Armi immanicate da botta (I): Mazza, Mazza ferrata e Mazza d’arme

Quando parliamo di armi immanicate da botta, mazza, mazza ferrata e mazza d’arme, immaginiamo quasi sempre un guerriero medievale che spacca il cranio di qualche nemico nel mezzo del solito mischione.

Solo a pochi viene in mente che la mazza (“mace”), un oggetto contundente con una testa pesante in cima a un manico, è stata la prima vera arma costruita dall’uomo. Prima c’erano sassi, ossa e bastoni, poi qualcuno, un nostro villoso antenato, si accorse che i bastoni funzionavano meglio quando la testa era più pesante del manico. Nacque così la clava (club), tecnologicamente un gradino sotto alla Mazza.  Ricorderete tutti la famosa scena di 2001: Odissea nello Spazio, il soporifero capolavoro di Kubrick… cosa brandivano gli scimmioni antropomorfi ai piedi del monolito nero? Ossa.

Ammazza che mazza!

Come oggetto contundente, già un femore umano è piuttosto efficace, quello di una vacca ancora di più, per non parlare delle ossa di un rinoceronte, di un elefante o di un altro grosso mammifero.

Il passo successivo, la combinazione fra legno e pietra, portò alla creazione delle prime mazze e asce manufatte. Per circa diecimila anni vi fu una lenta e progressiva evoluzione: le teste in pietra divennero più lavorate, i manici scelti fra vari tipi di legno.

Resta da sottolineare come la mazza sia stata la prima arma elaborata esclusivamente per la guerra, mentre coltelli, frecce e lance erano nati per la caccia e adattati successivamente per il combattimento.

Mazze e clave divennero parte dell’armamentario bellico di tutte le popolazioni del globo, differenziandosi le une dalle altre a seconda dei materiali disponibili. Legno, pietra, ossidiana, denti di squalo, la provenienza geografica ci permette di distinguerle in tante e tali categorie che ci vorrebbero dieci volumi solo relativamente alle mazze.

Mazze e clave delle sole isole Fiji
Mazze e clave delle sole isole Fiji

Sui campi di battaglia dell’Egitto predinastico la Mazza divenne una delle armi più diffuse, e ci sono giunte diverse teste realizzate in pietra che mostrano un altissimo livello di lavorazione. I guerrieri egiziani la utilizzarono fino alla XIII Dinastia, mentre successivamente la Mazza assunse un significato più che altro rituale e religioso. Ancora nel periodo romano i ritratti dei Faraoni comprendevano quasi sempre la presenza di una Mazza, simbolo per eccellenza del potere militare e politico. Gli egiziani non furono comunque gli unici a costruire una precisa simbologia attorno a quella che era nata come arma da botta, visto che molte altre popolazioni, come vedremo, seguirono il loro esempio.

I Popoli del Mare o Shardana, che si schierarono a fianco di Ramsete II contro gli Ittiti nella decisiva Battaglia di Qadesh, portavano un gran numero di armi in bronzo, fra cui spade e mazze di bronzo.

Spiked Bronze Mace Head 1200 BC
Testa di bronzo proveniente dalla Cina e datata 1200 a.C. Lunga 12.5 cm e pesante 282 grammi. (in vendita presso Antiques.com)

Sappiamo con certezza che Greci e Romani non impiegarono quasi mai armi da botta. Anche i popoli a ridosso dell’Impero preferirono altre armi, ad eccezione dei Persiani, che invece le impiegarono in modo consistente, in particolar modo come armi da cavalleria. Tornando ai Romani, la armi contundenti non erano adatte al loro modo di combattere poichè necessitavano di ampi spazi di manovra, mentre con il gladio bastava uno scatto in avanti di poche decine di cm per provocare una ferita mortale. La formazione legionaria era addestrata a tenere le fila serrate e a muoversi all’unisono, cosa impossibile in caso di combattimento con armi da botta.

La rinascita: vantaggi e svantaggi

Durante il tardo antico e l’alto medioevo la situazione non cambiò. Mentre in Oriente la Mazza rimase un’arma piuttosto diffusa, lance, asce, spade e pugnali continuarono a farla da padroni sul campo di battaglia occidentali, finché, attorno al XII secolo, la mazza tornò in auge.

Cavaliere pesante sasanide (V-VI sec.) con mazza. Uno dei lavori migliori di Angus McBride per la Osprey Publishing

Quanto alla nomenclatura, non è facile costruire una sistematizzazione con genus e species convincenti. I termini mazza ferrata, mazza, mazza d’arme, stella del mattino, mazza flangiata, mazza chiodata si trovano spesso sovrapposti. In inglese il termine Mace rappresenta un genus eccellente da cui partire, in italiano Mazza è la soluzione migliore.

Ora che abbiamo fatto un po’ d’ordine, torniamo ai duri campi di battaglia del XII secolo. Le ragioni della nuova diffusione della mazza non sono chiari, ma possiamo azzardare qualche congettura. La protezione corporea più diffusa del periodo era l’onnipresente maglia ad anelli, che garantiva una protezione eccellente per i colpi di taglio e discreta contro quelli di punta portati senza troppa violenza. Rispetto alla spada dunque, la mazza aveva una serie di pro e contro.

testa di mazza in bronzo del XIV-XV secolo
testa di mazza in bronzo del XIV-XV secolo

Vantaggi:

  • La mazza aveva un costo nettamente inferiore rispetto alla spada. In fondo si trattava di una testa di metallo pieno in cima ad un manico, inizialmente di legno e dopo anch’esso di metallo.
  •  Era più letale di una lama nei colpi portati alla testa di un nemico dotato di elmo.
  • Poteva colpire ripetutamente uno scudo o le piastre metalliche di un’armatura completa senza rischiare di danneggiarsi troppo.
  • Necessitava di un minore addestramento. Colpire di punta è un’arte acquisita, che può essere imparata solo attraverso duri allenamenti, mentre menare fendenti all’avversario è la cosa più naturale che ci sia.

