna. Una donna può battere un uomo più forte di lei se sfrutta le condizioni ambientali, piuttosto che sul confronto diretto. Una armata di amazzoni può tendere un agguato a un esercito forte portandoli in un punto in cui le loro armi/schieramenti sono inefficaci o lanciare attacchi lampo stile guerriglia.

    Lo stesso anche in un duello.

    Mi vengono in mente le storie sui duelli di Musashi che , fra le altre cose, tendeva ad arrivare con ore di ritardo per innervosire il suo avversario (o molto prima per evitare che gli tendessero un imboscata) e avere un vantaggio tattico. L’eroina deve essere allenata per limitare la disparità fisica, ma soprattutto deve essere intelligente.

    Un esempio, magari stupido, ma interessante è il combattimento fra Gatsu e Serpico in Berserk. Gatsu è un bisonte di 200 chili con un braccio meccanico capace di sparare e una spada insensatamente grossa e lunga che, con leve strane di busto e spalle, riesce ad usare alla perfezione. Serpico è una fighetta di 60 chili, mediamente abile nella scherma e abbastanza agile, con un allungo molto inferiore a quello di Gatsu. Il combattimento sembra a senso unico, ma Serpico è intelligente e, dopo aver seguito il guerriero per dei mesi come suo compagno, lo sfida in mezzo a una fitta foresta di colonne (simile a quella della grande moschea di cordova, ma molto più fitta) in modo da compensare l’abilità inumana dell’avversario.

    (Un fumetto serio avrebbe visto trionfare Serpico, ma Berserk è sempre una tamarrata e, come previsto, Gatsu macina macina senza sforzo due o tre file di colonne con un unico fendente)

    Le eroine fantasy le vedo molto bene come spie e avvelenatrici (ci sono anche più fonti da consultare ^_^)

  32. In base a ciò che ha detto Tenger in un paio di commenti, una donna che si scopriva sterile (e quindi libera da mestruazioni, gravidanze e matrimoni combinati) poteva avere più possibilità di combattere, pur nei limiti di improbabilità citati, per quanto riguardava legami d’affetto e problemi mensili?

  33. Posso assicurare che le mestruazioni sono una rottura di palle che gli uomini difficilmente immaginano ^_^ Specie in un mondo dove non esiste il Ketodol.
    Tutte le guerriere che conosco non erano sterili (Tomoe Gozen aveva anche un figlio), comunque parlando di media avere il ciclo e la possibilità di “cascare inconta” come dicono i mangiarane, aggiunte alle altre caratteristiche, rendono la donna meno adatta alla guerra. Di media.
    Le eccezioni possono essere numerose e lì dipende dall’individuo. Se io, Evil Over Lady, dovessi decidere di formare un esercito femminile, prediligerei donne sterili (mi sta venendo in mente una specie di giannizzeri senza barba °_° Si sente che ho del sonno arretrato…)

  34. Difatti penso che come fanteria pesante le donne siano, salvo rarissime eccezioni, da escludere. Come ho detto in un post precedente, bisogno considerare però che “ai tempi belli dei menestrelli” la popolazione era molto più selezionata (chi riusciva ad ad arrivare all’età adulta campava facilmente fino a 60-70 anni salvo guerre/pestilenze/varie, ma la mortalità infantile era altissima); salvo periodi storici particolari, mangiava meno di noi, ma di qualità migliore; faceva un’attività fisica molto superiore. Una donna adulta media era molto più robusta e tignosa di una sportiva moderna media. Si deve poi contare l’educazione diversa (l’aver assistito a flagellazioni o esecuzioni pubbliche, dover convivere con la realtà dei briganti, ecc.). Infine secondo me è anche importante il modo di fare la guerra. Una guerra “artigianale” (anche un arciere deve essere a vista per poterti far fuori) è diversa dal tipo di guerriglia con cui si trova alle prese l’Inghilterra ora (non che sia meno traumatico, ma di sicuro gli effetti non sono gli stessi).
    Poi se si va a parlare di individui la faccenda cambia.