Svantaggi:

  • Colpi più lenti e portati con movimenti più ampi. Ciò portava ad esporsi maggiormente agli attacchi dell’avversario.
  • Nella maggior parte dei casi, la mazza aveva un minor raggio d’azione delle spade diffuse nel basso medioevo.
  • Visto che la porzione più pesante dell’arma si trovava in cima, la mazza tendeva a sbilanciare il portatore molto più di una spada.
  • Con l’eccezione di qualche esemplare, la mazza non aveva una guardia, e non era particolarmente adatta a parare i colpi.

Ciononostante, con l’avvento delle armature complete l’utilità della mazza d’arme divenne ancora più evidente. Un guerriero armato di spada era ormai costretto a colpire le giunture o a cercare un varco nella visiera dell’elmo dell’avversario, ma ciò lo costringeva spesso a pericolose tecniche di mezza spada. In questi casi il danno da botta rappresentava un’alternativa eccellente, specie se portato al volto o agli arti. Particolare curioso, gli appartenenti a Santa Romana Chiesa avevano il permesso di utilizzare la Mazza in battaglia ma non le lame, onde evitare spargimento di sangue cristiano. Insomma, niente tagli ma teste spaccate.

Terminologia e tipi

Individuare le species del genus Mazza non è affatto semplice. La maggior parte degli storici la distinguono a malapena da un Mazzafrusto, mentre gli oplologi parlano di Mazza gotica, alla burgunda, all’italiana, flangiata, a coste, stella del mattino ecc..

Anche Jacopo Gelli, nella sua Guida dell’Amatore e del Raccoglitore di Armi Antiche (1900), non si esprime in maniera definitiva sulla questione terminologica, ma sembra ipotizzare una prima suddivisione. Egli dice:

La Mazza d’arme differisce in poco dalla Mazza di ferro, con la quale la Mazza d’arme aveva in comune l’uso e sovente anche la forma. Infatti è facile, e lo era anche nei tempi passati, di scambiare questa con quella.

Quanto al termine Mazza ferrata, molto in voga al giorno d’oggi, Gelli spiega:

quella sorta di mazze, che hanno i manico di legno, e ciò per distinguerle da quelle, che sono tutte di ferro…

Tre Mazze d’Arme: al centro una Mazza Pesante (tipo D), ai lati due Mazze Gotiche (tipo C)

Per queste ragioni, la cosa migliore è chiedere aiuto alla sistematizzazione operata da E. Oakeshott, che amava le spade più di moglie e figli, ma non disdegnava le altre armi, integrandola con un paio di nuove tipologie e con il lavoro certosino svolto da Carlo De Vita nel suo Armi bianche dal Medioevo all’Età Moderna (1983). Pur potendo contare sul lavoro di grandi oplologi del passato, la tipologia qui sotto è una elaborazione personale che spero di poter migliorare con nuovi studi:

Mazza di tipo A (Mazza ferrata)

I primi riferimenti al bardoukion e al matzoukion (ovvero alle mazze ferrate) risalgono ad alcuni testi bizantini del IX secolo, ma probabilmente la mazza, mutuata da quella sasanide, era entrata già da qualche secolo nell’armamento dei soldati romani d’oriente. Alcuni testi, in particolare la Sylloge Tacticorum, riportano un duplice uso della mazza, come arma da botta e arma da lancio. Nulla di strano, anche nella Bayeux Tapestry, cucita nel 1070 circa, c’è una prova inconfutabile dell’ uso della mazza come arma da getto.

Anche quando l’Impero Sasanide crollò sotto la forza militare dei musulmani, sappiamo che questi ultimi assimilarono buona parte dell’armamento degli eserciti sconfitti (in particolare bizantini e sasanidi). Lo Shāhnāmé, scritto attorno all’anno 1000, parla più volte di cavalieri pesanti armati con mazze.

La mazza mantenne una presenza costante e venne sempre più a contatto con i soldati bizantini. Non a caso, la mazza si diffuse prima nell’Europa dell’Est (sempre a stretto contatto con Bisanzio) e poi in Russia.

Testa in ferro russa ( XIII sec.) a 6 coste
Testa in ferro russa ( XIII sec.) a 6 coste perfettamente conservata, venduta di recente dalla Faganarms Inc.

Nel XII e XIII secolo la struttura della Mazza era molto semplice. La testa metallica era già dotata di coste/flange (per non scivolare sulla superficie delle protezioni corporee), ma non aveva grosse dimensioni. D’altronde, non si sentiva il bisogno di appesantire un’arma che già risultava efficace nei confronti delle maglie ad anelli. Questa forma base rimase in uso fino al 1470 circa senza modifiche sostanziali. Testa di ferro a coste e manico in legno, dunque, con qualche variazione negli ornamenti.

mace
Un Pernach (sinistra) e due Shestopiors russe. Quest’ultimo fu uno dei tipi di mazza ferrata più diffusi in Russia ed Est Europa, e si sviluppò a partire dal XII secolo

Un Pernach (sinistra) e due Shestopiors russe. Quest’ultimo fu uno dei tipi di mazza ferrata più diffusi in Russia ed Est Europa, e si sviluppò a partire dal XII secolo

Mazza di tipo B (Stella del Mattino)

La Stella del Mattino (Morning Star) era un’arma povera, da milizia cittadina. In italiano, alternativamente al termine Stella del Mattino, potrebbe benissimo utilizzarsi quello di Mazza Chiodata. Il suo assemblaggio era molto semplice, bastava una mazza di legno con una testa più voluminosa (spesso ricavata dallo stesso blocco) e un pugno di chiodi o spuntoni a sezione piramidale o conica. Non c’era quindi alcun bisogno di un fabbro esperto o di un armaiolo, qualunque persona con una discreta abilità artigianale poteva costruirne una.

Stelle del mattino da www.therionarms.com
Stelle del mattino da www.therionarms.com

Non per questo la Mazza Chiodata risultava meno efficace sul campo di battaglia. Le sue misure potevano andare dai classici 50-60 cm ai 235 cm di un esemplare da guerra conservato presso il Museo Heeresgeschichtliches di Vienna.  Le versioni più elaborate prevedevano una testa interamente in metallo e avevano un costo maggiore.

Nel caso di manici di oltre un metro, il portatore era costretto ad utilizzare due mani. Fra tutti i tipi, quello B è a tutt’oggi il più amato dal grande pubblico. La classica palla chiodata su un manico viene esposta praticamente ovunque, dai musei della tortura alle collezioni d’armi più rinomate, e ha trovato spazio anche in numerose pellicole cinematografiche.

Diversi tipi di Morning Star

Mazza di tipo C (Mazza Gotica)

Nell’ultimo quarto del XV secolo si abbandonò completamente il manico in legno, per passare a una più solida asta di ferro o acciaio. Il termine Mazza d’Arme di riferisce principalmente a questa nuova tipologia, ma non penso sia sbagliato utilizzarlo anche per le più vecchie mazze con fusto in legno e testa in ferro.

Mazza gotica del 1480

Il tipo C è conosciuto anche come Mazza Gotica (Gothic mace) per la sua costruzione di gusto gotico, in perfetto pandant con le armature e le spade dello stesso tipo. La caratteristica fondamentale di questa Mazza, oltre alle coste ad angolo acuto (di circa 5 mm), era l’impugnatura corta, più spessa dell’asta, fasciata con filo o pelle.

Qualcosa di molto simile, se prestate attenzione alle immagini, all’impugnatura di una spada. A dividere l’asta dall’impugnatura era presente anche una piccola guardia metallica, di forma esagonale, ottagonale o tonda.  Le dimensioni del tipo C erano più contenute rispetto a quelle delle Mazze Pesanti successive: in media non superava i 45-50 cm di lunghezza e i 1300 gr di peso.

Altra riproduzione con finestre a trifoglio sulle coste

Mazza di tipo D (Mazza Pesante)

Il passaggio dal tipo C al tipo D non fu affatto brutale. Oakeshott ci informa di aver studiato diversi esemplari “intermedi”, ma per evitare di aggiungere altri tecnicismi ad un articolo che rischia di diventare noioso , procederò al tipo D già definito. Fra tutte le Mazze d’Arme, il tipo D è quello di cui sono sopravvissuti la maggior parte di esemplari. Aveva delle nettamente superiori a quelle del tipo C, 60-70 cm di lunghezza e 2-3 kg di peso, per far fronte ad armature complete sempre più resistenti, spesso “a prova di proiettile”.

Le coste della testa erano molto più sottili (3 mm circa) rispetto alla Mazza Gotica, ed iniziarono ad assumere delle linee molto più sinuose, ricche di escrescenze tondeggianti, forature decorative e angoli rinforzati. Per buona parte del XVI secolo la Mazza Pesante venne utilizzata da fanti e cavalieri, divenendo anche un simbolo di potere. Ancora oggi ci sono diverse case d’asta che presentano nei loro cataloghi Mazze D conservate in maniera perfetta.

Mazza della seconda metà del XVI sec. (lungh. 60.5 cm)

Mazza di tipo E (Mazza Orientale)

Il revival della Mazza ferrata cominciò in Oriente. L’arma quasi dimenticata dai Romani venne adottata dai Romani d’Oriente, e da lì ad essere copiata dalle popolazioni limitrofe il passo fu breve. Nelle nazioni che si trovarono a fronteggiare la nuova ondata dell’espansionismo musulmano (XV-XVII secolo), la Mazza d’arme assunse delle caratteristiche particolari, mutuate dalle armi del nemico.

mazza turca 12 coste 1683
Mazza turca a dodici coste utilizzata nella Battaglia di Vienna (1683). Da notare la vicinanza strutturale con le mazze orientali

La Mazza di tipo E aveva coste quasi sempre strette e semicircolari o a forma di cipolla, in bronzo o ferro, e divenne un’arma molto diffusa fra i Giannizzeri e gli altri corpi ottomani, probabilmente anche come simbolo dei gradi di ufficiale. Il gusto per le coste semicircolari, strette o più ampie (6-8 in tutto), raggiunse i milites polacchi, ungheresi e romeni, che la utilizzarono per tutta la seconda metà del XVI secolo.

Mazza ungherese/polacca del 1550 ca. Realizzata interamente in ferro e con testa a 6 coste semicircolari

Le Mazze d’arme dunque assunsero diverse forme, a seconda del periodo, della provenienza geografica e del gusto personale di combattenti ed armaioli. Lo schema qui sotto le mette a confronto.

mazze d'arme classificazione zweilawyer
La classificazione che ho elaborato per le mazze d’arme

Mazza di tipo F (Mazza a Sbarra)

Mazza dalla forma davvero bizzarra, ma che doveva essere devastante sul campo di battaglia. Circa 70 cm di lunghezza e 2 kg di peso per una vera e propria sbarra di ferro a quattro coste lunghe e spesse, dotata di un’impugnatura in pelle e di un pomolo sferico.

riproduzione di mazza sbarra a quattro coste realizzata per therionarms.com
riproduzione di mazza sbarra a quattro coste realizzata per therionarms.com