  35. Quindi, se io volessi creare una guerriera o più guerriere non sarebbe inverosimile fare in modo che gli esaminatori scelgano donne sterili (e/o deviate mentalmente)?

  36. Il mio era un discorso generale. E’ chiaro che avere le mestruazioni e il rischio di finire incinta sono punti a sfavore rispetto agli uomini. Un’altro fastidio è il seno: è delicato. (Mi direte, anche i testicoli lo sono. Bene, ma sono più piccoli, meno ingombranti e meno raggiungibili).
    Donne sterili offrono di certo vantaggi, ma l’essere sterile non è la caratteristica fondamentale secondo me. Cose molto più importanti entrano in gioco (tipo salute, forza fisica, inclinazione, ecc.).
    A seconda la cultura però l’essere sterile può effettivamente essere discriminante. Una delle cose che rendono le donne findamentali nelle società è che fanno figli e li allevano nei primi anni. Una donna che non può farne può essere quindi impiegata in attività solitamente riservate agli uomini.

  37. Zwei, ma la leggenda delle amazzoni che si tagliavano un seno (mi sembra per tirare con l’arco,boh) è una cazzata, no? L’ultimo messaggio mi ha messo il dubbio

  38. Nella mitologia lo facevano (anche se nei bassorilievi che ho visto al museo dell’Acropoli mi pare che i seni li avessero entrambi). Tuttavia le amazzoni sono un popolo mitologico. Dubito che con i mezzi chirurgici dell’epoca fosse possibile asportare un seno senza che la signora morisse dissanguata o di cancrena (oddio, magari era un metodo di selezione).
    Comunque posso confermare che una donna che vuol tirare con l’arco ha interesse a proteggersi. Il mio sempai ha assistito alla performance di una pulzella che aveva dimenticato il “plastron” di cuoio: non è stata molto lunga…

  39. Usare un marchio troppo grande può far morire una vacca. Usare un marchio del genere su un essere umano (per di più bambino) porta a morte quasi certa (infarto, facilmente), specie senza i mezzi di soccorso attuali. Ma le amazzoni erano esseri umani molto particolari.

  40. Fino a una terza misura di seno, in realtà, basterebbe un bendaggio stretto per appiattirsi quanto basta per evitare ingombro sterico (deformazione professionale :D) e lo spiacevole effetto sballonzolo durante la corsa (vedasi qui: http://images3.wikia.nocookie.net/__cb20100223154032/nonciclopedia/images/9/91/Tette_che_rimbalzano.gif XD) ; il problema è che un bendaggio molto stretto rende difficoltosa l’espansione toracica durante la respirazione, non un grande affare se ci si trova in un mischione o a correre pazzamente sul campo (mia esperienza personale: MAI rimettersi un top da ginnastica acquistato quando si era piatte come una tavola da surf); a questo punto si torna alla donna arciere in una posizione defilata e protetta magari da truppe maschili… solo che a questo punto occorre considerare di nuovo il libraggio dell’arco che deve utilizzare, se è preferibile una balestra con un martinetto per facilitarne il caricamento, eccetera eccetera…

    Terra Nova

  41. Io con una seconda non ho mai avuto bisogno di nessun bendaggio durante le gare sportive, e in generale il seno non l’ho mai sentito come un “ingombro” XD
    Penso che sia insomma una questione molto soggettiva, così come quella del ciclo, che non è affatto una tortura per tutte.

  42. @Arya
    Io mi riferivo alla questione delle amazzoni che avrebbero dovuto amputarsi un seno… solo per suggerire che esistono metodi meno drastici se il seno si rivela essere un ingombro XD
    Poi, visto che si sta considerando come periodo storico il medioevo, col reggiseno ancora da inventare, credo che lo sballonzolio, a parità di misura, fosse maggiore ^^

    Terra Nova

  43. Tempo fa sul blog si era nominata la questione riflessi uomo/donna. Non ricordo se qualcuno avesse dato una risposta. Ho provato a fare una ricerchina su google scholar/psychinfo: ho trovato un paio di articoli.
    Uno su “journal of gerontology”: “Age Differences and Changes in Reaction Time: The Baltimore Longitudinal Study of Aging”
    Una ricerca sul peggioramento dei riflessi durante l’invecchiamento. Nell’abstract dicono anche “Males were faster than females across age groups” che è quello che ci interessava.
    L’altra su “Ergonomics” “Gender differences in choice reaction time: evidence for differential strategies “In cui ci informano che “Results demonstrated a near-significant overall reaction time advantage for male participants”
    Altro studio(vecchio) su “Ergonomics” “Choice Reaction Time as a Function of Auditory S-R Correspondence, Age and Sex” in cui il risultato è “Reversal of the S-R relationship produced significantly greater slowing for older than for younger subjects and for females than for males.”

  44. Di casi storicamente documentati di donne che, facendosi passare per uomini, abbiano abbracciato la carriera militare e praticato i campi di battaglia ce ne sono parecchi (cui vanno aggiunti ovviamenti quelle che non si sono fatte scoprire… ).
    Del “cavalier pulzella”, il cosacco Nadezda Durova (1783-1860), e della “monaca alfiere” Catalina de Erauso (n. 1585), mercenario nelle Indie occidentali, sono disponibili le autobiografie anche tradotte in italiano; in particolare la Erauso racconta di avere ucciso diversi uomini in duello, tra cui (senza saperlo) il suo stesso fratello. Giustificava le sue “anomalie fisiche” con i suoi commilitoni come conseguenze di una gravissima ferita al basso ventre riportata in battaglia. 😎
    Ci sono capitani di ventura, bersaglieri, fanti di marina…

  45. Magari questo estratto (preso dal sito dei Balestrieri di Assisi) può risultare interessante

    “Peter Brown, professore di storia antica e di archeologia mediterranea alla University of California di Berkeley, ha condotto lunghi studi sulle donne combattenti, restringendo il fenomeno all’Italia centrale, dove, secondo le sue ipotesi, il fenomeno dell’immigrazione longobarda era stato più evidente. Indico il 14° meridiano da Trento, Padova, Faenza, Fano, Spoleto, dove gli insediamenti longobardi erano stati più massicci. Questo studioso afferma che, nel XIII° e XIV° secolo, le compagnie di ventura imperversavano numerose nella grande pianura umbra: Todi, Perugina, Assisi, Foligno, Spoleto ed i loro territori montani costituivano il teatro delle loro battaglie. In una compagnia di ventura dell’entroterra Assisano e Noverino, comandata da Gualdana di Pietro, numerose furono le donne balestriere. Cita un documento ecclesiastico datato 1397, probabilmente una specie di scomunica, dove sono addirittura indicati i loro nomi. I suoi balestrieri furono scomunicati due volte, quali portatori di morte. Nel citato documento viene riportato il comportamento di queste donne in combattimento. Definite figlie del diavolo, esse non facevano prigionieri, anzi, i pochi che catturavano vivi li usavano come bersagli umani tirando con le loro balestre sui genitali degli sventurati. “

  46. @ziadada
    Non conoscevo la storia del cosacco popputo, devo appuntarmela. Ultra-lulz la giustificazione di Catalina ahahah.

    @Frundsberg
    Interessante. In effetti ho letto qualcosina anche sulla presenza di donne mercenarie nelle milizie della Guerra dei Trent’anni. Non a caso, Altieri ne inserisce una piuttosto realistica nella saga di Magdeburg.