Vista la penuria di esemplari giunti fino ai nostri giorni (uno nella collezione Odescalchi, l’altro ripescato nel Tamigi), è’ quasi impossibile stabilire quale sia stato il suo effettivo utilizzo nelle battaglie del XIV. Anche nella letteratura e al cinema non è mai stata proposta (o non me ne sono accorto, in tal caso siete pregati di segnalarlo onde avere un attestato di merito ufficiale), tanto che per la maggior parte delle persone rappresenta una novità assoluta.

mazza a sbarra giotto
Mazza a sbarra nella Fortitudo dipinta da Giotto nella Cappella degli Scrovegni (1303-1305)

Questo impianto sistematico, forse un pochino maniacale, mi sembra al momento il migliore possibile, ma sono convinto che individuare le varie sottospecie ( Mazza 1a, 1b, 2 a, 2b, 2c, ecc) sia il prossimo passo da fare per renderlo ancora più accurato.

Ho volutamente saltato a piè pari le armi da botta indiane e dell’estremo oriente, limitandomi a qualche accenno a quelle mediorientali, visto che spero di trattarle in un articolo separato. Alcuni di voi avranno anche notato l’assenza dell’Holy Water Sprinkler e del Goedendang, ma solo perchè considero il primo come specie di Mazzafrusto ed il secondo come arma in asta con prevalente funzione di perforazione.

Non dimentichiamo che la Mazza d’arme acquistò un importante significato simbolico, specie nell’Europa dell’Est, in particolare in Russia, Polonia ed Ukraina. La Bulawa divenne simbolo con cui veniva insignito il comandante in capo delle forze militari. Per approfondire l’argomento, vi consiglio di iniziare con l’ottima voce di wikipedia circa il Cerimonial Mace.

Rydz-Smigly riceve la Bulawa dal Presidente polacco a Varsavia (1936)

Tuttavia, la Mazza riapparve all’improvviso sui campi di battaglia addirittura nel XX secolo! Durante la Prima Guerra Mondiale infatti, una fangosa, lurida guerra di trincea, capitava spesso di arrivare al corpo a copro con il nemico. Dove non bastavano i coltelli e le baionette del Duca, venivano utilizzate delle vere e proprie mazze chiodate. Il loro utilizzo primario divenne comunque quello di arma per dare il colpo di grazia ai soldati asfissiati dai gas.

Sacro è l’odio!

Bibliografia

1. Armi bianche dal Medioevo all’Età Moderna (1983), Carlo de Vita

2. Guida dell’Amatore e del Raccoglitore di Armi Antiche (1900), Jacopo Gelli

3. Die Kriegswaffen in ihren geschichtlichen Entwickelungen (1891-3), A. Demmin

4. European weapons and armour: From the Renaissance to the industrial revolution (1980), E.Oakeshott

5. German Medieval Armies 1300–1500 (1985), Christopher Gravett

6. http://en.wikipedia.org/wiki/Mace_(club)

7. Hafted Weapons in Medieval and Renaissance Europe: The Evolution of European Staff Weapons between 1200 and 1650 (2005), J. Waldman

8. http://otlichnik.tripod.com/medmace.html

9. http://www.worldmuseumofman.org/byzantinemaces1.htm

10. Men at Arms 175 – Rome’s Enemies (3) – Parthians & Sassanid Persians (1986), P. Wilcox

Sul nostro sito non troverai mai banner pubblicitari. Puoi supportare l’attività del Centro Studi Zhistorica acquistando le nostre pubblicazioni:
▶ spedizione gratuita con pacco tracciato e assicurato.
copie firmate, con segnalibro e card HD in omaggio
Puoi acquistare dal nostro portale:
👉 bit.ly/ZhistoricaStore
o su Amazon:
👉 Zodd. Alba di Sangue
👉 I Padroni dell’Acciaio
👉 Gotz von Berlichingen
👉 Ascanio della Corgna
👉 Diario di Federmann
👉 Fiore dei Liberi

64 pensieri riguardo “Armi immanicate da botta (I): Mazza, Mazza ferrata e Mazza d’arme

  1. Bello. L’immagine “santo è l’odio” ce l’avevo, è molto figa.

    Non vedo alcuna immagine sopra “Rydz-Śmigły riceve la Bulawa dal Presidente polacco a Varsavia (1936)”, solo uno spazio bianco. È normale?

  2. Ho trovato questo blog per caso, ma devo dire che gli articoli sono davvero ottimi.
    Tre curiositá:
    – il martello da guerra e il mazzafrusto sono dei tipi particolari di mazze da guerra o sono armi a parte?
    – fai un accenno a mazze a due mani lunghe piú di due metri. In quale ambito venivano impiegate?
    – le alabarde sono considerabili un tipo di asce/mazze da guerra o sono un tipo di arma a parte?

    Grazie mille

  3. Fichissimo. Bravo.

    Finalmente dico FINALMENTE ho capito da dove arriva la regola della prima edizione di D&D secondo la quale i chierici possono usare solo armi da botta (regola che adoravo, vedere ‘sti chierici con alabarde e spadoni delle ultime versioni del regolamento è blasfemo, come direbbe qualcuno). Non pensavo avesse riferimenti storici.

    E si chiarisce pure che la morning star non ha la catena. In molti giochi viene chiamato morning star il mazzafrusto con singola palla chiodata all’estremità della catena (non ultimo NWN, se non erro l’immagine del guerriero con le due mazze l’hai presa da NWN2 giusto?). Mi confermi ‘sta cosa sulla morning star?
    E poi: esistevano mazzafrusti con più catene (e una palla chiodata per catena)?
    E poi ci parlerai pure di mazzafrusti e martelli? 🙂

    1. DEMONIO DEL FANTATHRASH ESCI DAL SUO CORPO! IN NOME DELL’AUTENTICITA’ STORICA IO TI ORDINO DI TORNARE DENTRO
      LA STRAZZULLA O QUALSIASI AUTORE FANTASY ITALIANO E NON
      USCIRVI MAI PIUUUUUUU!

  4. Non ho mai avuto un eccessivo amore per le ‘volgari’ armi da botta, ma questo tuo articolo mi ha fatto ricredere! Anch’io non vedo l’ora di vedere un bell’articolo sui mazzafrusti.
    Ottimo lavoro^^

  5. se la classificazione dovrebbe indicare una evoluzione dell’arma la mazza chiodata (tipo B) non dovrebbe scambiare posizione con la mazza ferrata(tipo A), che è la diretta progenitrice della mazza gotica ( tipo C) ?

  6. Davvero molto interessante (visto che pian piano sto leggendo anche questi?). Vediamo, ho una correzione, un dubbio e una domanda. La XIII dinastia egizia va dal 1780 al 1630 (come è scritto anche nel link che hai messo) o secondo altri arriva anche fino al 1543 a.C. mischiandosi con XIV e XV, mentre tu hai messo praticamente la XII dinastia (1990-1780 a.C.).
    Ok, fatta la mia parte da rompibolle, ecco dubbio e domanda: quando dici che nei ritratti del faraone si vede una mazza, intendi il flagello o qualcos’altro? E poi, non so se l’hai già scritto in altri commenti, ho letto in fretta… Cos’è una tecnica di mezza spada?

    Ale

  7. @ Zweilawyer (sì, sono una dei lurker che ti infesta il blog ^^)

    Non avendo mai sentito parlare della mezza spada prima di leggerne nel tuo blog, mi chiedevo se differisca in qualche modo dalle spade corte di Dungeon&Dragonsiana memoria ^^; ho controllato un po’ in giro (anche su Scrimipedia) ma non credo di aver notato differenze di sorta… o forse sono solo assonnata!

    Cheers
    Terra Nova

  8. Grazie per la risposta ^^
    Se posso chiedere, hai intenzione di scrivere un articolo anche sull’assedio di Malta del 1565? Ti preeeeego, devi finire la trilogia, il secondo episodio finiva con un cliffhanger mica male…

    Terra Nova

  9. Zwey dove hai pescato la citazione sui popoli del mare e sull’utilizzo delle mazze? Non ne avevo mai sentito parlare. Pure nell’iconografia, non ho mai visto Shardana & Pheleset usarle per massacrare (o essere massacrati) dagli Egiziani.
    In compenso spade triangolari e lance corte a go-go.

    P.s.
    Nell’esercito romano pare che gli auxilia germanici utilizzassero ancora delle mazze in legno nodoso (più delle clave quindi) che li caratterizzava come armamento etnico-regionale.
    Avevo anche visto l’immagine dalla stele originale.
    Se ti interessa te la cerco.

  10. @Iome
    Belle foto, ma anche io ho dei problemi a caricarle! 😆 Colpa della mia ignoranza, ancora non ho risolto il problema del corsivo e di alcuni paragrafi degli articoli che si sformattano da soli…bah…

    @Lessà
    La citazione è presa da wikipedia (mi vergogno, sigh)
    “The Shardanas or warriors from Sardinia who fought for Ramses II against the Hittities were armed with maces consisting of wooden sticks with bronze heads. Many bronze statuettes of the times show Sardinian warriors carrying swords, bows and original maces.”

    Se hai la foto a portata di mano l’aggiungo nell’articolo (citandoti). Che vergogna questi germanici, con le clavette da balilla mentre noi costruivamo una civiltà. 😉

  11. trovo che le piastrine commemorative dei reparti mazuolanti di pari lollosità (avendo uno humor deviato) della foto sul sacro odio italico

    comunque credo che le foto siano problematiche semplicemente perchè troppo grandi

  12. Ciao Zwey.
    Ecco svelato l’arcano.
    L’autore dell’articolo deve aver fatto confusione. Gli shardana sono equipaggiati in un modo, le statuette “nuragiche” dell’8 secolo in un altro. Alcuni si ostinano a dire che le due rappresentazioni sono identiche, ma un occhio non troppo attento può naturalmente cogliere le evidenti differenze.
    Nulla di strano, c’è uno stacco di diverse centinaia di anni tra le due rappresentazioni. Anche l’armamento evolve e si modifica da che mondo è mondo!

    Vedrò di procurarti la foto del bronzetto con mazza e del germanico mazzulatore!
    Per gli shardana invece…nada! Nessuna mazza, se non gli esagerati cumuli di falli che gli Egiziani strapparono loro (e agli altri popoli del mare) durante la battaglia del delta…!

  13. we grandissimo lavoro complimenti! conosci per caso le tecniche costruttive?
    io mi diletto nella fabbricazione di spade ma una mace non saprei nemmeno come iniziare(be con una saldatrice si fa tutto 🙂 )sai consigliarmi?

  14. Visto che fabbrichi spade, immagino che tu abbia già più informazioni di me su come costruire una mazza 😀
    Comunque, immagino che per costruire una mazza ferrata non ci voglia molto. Uno stampo per la testa e un manico di legno di una cinquantina di cm dovrebbero essere un buon inizio.