  47. Ciao Mariateresa, forse dovresti linkare la discussione sui Gamberi, visto che questo post ha più di tre mesi!
    Non penso che scriverò articoli sui Celti, almeno non a breve. Per avere un’idea del loro armamento e delle tattiche militari ti consiglio di procurarti i volumetti della serie “Osprey” che li riguardano.
    Ad ogni modo, non è che fossero strateghi sopraffini 😉

  48. I commenti su gamberi sono bloccati Z.

    I Celti effettivamente non hanno fama di grandi strateghi. Comunque da quanto ho visto io alcuni gruppi storici sembrano indicare una maggiore complessità ed organizzazione in ambito bellico presso i Celti, come l’uso di testuggini simil-romane et cetera…

    alcuni dicono che ciò sia dovuto ad una maggiore vicinanza di alcune tribù con i Romani, altri che non lo sia….

    boh, non si sa mai a chi credere!

  49. Infatti ho usato la parola “sopraffini”. Di certo non erano un branco di selvaggi idioti come si vede in alcuni film, anzi… D’altro canto però non avevano certo un’organizzazione paragonabile a quella della legione romana. Probabilmente a pesare come un macigno sulla loro mancata crescita a livello istituzionale e giuridico fu l’insuperata divisione fra tribù.

  50. “Visto il lungo OT (che non mi è affatto dispiaciuto) sulle donne guerriere nell’articolo sul Mazzafrusto”

    ahahahhahahahah, almeno non gli è dispiaciuto

  51. Secondo Bernard Marillier, nel suo “I Vichinghi – Storia, Civiltà, Spiritualità degli Uomini del Nord” capitava che le donne partecipassero ai saccheggi in veste di arcieri.
    Non cita putroppo fonti precise, si limita a dire “secondo le fonti arabe”, dunque non saprei. Aggiunge anche che le figure di donne guerriere delle saghe sono da ritenersi del tutto letterarie, quindi non credo si sia lasciato influenzare da quelle.

    Io però ho un ricordo di una qualche fonte che parlava di donne berserkr e guerriere fra i vichinghi, e intendo propriamente guerriere. Dubito portassero armature pesanti (tra i vichinghi ce n’erano poche, per lo più imbottiture et simila. Solo alcuni potevano permettersi elmo, cotta di maglia e quant’altro), però non è da escludere che, sotto effetto di droghe come quelle usate dai Berserkr, queste potessero farsi avanti e combattere.
    C’è da dire che qui parliamo di razzie, non di scontri di fanteria pesante, perciò potrebbe essere plausibile.

    Affascinante però il tema. E se si inventasse, in un fantasy, una razza in cui le caratteristiche fisiche di una donna sono quelle di un uomo e viceversa? Gli uomini più piccoli e meno resistenti e le donne più grandi e combattive.
    In alcune specie animali tale situazione esiste, dunque perché no? Sarebbe interessante? 🙂

  52. eresia! una donna che batte un uomo che non solo è capace di trattenere la saliva all’ interno della bocca, ma è pure allenato e preparato?


    se quel pelato è allenato e preparato io stasera combatto al lumpinee stadium

  53. in un fantasy, una razza in cui le caratteristiche fisiche di una donna sono quelle di un uomo e viceversa? Gli uomini più piccoli e meno resistenti e le donne più grandi e combattive.

    non occorre inventare una razza apposta.
    Anche il comune homo sapiensa potrebbe (in potenza) presentare queste caratteristiche: se ci fate caso, anche senza alcuna particolare pressione evolutiva esistono uomini gracilini (o, diciamo, più agili) e donnone.
    Mettiamo il caso di una pressione evolutiva Lovecraftiana, in uan società di uomini minatori (costretti però a strisciare in cunicoli angusti) e donne che devono occuparsi della prole e del sostentamento della famiglia: lavoro nei campi (che NON è un lavoro leggero come può sembrare), o addirittura pescatrici.
    Si, dieri che è possibile… Coraggio Giacomo, al lavoro XD

  54. E non dimentichiamo la selezione sessuale. In una società può benissimo evolversi un archetipo che vuole gli uomini piccoli e leggeri e le donne grandi e pesanti.
    Anyway, ricordiamo che mediamente la donna tende a essere più piccola e delicata del maschio. Ergouna società all’inverso è possibile, ma è una cosa curiosa.

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