  15. 🙂 grazie mille per la risposta!……………speravo che conoscevi dei trattati sulla fabbricazione antica 🙁 visto il buon lavoro che hai raccolto……….una polearm è abbastanza facile da fabbricare ma usare uno stampo per la testa è un gran problema,se fosse piombo si, ma l’acciaio come sei meglio di me fonde a 1500 c° :(……………ora chi chiude occhio hihihihihi ciao e grazie ancora

  16. Bell’articolo, bravo Zwei; lo tirerò fuori al prossimo personaggio con martellone che vedrò.
    Comunque ho una proposta per la classificazione tra picco d’arma e martello d’arma:

    In effetti il Picco d’Arme, molto più dei MdA con bocca e brocco ipersviluppati, tendeva ad incastrarsi dell’armatura/giacca imbottita sottostante/carne et ossa

    Prendiamo autori di fantasy italiani e vediamo se l’arma s’incastra 🙂

  17. il video del furibo sembra che non si veda

    se proprio avete tanta voglia di vederlo andate su youtube e cercate:

    Jikishinkage Ryu 05-04-09

  18. Molto bella la foto della rastrelliera. Il design è molto diverso da quelle europee, sicuramente a causa delle armature non metalliche che la mazza giapponese doveva affrontare.

  19. si è probabile che la diversa struttura delle armature avesse portato a questa evoluzione divergente, ma chissà se altri elementi hanno contribuito

    ti faccio un breve appunto sugli yoroi le armature nipponiche

    gli yoroi erano armature a piastrine metalliche, in alcune fasi si sono usati supporti lignei (magie strutturali del bamboo) ma le parti che dovevano ricevere i colpi erano rigorosamente metalliche,

    ci sono pervenute armature pre samurai in bronzo a piastra, quindi c’è da chiedersi come mai si sono orientati verso le piastrine
    [img]http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/b3/KofunCuirass3.jpg[/img]

    la scelta di realizzare armature a scaglie non so fino a che punto possa essere imputata alla cronica carenza di giacimenti ferrosi (produrre ferro da sabbie ferrose era molto dispendioso), perchè non credo che per fare uno “yoroi” serva molto meno metallo, i soliti pro nipofilia sostengono che le armature giapponesi fossero focalizzate su un compromesso a favore della mobilità, cosa che credo essere sostenuta da stereotipi sul cavaliere con 50 chili di acciaio addosso, che si muove cigolando come il portello di una vecchia stufa, anche se molto meno buffonesco delle idee di certi clueless credo che qualcosa di vero ci sia.

    Resta che ai giapponesi le armature occidentali piacquero tanto da imitarle in qualche elemento, sopratutto nella protezione al torace, realizzando dei magnifici esemplari, peccato che i splendidi tempi delle guerre campali fosse ormai finito da un pezzo

    voilà, non è una meraviglia?
    http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/2e/NanbanDo.jpg
    grufola :love:

  20. Sono saltate due immagini:

    • Testa di bronzo del XII secolo
    • Mazza del 1300 ca con testa in ferro dal disegno simile a quello delle successive Mazze d’arme gotiche

  21. Uhm… una domanda mi perseguita e non mi fa dormire la notte: se all’equazione aggiungessimo il peso dell’armatura e il peso dei cavali?
    Le immagini tratte dalla Bibbia di Maciejowski non raffigurano uomini che sono a cavallo,e dalle zampe mi sembra che stessero facendo una carica, con elementari nozioni di fisica sappiamo che aumentando la massa e la velocità si aumenta esponenzialmente l’energia.Come mai in tutti i video che ho visto gli studiosi non hanno contato questo fattore cosi evidente?
    Comunque,buttando giù qualche semplice operazioni considerando un peso di circa 90-100 kg per un uomo medio in armatura e aggiungendo il peso medio di un cavallo,di circa 300-350 kg (contando che non erano i cavalli ben nutriti di oggi,e che venivano usati cavalli un pò più piccoli ma più robusti),otteniamo una massa di circa 390-450 kg,aggiungiamo la velocità media di un cavallo a galoppo di circa 40 km/h (a 60 km/h ci vanno i purosangue che NON trasportano un uomo in armatura completa sul dorso),sapendo che la forza cinetica impresa a un oggetto è uguale al prodotto della sua massa per il quadrato di velocità,non c’è neanche il bisogno di fare i calcoli per capire che si sprigiona una quantità enorme di energia,anche se c’è bisogno di porre un’altra domanda: una spada potrebbe reggere questa enorme quantità di energia senza rompersi? o le cariche che ci sono nei film sono solo finzione Hollywoodiana?

    Saluti da:
    Manka

  22. @ lessà
    La mia era una domanda che significa che se le spade possono reggere l’impatto dato da sopra un cavallo a galoppo l’energia scaturita sarà enormemente maggiore da quello dato da un uomo a piedi,quindi si dovrebbero fare test di penetrazione aggiungendo la prova da cavallo per scartare definitivamente questa opzione,pur sempre se le spade riescono a reggere:se le spade si rompessero sbattendo contro un’armatura completa quando il colpo viene dato da cavallo,allora le cariche che ci sono nei film,nei libri o qualsiasi altro tipi di finzione.

  23. aggiungo un dettaglio: di certo voglio intendere scagliarsi contro un nemico su un cavallo a galoppo e la spada tesa,anche se alcuni potrebbero pensare che volerebbe via la spada,i cavalieri di sicuro tra la presa salda e l’attrito fra il manico della spada e il guanto di ferro non avrebbero fatto volare via la spada,e avendo equipaggiate le staffe,non avrebbero perso l’equilibro sul cavallo.

  24. Ho visto fare entrambe le cose, in filmati e dal vivo. Purtroppo questo tipo di test non hanno nessun valore se non si usano armi e protezioni con le stesse caratteristiche (tipo di acciaio e lavorazione) di quelle antiche.
    Una carica a cavallo con il cavaliere che mena un colpo è fattibilissima, e penso proprio che cercassero di farla, specialmente agli albori della storia delle armature, quando si opponeva una buona lama contro imbottitura e cotta di maglia. Per l’età d’oro delle armature non so che dirti, il dubbio sta venendo anche a me. Io non avrei cercato di attuare un colpo simile “alla cieca” contro un fante appiedato e coperto di armatura bianca di tutto punto. Non tanto per paura di spezzare la spada, ma per timore di fracassarmi il polso, cosa che ho già sperimentato con ascia ad una mano, a piedi. L’articolazione ora fa crik-crok come le patatine.

  25. @ Lessà e MAK: cosa accadrebbe, invece, se il fantaccino di cui sopra fosse coperto di cotta di maglia e imbottitura, e il cavaliere che lo carica è armato di lancia?

    a) L’impatto sbalza il cavaliere di sella
    b) l’impatto sbalza per aria il fantaccino
    c) la lancia vola in pezzi?
    d) a+b+c?

    @ Lessà

    Nell’esercito romano pare che gli auxilia germanici utilizzassero ancora delle mazze in legno nodoso (più delle clave quindi) che li caratterizzava come armamento etnico-regionale.
    Avevo anche visto l’immagine dalla stele originale.
    Se ti interessa te la cerco.

    Ehm… a me interesserebbe quest’immagine (e simili riferimenti iconografici) ma ho paura che, googlando “nodosa mazza germanica”, il rischio di finire in un pornogay polacco-teutonico sia poiuttosto elevato xD 😀

  26. @Anacroma
    E’ mia personale opinione che se il cavaliere colpisce in pieno galoppo e con la lancia un fante (senza che questi possa rendergli la cortesia con una picca, ad esempio), il fante finisce facilmente al creatore. La lancia sfonderebbe la maglia e l’imbottitura, provocherebbe di certo serie fratture e provavilmente una ferita aperta (che in molti casi significava cancrena).
    Tuttavi aspetto il parere di persone con maggiore esperienza e studi alle spalle.
    (Ad ogni modo, un cavaliere che cade i sella per aver infilzato un fante con la lancia offre due interpretazioni: il fante è Golia; il cavaliere è Brancaleone)

  27. a) L’impatto sbalza il cavaliere di sella

    questa mia ipotesi ricostruttiva si basa su questa affermazione di ManKa

    sapendo che la forza cinetica impresa a un oggetto è uguale al prodotto della sua massa per il quadrato di velocità,non c’è neanche il bisogno di fare i calcoli per capire che si sprigiona una quantità enorme di energia

    e che dunque, all’impatto con il povero fante quest’ultimo crepa, ma il “contraccolpo” incontrato dalla resistenza con un corpo solido (specie se il fantaccino è ZODD XD) sia sufficente a far quantomeno rinculare il buon cavaliere. Però la mia è un’ipotesi (non supportata da un’idoneo calcolo vettoriale, peraltro), e vorrei sentire il parere di altri sulla faccenda.

  28. @ Lessà e MAK: cosa accadrebbe, invece, se il fantaccino di cui sopra fosse coperto di cotta di maglia e imbottitura, e il cavaliere che lo carica è armato di lancia?

    a) L’impatto sbalza il cavaliere di sella
    b) l’impatto sbalza per aria il fantaccino
    c) la lancia vola in pezzi?
    d) a+b+c?

    Non penso che l’impatto possa sbalzare il cavaliere, a meno che questo non sia così idiota da tenere la lancia con la parte finale piantata nello stomaco. La lancia veniva tenuta sotto l’ascella, facendo scorrere parte dell’asta sotto di essa. Quando l’arma impattava la si lasciava, anche perché penetrando si sarebbe “piantata”, risultando inutile. Le ipotesi possibili sono due: 1) la lancia si spezza, 2)la lancia si infila in qualcosa e si spezza. C’è anche la possibilità che la lancia si pianti e non si spezzi, chiaramente. Dipende se il cavaliere la lascia o no. Il cavaliere potrebbe venire sbalzato dall’animale solo nel caso in cui stia cavalcando “a pelo” e tenga ben salda l’arma. I Romani e i Celti ad esempio non conoscevano le staffe, e non utilizzavano caricare di lancia. Infatti utilizzavano l’animale (decisamente più piccolo rispetto ai cavalli moderni) più per gli spostamenti. Potevano comunque menare colpi dal dorso della bestia grazie ad un particolare tipo di sella dotato di 4 corni.

    Anacroma se mi invii una mail ti mando quello che mi hai chiesto come ho fatto con Zwey.
    A volte sparisco per un po’ di tempo, dunque se volete contattarmi usate i commenti o la messaggistica sul mio blog (si raggiunge dal mio nome).

  29. Aggiungo che se ci sono persone interessate a questo tipo di roba (Jousting a cavallo in armatura) a Firenze ho fatto dei video durante i giochi di Carnasciale e alcune riprese (fatte tra un torneo e l’altro) mi son venute dannatamente bene. Il Jousting a cavallo mi aveva appassionato già solo guardando full metal jousting, ma vederlo di persona è stato anche meglio.

  30. Gli ussari alati usavano una lancia (kopia) che veniva agganciata a un fermo sulla sella (tuleja). In questo modo la forza dell’impatto si scaricava sull’imbragatura della sella, invece che nella resta del cavaliere. Il cavaliere stesso poteva concentrarsi così sul direzionamento della lancia, invece che sulla resistenza all’impatto. Un ulteriore accorgimento per rendere più letale la carica con la lancia.

  31. Mi sa per il tabù del sangue, considerato come dono di Dio e fonte vitale. Non a caso, macellai, chirurghi e barbieri erano malvisti nella società. Quindi, probabilmente, preferivano che la gente si sfondassero i crani a vicenda anziché aprire le budella e farle annegare nel proprio sangue

  32. era un grosso problema anche per i giapponesi poichè lo shintoismo proibiva il versamento di sangue. uno dei motivi della fulgida ascesa del buddismo

    prima gli scontri tra nobili si svolgevano a cavallo correndo a destra e sinistra tirandosi frecce

    “cioè tu mi stai dicendo che io se divento buddista posso staccargli la testa? dove devo firmare?”

  33. Anche per la tortura, solitamente si faceva in modo di infliggere dolore al prigioniero senza fargli versare il sangue: ad esempio l’assunzione forzata di acqua, il tenerlo sollevato per i polsi con dei pesi attaccati alle caviglie.

    Effettivamente, anche le esecuzioni erano portate all’evitare la dispersione di sangue, o comunque limitarne il più possibile: ad esempio l’impalamento, la crocifissione, il rogo e la decapitazione.

    Eh, sì, leggo molto. Per questo lo so :3

  34. Merphit, la decapitazione è la cosa che sparge più sangue in assoluto, tranne forse un lento e metodico dissanguamento o uno squartamento in quattro 😛
    Una vera e propria fontana di porpora pompata a tutta forza.

  35. Ammazza che mazza (cit.)
    Continuo a trovare i tuoi articoli sulle armi uno migliore dell’altro, mi spiace che ormai li ho quasi finiti
    Pongo una domanda sciocca (data la mia ignoranza): quale è l’utilità di avere una catena tra la testa e il manico della mazza? Serve a migliorare il raggio dell’arma?
    Non diventava più complesso tirare i colpi (o le mazzate in questo caso)?

  36. Nel Nihayat al-Su’l (XIII° secolo) si parla di mazze d’arme dal peso di 150 dirhams, ossia…solo 470 grammi! Da cui se ne deduce che una mazza ha una forza d’impatto circa 2.5-3 volte superiore a quella di una spada dello stesso peso.

      1. Sempre nello stesso manuale c’è scritto che i bersagli favoriti da colpire con la mazza sono: naso, fronte e spalle.

        Zwei, ti chiedo gentilmente un parere, che le mie sono solo congetture: secondo te questo potrebbe spiegare la costruzione particolare di alcuni elmi turchi, mamelucchi e persiani del periodo (Kōlahxud), che hanno il nasale regolabile e ben distanziato e una piastra aggiuntiva ad altezza fronte con un accenno di tesa? Nella stessa ottica, alcuni testi persiani del periodo menzionano anche imbottiture aggiuntive per le sole spalle (Sarduši).

  37. Sono rimasto sbalordito dalla mazza sbarra a 4 coste mai vista è studiata in nessun ambito.mi incuriosisce e piace assai.non so però se era più efficace Delle altre mazze elencate e descritte.

  38. Riguardando la mazza sbarra a 4 coste ho rimuginato su come renderla un arma davvero quasi perfetta.corregetemi se dico una scemenza.In cima alla croce ( il più che si vede in cima ) aggiungere uno spuntone per l affondo e lungo le quattro coste costruire (limare) un filo tipo spada.diventerebbe una spada-mazza a quattro fili.

    1. Temo che nessuna mazza sia adatta all’uso di “punta” visto che ha un centro di massa molto avanzato che rederebbe l’arma poco maneggevole quando il braccio è steso.
      Analogamente l’affilatura delle sbarre ridurrebbe la resistenza stessa dell’arma senza dare un significativo contributo, un’arma del genere è in grado di infliggere gravi ferite lacero-contuse contro un un bersaglio non protetto da un armatura anche sensa bisogno di un filo. In oltre le sezione a croce delle sbarre rende improbabile una ferita di taglio profonda perchè se il filo è perfettamente perpendicolare alla superfice da tagliare allora le altre sbarre sarebbero di intralcio vice versa si avrebbe un impatto non ottimale e la mazza tenderebbe a ruotare creando una ferita molto estesa ma più superficiale. Infine va considerato che una mazza ha una diversa maneggevolezza rispetto alla spada e penso che il peso aggiuntivo possa rendere più difficile la corretta esecuzione di tutti quei piccoli accorgimenti che massimizzano la profondità di taglio.
      Penso quindi che si avrebbe un significativo incremento di complessità costruittiva senza avere un analogo aumento di efficacia.

      1. Penso che Ermenegildo sia stato piuttosto chiaro. Un ottimo commento. Da sottolineare come l’affilatura delle sbarre renderebbe l’arma molto meno adatta a contrastare le protezioni corporee complete in acciaio.

  39. Ho letto tutto : particolari interessanti , ma tutti mancano di sistematizzazione dell’ argomento .
    Per farlo va scelto un parametro con cui classificare i varii tipi di mazza .
    Come per le armi bianche e anche da fuoco il parametro da prendere in considerazione è uno solo .
    Sì , uno solo che determina la capacità offensiva dell’ arma .
    Questo parametro è la PRESSIONE !
    Sì , la pressione apre le corazze e i tessuti , NIENTE ALTRO !
    Quindi , lunghezze manici ( E = 1/2 mv2 ) , conformazione teste , pochi o molti punti di contatto ( P = F/S ) col nemico determinano la capacità di penetrazione !
    Rivedere tutto in questa sola luce , per capire efficacia !

  40. Nurades ha detto : ” La forza di impatto si scaricava sulla sella ” .
    Mi pare che siamo un pò a terra in Fisica .
    Il problema di un ussaro non era quello di reggere la lancia al momento dell’ impatto , ma quello di fornirle la maggiore quantità di moto possibile !
    Vincolandola al cavallo , la formula E = 1/2 mv2 , con ” m ” moltiplicato molte volte dal peso del cavallo , e P = F / S , se la punta e l’ asta reggevano , creava sulla punta stessa una Pressione spaventosa e una Densità Sezionale enorme , praticamente inarrestabile !

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.